Durante la nostra anteprima, non avevamo fatto mistero del fatto che Echo Generation era riuscito a fare breccia su di noi con un’ottima impressione, anzi, questo gioco di ruolo era riuscito a tenerci letteralmente incollati davanti allo schermo grazie alle sue particolari meccaniche dei combattimenti a turni e alla sua ambientazione che, seppur in grafica cubettosa e cartoonesca, riesce a ricreare delle ambientazioni suggestive ed essere molto piacevole.
Il titolo dello sviluppatore Cococucumber non fa mistero di essersi ispirato al sovrannaturale in maniera molto similare alla famosa serie televisiva Strangers Things e a molti altri capostipiti del genere, visto che al suo interno troveremo tematiche come i rapimenti alieni (X-Files), ragazzini che partono all’avventura o che vogliono registrare un film (Goonies e Super 8), creature giganti che devastano città (godzilla) e veramente molti altri. Andiamo a vedere se la versione finale del gioco è riuscita ad essere all’altezza dell’anteprima. Tutti gli abbonati Xbox Game Pass saranno felici di sapere che Echo Generation sarà presente dal day one.
Una trama nostalgica
Echo Generation ci vedrà vestire i piccoli panni del protagonista, che andremo a scegliere fra i (pochi) modelli preimpostati disponibili, durante il periodo delle vacanze estive. Non vedendo il padre fare ritorno dal posto di lavoro da ormai diversi giorni, e la madre dare poco peso alla faccenda, decide di andare a fare qualche indagine insieme alla sorellina nella loro piccola cittadina.
Non passerà molto tempo che i due protagonisti riusciranno a scoprire qualcosa sul loro ormai disperso genitore: lavorava per una società un po’ particolare la quale possiede degli strani laboratori nella cittadina. Ma non è tutto, sembra che anche dei ragazzini della loro età stiano scomparendo senza lasciare alcuna traccia, e che nei giorni scorsi siano state avvistate strane presenze nel cielo.
Un incipit con davvero molti richiami agli anni ’80, periodo nel quale è ambientato il gioco, e devo dire che a un certo punto mi sono chiesto quante diverse ramificazioni avesse preso la trama di Echo Generation, tra alieni, mecha giganti, scuole infestate, zombie a altro, anche se alcune risulteranno essere molto brevi e di secondo piano, ma che comunque daranno il loro contributo nel rendere il titolo vario e interessante.
L’ambientazione è una piccola cittadina americana, fornita di tutto quello che può risultare losco o sospetto, come vicini di casa inquietanti, scuole chiuse per il periodo estivo, cimitero per animali (pet cemetery), bar appena fuori il centro abitato, laboratori segreti, sfasciacarrozze e altro, ognuna delle quali avrà dei richiami al mondo videoludico o cinematografico che ti lasceremo scoprire giocando.
Echo Generation: meccaniche e gameplay
Il titolodi Cococucumber è a tutti gli effetti un gioco di ruolo a turni, dove col nostro party composto dal protagonista e sua sorella, più un pet di supporto, dovremo esplorare le diverse ambientazioni e avere la meglio nelle battaglie che affronteremo. I combattimenti si innescano toccando le icone dei nemici sulla mappa, tranne in piccolissime sessioni dove sono casuali ma per fortuna non troppo costanti.
Una volta iniziato il combattimento, avremo a disposizione le classiche azioni come attaccare, usare abilità o un oggetto, quest’ultima opzione riservata solamente ai due protagonisti umani e non ai pet di supporto, i quali andranno da gatti con tendenze suicide, a robot in miniatura, passando per cuccioli alieni e procioni disadattati.
Echo Generation non si limiterà però a farci scegliere il comando per i nostri personaggi, ma saremo parte attiva della loro riuscita o fallimento; difatti, una volta selezionato l’attacco, dovremo premere il tasto corrispondente con il giusto tempismo. Più saremo bravi, e più danni riusciremo a fare, risultando in un colpo critico se avremo un tempismo perfetto, colpo normale con tempismo buono, oppure di striscio se avremo un tempismo pessimo o falliremo del tutto.
Per quanto riguarda le abilità invece, una volta selezionata quella desiderata si avvierà un minigioco che avrà gli stessi risultati dell’attacco sempre in base al nostro tempismo; questi minigiochi varieranno dal premere tasti al momento giusto, riempire delle barre schiacciando ripetutamente tasti, completare delle sequenze, allineare delle immagini e altri. Va da sé che per riuscire a infliggere danni maggiori, avremo realmente bisogno di fare pratica col minigioco corrispondente.
