Nel 2011, nell’epoca dove spopolavano PlayStation 3 e Xbox 360, uscì questo titolo parecchio particolare, non tanto nel suo gameplay, ma piuttosto nel suo concept generale, sto parlando di El Shaddai: Ascension of the Metatron. Un titolo che a suo tempo spaccò la critica e gli utenti in due con chi sosteneva che fosse un capolavoro assoluto e chi un gioco mediocre, con una buona base, ma un gameplay abbastanza monotono.
Questa spaccare le masse ha comunque aiutato il titolo creato da Ignition Entertainment e rilasciato da Limited Run Games a far parlare di sé tanto che nel 2024 riceviamo una versione del gioco rimasterizzata in HD per Nintendo Switch. Quindi com’è El Shaddai ai giorni nostri?
Non si disobbedisce a Dio in persona
Uno dei punti in cui El Shaddai face parecchio discutere è il fatto di avere una trama basata su un racconto biblico e per essere più precisi prende ispirazione dal libro Deuterocanonico di Enoch. Sarai proprio Enoch, il quale è un sacerdote nipote di Adamo, nella missione per ritrovare sette angeli ribelli, ma non solo dovrai pure fermare un diluvio apocalittico che potrebbe mettere la parola fine all’umanità. Durante le tue avventure verrai accompagnato dall’angelo custode Lucifero (si proprio quel Lucifero), il quale è stato mandato direttamente da Dio in persona.
Con un setting del genere potresti pensare che la caratterizzazione dei personaggi sia di stampo classico, nulla di più sbagliato. Infatti Enoch è vestito in jeans e indossa un’armatura che ricorda vagamente una maglietta, mentre Lucifero avrà un elegante camicia e comunicherà con Dio grazie ad un telefono cellulare. Particolare, discutibile, forse anche blasfemo, ma l’utilizzo di questi accorgimenti da un setting più moderno e un buon carattere a quest’opera.
El Shaddai con le vibes di Devil May Cry
El Shaddai: Ascension of the Metatron è, oltre che un gioco biblico, un hack ‘n slash sula falsariga di nomi più blasonati come Devil May Cry, quindi si da ampio spazio a mosse spettacolari e sistemi di combo. I primi capitoli del gioco ti serviranno per capire i comandi, i quali sono quanto di più classico tu ti possa aspettare. Un tasto per attaccare, uno per saltare e poi c’è la parata. Sulla carta tutto ciò è molto basilare, ma dietro c’è comunque una buona profondità.
Se infatti inizierai a fare combo su combo (e queste vengono concatenate in maniera molto semplice, ti basterà premere i tasti in maniera frenetica) stai molto attento perché potresti rimanere scoperto nel caso tu stessi affrontando più nemici alla volta. Ma ovviamente è solo una questione di prenderci la mano, visto che avanzando nella tua avventura capirai come poter eseguire una contromossa o una schivata per poter uscire indenne dallo scontro.
Oltre a questo sarà fondamentale stordire i nemici, visto che rilasceranno delle armi utili al tuo scopo. Queste saranno di tre tipi ovvero l’Arco, il Gale e il Veil. L’Arco, nonostante il nome, sarà una spada, ma a forma di arco, il Gale servirà per gli attacchi da lontano ed infine il Veil saranno dei guanti per lo scontro corpo a corpo, che però ti limiteranno nei movimenti in quanto parecchio pesanti.
Oltre al dover sconfiggere ogni cosa si muova dovrai far attenzione al non corrompere le tue armi e dovrai sempre renderle pure. Infatti ogni volta che sconfiggerai un nemico, questo la contaminerà (capirai che l’arma necessita di purificazione da un alone rosso che si creerà), se questa sarà totalmente corrotta diventerà inutilizzabile. Per purificarla dovrai pulirla e benedirla con l’abilità di Enoch, così facendo queste torneranno al loro stato originale.
Una volta completato un livello arriverai ai boss, i quali sono ben congeniati, ma lasciano un po’ perplessi. Gli scontri sono ben studiati, visto che ogni boss sarà vulnerabile ad un’arma specifica, quindi dovrai adottare un’attenta strategia e per capire cosa portarti dietro, tuttavia se morirai durante uno di questi scontri, senza una ragione ben precisa potresti riprovare oppure il gioco ti farà comunque proseguire come se non fosse successo nulla. È strana come scelta di gameplay questo perché non saprai mai se una battaglia è fondamentale al proseguo della tua avventura o meno.
Si tratta di una remaster non di un remake, quindi la base è la medesima di allora, nonostante questo il gameplay, anche al giorno d’oggi risulta divertente e frenetico. Quindi se non hai mai giocato a El Shaddai: Ascension of the Metatron potresti tranquillamente spacciarlo per un gioco uscito ai giorni nostri. Peccato per il lato tecnico che risulti un po’ datato.
Bene nel 2011, un po’ meno oggi
Graficamente El Shaddai è molto particolare, ma se una volta questo poteva essere considerato rivoluzionario al giorno d’oggi lo è un po’ di meno. Infatti gli ambienti, totalmente in 3D, avranno una palette di colori che tende al blu, soprattutto quando sarai in paradiso, con delle cascate sembrano quasi dei neon. Carino da vedere, ma i particolari sono davvero un po’ pochi per gli standard odierni, visto che gli ambienti appariranno parecchio spogli.
I personaggi del gioco sono rappresentati, come dicevo nel capitolo dedicato alla trama, come una versione moderna di Enoch e Lucifero, visto che vestiranno in maniera molto attuale, tuttavia dai visi e dalle animazioni si vede che siamo di fronte ad un gioco uscito la bellezza di 13 anni fa, non aiuta nemmeno il fatto che i nemici siano davvero poco vari, tuttavia questo era un difetto anche allora.
Essendo una remastered, il gioco di base è lo stesso di allora, ma gode di una fluidità superiore in game, cosa che non si vede durante i filmati di intermezzo i quali appariranno parecchio lenti. Questo stacco tra i 60 e i 30 fps si nota davvero molto e crea un effetto quasi fastidioso. Peccato non aver migliorato anche le parti non giocanti di El Shaddai, così facendo si nota ancora di più l’età di questo titolo che, ai giorni nostri, potrà essere ancora buono nel gameplay, ma non sicuramente sul lato tecnico.
Da un punto di vista sonoro ci sono due facce della medaglia. Benissimo le musiche visto che sono parecchio evocative, ma soprattutto si sposano benissimo con il contesto del gioco, tuttavia il doppiaggio (in inglese) è qualcosa di davvero irritante, con i personaggi che tendono ad enfatizzare troppo le battute, dove non necessario e che ripetono spesso le stesse identiche frasi (Lucifero che esclama per l’ennesima volta il nome di Enoch diventerà davvero snervante).