Sviluppato da YummyYummyTummy e pubblicato da Nis America, Fallen Legion Revenants è uno dei capitoli che arricchiscono la saga di Fallen Legion, un action Jrpg che prova ad emergere tra il vasto numero di titoli che popola il suo genere. Ci sarà riuscito? Scoprilo nella nostra recensione per PlayStation 5!
Fallen Legion Revenants: ci riprova sulla next-gen
Dopo aver spolpato la versione di Fallen Legion Revenants (qui puoi trovare la nostra recensione per la versione PlayStation 4), siamo tornati sul maestoso castello fluttuante di Welkin carichi di nuove speranze. Prima di addentrarci nel canovaccio narrativo, è bene ricordare che Fallen Legion, saga ideata dallo studio indonesiano YummyYummyTummy è composto attualmente da tre capitoli. I primi due sono Fallen Legion: Sins of an Empire e Fallen Legion: Flames of Rebellion (uniti poi in un’edizione rinnovata e intitolata Fallen Legion: Rise to Glory). Fallen Legion Revenants è il sequel nonché terzo capitolo ufficiale.
Questa nuova avventura della saga, come anticipato, è ambientata sul castello volante di Welkin, vera fortezza fluttuante nonché unica sede dove si può sopravvivere al terribile miasma mortale che perversa su tutta la terra. A governare il castello e a offrire protezione, almeno all’apparenza, è un tale mago anziano di nome Ivor. Costui però, non è un benevolo sovrano, tutt’altro, è un essere meschino e crudele che ha ben altri scopi e tutti strettamente personali.
Ma chi sono gli eroi della storia? Lucien è il primo, si tratta di un politico (nonché damerino), neo membro del consiglio, dalla modesta fama e dai modi affabili e spesso teatrali (dotato tra l’altro di un senso dell’umorismo particolarmente cinico) che ha lo scopo principale di detronizzare il folle mago e per fare questo, è disposto a stringere qualsiasi tipo di alleanza. E a tal proposito, arriviamo alla seconda protagonista: Rowena. Costei si differenzia molto dal damerino a partire dalla sua “essenza”: non è più viva, è uno spettro. Uno spettro che non ha intenzione di arrendersi in quanto il crudele sovrano le ha rapito il figlio e lo tiene imprigionato chissà dove. E non solo, Rowena ha un conto in sospeso proprio con Ivor ma non ti anticipiamo altro per non rovinarti la sorpresa.
A essere onesti, la trama di Fallen Legion Revenants non è male, ha sviluppi abbastanza interessanti (anche se ci sono stereotipi ed eventi prevedibili) e ha il punto a favore di possedere più finali. Questi varieranno a seconda delle nostre scelte ma alcuni percorsi possono risultare incoerenti o poco approfonditi. La struttura narrativa ha un valore fondamentale in questo capitolo non solo per trainare il giocatore fino alla fine ma anche, e soprattutto, perché ricopre l’altra metà ludica del gameplay. Infatti, Fallen Legion Revenants per metà è una sorta di visual game.
Gameplay
Partendo proprio dal lato “esplorativo” che a conti fatti è anche quello che più avvicina Fallen Legion Revenants a un’avventura grafica in puro stile Vanillaware (sono innumerevoli i richiami estetici e ludici che lo collegano a opere come 13 Sentinels: Aegis Rim). In queste fasi di gioco comanderemo Lucien e, in scenari bidimensionali, saremo chiamati a interagire con i vari personaggi per prendere decisioni (ricordiamo che Lucien fa parte del consiglio e sarà chiamato a dover votare, fare scelte che coinvolgeranno l’intero popolo che abita la fortezza volante e anche a schierarsi tra le inevitabili “visioni” politiche) o risolvere enigmi. Non mancheranno anche delle basilari e non propriamente ben riuscite, fasi stealth (limitate al premere un tasto che porterà il nostro personaggio a nascondersi dietro elementi a schermo. Idea carina ma sfruttata e strutturata poco).
