Basterebbero poche parole per descrivere Exo One in questa recensione, così come del resto bastano davvero poche ore per completarlo. Il progetto indipendente di Jay Weston, che ha impiegato qualche anno prima di poter dar vita alla sua visione, si inserisce in quel particolare sottogenere di prodotti dal gameplay minimale, che puntano più sul valore dell’esperienza che su complesse o approfondite meccaniche di gioco. È un difetto?
Assolutamente no, ma un nuovo modo contemporaneo di intendere il videogioco, specie dal panorama indipendente, più aperto a questo genere di sperimentazioni. È una cosa che dona valore al medium, dimostrando che si può essere capaci di raccontare tanto senza scadere, passatemi il termine e la banalità dell’affermazione, nel cliché tipico del prodotto videoludico medio.
Exo One – Recensione di un viaggio tra le stelle
In cosa consiste dunque questo Exo One e cosa lo differenzia dagli altri prodotti? Te ne rendi immediatamente conto: prendiamo i panni di una misteriosa sfera, che altro non è che una nave aliena che si muove tra i vari pianeti sfruttando la forza di gravità. La navicella si alimenta infatti tramite l’inerzia generata dalla caduta nel vuoto e dai relativi movimenti che riusciamo ad effettuare.
Sembra complesso da spiegare e anche da giocare, almeno nei primi istanti, ma presto si prende familiarità con un sistema di controllo in realtà abbastanza semplice: sfruttando giusto un paio di comandi, il nostro obiettivo è quello di volteggiare e sfruttare gli effetti della gravità in modo intelligente così da avere ogni volta uno slancio che possa portarci sempre più vicini verso la nostra destinazione.
Quest’ultima è rappresentata da impressionanti e avveniristici monoliti neri, da cui emerge un fascio di luce capace di proiettarci sul pianeta successivo. Questo mood si ripete per tutta l’esperienza di gioco, come detto abbastanza breve, giocando principalmente sul fattore dell’atmosfera, che conquisterà soprattutto gli amanti dello spazio ignoto e dell’esplorazione dei mondi alieni.
Quante volte abbiamo immaginato come possa essere un mondo extraterrestre? Ricco di oceani in tempesta, di dune che ricordano i nostri deserti, di venti che sferzano a velocità insostenibili per l’essere umano, di temporali talmente violenti che non ci lascerebbero scampo. Nei panni di questo piccolo oggetto a forma di sfera, che all’occorrenza può trasformarsi in un disco volante per avere, per così dire, una aerodinamica migliore in fase di volo, ci troviamo immersi in queste atmosfere aliene dall’indubbio fascino, accompagnati da una colonna sonora non particolarmente ricca, ma incisiva a sottolineare determinati momenti.
I veri protagonisti di Exo One sono proprio i pianeti e la loro realizzazione, figlia evidentemente di un autore capace di spingersi con la propria immaginazione, senza perdere però di vista le verosimiglianza con quello che potrebbe essere un mondo diverso dalla terra, magari più ostile o altrettanto ospitale. La galassia è talmente ricca di mondi sconosciuti che ogni possibilità è infatti aperta.
E non si tratta di un gameplay minimale fine a sé stesso, discorso che può applicarsi del resto a quella che è tutta l’esperienza offerta di Exo One, dato che è funzionale a una storia altrettanto affascinante, raccontata in modo criptica tramite messaggi delicati e immagini che, a mo’ di flashback, ogni tanto ci vengono proiettate a schermo mentre compiamo una determinata azione.
Non voglio naturalmente svelarti nulla, visto che scoprire cosa si cela dietro la natura di questa sfera e del suo immenso viaggio è un aspetto centrale di questa piccola produzione indipendente. Quello che all’inizio sembra essere un puzzle persino sconnesso da ciò che stiamo facendo su schermo, si svela via via sempre più coerente, fino a raggiungere un finale più soddisfacente delle aspettative.
Bisogna allora essere onesti: Exo One non è una produzione esente da difetti, visto che il sistema di controllo ogni tanto apre il fianco a qualche incertezza di troppo, per via anche di una telecamera capace di ingarbugliarsi da sola. Inoltre, non è certo un gioco adatto a tutti, e questo è probabilmente anche banale sottolinearlo.
Siamo di fronte ad un gioco che punta ad un pubblico che desidera lasciarsi andare, sconnettersi da tutto per le 3-4 ore necessarie per portare a termine il viaggio, senza troppi fronzoli per quanto riguarda il gameplay. Parlare di difficoltà in Exo One è un esercizio di stile nel quale non mi addentrerò, anche perché di fatto la vera e unica sfida è quella di arrivare in fondo. Al proprio obiettivo.
Ci sono scenari mutevoli che rendono il gameplay persino più variabile di quello che ci si aspetterebbe, fino ad arrivare al finale, sempre più in salita, come se conquistarsi l’epilogo della storia sia invece la vera sfida dell’intera produzione. Ma che alla fine si supera abbastanza agevolmente.
Exo One è disponibile per PC, Xbox One e Xbox Series X/S incluso nel catalogo di Xbox Game Pass.