L’annuncio di Fatal Fury City of the Wolves ha colto tutti i fan dei picchiaduro di sorpresa, ma ha generato un enorme moto di entusiasmo nella community della saga che da tempo aspettava un sequel di GAROU: Mark of the Wolves. Dopo quell’annuncio nel 2023, però, la SNK è caduta nel silenzio più assoluto, fino a pochi giorni fa.
Il primo trailer di Fatal Fury City of the Wolves, che trovi in calce a questo articolo, non solo ci fornisce una marea di dettagli aggiuntivi e i primi cinque personaggi che saranno giocabili, ma ci permette finalmente di scoprire anche quando uscirà il gioco, ovvero a gennaio 2025. Un bel po’ di mesi d’attesa, va detto.
In ogni caso possiamo sfruttare questo tempo in modo utile, tipo ripassando tutta la storia della saga fino a questo punto. Il compito non è semplice, ma fortunatamente per te io ho una mia personalissima rubrica dedicata ai picchiaduro di ogni tipo (il cui indice è anch’esso alla fine dell’articolo) e sono qui per aiutarti.
Perché non è semplice? Perché quasi tutti i giochi SNK sono in qualche modo connessi tra loro, creando di fatto una specie di multiverso che è però pieno di errori di continuità, capitoli canon che non sono più canon, incongruenze e così via. Un bel pasticcio che va dal medioevo (1786) fino al futuro più remoto (data boh).
Nell’articolo di oggi metto quindi in pausa la nostra (ri)scoperta di Kunio-Kun e faccio il punto su tutti i giochi che fanno parte dell’universo di Fatal Fury. Ovviamente non entrerò nel dettaglio delle singole saghe, altrimenti finiresti di leggere tra un anno minimo, ma cercherò di essere il più completo possibile. Iniziamo.
Fatal Fury City of the Wolves – Il Passato Antico
La lunga epopea di Samurai Shodown
Il multiverso SNK, di cui Fatal Fury City of Wolves è l’ultimo capitolo, parte quindi dal passato antico con la saga di Samurai Shodown che copre gli eventi dal gennaio 1786 fino al 1811. Il tutto attraverso dodici giochi (due dei quali semicanonici) che, per renderci le cose più facili, non sono usciti in ordine cronologico.
Tutto inizia nel 6° anno dell’era Tenmei, durante la grande carestia, dove ha luogo la ribellione contro lo shogunato Tokugawa del generale Gaoh. Gli eventi sono raccontati in Samurai Shodown V e, per quanto Gaoh venga infine fermato, il suo scopo è compiuto quando il nuovo Shogun Yoshitora Tokugawa diventa più responsabile.
Passa quindi un anno di transizione, ma nel 1787 il Giappone piomba nuovamente nel caos quando un terribile male soprannaturale inizia a influenzarne le terre. La minaccia è quella di Shizuka Goken, lo spirito non morto di una giovane donna intrappolata nello Yomi e gli eventi sono narrati nell’ultimo capitolo, Samurai Shodown (2019).
Il 1788 è tuttavia l’anno più intenso della saga visto che in quest’arco temporale hanno luogo Samurai Shodown I, III e IV. Tutto inizia con la resurrezione di Shiro Tokisada Amakusa che, corrotto dall’entità maligna Ambrosia, cerca di portare quest’ultima nel piano materiale, ma viene infine fermato da Haohmaru e Nakoruru.
Haohmaru incontra quindi un giovane ragazzo di nome Hisame Shizumaru e decide di prenderlo come allievo. Da questi scopre di un “demone” che vive come un eremita sulle montagne e che è in realtà un semplice potente guerriero chiamato Minazuki Zankuro. Shizumaru riesce a sconfiggerlo e questi viene ucciso da un fulmine (olé).
Il suo riposo non dura però molto perché Amakusa, ora diviso in due entità, una buona e una malvagia, lo resuscita e lo controlla sfruttando le capacità di una kunoichi di nome Kazama Hazuki. Lui e Zankuro vengono infine fermati dai fratelli di Hazuki, Kazuki e Sogetsu, con il primo che è costretto all’esilio insieme alla sorella.