Non mancheranno oggetti da raccogliere ed eventualmente consegnare o conservare a seconda dei casi e soprattutto delle nostre scelte o intuizioni. Le fasi con Lucien sono importanti per l’avanzamento della trama e la composizione delle scelte ci porterà a uno dei diversi finali previsti. Inoltre, l’intervento di Lucien è impostato dal gioco, sarà il gioco a decidere quando ci toccherà vestire i panni del damerino e questo può avvenire anche (ma non solo) per influenzare il percorso di Rowena (spesso suggerendole che direzione prendere in base alle informazioni raccolte nel castello).
Ed è sempre Lucien colui che avrà la possibilità di muoversi nell’hub centrale del gioco, composto da una serie di scenari (sempre bidimensionali) in cui parlare coi vari personaggi, salvare la partita, acquistare equipaggiamento, selezionare capitoli passati (utile elemento per rigiocare vecchi capitoli e che, non da poco conto, può aiutare a cambiare le nostre scelte, approfondire alcuni eventi e ottenere finali alternativi), scoprire dettagli sui personaggi (grazie alla libreria) e, ovviamente, partire in missione (parlando direttamente con Rowena). Le missioni sono caratterizzate tutte nello stesso modo, alternando una serie di combattimenti a piccole fasi visual novel.
Se la scrittura dei testi e le scelte che vengono richieste, nonché la composizione dei vari eventi, sono in media abbastanza buoni, questo lato ludico di Fallen Legion Revenants non è esente da qualche lieve problematica. La principale è legata alle tempistiche delle decisioni. In alcuni casi, avremo un timer che scorrerà velocemente e in questo tempo dovremo decidere con chi parlare ed eseguire ulteriori scelte (con un ulteriore timer). Questa fretta unita al fatto che il testo di gioco è unicamente in inglese (niente di troppo complicato) può portare a decisioni frettolose o a non leggere e comprendere bene tutte le opzioni a nostra disposizione. L’altro punto debole è la frequenza di questi episodi ludici. Chiariamo, la loro durata non è eccessiva e a noi non ha dato poi tanto fastidio ma essendo comunque fasi molto compassate possono ledere il ritmo di gioco che diventa quindi altalenante. Bisogna abituarsi ed entrare nell’ottica del gioco che detterà presto una routine fatta appunto di combattimenti (comunque in maggioranza) e dialoghi.
Passiamo ora all’altra metà del gameplay di Fallen Legion Revenants che riguarda, come prevedibile, la seconda protagonista: Rowena. Questa è la parte standard della serie Fallen Legion e a conti fatti non innova granché, portandosi dietro tutti i pregi e i difetti degli altri due capitoli ma procediamo con ordine. Prima di partire in battaglia, saremo chiamati a formare il nostro team composto da Rowena (obbligatoria) e tre Exemplar (che potremo scegliere). Questi ultimi sono i nostri minion, creature umanoidi che rappresentano gli “spiriti delle armi” che Rowena evoca e che potremo reclutare (attraverso specifiche azioni, scelte e/o missioni che includono anche Lucien), migliorare (attraverso gli Archeus, ottenibili alla fine di una sessione di combattimenti a seconda del nostro punteggio di battaglia in battaglia e che è possibile anche fondere tra loro per farli aumentare di livello) ed equipaggiare (con armi e armature acquistabili) a nostro piacimento. Inoltre gli Exemplar sono dotati di cinque “Mastery“, ossia delle abilità passive sbloccabili ed equipaggiabili al completamento di alcune sfide (come scagliare TOT incantesimi con Rowena).
