Sviluppato da Sinergia Games e Mantra e pubblicato da Graffiti Games, Elderand è un gioco d’azione in 2D con elementi da RPG e un mucchio di piattaforme su cui saltare oltre che armi da impugnare. Noi abbiamo affrontato le creature terrificanti che popolano l’opera di Graffiti Games su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione.
Elderand – soli contro gli orrori
Elderand non brilla per complessità narrativa. Molto della storia è raccontata per immagini o per elementi sparsi in giro per il vasto mondo di gioco. Ti basti sapere che siamo protagonisti di un naufragio mentre ci dirigevamo alla “terra oltre la ragione”. Un luogo oscuro e che porta alla follia (non per niente tra i primi scritti che leggeremo ci sarà la “lettera del folle”.
Questo luogo, pieno di indicibili creature pronte a farci a pezzi, si nascondono oscuri poteri e tesori ed è per questo che fa gola ai mercenari e quindi a noi. Ma quali segreti cela questo posto? Che posto è… realmente? Riusciremo a sopravvivere? Ne sarà valsa la pena? Elderand non fornirà grandissime risposte ma l’atmosfera visiva è a suo modo fortificata da messaggi che compongono un mosaico tanto vago quanto misterioso.
Esplora e combatti
Elderand è un crescente di possibilità tanto esplorative quanto battagliere (in termini di equipaggiamento da battaglia). Questo perché, da bravo metroidvania, più andrai avanti, più le tue possibilità aumenteranno gradualmente. Purtroppo, questo comporta una fase iniziale molto lenta, particolarmente anonima e ludicamente poco accattivante. Ma procediamo con ordine.
Elderand è un action platform con elementi da RPG e un modus operandi tipico dei metroidvania. Inoltre, considerando il livello di difficoltà, il modo in cui narra la propria lore e il sistema stesso di combattimento, si avvicina anche ai Dark Souls (con le dovute differenze).
Il gioco inizia offrendoci la possibilità di personalizzare (con pochi elementi a essere onesti) il nostro eroe che, lo diciamo subito, resterà particolarmente anonimo e privo di carisma, oltre che esteticamente poco accattivante. Fatto ciò, verremo subito gettati nel mondo di gioco, un dedalo di piattaforme destinato a intricarsi man mano che l’avventura avanza. Per fortuna avremo a nostra disposizione una mappa che, nella sua essenza minimalista, fornisce un vago orientamento segnalando punti d’interesse, aree di salvataggio e mercanti.
E parlando della composizione dei livelli, c’è da dire che questi sono divisi in “mini-aree” con nemici che respawnano ogni volta che entri ed esci. Questo comporta, a lungo andare, un’inevitabile ripetitività ludica e considerando che andrai avanti e indietro abbastanza spesso, la monotonia si farà sentire abbastanza presto ma, gli amanti del genere, sono abituati. Inoltre, considerando gli elementi RPG del titolo, ripetere alcune aree sarà utile per guadagnare esperienza.
L’esperienza la si ottiene sconfiggendo i nemici e, riempita una barra presente a schermo, salirai di livello e otterrai un punto da poter utilizzare a tuo gradimento per aumentare una delle statistiche del protagonista. Occhio però, se muori, perderai tutte l’esperienza e ripartirai all’ultimo punto di salvataggio, quindi salva spesso. Dove? Ai falò, ovvio. Ebbene sì, come in Dark Souls, anche qui ci sono i falò che sono sia punto di salvataggio che di “viaggio rapido” oltre che luogo dove poter azzerare gli attributi. Ma passiamo all’azione! All’inizio avrai solo una lama ma ben presto otterrai un arco (utile arma secondaria a distanza ma con proiettili limitati) e uno scudo (di cui parleremo a breve).
L’azione a schermo è abbastanza veloce ma ogni mossa va studiata attentamente. Morire in Elderand è abbastanza facile e punitivo (verrai rispedito all’ultimo punto di salvataggio e non ne sono tantissimi) e bisogna quindi prestare attenzione agli attacchi dei nemici e alle loro eventuali difese e/o debolezze. Capire quando e come attaccare è essenziale per uscire quasi indenni dalla maggior parte degli scontri.
Purtroppo però, il personaggio che andremo a comandare, nonostante lo scudo, avrà delle difese veramente pessime (soprattutto all’inizio). Lo scudo, infatti, non ci permette di contrattaccare e non ci annullerà i danni, anzi. Subiremo dei danni (in minor quantità) mentre la resistenza dello scudo si avvicina al punto critico. Raggiunto quel punto, la difesa sarà nulla. Non c’è un “blocca e contrattacco”, non c’è una schivata che annulli danni. L’unico modo per non ricevere danni è restare a distanza o saltare al momento opportuno. L’ideale sarebbe piazzarsi alle spalle de nemici, quasi sempre vulnerabili in questa posizione.
Questo rende lo scudo quasi inutile se non contro determinati boss (questi molto ben riusciti e che sapranno regalare non poche soddisfazioni) e contribuisce a tenere il livello di sfida abbastanza elevato. Bada bene, non per l’IA dei nemici, abbastanza scarsa e che li vede impegnati unicamente a scagliarsi contro di noi con attacchi a ripetizione, ma per il loro numero o per determinate mosse devastanti (alcuni boss metteranno a dura prova la tua pazienza).
Passando agli elementi da RPG, Elderand non innova niente ed ecco quindi che abbiamo la vitalità (che influenza i nostri HP, ossia la salute massima), la forza (che influenza i danni che possiamo infliggere ai nemici), la destrezza (che aumenta la possibilità dis cagliare armi critici e potenzia le armi secondarie come arco e frusta) e infine la saggezza (aumenta i danni da magia e incrementa gli MP).
Ebbene sì, Elderand ci permetterà anche di utilizzare della magie, alcune veramente intriganti e devastanti da padroneggiare mentre altre sono decisamente standard e già viste. Insomma, i modi per sopravvivere non mancano e a tal proposito, potrai personalizzare l’equipaggiamento del protagonista (abbastanza classico e che prevede due accessori che vanno a influenzare le caratteristiche di base) oltre che raccogliere e conservare pozioni (legate ad HP e MP).
Grafica e sonoro
Graficamente Elderand vive di alti e bassi. Se il protagonista è anonimo e poco accattivante, boss e nemici (da sbudellare e sbrindellare) conquistano e lo fanno grazie a richiami letterari più o meno evidenti come alcune creature di stampo quasi Lovecraftiano. Anche gli ambienti (non tutti) sono ben riusciti e con una profondità visiva discreta.
L’interazione con l’ambiente non è elevatissima anche se, potrai distruggere i vasi (spesso contenenti monete utili da usare coi mercanti) e colpire solo determinate piante. Queste piante subiranno un’animazione che vedrà svolazzare alcune foglie senza però mai distruggersi. Un effetto abbastanza inutile e poco credibile.
Il sonoro è sufficiente, non stupisce e non annoia. Buoni gli effetti sonori, anche se decisamente standard. Da segnalare che il titolo include i sottotitoli in italiano nonostante qualche piccolo errore (niente di grave) o qualche parola non tradotta (veramente poche). Un’aggiunta molto gradita e che agevolerà la comprensione della lore del gioco. Infine, il titolo si difende abbastanza bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo nonostante qualche piccolo rallentamento nelle situazioni più concitate.