La prima metà della saga si chiude nel 1789 con Samurai Shodown II. Qui un potente demone al servizio di Ambrosia, Rashojin Mizuki, viene risvegliato dall’Amakusa malvagio e prende possesso di una sacerdotessa. L’Amakusa buono sacrifica sé stesso per proteggere gli eroi e alla fine Haohmaru e Nakoruru sigillano Mizuki nel Makai.
La seconda metà della saga si apre con un gioco non canonico, ovvero Samurai Shodown V Perfect. Questo altera la storia di Samurai Shodown V per aggiungere alcuni personaggi successivi e giustifica il tutto dicendo che Kuroko ha evocato in una dimensione alternativa i guerrieri più forti del mondo per un torneo. Fine.
Nel 1790, il primo anno dell’era Kansei, ha luogo Samurai Shodown 64. Yuga il Distruttore, originario del Makai, vuole invadere il mondo reale prendendo possesso di un corpo perfetto, generato dall’unione della sua servitrice controllata mentalmente Shiki e di Haohmaru. Questi invece sconfigge Yuga e libera Shiki.
Nel seguito, Samurai Shodown 64: Warriors Ragem, Yuga si libera dal Netherworld con l’aiuto dell’entità Asura che poi clona per recuperare Shiki. Il clone si innamora però della ragazza, si fonde con il vero Asura e distrugge definitivamente Yuga. Asura e Shiki hanno infine una figlia che viene affidata alle cure di Haohmaru.
Nel 1971 ha luogo uno dei capitoli più bizarri della saga, ovvero Samurai Shodown Sen. Qui seguiamo le vicende di una ragazza di nome Suzu, cresciuta in Giappone, che scoprirà di essere la principessa del Regno Europeo di Lesphia e dovrà in tale veste fermare la rivoluzione globale del veterano di guerra Golba.
Facciamo un salto in avanti di otto anni e arriviamo al 1799, la fine dell’Era Kansei, dove è ambientato il secondo capitolo non canonico della saga, ovvero Samurai Shodown VI. Yoshitora Tokugawa, ispirato da quanto fatto da Kuroro in Samurai Shodown V, organizza un immenso torneo dimensionale a tema festività del mondo (giuro).
La saga termina nel 1811 con Samurai Shodown: Warriors Rage (il 64 fa differenza). Siamo nell’era Bunka, l’epoca dei samurai sta terminando, ma molti si ribellano contro lo shogunato. Tra questi gli abitanti dell’isola prigione Ritenkyo. Seishiro Kuki è incaricato di fermarli mentre Haohmaru è in cerca di sua “nipote” Mikoto.
La Storia di The Last Blade
Samurai Shodown non è l’unica saga di picchiaduro SNK a essere ambientata nel passato antico, ma i fan del genere sanno bene che anche The Last Blade ha luogo in “quegli anni,” anche se un bel po’ dopo, per la precisione nel 1863-4 (cosa che rende la presenza di Hibiki in Samurai Shodown 2019 piuttosto anacronistica, va detto).
Il primo The Last Blade è ambientato sul finire dell’era Bunkyu, durante il Bakumatsu, e segue le vicende di Kaede, Moriya e Yuki mentre indagano sulla morte del loro maestro e padre adottivo Gaisei. Questo li porterà a scoprire i poteri dei quattro dei e a scontrarsi con il guardiano dei Cancelli dell’Inferno, Shinnosuke Kagami.
The Last Blade 2 è il sequel diretto del precedente gioco e è ambientato un anno dopo. Le azioni di Kagami hanno portato alla congiunzione dei quattro dei e ora “qualcuno” vuole impedire che questi siano nuovamente sigillati. Per questo resuscita Gaisei e lo trasforma in Kouryu, fornendogli il potere di tutte e quattro le divinità.
Come puoi notare, la storia di The Last Blade non ha un vero finale. Non si scopre mai chi ha agito nell’ombra per resuscitare Gaisei e gli altri non-morti presenti. Una delle protagoniste, Yuki, oltretutto muore alla fine del gioco per sigillare l’Inferno. Servirebbe proprio un altro The Last Blade che concluda tutto, vero?
