C’era un tempo in cui un gioco come Fairy Fencer F: Advent Dark Force avrebbe fatto parte della mia lista di giochi prenotati con mesi di anticipo.
Uno di quei JRPG old school pieni di personalizzazioni e tecniche di battaglia che non puoi non decidere di usare e strausare per vedere ogni piccola mod da applicare a personaggi, armi ed equipaggiamento in genere.
Però è anche vero che sto parlando di molti anni fa, avevo tanto tempo libero e non c’era questa grande scelta nel genere, esclusi i mostri sacri.
Oggi purtroppo, nonostante l’averlo su Nintendo Switch avrebbe dovuto permettermi di snocciolare ogni più intimo segreto, niente, qualcosa non ha quadrato il cerchio. Cosa ne penso? Scoprilo leggendo la recensione di Fairy Fencer F Advent Dark Force provato sulla console portatile della grande N.
Che succede in Fairy Fencer F Advent Dark Force?
Fairy Fencer F Advent Dark Force, come detto, è un gioco di ruolo con battaglie a turni di spiccato stile nipponico, dove un misto di magia e robotica si alternano ad illustrazioni manga che potrebbero fare la gioia di ogni otaku.
Siamo chiamati ad impersonare Fang, un giovane antieroe, che si trova, suo malgrado, a diventare un “fencer“.
I fencer del titolo sono appunto degli spadaccini che grazie a delle spade magiche possono evocare ed utilizzare i poteri delle Fate, esseri senzienti, per lo più dalle fattezze umane, che non solo fanno parte della trama e delle interazioni sociali nel gioco, ma dispensano consigli su sistemi di combattimento e storia del mondo.
La storia appunto, che per noi nasce con Fang che, trovando una delle su citate spade, chiamate Furie, la estrae dalla roccia e ne diventa a tutti gli effetti l’avente diritto all’uso.
C’è da dire che la storia del mondo i cui ci troviamo, presentata come intro con splendide animazioni, si basa sulla fine della lotta tra il Dio Vile e la Dea della Luce: una battaglia che li ha stremati entrambi portandoli ad una sorta di pareggio e ad una stasi che ha permesso di mantenere gli equilibri giusti per tutti.
Il risveglio della Furia “trovata” da Fang riporta alla luce Eryn, la nostra coprotagonista che senza problemi di sorta ci convince a diventare fin da subito difensori della terra, iniziare un viaggio alla ricerca di tutte le Furie disperse nel globo e a fare tutto ciò che dice. In cambio di cibo.
La trama sembra da buttare ma rispecchia totalmente il gioco: una scusa per menare le mani.
Lungo il percorso incontreremo tantissimi personaggi, alcuni compagni di battaglia e molti nemici, spesso npc chiacchieroni e poco, troppo poco spesso, personaggi degni di essere ricordati. Tutti caratterizzati benissimo nello stile grafico ma davvero esigui dal punto della profondità di carattere. In questa versione, a differenza dell’originale per PlayStation 3, c’è la possibilità di fare alcune scelte che portano a finali diversi, tre in tutto, visto che, ne parlo più avanti, possiamo decidere di liberare il Dio Vile al posto della Dea della Luce. Altra scusa per menare le mani e divertirsi di più.
Come si gioca?
Fairy Fencer F: Advent Dark Force è strutturato come il più classico dei Japan Rpg a squadre. I combattimenti sono a turni: ad ogni turno tocca ad un personaggio o ad un nemico e la fila va avanti. Si viaggia dapprima in una mappa generale del mondo in cui possiamo scegliere la località da raggiungere ed in ogni luogo scelto camminiamo a piedi (si vede solo il leader del gruppo nella fase di movimento) alla ricerca di oggetti da raccogliere, nemici random e punti chiave dell’avventura.
Ogni volta che stiamo per entrare in combattimento (non sono random come i vecchi jrpg), col giusto tempismo possiamo guadagnare un attacco di opportunità ed essere i primi nel turno: compare una corona in testa al nostro Pg e se premiamo l’attacco prima che il nemico ci veda, guadagnano un’Imboscata.
Ad ogni nostro turno possiamo scegliere quale azione compiere tra Command, Attack and Wait.
