In rappresentanza della redazione di iCrewPlay.com, ho partecipato alla serata di presentazione della nuovissima area d’intrattenimento virtuale Wakanda – VR the Game, svoltasi mercoledì 26 Giugno nel quartiere di Moscova di Milano.
Wakanda – VR the Game è un innovativo hub di realtà virtuale immersiva, sviluppato su circa 250 mq che propone diversi giochi basati sulla tecnologia della realtà virtuale. È la prima volta che in Italia viene proposta un iniziativa simile. L’area si rivolge sia a un target BtoB, con la possibilità di noleggiare lo spazio per attività di Team Building aziendale; sia in un’ottica BtoC, con l’apertura serale al pubblico su prenotazione, per gruppi di almeno quattro persone o per eventi privati come party e compleanni, a partire da settembre.
Wakanda – VR the Game propone diversi tipi di giochi, tutti caratterizzati da un alto livello grafico fondamentale per vivere al meglio le esperienze proposte. Per ogni attività si viene dotati di un visore per la realtà virtuale, comprensivo di headset, e due joystick (simili ai remote controller della Nintendo Wii ma diversi come design), che rappresentano le nostre mani virtuali e ci permettono d’interagire con gli oggetti (nel suo insieme, l’attrezzatura ricorda molto quella di Ready Player One per accedere a OASIS!).
Il primo gioco che ho avuto modo di testare, è stato “Sky Walk” che, tramite realtà virtuale, simula l’esperienza di saltare da una trave sporgente posizionata sul tetto di grattacielo. La città attorno a noi è perfettamente ricostruita a 360 gradi, con un grafica di alto livello: al momento di saltare sembra di essere effettivamente in difficoltà, complice una reale trave, di pochi centimetri di spessore sotto i nostri piedi che si muove leggermente e che aiuta ad immergersi ancora di più nell’esperienza.
Molto bella anche l’area multisport, di cui ho testato i giochi dedicati al calcio e al basket. Il primo gioco, permette d’impersonare un portiere, il cui obiettivo è quello di difendere la porta dai tiri degli attaccanti che provengono da più lati. È possibile afferrare virtualmente la palla grazie ai due joystick che fungono da mani virtuali. Con il basket, invece, lo scopo è, ovviamente, lanciare la palla nei canestri che però sono posizionati a “distanze” virtuali diverse, in modo da rendere necessario calibrare al meglio la potenza del lancio. Inoltre, dopo ogni tiro, le posizioni dei canestri cambiano, rendendo il gioco sempre più difficile.
Un altro pezzo forte è ICARUS, un simulatore di volo virtuale dove, attraverso un’apposita postazione costruita ad hoc, si utilizza utilizza il corpo per centrare, con l’aereo che si guida, i cerchi all’interno del gioco. In realtà, ricorda molto la gara dell’elicottero di GTA V dove si passa attraverso la serie di cerchi sospesi in aria per completare il percorso, con la differenza che qui, ci si deve coordinare con il corpo per muovere l’aereo nella direzione voluta. L’unica pecca di questo simulatore è la grafica non particolarmente di alto livello, gli sviluppatori comunque, promettono di migliorarla a breve.
Ma la punta di diamante di tutta l’area Wakanda – VR the Game è sicuramente l’Escape Room VR. Si può giocare fino a un massimo di sei giocatori contemporaneamente (noi eravamo in quattro): ogni giocatore è dotato di un computer portatile di circa 3 kg da portare sulla spalla con apposite spalline e cintura (l’attrezzatura ricorda gli zaini dei Ghostbusters!), oltre ai soliti joystick e visori VR ,con headset incorporato grazie al quale è possibile parlare con gli altri giocatori.
Attivati gli avatar , si entra nell’Escape Room (nel nostro caso un ambientazione post-apocalittica) dove ci si muove in un area definita per risolvere i misteri e procedere con i livelli. La cosa stupefacente è che grazie ai visori VR, si vede esattamente dove sono posizionati gli avatar dei compagni, distinguibili facilmente perché ognuno indossa una maschera di colore diverso.
La grafica impeccabile e i joystick, che fungono da mani virtuali, funzionano perfettamente, consentendo un immersione totale nel gioco. Infatti i controller permettono di raccogliere virtualmente oggetti, portarli con sé e posizionarli dentro installazioni fittizie. Sarà fondamentale inoltre cooperare con i compagni per svolgere determinate azioni in contemporanea e così risolvere gli enigmi della Escape Room.
Il momento più divertente è stato quando siamo dovuti salire su un ascensore virtuale: tramite i nostri avatar ci siamo riuniti in un uno spazio molto stretto, di circa due metri per due, che rappresentava la base del nostro ascensore, per passare dal primo al secondo piano.
Importantissimo il ruolo giocato dalla grafica, che ha permesso un immersione totale: sembrava di essere realmente in questo luogo immaginario ricostruito nel dettaglio (che mi ha ricordato le ambientazioni di Fallout) e ancora più eccezionale il fatto che, nonostante abbia indossato i visori per più di mezzora, non ho provato nessun affaticamento alla vista.
Con l’Escape Room, l’obiettivo di consolidare il Team Building risulta particolarmente efficace perché consente di relazionarsi tra perfetti sconosciuti per collaborare e risolvere i misteri, facendosi nel frattempo anche parecchie risate.
Tra le altre attrazioni di Wakanda – VR the Game, di rilievo è il racing simulator, dove possono si può giocare da due a quattro persone contemporaneamente; la ricostruzione a 360 gradi di un fondale sottomarino animato, da dove è possibile osservare da vicino balene, tartarughe e meduse; un minigioco dove si devono colpire una serie di cubi che si avvicinano in rapida successione evitando gli ostacoli sposandosi a destra e a sinistra con il corpo; una ricostruzione interattiva basata su Google Street View, che consente di visitare virtualmente tutto il mondo, selezionando l’area di interesse tramite un globo virtuale (mi sono ritrovata nel bel mezzo del Grand Canyon!).
La serata è stata molto piacevole e divertente e non vedo l’ora che Wakanda – VR the Game sia ufficialmente aperto al pubblico per provare nuovamente tutti i giochi, soprattutto l’Escape Room. Infatti, devo dire che è stata proprio questa che mi ha colpito particolarmente, una vera innovazione che non avevo mai provato da nessun altra parte e che, sono convinta, potrebbe rappresentare realmente qualcosa di nuovo per il settore nell’immediato futuro.
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