Fatal Fury City of the Wolves – Il Passato Recente
La Trilogia degli Ikari Warriors
Il nostro cammino verso Fatal Fury City of the Wolves ci porta quindi verso un passato più recente e la prima serie di giochi che incontriamo, avendo inizio durante la guerra del Vietnam, è quella dedicata agli Ikari Warriors. E’ canonicamente confermato che, per quanto in occidente si chiamino Paul e Vince, questi sono Ralf e Clark.
Il primo gioco della saga, Ikari Warriors, fu il primo titolo arcade SNK a avere successo in occidente, nonostante fosse un clone avanzato di Commando (un run ‘n gun verticale). Ispirato da Rambo 2, il gioco vede semplicemente Ralf e Clark in missione per raggiungere il villaggio occupato Ikari e salvare il prigioniero lì presente.
Gli altri due giochi “canonici” della trilogia prendono una linea narrativa ben più assurda. In Ikari Warriors II: Victory Road, l’aereo su cui Ralf, Clark e il prigioniero stanno viaggiando viene colpito da una strana tempesta e il gruppo si ritrova in una dimensione alternativa governata da un despota di nome Zang Zip.
I nostri eroi riescono infine a tornare a casa, ma in Ikari III: The Rescue vengono incaricati di salvare la figlia del Presidente degli Stati Uniti dalla pericolosa organizzazione militare/criminale di nome Crime Ghost. La solita scusa per fare a pugni e riempire lo schermo di proiettili, ovviamente.
Da notare che nel 2006, solo in Giappone purtroppo, è uscita una specie di reboot/remake/sequel/boh dal titolo Ikari Leona Gekitohen che offre la possibilità di usare Leona, Ralf e Clark. L’aereo degli Ikari Warriors viene nuovamente abbattuto da un nemico misterioso e i nostri devono salvarsi la pelle.
La Saga di Athena
Proseguendo il nostro percorso storico, la saga di Athena è in realtà difficile da collocare con precisione. Due dei quattro giochi, Athena e Athena Full Throttle, sono ambientati in un antico mondo mistico abitato da divinità, tra cui, per l’appunto, la Principessa Athena del Regno della Vittoria.
Questa, annoiandosi troppo, apre i Cancelli Proibiti e si ritrova a fare i conti con il malvagio Imperatore Dante e i suoi crudeli seguaci. Una volta sconfitto questi e recuperati i suoi vestiti, decide quindi di aprire la Porta che non Deve Mai Essere Aperta: B. Segue nuova serie di scontri insieme alla sua maggiordomo Helene.
L’Athena di cui sentiamo però spesso parlare nei picchiaduro SNK è Athena Asamiya, reincarnazione della Principessa Athena e guerriera psichica, protagonista del sequel spirituale di Athena insieme alla sua controparte maschile, Sie Kensou. I due appaiono nel citato Psycho Soldier e in Athena: Awakening From the Ordinary Life.
In Psycho Soldier Athena e Sie devono salvare il Giappone da un’invasione di entità maligne mentre il secondo gioco è una specie di reboot con i toni molto più oscuri, ambientato in un 2018 alternativo dove una misteriosa organizzazione ultratecnologica vuole sfruttare i poteri di Athena per i proprio misteriosi e oscuri interessi.
La Trilogia di Art of Fighting
Dopo queste due saghe spin-off quasi non canoniche, torniamo sui picchiaduro con la trilogia di Art of Fighting che era stata originariamente pensata proprio come un prequel di Fatal Fury. In realtà tra le due saghe, a oggi, ci sono parecchie incongruenze, ma questa, come vedremo, è una cosa molto comune del multiverso SNK.
Nel primo Art of Fighting, Yuri Sakazaki viene rapita da Mr. Big per ricattare Takuma Sakazaki e obbligarlo a lavorare per lui. Ryo Sakazaki e Robert Garcia partono al salvataggio, sconfiggendo vari volti noti lungo il cammino e infine lo stesso Mr. Big. Il gioco termina dopo il combattimento con il misterioso Mr. Karate.