L’attività svolta da Rowena ed Exemplar, come detto, rispetta gli standard di Fallen Legion ed è composta da un susseguirsi di combattimenti a scorrimento con tanto di griglie. Per essere precisi, durante ogni battaglia saranno visibili a schermo due griglie: la nostra sarà composta da tre riquadri mentre quella avversaria da quattro. Tale griglia sarà utile sia per individuare il posizionamento del nostro team e di quello avversario (potremo spostare i nostri eroi con l’analogico o spostare gli avversari con determinate mosse) sia per evitare zone pericolose o creare zone vantaggiose (può capitare di ritrovarci con riquadri che causano malus così come possiamo creare un riquadro curativo grazie al potere di Rowena). Avremo anche la possibilità con l’analogico destro, di selezionare un eventuale riquadro nemico per focalizzarci su un dato avversario o zona del campo (tutto materiale che va a potenziare il lato strategico del gioco).
Una volta capito come è strutturato il campo di battaglia e come può essere sfruttato a nostro vantaggio, passiamo all’azione vera e propria. I combattimenti saranno in tempo reale e richiederà uno sguardo abbastanza attento degli elementi a schermo. Ogni eroe, infatti, avrà sulla testa un cerchio che per metà (lato verde) rappresenta l’energia e l’altra metà (divisa in segmenti bianchi) il numero di mosse che può effettuare. Ogni segmento bianco è un colpo. Questi segmenti si ricaricano col tempo. Per attaccare basterà premere uno dei tasti affidati all’Exemplar, ad esempio, l’eroe affidato al tasto quadrato, attaccherà ogni volta che premeremo quadrato finché non terminerà i segmenti bianchi a disposizione.
Non finisce qui, ogni eroe può sferrare un attacco speciale tenendo premuto il tasto R1 più quello a lui affidato (nel caso dell’eroe affidato al quadrato, la combo sarà: R1 + quadrato). Per eseguire queste mosse, si consumerà una barra di energia presente in basso a sinistra e che si ricarica man mano che si sferrano colpi. Altro tasto essenziale da tenere bene a mente e che può cambiare le sorti della battaglia è la difesa, che si attiverà a tutti contemporaneamente per tutti gliExemplar premendo il tasto L1 (se si è effettua in tempo, la parata può rispedire un proiettile o far indietreggiare un nemico). Infine, bisogna tenere conto che anche Rowena è sul campo di battaglia è può intervenire (utilizzando la stessa barra delle mosse degli Exemplar legate alle combinazioni con R1) con mosse d’attacco o di difesa (come la già citata zona di cura) premendo il tasto triangolo e il tasto affidato a una determinata magia (una magia per combinazione e anche queste sono selezonabili prima della missione). Da segnalare che più riesci a concatenare attacchi, più aumenterà un contatore (che viene spezzato quando veniamo colpiti, quindi se miri ad alti punteggi, dovrai padroneggiare la parata) in basso a destra che ci porterà a ottenere più punti e quindi maggiori ricompense.
Se la descrizione di come si combatte può sembrare complessa, nell’atto pratico non lo è. Inoltre, Fallen Legion Revenants non presenta una difficoltà elevata. La difficoltà reale consiste nel caos visivo che si viene a creare su schermo e che rende complesso mantenere alto il numero di combo e seguire bene tutti gli indicatori a schermo. Riassumendo, c’è l’elevato rischio di ritrovarsi a premere tasti a ripetizione, affidandosi al caso e… vincendo anche abbastanza facilmente. L’elemento strategico viene quindi danneggiato notevolmente e il tutto va a potenziare un senso di monotonia che può emergere abbastanza presto.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Fallen Legion Revenants prova a seguire il percorso visivo dei Vanillaware ma perde inevitabilmente il confronto. Sì, i personaggi sono esteticamente accattivanti ma il contorno, tra cui le location anonime e scarsamente dettagliate (soprattutto quelle delle missioni), vanno a ledere il risultato finale. Anche il sonoro non è memorabile a differenza di un doppiaggio abbastanza buono anche se non “completo” (gli Exemplar sono muti anche durante le fasi doppiate).
Da segnalare che la versione PlayStation 5 non presenta grandi migliorie grafiche e non sfrutta le potenzialità del pad ma, in compenso, i caricamenti (flagello delle edizioni passate) sono leggermente diminuiti per quanto riguarda la loro durata. Purtroppo la presenza permane costante e a lungo andare possono ancora infastidire.