In queste ultime due gen è nato un nuovo problema che affligge i videogiocatori, un dilemma che ha diffuso un termine ormai conosciutissimo: il drifting. Si tratta di un problema che colpisce gli analogici dei controller – Dualsense e Joy-Con in primis – e consiste in un fastidiosissimo input fantasma che il dispositivo invia alla console, anche quando il giocatore non sta toccando nulla.
Sia Nintendo che Sony stanno affrontando delle vere e proprie class-action a causa del drifting. Come avevamo recentemente riportato, iFixit si è espressa riguardo la questione, ma stavolta abbiamo deciso di entrare un pochino più nel dettaglio.
Anche se la cosa potrebbe sorprenderti, in realtà il DualSense di PlayStation 5 utilizza lo stesso hardware standard di quasi tutti gli altri controller in commercio, anche del pad Xbox e Nintendo. Secondo quanto riportato da ALPS, il produttore dell’hardware in questione, la durata di vita del meccanismo che sta alla base dell’analogico (potenziometro) è di 2.000.000 di rotazioni e di 500.000 utilizzi per la funzione della spinta centrale.
Quanto dura la vita di un Dualsense di PlayStation 5?
Uno dei ragazzi di iFixit ha calcolato il numero di input registrati con il potenziometro giocando a Call of Duty: Modern Warfare con il Dualsense, così da calcolare una media della vita totale di un controller. La risposta a questa ricerca potrebbe non piacerti affatto.
Con una media di dieci diversi intervalli di 30 secondi, sono state effettuate una media di 100 rotazioni complete del potenziometro al minuto. Come fa notare il sito però, Modern Warfare è un gioco piuttosto frenetico rispetto alla norma. Anche abbassando la quantità di rotazioni al minuto ad 80, raggiungerai 2.000.000 di rotazioni in 25.000 minuti: tradotto, stiamo parlando di “sole” 417 ore.
Potrebbero non sembrarti poche, ma giocando 2 ore al giorno per 209 giorni (poco meno di 7 mesi) è molto probabile che il tuo controller cominci a dare problemi. Stiamo però calcolando lo scenario più tranquillo; con sessioni sempre da 2 ore ma di 120 rotazioni al minuto, l’aspettativa di vita scende a ben 139 giorni. Quindi in base all’utilizzo che se ne fa, l’aspettativa di vita di un controller va dai 4 ai 7 mesi.
Ovviamente, queste stime non significano che all’esatto scoccare del settimo mese il tuo Dualsense andrà a farsi benedire. Il controller potrebbe incorrere nel drifting prima, o persino dopo: le variabili sono davvero tante, visto che la natura del problema è molteplice. A creare il drifting potrebbe essere semplice polvere o altri detriti, la naturale degradazione del potenziometro o una lassità dei suoi componenti.
Nel caso fossi un po’ sfortunato, potresti ritrovarti a dover comprare ben due Dualsense ogni anno. Quale potrebbe essere una soluzione? Di chi è la colpa in questa situazione?
Cosa posso fare in caso di drifting? Cosa potrebbe fare Sony per risolvere il problema?
Purtroppo, non è saggio ne utile chiudere un occhio sul drifting sperando che si risolva da solo. Oltre a dirtelo per esperienza personale, lo conferma anche iFixit; purtroppo il drifting si intensifica poco dopo la sua comparsa, infatti questa “malattia” ha un decorso piuttosto veloce. Ti rimangono poche opzioni:
-
Provare a ricalibrare gli analogici del controller
Solitamente questa soluzione tende semplicemente a regalare più tempo vitale al tuo controller; tra l’altro non funziona neppure in tutte le casistiche. Nonostante sia un palliativo, tentar non nuoce!
-
Provare a riparare tu stesso il potenziometro
Si tratta della soluzione più complessa. Di fatto, mentre riparare i Joy-Con è relativamente più semplice e accessibile, aprire un Dualsense crea di per se delle problematiche pratiche. Potrebbero essere necessarie un minimo di di praticità manuale e di conoscenza di elettronica; se però sei armato di pazienza, è pieno di tutorial su YouTube che ti mostreranno come fare.
Potrebbe non essere necessario sostituire tutto il potenziometro o parti di esso. Non immagini quanti problemi di drifting siano dovuti a peli, capelli o parti di cibo che sono rimaste impigliate nel potenziometro, creando fastidiosi “spazi vuoti”.
-
Provare ad avvalerti della garanzia di Sony
Puoi sempre provare a richiedere la sostituzione del controller all’assistenza Sony. Anche questa strada prevede qualche problematica, a informarci di questi è la stessa class-action; questa infatti sosterrebbe che i clienti in cerca di aiuto per il drifting hanno incontrato gravi difficoltà con l’assistenza Sony. Si parla infatti di lunghi tempi di attesa per parlare con il personale del servizio clienti.
Un altro problema, anche abbastanza grosso, è che i consumatori che restituiscono i controller per le riparazioni della garanzia devono pagare di tasca loro le spese per la spedizione del controller a un centro di riparazione Sony. La cosa peggiore è che Sony non rimborsa i clienti per questi costi di spedizione, anche per un problema realmente diagnosticato.
-
Comprare un altro Dualsense
Una vera e propria sconfitta. Non ti giudico per questo: poco tempo a disposizione per portare a termine un’operazione del genere e la frustrazione data dal problema possono risultare in un cocktail mortale. Lo ammetto senza problemi, nonostante abbia sempre provato ad aprire i miei controller, alla fine preso dal nervosismo ne ho comprato un altro e mi sono messo l’anima in pace.
Si tratta proprio di quest’ultimo caso quello di cui Sony, la vera responsabile di tutto ciò, si approfitta. Spesso i componenti della riparazione costano davvero un’inezia, ma viste le difficolta pratiche preferiamo spendere 80 euro invece di pochissimi spiccioli.
Per porre fine a questo dilemma Sony potrebbe tranquillamente rendere più facile la riparazione hardware, magari eliminando le saldature come già visto con la tastiera Ergodox.
Ancora meglio, basterebbe creare dei Dualsense modulari o semi-modulari come il controller Astro, così da poter sostituire elementi a rischio rottura come gli analogici o i trigger adattivi. Ovviamente però per Sony è più comodo produrre dei controller super economici e spacciarli come l’ultima perla partorita dell’era tecnologica. Per fortuna vista la class-action sembra che i giochi siano finiti; ci auguriamo che in questa generazione Sony, Nintendo & Co imparino la lezione.