Far: Lone Sails, definito “vehicle adventure game” con dinamiche di genere puzzle e platform, è stato rilasciato il 18 agosto per Nintendo Switch. Il titolo è precedentemente uscito anche su PC, PlayStation 4 e Xbox One.
Gameplay
Perché definire Far: Lone Sails un vehicle game? Il motivo è da rintracciare nelle meccaniche di gameplay che sono interamente incentrate sullo spostamento, l’uso e la manipolazione di quella che sembra una vecchia locomotiva, molto piccola e dotata di ruote.
Fondamentalmente il giocatore dovrà capire da solo come interagire con il veicolo, senza l’aiuto di alcun tutorial o suggerimento; dovrà occuparsene e prendersene cura con i giusti interventi nel momento in cui le situazioni e il contesto lo richiederanno. Ovviamente l’utente, all’inizio del gioco, non avrà a disposizione tutti gli elementi del suddetto, li sbloccherà con il naturale proseguimento della narrazione principale.
Il gameplay si può tranquillamente definire molto basilare e semplice, si limita all’uso pratico di due comandi con i quali si percorrono e risolvono tutti i puzzle ambientali del gioco; ma, come si dice spesso, le cose più semplici sono le più belle e apprezzate. Ebbene, questo è il caso di Far: Lone Sails. La semplicità delle sue azioni sono il cuore pulsante del titolo e lo rendono davvero speciale.
I mie complimenti vanno allo sviluppatore Okomotive, che con soli due gesti e limitati mezzi a disposizione è riuscito a creare un titolo molto godibile e di notevole valore artistico, sfruttando a pieno il potenziale del gioco.
L’arte con le ruote
Gli senari di Far: Lone Sails sono intrisi e permeati da una artisticità davvero affascinante. La solitudine e la forza della natura sono rese con una semplicità e bellezza davvero ammirevole che colpisce l’occhio e riesce a trasmettere il senso di paura, di smarrimento e di abbandono del mondo di gioco; un mondo ormai devastato, desolato e colmo di macerie, la cui mobilità è restituita solo dagli scenari e dalla locomotiva.
Il dissidio tra la mobilità della natura e l’immobilità del genere umano ormai giunto al suo termine, è stato reso benissimo con i disegni del titolo, a tratti anche molto commoventi.
Gli scenari passano davanti minuto dopo minuto creando un senso di movimento e di inquietudine allo stesso tempo, per questo mi piace definire l’arte proposta da Far: Lone Sails come “l’arte con le ruote”. Si muove con noi e ci accompagna, eppure in realtà è indipendente da noi, continua il suo destino solitaria e non si cura del nostro passaggio.
L’uso del colore è determinante in questo titolo, ed è studiato nei minimi dettagli. In alcuni casi lo sfondo sarà bianco e nero con solo alcuni elementi in rosso. Questa tecnica, indirizza lo sguardo dell’osservatore su alcuni punti specifici che diventano i punti di interesse dell’immagine.
Ma ad accompagnare questi raffinati scenari, c’è anche la musica, studiata per disegnare i contorni della solitudine in un modo molto toccante. Ci sono lunghi momenti in cui la musica è presente solo come sibilare del vento o addirittura assente, è in quel momento che il giocatore avverte e percepisce tutta la tragicità del titolo e quando essa riprende è, invece, sollevato da un senso di speranza che gli consente di proseguire il suo viaggio.
Destinatari del gioco
Far: Lone Sails è destinato ad un pubblico di nicchia, a mio parere esclude molti generi di giocatori. È un titolo decisamente artistico che invita alla riflessione e alla contemplazione, purtroppo però è risaputo che questo genere di capolavori non può essere adatto nè a tutte le fasce di età, nè tantomeno alla moltitudine di utenti che ogni giorno si avvicina ai videogames con un approccio più superficiale.
Questo può considerarsi un difetto? In parte sì, in quanto è giusto a mio parere che l’arte, e quindi il videogioco che è una sua forma, debba essere accessibile a tutti o alla maggior parte. Nonostante ciò, però, non posso definirlo completamente un errore dello sviluppatore, in quanto sono fermamente convinta che l’arte debba essere sciolta da qualsiasi ragione puramente economica, sociale e culturale. L’arte deve essere libera e andare al di là di qualunque pregiudizio, ragione politica e di mercato.
I difetti del gioco
Definire o indicare i difetti di questo titolo, è davvero molto complesso. La ragione è che non sono così netti e oggettivi come dovrebbero essere per definirli tali, ma non per questo posso esimermi dal notarli e riconoscerli.
I punti forti del titolo spesso rappresentano la debolezza dello stesso. Il gameplay è molto semplice e, per alcuni utenti, potrebbe risultare ripetitivo e noioso; inoltre, i puzzle ambientali sono oggettivamente troppo facili e anche se tutti gli elementi sono perfettamente equilibrati, forse un pizzico di difficoltà e di comandi in più avrebbe avvicinato un maggior numero di giocatori.
L’assenza di successive modalità potrebbe essere definito un difetto, in quanto questa mancanza mina alla longevità del titolo, pur tuttavia trovo che Far: Lone Sails voglia invitare l’utente a un’esperienza di gioco unica da assaporare tutta d’un fiato e data la sua brevità (giustificabile in un gioco indie) la mancanza di una suddivisione in capitoli non è poi così grave, ma si tratta comunque di una mancanza.
Trama
La sinossi risulta essere la componente più misteriosa ed enigmatica del titolo. Non abbiamo certezze ma solo interpretazioni; l’unica cosa che sappiamo è che il mondo di gioco (probabilmente la Terra) è stato devastato da qualche evento (che sia provocata da una guerra o dalla natura che si ribella non ci è dato sapere) e che l’unica sopravvissuta sembra essere una donna. Non sappiamo quale sia la finalità di questo viaggio di sopravvivenza, non conosciamo l’identità della donna e il perché sia l’unica sopravvissuta.
L’interpretazione viene affidata completamente al giocatore che trarrà le sue conclusioni personali in merito. Questo, a parer mio, è un altro punto a favore del gioco e lo arricchisce ancora di più, spingendo l’utente a rigiocare il titolo. Sarà per questo che a Far: Lone Sails non servono ulteriori modalità di gioco al termine della narrazione? A noi la scelta.