Rimane sempre molto affascinante vedere come alcune tendenze videoludiche possano portare a galla idee e variazioni sul tema di singole meccaniche di gioco tirando fuori prodotti simili, ma diversi, e molto originali. Proprio da poco parlavamo dei card game rivisitati e ibridati con il GDR nella recensione di Aces and Adventures, e ci ritroviamo ora a parlare delle stesse identiche dinamiche con Dungeon Drafters, l’oggetto di questa recensione.
Dungeon Drafters, sviluppato da Manalith Studios, prende quindi le dinamiche da card game e le usa in un contesto fantasy molto classico, ma davvero gradevole, racchiudendo il tutto in meccaniche roguelike che in questi anni la fanno da padrone! Insomma, tante idee sicuramente interessante, funzioneranno bene? Il titolo avrà le “carte in tavola” per entrare nella tua libreria di giochi? Scoprilo nella nostra recensione!
Sixpath Traveler?
La trama di Dungeon Drafters è a dir poco classica: hai presente il meme riferito ai GDR in cui si dice che partiamo combattendo contro la fauna selvatica e dopo dieci ore di gioco stiamo sfidando le divinità che hanno creato l’universo? Ecco, è il riassunto perfetto di ciò che ci attende in Dungeon Drafters!
Se ti sembra che ti abbia spoilerato con poche semplici parole la trama di tutto il gioco, abbi fede, non è così. Anzitutto, la storia si rivela estremamente marginale nel gioco, il focus principale sarà sempre il gameplay, non dobbiamo però pensare che per questo ci ritroviamo davanti a un titolo privo di narrazione, che anzi, per quanto scontata, risulta sempre abbastanza piacevole.
Il filmato iniziale infatti ci mostra un classico mondo fantasy che si sorregge sui soliti “quattro pilastri”, un po’ come gli iconici cristalli del primo Final Fantasy, o come gli elementi che fanno da base a ogni mondo fantasy. Ciò che mi ha sorpreso è come le carte in questo mondo non siano solamente un mezzo per esprimere il gameplay, ma facciano parte della narrazione poiché “le magie sono carte e le carte sono magie”.
Quasi come se fossimo in Magic The Gathering, ogni tipo di magia col tempo si è specializzata in qualcosa, e l’unione delle quattro ha dato vita a un perfetto equilibrio che ha sorretto il mondo… fino all’arrivo della più oscura delle minacce. La nostra narrazione quindi parte da qui, da un manipolo di eroi in barca pronto a partire all’avventura per riportare pace e armonia nel mondo.
Non mi aspettavo di trovarmi a inizio a gioco a poter scegliere tra ben sei diverse classi, e devo dire la verità: ho amato il loro stile e la loro caratterizzazione, che mi ha ricordato parecchio le serie di picchiaduro di casa Arc System Works come BlazBlue e Guilty Gear che presentano proprio personaggi aderenti ai canoni del fantasy, ma con uno stile unico e inconfondibile, e con ottime caratterizzazioni.
Ci ritroveremo quindi, per citarne solo alcuni, davanti a un bardo, un monaco, una kunoichi e via discorrendo, e una volta selezionato il personaggio che sembra adattarsi maggiormente al nostro stile… naufragheremo! La nostra avventura vera e propria avrà dunque inizio su una spiaggia deserta e dovremo avventurarci in rovine piene di mostri e pericoli di ogni genere, nel più classico dei viaggi dell’eroe.
Dungeon Drafters: pescherai la mano giusta?
Come forse avrai già potuto intuire, se la narrazione si rivela piacevole, ma alquanto banale, è perché come spesso capita in questo genere di produzioni, ci si concentra maggiormente sul gameplay e devo dire che questo aspetto del gioco è decisamente apprezzabile e riuscito.
Anzitutto, ci ritroveremo sostanzialmente in un card game e quindi la nostra prima preoccupazione sarà quella di fornire un mazzo al nostro protagonista. Quando selezioneremo la classe con cui iniziare la nostra avventura, ci verranno dati alcuni dettagli relativi alle caratteristiche dei personaggi in cui ci viene spiegato il loro stile di gioco che va a combinare le specialità di due delle magie che sorreggono il mondo per creare un mix unico di abilità.
Questa suddivisione così netta è particolarmente efficace per variare il gameplay e offrire una discreta rigiocabilità all’avventura in quanto le carte che potranno utilizzare i vari personaggi, a parte alcune utility base che saranno in comune, riflettono alla perfezione stili di gioco molto diversi, e di conseguenza anche approcci differenti al gameplay.
All’atto pratico però utilizzeremo questi mazzi di carte non per giocare delle statiche partite a tavolino ma, come in uno strategico a turni, ci ritroveremo in un campo costituito da una griglia (con conformazioni e ostacoli sempre diversi) nel quale dovremo muoverci per affrontare i nemici. Il livello di difficoltà del gioco è abbastanza elevato e nemmeno i primi livelli e nemici vanno presi sotto gamba, dovremo pesare letteralmente ogni singola mossa.
I nostri personaggi avranno di base 3AP a disposizione ogni turno, questi Ability Point potranno essere impiegati per muoversi di una singola casella o utilizzare un’abilità racchiusa in una carta. Ovviamente a… cambiare le carte in tavola… ci penseranno gli effetti secondari delle carte stesse, che andranno così a cambiare i ritmi di gioco, permetterci di posizionarci meglio rispetto agli avversari, colpirne più di uno in un colpo… insomma, dovremo diventare dei veri e propri strateghi per sopravvivere, e anche un pizzico di fortuna nel pescare la carta giusta al momento giusto non guasterà!
L’anima roguelite del titolo si mostra poi nel classico ciclo infinito di morti e rinascite a cui sarà sottoposto il giocatore: alla nostra sconfitta ci ritroveremo catapultati in un hub centrale nel quale potremo acquistare risorse, riorganizzare il nostro mazzo e, in generale, migliorare il nostro personaggio e le sue interazioni con gli NPC così da essere sempre più performanti loop dopo loop.
Stile semplice, ma efficace!
Per quanto riguarda il comparto tecnico, Dungeon Drafters si rivela una produzione semplice, ma a fuoco e ben incentrata su ciò che deve proporre al giocatore. Il gioco propone una grafica in pixel art coloratissima e personaggi, nemici e ambientazioni sembrano usciti dal manuale base di un’edizione di Dungeon & Dragons nel loro concept così aderente ai canoni del fantasy, ma il tutto riesce ad avere una personalità non da poco che rende il tutto originale e gradevole.
Anche la colonna sonora non delude le aspettative! Ci troviamo davanti a tracce in stile 16 bit che a tratti sembrano una scopiazzatura di quelle composte da Toby Fox per Undertale, eppure questo senso di “già sentito” non è affatto sgradevole e anzi, accompagna il giocatore, tanto nelle fasi di esplorazione e battaglia quanto in quelle nell’hub centrale, con sonorità piacevoli e mai invasive o fastidiose.
In definitiva, Dungeon Drafters è una piccola perla del panorama indie, sicuramente non un prodotto imprescindibile, ma una gradevole variazione sul tema che può destare l’interesse sia degli appassionati di card game che vogliono provare qualcosa di impegnativo al punto giusto, che dei fan degli strategici a turni che cercano un’alternativa valida a produzioni più complesse. Il tutto accompagnato da un comparto grafico coloratissimo e una colonna sonora davvero piacevole.