La fama di Fortnite non accenna a diminuire, sono tantissimi i giovani che ad oggi ancora giocano a questo titolo nonostante siano passati due anni dal suo arrivo nelle console casalinghe. Epic Games è indubbiamente all’apice del successo grazie al redditizio gioco che ha creato molto tempo dopo Unreal Tournament, titolo del quale ormai pochi si ricordano e che ancora meno persone associano ad Epic.
Eppure non è tutto oro ciò che luccica, infatti ancora una volta Epic Games si trova nell’occhio del ciclone proprio per colpa del suo titolo più famoso. Stavolta parliamo di una presunta dipendenza che Fortnite potrebbe creare nelle menti dei più giovani, o almeno è quello che l’avvocato Alessandra Esposito Chartrand cerca di dimostrare come legale di Calex Legal. A detta sua il gioco è stato creato con l’intento preciso di creare dipendenza “giocando” con la mente dei giovanissimi e l’accusa è che questa manipolazione, o presunta tale, sia stata nei piani di Epic sin dall’inizio della creazione di Fortnite.
Quello che l’avvocato inoltre sottolinea, è che Epic non ha avvertito in alcun modo i giocatori, tenendo tutti all’oscuro del rischio di dipendenza che il titolo dovrebbe dare. Nei termini e condizioni che questo titolo fa accettare prima di giocare vi è una clausola che estranea Epic Games da accuse derivanti l’uso del gioco stesso, ma questo non basta a fermare la class action. Vi sono a testimoniare contro Epic Games anche genitori arrabbiati che colpevolizzano Fortnite in quanto lo associano alla “rovina dei loro bambini”.
Insomma, anche stavolta Epic Games si trova, nel bene o nel male, a far parlare di sè ma non si sa se tutto il polverone sia stato aizzato per invidia verso un titolo ancora redditizio come Fortnite, o con accuse ben più radicate nella coscienza umana per salvaguardare l’innocenza e la spensieratezza giovanile. Non ci resta che aspettare per scoprirlo.