In Art of Fighting 2 si scopre che Mr. Karate era Takuma Sakazaki, volenteroso di mettere alla prova gli allievi facendogli sconfiggere Mr. Big, il boss criminale di South Town. Una nuova stella nascente della criminalità ne prende il posto, Geese Howard, che, per dimostrare la sua forza, organizza il primo torneo The King of Fighters.
Art of Fighting 3 è spesso dimenticato e per validi motivi visto che abbandona South Town e gran parte del cast storico della serie in favore del Messico. Ryo accompagna infatti Robert nella sua missione di salvare una vecchia amica, Freia Lawrence, dalle grinfie del malvagio Wyler che vuole sviluppare un elixir di superforza.
Fatal Fury City of the Wolves – Criminali, Divinità e Alieni
La Trilogia di Fatal Fury
Arriviamo così alla saga principale a cui è legato Fatal Fury City of the Wolves, ma questa è a sua volta spezzata in tre “pezzi.” Il primo è composto dalla prima trilogia di Fatal Fury che racconta l’ascesa dell’Hungry Wolf Terry Bogard, di suoi fratello Andy e del suo amico Joe Higashi all’interno di South Town.
In Fatal Fury: The King of Fighters scopriamo che Geese ha reso annuale il The King of Fighters, ma si è fatto più furbo e ora, il campione, prima di lui deve battere il suo braccio destro imbattuto: Billy Kane. Terry e Andy, desidorsi di vendicare il padre ucciso proprio da Geese, conquistano il torneo e battono tutti.
Alla fine di Fatal Fury, Geese Howard vola di sotto dal suo grattacielo e teoricamente muore. Il suo fratellastro, Wolfgang Krauser, arriva a South Town e ne prende il posto, indicendo un altro The King of Fighters mondiale. Fatal Fury Special è una versione aggiornata di Fatal Fury 2 che rivela che Geese è sopravvissuto.
Fatal Fury 3: Road to the Final Victory, infine, coinvolge tre pergamene magiche che si dice possano donare l’immortalità e immensi poteri e che sono state individuate a South Town. Sulle loro tracce sia la mafia cinese dei gemelli Jin e del loro agente Ryuji Yamazaki, così come lo stesso Geese Howard e i fratelli Bogard.
La Saga di Orochi
Un po’ come Fatal Fury, anche l’altra grande saga di picchiaduro SNK, The King of Fighters, è divisa a pezzi, quattro per la precisione, ma questi sono fortunatamente più ordinati. Il primo, composto da ben sei giochi, copre gli eventi che hanno luogo dal 1994 al 1998, anche se The King of Fighters ’98 non ha un impatto narrativo.
Dopo la scomparsa di Geese e Krauser, è il miliardario Rugal Bernstein a aver preso possesso del The King of Fighters come organizzatore. Il malvaggio e esperto combattente si diverte a battere i campioni e trasformarli in statue. Nel 1994 viene però infine battuto da un giovane trio di combattenti: Kyo Kusanagi, Benimaru e Daimon.
Rugal si suicida dopo la sconfitta, ma viene resuscitato da Mature e Vice con l’aiuto di un misterioso potere e organizza un nuovo The King of Fighters nel 1995. Kyo partecipa nuovamente, ma tra i combattenti c’é anche qualcuno che lo vuole morto, un certo Iori Yagami. Rugal viene sconfitto e ucciso dal suo stesso potere.
Nel 1996 viene organizzato da Chizuru Kagura un nuovo The King of Fighters. La ragazza ha percepito il potere di Orochi in Rugal e ha capito che gli Hakkeshu stanno agendo per resuscitarlo. Kagura tenta di unire le forze con Kyo e Iori, ma ci riesce solo all’ultimo, quanto basta per battere l’Heavenly Knight Goenitz.
The King of Fighters: Kyo è una visual novel con combattimenti a turni rilasciata solo in Giappone che è considerata canonica e narra gli eventi a partire da 11 mesi dopo il The King of Fighters ’96 fino al The King of Fighters ’97. La cosa più interessante di questo gioco è che introduce Aoi e Souji Kusanagi (che vorrei tanto rivedere).
