Fate of Kai è una storia, un fumetto, che ci permette di entrare nella storia che racconta in maniera nuova, differente. Pur trattandosi di un’avventura, non ci troviamo davanti ad un’azione vera e propria, ma più che altro affrontiamo un viaggio che, insieme al protagonista, ci porterà a vivere un viaggio insolito.
Sfogliando le pagine del libro magico avremo modo di viaggiare a ritroso nel tempo e modificare alcuni fatti, sbloccando nuove possibilità, ma anche interagire in maniera diversa con le sfide che ci vengono presentate. In un viaggio fatto di 7 capitoli, tutti formati da disegni immersivi e, semplicemente, bellissimi.
Fate of Kai, un viaggio verso le mura dell’Io
Kai si risveglia, con noi, in questo infinito campo di girasoli e, come noi, non sa né cosa fare né come ci è arrivato. Senza alcun tipo di introduzione, quindi, ci troveremo a dover iniziare a compiere il nostro viaggio sfogliando le pagine di un libro magico, in più di un senso.
Fate of Kai ci permette di fare un viaggio in un mondo di maschere e complicazioni, di musica che risuona nell’aria e di fughe inaspettate, con un’ombra scura che intravediamo di tanto in tanto in alcune delle illustrazioni. Il ragazzo vaga nelle pagine della sua avventura in maniera più spensierata rispetto a noi, ma possiamo percepire spesso, quando qualcosa non va come dovrebbe, un che di disperato nel suo sguardo.
Onestamente non mi sento di dare maggiori dettagli in merito alla storia, se non che ci troveremo davvero a seguire un concitato e forzato evolversi degli eventi, nel tentativo di capire, insieme a Kai, che cosa sia successo e perché. Nei 7 capitoli in cui è suddiviso il gioco vivremo diversi tipi di esperienze e, ogni errore, ci porterà ad una diversa conclusione della storia – prima di ricominciare.
È possibile sbagliare fin dall’inizio, in realtà: basta decidere di non interagire con il grosso baule che giace al nostro fianco tra i girasoli. Ovviamente in Fate of Kai è possibile spostarsi nelle varie pagine avanti e indietro, modificando di volta in volta le nostre azioni, quindi nessun errore è irreparabile.
Fate of Kai, lo spasso del giocatore
Ogni capitolo ha un suo nome, oltre che a una numerazione, e quando ci avviciniamo al terzo, ossia “Lo spasso del giocatore”, abbiamo un primo vero assaggio del metodo di gioco che Fate of Kai propone. L’assenza di un qualsivoglia tipo di tutorial si avverte leggermente, ma le opzioni di gioco sono talmente poche che è difficile sbagliare o perdersi.
Tra le varie vignette troveremo alcuni balloons con delle azioni e, cliccandole, possiamo portarle con noi nel corso del nostro viaggio. Fare ciò ha due conseguenze che vanno a creare il fulcro del gameplay:
- in primis togliendo, ad esempio, l’azione “apri” da una porta, non l’apriremo;
- in secondo luogo avremo modo di provare ad aprire qualcos’altro successivamente – o precedentemente.
È inoltre prevista la possibilità di cliccare su alcune clessidre per tornare indietro nel tempo e modificare il corso di alcuni eventi, in modo da farli andare nel modo migliore per l’evoluzione della storia. Non sarà sempre intuitivo capire cosa fare con le varie parole o dove cliccare in alcune sezioni del gioco e devo ammettere che, alcuni degli enigmi, non sono proprio di facile risoluzione.
Va detto che, anche in caso di errori di calcolo o di valutazione, Fate of Kai non ha conseguenze disastrose sull’esito del gioco, perché come già detto il fatto di potersi spostare avanti e indietro per modificare le azioni intraprese è parte integrante del tutto. Difficilmente è un gioco che ha una particolare longevità: pur non prestando attenzione a nulla è difficile finirlo in oltre un’ora e anche i trofei sono pochi e facilmente ottenibili.
Fate of Kai, forza pura e autentica
Il titolo punta tutto sulla sua realizzazione tecnica e, pur non prevedendo praticamente nessuna animazione, è a dir poco una piccola meraviglia. Come già detto i disegni di Fate of Kai sono ricchi, pieni di dettagli, con sfondi degni di essere quasi dei veri e propri dipinti.
Non c’è un parlato, c’è solo la musica, o a volte addirittura solo alcuni suoni ambientali, che ci accompagna nell’avventura, ma l’espressività dei personaggi fa comunque un buon lavoro. Si percepiscono sentimenti e sensazioni anche nella postura di una guardia che, arroccata sulla sua torre di guardia, si gode un momento di relax, o nella delusione di Kai quando qualcosa non va nel verso giusto.
Fate of Kai si focalizza sul trasmettere emozioni e ci riesce benissimo, tra il rumore della foresta notturna e il disagio che si prova nel trovarsi in una cella. Il suono che le pagine fanno quando le sfogliamo ci accompagna durante tutto il tempo, aumentando la curiosità di vedere che cosa ci attende.
Fate of Kai, se una via d’uscita c’era
Il titolo di Trylight Game Studio, oggettivamente, colpisce chi si trova a percorrerne le strade, le pagine. Fate of Kai ha un’identità davvero unica e, pur avendo una durata molto breve, è stato realizzato con grande cura e attenzione al dettaglio.
Nulla di quello che compare nei disegni può essere considerato inutile, perché tutto potrebbe essere un indizio di ciò che ci servirà conoscere per proseguire poco dopo. Ogni decisione che prendiamo avrà delle conseguenze, non solo sulla storia di Kai, ma anche di alcuni dei personaggi con cui si troverà ad interagire nel corso degli eventi.
Un viaggio indubbiamente breve, quello in cui Fate of Kai ci accompagna, ma che vale sicuramente la pena intraprendere. Il titolo è uscito il 12 marzo scorso, ed è disponibile all’acquisto per PC, tramite la piattaforma Steam, e per dispositivi mobili, su App Store e Google Play.