Con Command scegliamo tra Magia o Skill, Oggetto, Switch e in alcuni casi, Faerize. Magic/Skill ci permette di usare un potere che ci fa guadagnare distanza di tiro e ha effetti ad area come danno o indebolimenti vari. Oggetto/Item ci permette di utilizzare per lo più le pozioni curative sia per i Punti Vita che per i vari avvelenamenti che abbondano nel gioco. Scambia/Switch ci permette di cambiare anche sul campo il nostro PG con uno di quelli non nel team attualmente: una sorta di sostituzione utile se stiamo per tirare le cuoia, cosa peraltro abbastanza difficile nel gioco.
Ovviamente la voce più interessante, cardine del gioco, resta Faerize. Infatti riempiendo una barra di Gauge durante i combattimenti, possiamo di tanto in tanto raccogliere tutto il potere delle Furie e delle Fate e trasformarci, temporaneamente, in un misto tra un robot ed un Cavaliere dello Zodiaco. Visivamente è sempre bello assistere alla trasformazione, diversa per ogni personaggio, in cui un’animazione ci porta a scoprire il potenziale nascosto nelle Furie. Per un periodo limitato i possibili danni causali aumentano a dismisura così come velocità e resistenza. È ovviamente utilissimo per i Boss, inutile per i nemici normali.
Con Attacco/Attack scegliamo chi e come colpire l’avversario: ogni Pg ha una sua area di attacco più o meno ampia ed una sua serie di Combo (non all’inizio) che aumentano man mano con l’Esperienza lasciata dai combattimenti vinti. Ogni Combo fa più o meno danni in base al nemico e alle sue debolezze. Non dimentichiamo che in combattimento c’è una fase per ogni turno di movimento virtualmente infinito, perchè non consuma tempo o energia: utile per spostarsi da una mischia o per raggiungere nemici lontani. Volte anche per colpire alle spalle, ma non ho notato grosse differenze in termini di danno. Inoltre il Movimento ci permette di uscire e fuggire dall’area di combattimento e dal duello stesso.
Scegliendo Wait invece saltiamo il turno. Sembra una scelta inutile ma non sempre lo è, a volte i nostri Pg poco possono contro alcuni nemici ed è meglio farli aspettare. Infatti ogni azione comporta del tempo di recupero che ci fa slittare avanti nella fila, rappresentata a sinistra nello schermo. Più l’azione è rapida più azioni potremo fare . Non cambia molto in termini di risultato, ma resta un’opzione possibile.
Interessanti i tutorial guidati da Eryn in veste di maestra, forse troppo abbondanti all’inizio, ma che sicuramente aiutano a districarsi nelle centinaia di opzioni disponibili in Fairy Fencer F: Advent Dark Force.
Nota: non utilizzate subito l’equipaggiamento bonus dato con questa versione di FFF:ADF, diventate quasi immortali.
Le personalizzazioni non mancano
Partendo dalla base del gioco che noi siamo Fencer con Furie possedute da Fatine, viene da sé che siano questi i tre punti da personalizzare e potenziare. Pur non essendoci una reale evoluzione dei pg, possiamo comunque aumentare i punti per ogni caratteristica.
Ovviamente scegliendo una Fata diversa, rappresentata da una card da collezionare, avremo bonus più elevati per alcune caratteristiche e a volte buffer o debuffer per alcune proprietà come guadagno XP e Oro.
Le stesse Furie, una volta trovate, possono essere usate per plasmare il mondo di gioco. In pratica, sulla mappa, si possono usare le varie opzioni per modificare vantaggi e svantaggi in un ambiente/dungeon: si può scegliere se avere malus e bonus per cambiare leggermente vantaggi e svantaggi in un dungeon. Una volta effettuata la scelta la Furia viene incastrata nel terreno e resterà lì finchè non la estrarremo noi.
Sicuramente questa scelta è un punto interessante, ma quello che più attira è quando si deve scegliere quale spada liberare. Non succede spesso, ma ad ogni milestone possiamo scegliere (visitando la nostra “base“) quale Furia estrarre dai corpi immobili delle due divinità: si può scegliere infatti se liberare di volta in volta persino il Dio Vile, sarei curioso di conoscerne il risultato. Se hai scelto tu di “fare il cattivo” scrivilo nei commenti in fondo.
