Lo scorso novembre, EA games e FIFA 21 erano stati protagonisti di una class action avviata a causa delle transazioni in game presenti in alcuni titoli multigiocatore.
Secondo i fautori dell’accusa tre titoli EA Sports – Madden NFL, NHL e, appunto, FIFA – sarebbero dotati di un sistema di Dynamic Difficulty Adjustment brevettato da EA stessa per invogliare i giocatori ad acquistare pacchetti giocatore e contemporaneamente a svantaggiare quelli che non eseguono acquisti di questo genere.
Nella motivazione dell’accusa, si leggeva che “i (presunti, ndr) meccanismi di regolazione della difficoltà fanno credere ai giocatori che i loro team siano meno qualificati di quanto non siano in realtà, portandoli ad acquistare pacchetti giocatore aggiuntivi nella speranza di ricevere giocatori migliori per essere più competitivi“.
In seguito alla presentazione della class action EA si era immediatamente difesa, negando completamente l’esistenza del sistema e dichiarando di essere pronta a difendersi in tribunale. Ora è arrivata la svolta definitiva sulla questione.
Nessun DDA su FIFA, ritirate le accuse contro Electronic Arts
Nonostante le dichiarazioni pubbliche dei rappresentanti di Electronic Arts, i quali negavano l’esistenza di un sistema di Dynamic Difficulty Adjustment, la class action era comunque stata portata avanti.
Ora, secondo quanto si apprende dai canali ufficiali di EA, la compagnia è stata in grado di fornire “informazioni tecniche dettagliate” ai titolari della class action. Queste informazioni tecniche sono state sufficienti a far si che tutte le accuse fossero ritirate.
Electronic Arts ha pubblicato una breve nota in cui si legge che “assicurare il fair play è uno degli aspetti principali” della società, chiarendo definitivamente che EA non ha mai brevettato una tecnologia DDA, né tantomeno che questa sia mai stata inserita in FIFA, Madden o NHL.