Sviluppato da Amplitude Studios e pubblicato da SEGA in sinergia con HUBLOTS, ENDLESS Dungeon è un twin-stick shooter con visuale isometrica inserito nel catalogo dei giochi di strategia e dotato di elementi da roguelike. L’universo Endless (e a tal proposito, puoi recuperare la nostra recensione di Dungeon of the Endless) è tornato e noi abbiamo affrontato l’ultimo titolo su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione. Pronto ad affrontare orde di devastanti nemici?
ENDLESS Dungeon – alla disperata ricerca di una via di fuga
Togliamoci subito il dente: ENDLESS Dungeon non è dotato di una narrazione memorabile, purtroppo. Nonostante un incipit dal retrogusto simil-Borderlands, il titolo di Amplitude Studios non si sforza granché nel presentare un canovaccio narrativo coinvolgente. Un peccato considerando invece la lore generale del titolo, affidata a innumerevoli collezionabili (che vanno ad accumularsi in un vasto archivio nel nostro hub principale), che mostra una cura non indifferente per storie legate a personaggi, ambienti ed eventi di vario genere.
Se la portata principale non riesce quindi a sorprendere, l’universo e la sua narrazione funzionano abbastanza bene merito soprattutto del cast di otto personaggi principali che spiccano per diversità e carattere. Ovviamente i cliché non mancano a partire dalla trama principale che ci vede bloccati in una stazione spaziale completamente abbandonati a noi stessi. Lo scopo del titolo? Fuggire.
E per farlo, dovremo cooperare con gli altri elementi bloccati insieme a noi e soprattutto, dovremo affrontare innumerevoli orde di nemici nella speranza di sopravvivere e raggiungere la fine. Cosa quasi impossibile da fare in un’unica run di gioco. Ed ecco che entra in scena un altro grande classico della narrazione di titoli con elementi roguelike: il loop vita-morte. Esatto, se muori, il personaggio ritorna all’hub e si ricomincia la ricerca.
ENDLESS Dungeon presenta quindi una narrazione prevalentemente testuale dal ritmo compassato e che preferisce il ruolo di sfondo, cedendo il palcoscenico al gameplay, vero e proprio nucleo nonché protagonista dell’intera opera. Quindi, bando alle ciance, è tempo di scoprire come massacrare orde di nemici e sopravvivere nel crudele universo di ENDLESS Dungeon!
Che qualcuno salvi il ragno col cristallo
Come anticipato, ENDLESS Dungeon è un twin-stick shooter con visuale isometrica dotato di scenari procedurali, elementi da roguelike e un impianto strategico che si fonde con momenti da tower defense. Ma procediamo con ordine. La zona neutro, nonché sicura, del titolo è il saloon, ossia l’hub. Qui potremo parlare coi vari PNG, potenziare armi, personaggi e persino il nostro fidato ragno robot portatore di cristallo. Potremo bere drink con bonus temporanei o acquistare loot a sorpresa.
Sempre nell’hub potremo approfondire la lore del titolo dal nostro archivio, sbloccare nuovi percorsi utilizzando particolari “chiavi” e infine accedere alle aree di gioco da uno dei vari portali (da sbloccare man mano, appunto). Una volta scelto il percorso da intraprendere potremo formare il nostro team. Come detto, ci sono otto personaggi giocabili che potrai sbloccare man mano che progredirai nel titolo, run dopo run, chiacchierata dopo chiacchierata. Ovviamente la formazione del team è unicamente legata al single player e inizialmente potrai avere solo un compagno (ma potrai sbloccarne un secondo).
In single player, l’altro personaggio è affidato al controllo dell’IA (non perfetta) anche se potrai cambiare personaggio rapidamente e comodamente con la pressione di un tasto. Ogni personaggio, neanche a dirlo, ha delle caratteristiche uniche non solo legate alle relative statistiche ma anche alle tipologie di armi equipaggiabili e ad abilità proprie.
Una volta formato il team e l’area da esplorare, inizia l’avventura. Lo scopo è di portare in sicurezza il nostro ragno-robot trasportatore di cristallo da un punto A al punto B. I percorsi da affrontare sono diversi e come in ogni roguelike che si rispetti, se muori… ricominci dal principio. Inoltre, ogni area è procedurale il che significa che stanze, contenuti, oggetti, bonus, nemici, trappole e quant’altro muteranno ogni singola volta. Anche se, tocca dirlo, nonostante ciò si avverte spesso e volentieri una certa ripetitività di fondo e situazioni che potrebbe stancare presto i meno avvezzi al genere.
