Excessive Trim è un titolo che parte da un’estetica particolare presentando al giocatore uno stile visivo che ricorda quasi quello delle TV a tubo catodico. Il gameplay, a sua volta, richiama i giochi arcade del passato, con una spruzzatina di running game a condire il tutto. Vediamo quindi se questo mix funziona nella recensione.
Nessuna storia
Excessive Trim non presenta una storia, un incipit o qualsiasi forma di descrizione: semplicemente impersonerai un alieno che guida uno strano disco volante equipaggiato con una lama rotante. Per motivi a noi ignoti, questo alieno decide di volare tra i campi di poveri contadini, tranciando tutto quello che incontra sul cammino.
L’unico pregio della caratterizzazione del titolo risiede nella sua estetica particolare, che con un richiamo retrò riesce a essere in qualche modo riconoscibile.
Il gameplay di Excessive Trim
Excessive Trim presenta un gameplay decisamente semplice, che addirittura riduce le sue meccaniche alla pressione di un solo tasto. Tanto per cominciare, il loop di base è quello di un tipico running game: si navigano quindi livelli generati proceduralmente, dove il personaggio si muove automaticamente, in questo caso verso l’alto.
In ogni partita si avanza costantemente, evitando diversi tipi di ostacoli. Questi vanno dai semplici muri invalicabili, a oggetti da evitare a ogni costo, dato che il contatto porta alla perdita di HP. Perdendoli entrambi si entra in uno stato “critico”, dove un contatto con qualsiasi altro ostacolo porta alla distruzione e al game over.
Gli ostacoli in sé possono essere diversi: si va dai trattori che si muovono verso il basso, a contadini che cercano di accopparci, passando per mucche in fuga. In tutti i casi, toccare qualcosa fa perdere HP, mena chiaramente ostacoli in movimento come i contadini sono più difficili da evitare. Ed ecco il primo problema di Excessive Trim. Il titolo presenta un numero estremamente ridotto di nemici o di scenari, risultando ben presto ripetitivo.
Nonostante la mappa sia generata proceduralmte, infatti, non passa troppo tempo prima di vedere la stessa conformazione degli scenari e gli stessi ostacoli. Questi infatti sono posizionati spesso nello stesso modo, rendendo quindi prevedibili e ripetitive le partite stesse.
Vanno ora spese due parole sull’unico tasto del titolo: il dash. Questo permette di scattare velocemente per la mappa, distruggendo qualsiasi ostacolo o nemico. E’ quindi fondamentale utilizzarlo per superare le situazioni più spinose, dato che garantisce anche un iframe per tutta la sua durata. Dopo ogni utilizzo, peraltro, il dash deve ricaricarsi, rendendo quindi impossibile scattare nuovamente fino alla fine del cooldown. Il posizionamento iniziale e finale del dash stesso diventa quindi fondamentale, dato che permette di evitare ogni ostacolo e, quindi, di non morire brutalmente alla fine dell’invincibilità.
Una meccanica, questa, davvero ben pensata, che però cozza con la struttura ripetitiva dei livelli e con la generale mancanza di varietà di ogni partita. Nonostante sia possibile raccogliere power up presso dei negozi incontrati durante le corse, questi non cambiano troppo le carte in tavola. Certo, avere una lama più grande, movimenti più veloci o lasciare una scia fiammante è divertente, ma di base il loop di gameplay resta sempre quello.
In altre parole, Excessive Trim è un running game che dà la sensazione di essere abbozzato. Le meccaniche base sono sicuramente interessanti, ma sono poste in una struttura di gioco “pigra”, che si limita a riproporre il tipico loop del genere senza aggiungere qualcosa di davvero nuovo o senza creare una formula che possa funzionare anche nel lungo periodo. Il risultato è un titolo divertente per le prime partite – perfetto per un platino facile – ma nulla più.
Tecnicamente a tubo catodico
Il comparto tecnico di Excessive Trim è forse la parte più riuscita del titolo. Questo presenta infatti scenari discretamente dettagliati e sprite animati in modo soddisfacente. Questo è reso possibile dallo splendido comparto artistico che richiama un’estetica retrò, in grado di giustificare ambienti e personaggi così “stilizzati”.
Infine, il comparto sonoro si limita a fare il suo dovere, con musiche ed effetti che accompagnano l’azione.