Un elemento che però andrà ad aumentare la difficoltà dei combattimenti sarà che, per eseguire le diverse abilità, dovremo utilizzare degli skill point i quali saranno in comune fra il party e il loro totale sarà dato dalla somma di quelli di ciascun membro attivo del team. Non si ricaricheranno in automatico a fine battaglia, ma solo utilizzando degli oggetti che si sbloccheranno avanti nel gioco o dormendo nei letti.
La stessa meccanica dell’attacco vale per la difesa; ad ogni mossa nemica, avremo la possibilità di premere col giusto tempismo un tasto che andrà a ridurre in base alla nostra bravura, i danni subiti. Questa meccanica sarà essenziale per vincere gli scontri, e anche i nemici più banali potranno impensierirci se non prestiamo le dovute attenzioni. A renderci il compito più difficile ci sarà il fatto che ogni attacco e abilità dei nemici avrà un proprio tempismo da contrastare.
Dormi che ti passa
Purtroppo, fino a metà gioco, avremo solo un punto di ripristino per i punti vita e SP, ovvero il nostro letto. Perdendo uno scontro non si andrà in game over ma si riprenderà dall’inizio della zona con la metà dei punti vita e con gli SP residui. Questo fa si che, vista anche la penuria di oggetti curativi, opteremo per tornare nella nostra camera e riposare, meccanica che, fino a quando non si saranno attivati altri punti di ripristino o scorciatoie, ci costringerà diverse volte a fare parecchio backtracking per poterci curare per poi ritentare la battaglia.
Nelle bellissime quanto difficili boss fight di Echo Generation, questo risulta essere ancora più frustrante perché spesso ci vorranno un paio di tentativi per sconfiggerli, visto che dovremo imparare i loro attacchi per poterci difendere, e a ogni sconfitta ci toccherà tornare in camera, riposare, e tornare dal boss. Ripeto, è solo per la prima metà del gioco ma risulta pesante.
Aumentare parecchio di livello o fare incetti di oggetti curativi? Echo Generation non lo permette. Una volta sconfitti i nemici, questi resteranno inermi per terra e non basterà ritornare nel posto per poterli affrontare nuovamente, ma bisognerà aspettare un loro respawn il quale sembra davvero essere casuale e non frequente.
Gli oggetti curativi invece potranno essere acquistati nei negozi i quali ne venderanno pochi e in singola copia e anche qui bisognerà aspettare un tempo per il prossimo rifornimento. Con questi elementi Echo Generation garantisce un buon livello di sfida (ma mai proibitivo) anche per i giocatori veterani del genere.
Progressione dei personaggi
Come ogni classico gioco di ruolo, anche in Echo Generation il nostro party salirà di livello accumulando abbastanza esperienza. Una volta che questo avviene, bisognerà scegliere quale fra le tre caratteristiche migliorare di un punto, ovvero forza, punti vita o punti abilità. Le abilità che avremo a disposizione invece, non saranno ottenibili con l’aumentare del livello, ma bensì trovando dei fumetti sparsi per il mondo di gioco oppure ricevuti completando incarichi secondari. I due protagonisti principali avranno 3 rami di abilità ciascuno, mentre i pet di supporto solamente uno.
Tecnicamente parlando
Echo Generation non fa gridare al miracolo per il suo comparto tecnico, ma riesce ugualmente a risultare solido e ben strutturato in ogni sua parte, soprattutto in quella sonora e del gameplay. Graficamente si presenta con uno stile cubettoso che può trarre in inganno; per quanto possa sembrare cartoonesco e colorato, Echo generation riesce anche a trattare argomenti pesanti ed essere inquietante al tempo stesso e il contrasto che ne scaturisce con lo stile grafico è davvero apprezzabile.
Il comparto sonoro è davvero notevole e tutte le sonorità anni ’80 presenti nel titolo, oltre a richiamare come già detto prima diversi mostri sacri del periodo, accompagnano benissimo la nostra avventura con alcuni motivetti che ci rimarranno impressi anche una volta finita la partita.
A livello di comandi, il gioco risulta molto semplice e basilare, e passando sopra al difetto di backtracking descritto prima, Echo Generation saprà regalare tanto divertimento con le sue meccaniche e una notevole sfida.
Durante le mie ore trascorse fra invasioni e rapimenti alieni, bambini scomparsi, laboratori segreti e mecha giganti in Echo Generation, non ho riscontrato nessun bug.