Provo a spiegare la mia opinione a riguardo, senza creare panico
Reboot, remake e crossover: diversi significati, ma cosa significano? Un remake è il rifacimento di un videogioco in una nuova versione aggiornata, il crossover è quando due diversi titoli (spesso della stessa casa) si uniscono in un solo capitolo e il reboot è una nuova storia, ma che mantiene i personaggi della storia precedente.
Cosa hanno in comune queste tre diverse categorie? La possibilità di riutilizzare uno o più personaggi ormai datati. Abbiamo Crash Bandicoot e Spyro, dove il secondo rientra in tutte e tre le categorie, Soul Calibur, DOOM e tanti altri esempi. Ultimamente, però, un personaggio sta facendo molto parlare l’utenza: Kratos.
Lo spartano più duro e arrabbiato, un guerriero senza eguali che per vendetta caccia e uccide il dio della guerra Ares (nel primo titolo) e tutto l’Olimpo (nei seguiti). God of War, signori: un festival di ignoranza, muscoli e furia tutti per noi videogiocatori, dove il nostro protagonista uccideva civili come fossero mosche e se la spassava con delle “signorine” sulle navi.
Fino ad ora.
Infatti nel nuovo capitolo di Santa Monica Studio, God of War appunto, vediamo un uomo diverso: niente più contesto ellenico, niente più piazze chiazzate di sangue e un pizzetto fine anni ’90. Il nuovo Kratos è serio, saggio, cauto e in possesso di una magnifica barba da vichingo, essendo il gioco ora ambientato nelle foreste scandinave.
Capite cosa ha seminato il panico tra i fan della serie? Kratos è stato completamente stravolto! Dove è finito il guerriero che strappava la testa delle gorgoni a mani nude e che aveva un ghigno di ira perenne sul volto? Chi è questo vecchio uomo che sembra quasi un ricordo del suo glorioso passato?
Provo a dirvi la mia idea, dopo aver giocato giusto qualche oretta al titolo: Kratos non è scomparso e God of War non è morto. Fateci caso: la nuova versione dello spartano ha bende sugli avambracci, per simboleggiare le vecchie Catene di Ares, ha ancora la pelle bianca a causa della cenere della sua vecchia famiglia e, soprattutto, ha sempre la sua riserva di rabbia. Quello che vediamo è un uomo che ne ha passate tante e che ora cerca la pace, pur non trovandola, ovviamente.
La Furia di Sparta, abilità che rendeva Kratos una forza inarrestabile, è di nuovo presente, segno che il fuoco nel cuore dello spartano non si è mai spento. Kratos non è morto, non è rovinato: è maturato e finalmente può essere un padre migliore di quanto non lo sia stato in passato.
Trovo questa versione molto più umana, seppur esageratamente potente: un padre è un guerriero che dopo le infinite battaglie vorrebbe riposare, ma che non può. Una personalità molto più forte e ricca della precedente, che riesce a toccare meglio l’utente e con cui si riesce ad empatizzare. Una scelta molto azzardata, ma che a mio parere funziona alla perfezione.
Questa è ovviamente la mia semplice opinione, mi piacerebbe sapere cosa pensate voi. Vi ha convinti questo nuovo Kratos? Preferirite che quando si riporta un personaggio dal passato non venga modificato o siete favaorevoli al cambiamento (costruttivo)? Fatemi sapere.
Da qui è tutto, alla prossima!