Infine abbiamo The King of Fighters ’97 dove la presenza dei tre heavenly knights rimanenti e dei quattro altri hakkeshu, porta al semi-risveglio di Orochi nel corpo di Chris. Solo l’unione dei poteri di Kyo, Iori e Kagura riesce a fermare la resurrezione del Dio, ma nell’esplosione che ne segue, si perdono le tracce di Kyo Kusanagi.
La Saga di Metal Slug Parte 1
Esatto, hai letto bene, l’enorme e assurda saga di Metal Slug fa parte del multiverso SNK perché, non solo negli ultimi capitoli gli Ikari Warriors hanno spesso collaborato con i Peregrine Falcon (PF), ma la stessa Fio compare sia in The King of Fighters 2000 che in The King of Fighters Maximum Impact II. Ma quando ha luogo Metal Slug?
La saga ha di per sé delle proprie date. I primi tre giochi sono quasi successivi mentre il sei, il primo con Clark e Ralf, si piazza tra Metal Slug 3 e 4. Mi viene quindi da pensare che gli eventi di questi primi giochi abbiano avuto luogo tra l’Orochi Saga e le NESTS Chronicles visto che Ikari e PF già si conoscono nel 2000.
Si, lo so che lo stesso Metal Slug 1 si piazza nel futuro (2028 se non erro), ma come abbiamo visto con Art of Fighting e Fatal Fury, le incongruenze in questo multiverso sono all’ordine del giorno. Comunque, per chi non lo sapesse, la saga di Metal Slug segue lo scontro tra i PF e l’armata dei ribelli guidata dal Generale Morden.
In Metal Slug 2, dopo la sconfitta, il Generale Morden si fa aiutare dai marziani, ma questi lo tradiscono a loro volta, obbligando i ribelli e i PF a unire le forze per respingerli. I marziani però catturano e clonano Morden, usandolo per generare il caos che conduce a Metal Slug 3, quando i PF li respingono una volta per tutte.
I PF, insieme agli Ikari Warriors, quindi si dirigono a catturare Morden in Metal Slug 6, ma scoprono che si è alleato nuovamente con i marziani. Stavolta questa alleanza è però ragionevole perché una razza di alieni più pericolosi, gli Invasori, sta per attaccare la Terra. Solo l’unione dei tre fronti porterà alla salvezza del pianeta.
La Storia di Buriki One
Prima di concludere la prima parte del nostro articolone sul multiverso SNK, bisogna fare una digressione perché Buriki One, uno dei primi picchiaduro 3D della SNK, è ambientato proprio nel 1999, un anno dopo la teorica conclusione dell’Orochi Saga. Buriki One è da considerarsi canonico nell’universo di The King of Fighters per due motivi.
Il primo è che nel gioco compare, come lottatore segreto, una versione più “invecchiata” di Ryo Sakazaki con il nome di Mr. Karate II e, il secondo motivo, è che il protagonista di Buriki One, Gai Tendo, e il suo antagonista, Silber, appaiono come lottatori giocabili in niente meno che The King of Fighters XI. Insomma, è canon!
Nonostante ciò, Buriki One di per sé ha ben poco dello stile degli altri giochi di questo articolo perché la SNK provò a creare un picchiaduro realistico, sulla falsariga di quelli che all’epoca andavano per la maggiore. La storia è quella di un torneo mondiale tra diversi stili al Tokyo Dome chiamato World Grapple Tournament. Fine.
The Fighters’ Legacy Index
#001 – Street Fighter VI La Storia fino ad ora
#002 – Mortal Kombat I La Storia fino ad ora parte 1
#003 – Mortal Kombat I La Storia fino ad ora parte 2
#004 – Mortal Kombat I La Storia fino ad ora parte 3
#005 – Tekken 8 La Storia fino ad ora
#006 – Soul Calibur La Storia fino ad ora
#007 – Gladiator Che cosa è?
#008 – Blandia Che cosa è?
#009 – Kunio-Kun Che cosa è?
#010 – Kunio-Kun la Saga Originale
#011 – Kunio-Kun la Saga Nekketsu