Dopo essere sbarcato in Giappone lo scorso dicembre, EGGLIA Rebirth finalmente ha raggiunto anche il Nord America ma soprattutto l’Europa. In realtà, non si tratta di un titolo del tutto nuovo, in quanto questo Rebirth è una versione potenziata del titolo originariamente uscito su dispositivi mobile Android e iOS Egglia: Legend of the Redcap.
Se sei un giocatore appassionato di giochi di ruolo, probabilmente avrai notato la somiglianza dello stile grafico di Egglia Rebirth, sia dal punto di vista artistico che dei colori, con una delle serie più apprezzate del genere appartenete a Square Enix, ovvero la serie Mana; non c’è da stupirsi visto che il character designer è Shinichi Kameoka, il quale prima di lavorare per Brownies, lo studio sviluppatore di Egglia, ha partecipato allo sviluppo proprio di alcuni titoli della serie Mana.
Egglia Rebirth è la fusione di diversi generi in un unico titolo, e questo comporta che al suo interno vi siano presenti molte meccaniche le quali cercano di fondersi assieme per offrire al giocatore un’esperienza varia e completa. Vediamo com’è andata.
Egglia Rebirth: la storia di un mondo che diventa “uovale”
La trama del gioco racconta di un regno magico conosciuto come Egglia, nel quale ogni specie viveva pacificamente e in armonia l’una con l’altra all’interno dei suoi confini; ma come soprattutto i videogiochi ci insegnano, i tempi pacifici non durano mai abbastanza. Il regno fu assediato da giganteschi e brutali Ogre, che devastarono tutto ciò che si trovava in mezzo al loro passaggio, dalla natura ai villaggi senza risparmiare niente.
Di fronte all’imminente distruzione, il sovrano di Egglia e il suo mago più potente, Kuff, sigillarono il regno all’interno di alcune uova magiche, dove vi rimase protetto in attesa del fatidico incontro fra una giovane ragazza nata per salvare il mondo, è un ragazzo dal cappello rosso nato per distruggerlo. Quel ragazzo incappucciato sarà proprio il nostro protagonista.
Il ragazzo incappucciato sarà l’unico capace di schiudere le uova contenenti i frammenti di Egglia, per cercare di ripristinare il mondo, e con questa “scusa” il gioco ci introduce alla sua meccanica principale. Una volta schiuso un uovo, dovremo collocarlo in una mappa con l’unico obbligo di farlo confinare con il terreno dal quale ha inizio la nostra avventura. Questo fa si che a ogni partita potremo creare modi diversi.
Schiuso l’uovo e creato il nuovo territorio, lo esploreremo nella fase da gioco di ruolo. Dovremo affrontare una serie di livelli rappresentati da mappe con caselle esagonali, nei quali potremo raccogliere risorse, trovare segreti e affrontare nemici. Per muoversi sulla mappa dovremo lanciare un dado a sei facce, e potremo muoverci liberamente di tante caselle corrispondenti al risultato del lancio.
Il dado influirà anche sui danni dei nostri attacchi: più il tiro sarà alto, maggiori saranno i danni che riusciremo a infliggere sui nemici; quindi se riusciremo a lanciare un bel sei, sarà il momento migliore per attaccare, segue che in caso di lancio basso, sarà meglio evitare lo scontro.
Egglia Rebirth nella sua fase gioco di ruolo, ci permette di portare nei vari livelli due assistenti, che serviranno solamente a raccogliere determinate risorse in base alle proprie caratteristiche, e tre spiritelli, i quali anche non combattendo direttamente, forniranno al nostro eroe diversi poteri e modifiche alle statistiche. A ogni inizio e fine livello, si svilupperà la storia di Egglia Rebirth, con dialoghi fra i vari personaggi, molto spesso conditi con un buon livello di umorismo.
Rientrati alla base, Egglia Rebirth ci farà intraprendere la parte simulativa e gestionale del gioco. Potremo infatti coltivare il nostro orto, in modo da ottenere ingredienti per preparare dei pasti e altri materiali, oppure affidare alcuni oggetti alla nostra amica roccia parlante, la quale ci ricompenserà con dei minerali rari. Queste fasi però ricordano molto le meccaniche dei titoli per mobile, fatte di ore di attesa prima di poter ottenere il raccolto.
Abbiamo nominato i pasti e i minerali, i quali saranno fondamentali per le fasi da gioco di ruolo; i primi ci permetteranno infatti di evocare alcuni spiriti da inserire nel nostro team presso il santuario al villaggio, e quelli che otterremo varieranno a seconda del pasto offerto, mentre i minerali serviranno a migliorarne le statistiche, farli salire di livello ed evolvere. Sarà dunque una cosa molto sensata quella di trascorrere del tempo nel villaggio, sperimentando le varie combinazioni e prendendoci cura dei nostri assistenti e spiriti.
Sempre nel villaggio si presentano altre meccaniche interessanti, come quella di espanderne le strutture, comprensive della nostra casa che potremo anche arredare, il crafting di equipaggiamento e mobilio, e l’intraprendere relazioni con il resto degli abitanti. Di cose da fare EGGLIA Rebirth ne offre veramente tante, e inizialmente potrebbero sembrare troppe da tenere a mente, problema che invece andrà a risolversi man mano che prenderemo dimestichezza con le meccaniche.
Tecnicamente parlando
Dal punto di vista grafico, lo stile del titolo è davvero impeccabile e ben fatto, con tantissimi dettagli per mappe e ambienti e personaggi. Se proprio si vuole trovare il pelo nell’uovo, possiamo dire che in Egglia alcuni personaggi non sono esteticamente accattivanti.
Anche il comparto sonoro accompagna bene il giocatore, con ottimi motivetti che si sposano benissimo con il genere di gioco e le sue varie fasi; purtroppo però niente di eclatante o memorabile che rimanga in testa al giocatore.
Il gameplay nelle sue fasi risulta semplice e immediato, anche nella parte da gioco di ruolo, e questo potrebbe essere un punto a sfavore per coloro i quali cercano un GDR dalle meccaniche profonde o complesse.
Durante le mie ore nel pollaio, ehm, in Egglia Rebirth a schiudere uova per ricostruire il mondo, non ho riscontrato nessun bug di sorta.