Spesso e volentieri si tende a giudicare un libro dalla copertina, o nel caso dei videogiochi, dalle prime immagini trapelate. Questo purtroppo avviene per molti titoli indie i quali soffrono della “colpa” di non essere tripla A, ma per fortuna alcuni di questi giochi hanno fatto ricredere chi la pensava in questo modo, come il pluripremiato Hades da poco arrivato su console Sony e Microsoft e hai quali probabilmente si potrà aggiungere anche Echo Generation.
Il titolo dello sviluppatore Cococucumber è un gioco di ruolo a turni, il quale alle classiche meccaniche va ad aggiungere alcuni elementi di gameplay davvero interessanti accompagnando il tutto con una grafica cubettosa che, a un primo impatto, potrebbe sembrare scialba ma che nel suo insieme saprà regalare diverse e suggestive ambientazioni.
Echo Generation narra la storia del protagonista principale, che dovremo editare scegliendo fra i modelli predefiniti e al quale daremo anche un nome e della sua sorellina, intenti a scoprire durante le vacanze stive, come mai il loro padre non sta più tornando a casa dal lavoro. In una ambientazione tipicamente anni ’80, ai quali il gioco fa anche molti richiami cinematografici e videoludici, incontreremo bizzarri personaggi e altrettante strane situazioni che andranno ad abbracciare i più classici cliché di quel periodo.
Non mancheranno difatti fantasmi che infestano le scuole, ragazzini che partono per l’avventura, rapimenti alieni o presunti tali, una buona dose di dungeons & dragons, creature giganti e robottoni; ogni riferimento a Strangers Things, i Goonies, X Files, Godzilla e altri, non è puramente casuale.
Echo Generation: meccaniche del combattimento
Il gameplay di Echo Generation ci vedrà formare il nostro party di avventurieri composto dai due fratelli menzionati prima, accompagnati da un pet di supporto che varia da gatti con tendenze suicide, a robot in miniatura, passando per cuccioli alieni e procioni disadattati. I combattimenti avverranno con i classici turni, nei quali potremo scegliere se attaccare, utilizzare un’abilità o un oggetto.
La particolarità interessante è che per ogni azione che utilizzeremo, oggetti esclusi, partirà un minigioco il quale, se eseguito in modo perfetto, farà si che il nostro attacco risulti in un colpo critico, se eseguito a metà il colpo sarà normale, mentre sbagliando tempismo risulterà debole. Stessa cosa vale per la difesa; avremo un lasso di tempo variabile e un tempismo sempre diverso per ogni attacco nemico e se saremo abbastanza reattivi, riusciremo a ridurre notevolmente i danni subiti.
Le abilità non si otterranno aumentando il nostro livello ma leggendo dei fumetti sparsi nella ben strutturata mappa, oppure ottenibili completando alcuni incarichi secondari, mentre aumentando di livello potremo migliorare le nostre statistiche.
Il comparto sonoro è davvero notevole e tutte le sonorità anni ’80 presenti nel titolo, oltre a richiamare come già detto prima diversi mostri sacri del periodo, accompagnano benissimo la nostra avventura con alcuni motivetti che ci rimarranno impressi anche una volta finita la partita.
Quello che mi ha colpito di più di Echo generation è che, pur sembrando un titolo come molti altri, una volta iniziata la partita si viene subito rapiti dalla sua particolarissima ambientazione e trama, soprattutto i nostalgici di quel periodo, e dalle meccaniche dei combattimenti le quali costringono in maniera positiva il giocatore a rimanere sempre attento al corso della battaglia.
Se Echo Generation ha attirato la tua attenzione, sarai contento di sapere che tra qualche giorno potrai leggere la nostra recensione completa per quello che sembra essere sicuramente uno dei titoli indie più interessanti degli ultimi mesi.