Le personalizzazioni continuano anche sulla scelta del potenziamento della Fata da avere a fianco: si tratta comunque di buffer sulle statistiche, ma visivamente non cambia nulla. Per l’evoluzione della Furia possiamo nel tempo scegliere quali Combo può fare e che statistiche aumentare.
Per quanto riguarda il personaggio le personalizzazioni riguardano esteticamente l’abbigliamento, che si possiamo poi ammirare in combattimento o nei viaggi (solo per il leader). Senza descriverli tutti sappiate che possiamo farli combattere con asciugamani come unico vestito e con in testa tutto ciò che è possibile mettere: insomma mm di tessuto per il corpo e tonnellate di inutilità sul collo. Sicuramente se esistesse una statistica mondiale sulle scelte, sono sicuro che Fairy Fencer F: Advent Dark Force non avrebbe nulla da invidiare ad un calendario Pirelli editato da Victoria’s Secret distribuito nelle migliori trattorie d’Italia.
Reparto tecnico: un semplice porting?
Partiamo col dire che Fairy Fencer F: Advent Dark Force è un porting con aggiornamento di un titolo del 2013, Fairy Fencer F, uscito per PlayStation 3 che utilizzava il motore grafico del precedente Hyperdimension Neptunia Victory: ergo un gioco nato vecchio.
Ciò ha comportato purtroppo una serie di problemi tecnici ben visibili: poligoni spigolosi, superfici inesistenti, bad clipping ed una generale illeggibilità degli ambienti. Difficile a volte persino capire con cosa interagire a schermo (porte specialmente) o dove inizia e finisce un ambiente. Gli stessi movimenti del pg in viaggio sono macchinosi e scollegati dal resto, i nemici sembrano strisciare e persino il Dash, utile a muoversi più velocemente su aree più lunghe, sa di fuori luogo.
Nelle battaglie per fortuna, il dettaglio grafico, seppure povero, fa sentire di meno il peso dell’età, sopperito anche da una certa fluidità dei movimenti (a questa risoluzione sarebbe assurdo il contrario…) e da uno stile ben definito.
Infatti, dove Fairy Fencer F: Advent Dark Force pecca in grafica e sonoro, prova a sopperire con lo stile manga incasinato e con un umorismo continuo e perfettamente otaku. Abiti succinti e personalizzazioni assurde, con un modo vittoriano e grottesco, dove si fondono antico, classico e moderno, tra demoni, pseudo robot e fatine. Suvvia, ci giocheresti sicuramente anche solo per questo, o sbaglio?
Il gioco è completamente sottotitolato e doppiato in inglese e si può scegliere anche il giapponese, il che fa pensare comunque ad un lavoro solido alle spalle. Anche perchè i dialoghi sono davvero migliaia, non sempre interessanti, ma presenti.
Conclusioni iniziali
Cosa dire di Fairy Fencer F: Advent Dark Force? Non è facile, ci ho messo un bel pò per giocarci e decidere, ed un bel pò ancora per scriverne due righe. Ma come per tutti i giochi provati, ognuno merita la stessa attenzione.
Con Fairy Fencer F: Advent Dark Force è così, bisogna provarlo, giocarci molto e superare la fase iniziale di apprendimento: poi o lo si ama o lo si ripone subito in libreria (o nella custodia di Switch).
È un’anima estremamente complessa in un corpo immaturo, non allenato, forse anche un pò debilitato. Il mondo stesso in cui si muovono Fang ed Eryn poteva diventare una base per un progetto più lungo che, senza scomodare Xenoblade ed altro, poteva evolversi anche dal punto di vista tecnico nel tempo, con i dovuti investimenti.
Complimenti per la recensione… di questi giochi mi spaventa la longevità sono interminabili…
Grazie mille Damiano. Purtroppo in FFF si trova da un lato l’estrema longevità tecnica, cioè l’aggiunta di membri al party e il potenziamento dell’equipaggiamento. Da un lato una scarsa longevità emotiva: lo storytelling un pò sotto la media, non spinge a vedere come evolvono le cose fino in fondo. Provalo se hai tempo e fammi sapere ;-)