Crafting, amore mio
Non lo abbiamo ancora citato ma ENDLESS Dungeon ha anche una componente di crafting che essenziale per sopravvivere, ricoprendo un ruolo cruciale nelle meccaniche ludiche. Venendo al sodo, il titolo dispone di tre tipologie di materiali: scienza, industria e alimentazione. Questi materiali vengono ottenuti in un numero ben preciso e sempre visibile a schermo per ogni porta che apriremo (con alcuni piccoli extra se andiamo a rompere delle casse in giro per le aree).
Ogni materiale può essere aumentato anche con la creazione di generatori dedicati. Ad esempio, un generatore dedicato all’industria, aumenterà il valore di base di produzione dell’industria per ogni futura porta aperta. A patto che il generatore resti in piedi e non venga distrutto dai nemici. Questo perché ogni singola area di gioco alterna fasi esplorative relativamente tranquille a vere e proprie ondate di nemici che sciameranno letteralmente dai loro nascondigli (visibili in una comoda mappa a patto di averli prima identificati).
I nemici, che non brillano per intelligenza ma che puntano tutto sul loro massiccio numero, punteranno principalmente a eliminare i nostri generatori e soprattutto a far saltare in aria il nostro ragno-robot. Se ragno-robot viene distrutto, è game over. Se tutti i membri del team muoiono, è game over. Come si fa a sopravvivere allora? Affidarsi unicamente alle abilità del singolo personaggio è quasi un suicidio. Ed ecco quindi entrare in campo l’anima da tower defense di ENDLESS Dungeon.
Nelle aree di gioco, infatti, ci sono dei particolari punti in cui, spendendo la valuta industria, potrai costruire delle armi difensive automatiche come torrette di vario genere, barriere che rallentano l’avanzata dei nemici e così via. Inoltre, spendendo la valuta “scienza” in apparecchi da scovare in giro per l’area di gioco, potrai anche effettuare ricerche e sbloccare nuove tipologie di torrette e strutture difensive.
Imparare dove mettere queste strutture e in che numero può aiutarci non poco a contenere le invasioni nemiche così come spendere la valuta “alimentazione” per potenziare il nostro eroe o creare medikit può fare la differenza. Inutile quindi dire, che l’elemento strategico, qui molto vario e sfaccettato, è la base per poter sopravvivere il più a lungo possibile e se te lo stai chiedendo, sì, in multiplayer (fino a un massimo di tre giocatori) il titolo regala il massimo e può offrire diverse soddisfazioni.
Ma ENDLESS Dungeon può essere giocato anche completamente da solo senza troppi problemi anche se non mancheranno momenti di frustrazione soprattutto dinanzi a invasioni esageratamente numerose e con sciami che provengono da più direzioni. Il titolo, comunque, è vasto, solido e prova, nel suo essere un mix di generi, a portare qualche ventata nuova e anche efficace.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, ENDLESS Dungeon ha stile da vendere. I personaggi sono vari e ben caratterizzati laddove i nemici, non sempre molto ispirati, risultano abbastanza sciapi e già visti. Anche le ambientazioni, ad esclusione del fantastico saloon/hub, sorprendono fino a un certo punto divenendo presto vittime del loro essere procedurale e con un riciclo di elementi un po’ eccessivo.
Da segnalare qualche lieve rallentamento quando lo schermo si riempie di nemici e proiettili e anche un paio di casi in cui siamo stati costretti a resettare il gioco in quanto i personaggi si erano inspiegabilmente bloccati (non potevamo letteralmente muoverci). Nulla che qualche patch non possa aggiustare considerando che parliamo comunque di un titolo prevalentemente fluido e immediato con pochi caricamenti che non vanno a minare il ritmo di gioco.
Il sonoro si difende discretamente bene ed è presente anche un buon doppiaggio in lingua inglese seppur abbastanza ridotto a poche battute. Buoni gli effetti sonori e anche le animazioni mentre siamo rimasti amareggiati dall’assenza della lingua italiana (non ci sono neanche i sottotitoli). Il titolo non è molto verboso ma considerando la mole della lore disponibile in archivio, alcuni potrebbero desistere e perdere comunque un buon lavoro di scrittura.