Stanco di vedere gente grigia e malvestita in giro per la città? Il tuo incubo sono i teenager con il sedere di fuori o gli immancabili turisti crucchi con sandali e calzini? Da oggi puoi chiamare la Fashion Police per un pronto intervento nei confronti dei crimini contro il buon gusto; a patto ovviamente di abitare a Trendopolis.
Queste premesse, assurde e ilari allo stesso tempo, sono l’anima di Fashion Police Squad, divertente FPS retro di Mopeful Games che dopo un discreto successo su Steam arriva in questo 2023 anche su console.
La polizia veste Prada
La trama, come è normale per questo tipo di giochi, è ridotta all’osso: a Trendopolis gli sciatti non sono bene accetti. La città è perfetta e tutto deve essere adeguato: niente impiegatucci con abiti stazzonati grigi, niente vestiti oversize o t-shirt sgargianti, né tantomeno gente che va in giro vestita con sacchi di patate!
Nei panni del Sergente Des, stimato membro della Fashion Police Squad (guarda un po’, le iniziali sono FPS), dovremo andare a “regolare” i trasgressori, rendendoli più adatti alla città in cui vivono. In base alle chiamate che riceveremo dalla nostra partner ci troveremo a girare le varie zone di Trendopolis che spaziano dal quartiere degli affari al fashion district, passando per una zona glitch, per la metropolitana e una ridente spiaggia dove ahinoi, non potremo rilassarci mentre sorseggiamo i nostri preziosissimi cocktail.
Questo perchè negli ultimi tempi i crimini contro il buon gusto sono aumentati esponenzialmente e il nostro compito è porre riparo a questo scempio, indagando al tempo stesso sul perchè di questa recrudescenza che ci fa sanguinare gli occhi.
Il gameplay di Fashion Police Squad
La prima differenza tra Fashion Police e altri FPS è immediata: ci troviamo in un mondo colorato in cui non dovremo uccidere i nostri avversari. Dopotutto, il loro unico crimine è una cronica mancanza di buon gusto. Per questo motivo le nostre armi sono “atipiche” e tutte con un effetto differente, elemento su cui si basa la maggior parte del gameplay.
Senza problemi di munizioni, che sono infinite, a nostra disposizione abbiamo una sorta di fucile da paintball che funge anche da pistola ad acqua, una mitragliatrice macchina da cucire, delle gnomo bombe e altri gingilli deliranti e divertenti.
Il perchè di queste tipologie di armi è presto detto ed è da ricercarsi in un gameplay di tipo rock, paper, scissor: ogni arma è efficace contro una tipologia di nemici e solo contro quella. La mitragliatrice ad esempio è indispensabile per i lavori di alta sartoria e quindi contro chi ha vestiti troppo grandi oppure indossa un sacco di iuta, ma è inefficace per gli avversari grigi a cui dare un po’ di colore.
Le gnomobombe servono per normalizzare i turisti con sandali e calzini, mentre per i ragazzi col cavallo estremamente basso dovremo assolutamente ricorrere alla nostra cintura multifunzionale e via dicendo. Se il sistema può essere anche divertente, il rovescio della medaglia è che si potranno creare delle situazioni caotiche in cui la gestione delle armi e dei bersagli non è semplice e proficua.
Seguendo un po’ la moda di alcuni grandi classici, come Doom, anche in Fashion Police Squad alle sparatorie si alternano sezioni puramente platform, tipicamente accoppiate all’uso della nostra cintura della giustizia. Usando il suddetto accessorio come un lazo, infatti, potremo aggrapparci a delle provvidenziali aste sparse per i livelli, così da superare i tetti di Trendopolis o mucchi di immondizia fetida e pericolosa.
Si tratta delle sezioni meno riuscite in assoluto nel gioco, che richiedono un tempismo praticamente perfetto; tuttavia una volta preso il ritmo ci si sente quasi come Spider-Man che volteggia sui tetti New York. Elementi platform più “classici” sono disseminati in giro per i vari livelli, da utilizzare per trovare aree segrete, di poca o nessuna utilità effettiva, ma comunque divertenti da localizzare e raggiungere.
Uno sguardo alla grafica e al comparto sonoro
Con questo gameplay volutamente di stampo classico, ben si sposa l’ambientazione rétro, arricchita da una palette iper colorata (il grigio va assolutamente eliminato) scelta dagli sviluppatori, che ci accompagna per tutta la durata della campagna, 3 ore circa, tra ambientazioni che presentano quel minimo di varietà necessaria per non farci abbandonare il gioco nei pochi momenti frustranti.
La colonna sonora non brilla particolarmente, ma è un difetto assolutamente perdonabile. È composta da una serie di brani dal ritmo veloce ed incalzante che accompagnano il giocatore nell’esplorazione, in versione midi per ben correlarsi allo spirito retrò del gioco, ma spesso ripetitivi e sicuramente non di impatto. Una volta spento il gioco non è una melodia che rimane in testa, anonima al punto da potersi adattare benissimo a un qualsiasi FPS solo per scandirne il ritmo di gioco.