Sviluppato e pubblicato da Red Black Spade, Fearmonium è un metroidvania 2D con la grafica che richiama palesemente lo stile adottato da Cuphead (di cui puoi leggere la nostra recensione inerente l’ultimo DLC). Noi abbiamo indossato i panni di un buffo e cupo clown e siamo andati a devastare la già precaria psiche di Max su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Fearmonium – voglio diventare la tua fobia più grande
Fearmonium decide di raccontare una storia non facile, non tanto per l’intreccio e la sua eventuale complessità ma per le tematiche. Fearmonium parla, infatti, di depressione e fobie di vario genere. Ma procediamo con ordine. Il protagonista della storia è un adolescente di nome Max afflitto da diverse fobie e che vive in uno stato di depressione crescente.
Il giovane non si trova bene nella propria famiglia e ha anche avuto innumerevoli delusioni e innumerevoli fobie nella sua vita. Fobie che lo affliggono profondamente. Ecco, noi siamo una di queste fobie, per l’esattezza siamo un clown donna armata di martello e decorata da colori spenti e macabri. Perché un clown? Il motivo lo scoprirai sbirciando nei primi feedback ma no, non siamo la fobia dei clown che è invece impersonificata da un grosso clown pelato e dall’umore sotto i piedi.
A essere onesti, il cast di Fearmonium spicca più che altro per la loro rappresentazione bislacca delle fobie, delle paure, dei pensieri negativi. A dominare c’è lei, nostro punto di salvataggio, la regina dei mali: la depressione. Una donnina procace coperta di schiuma e che si trova sempre immersa in vasca. Lei fa da guida oltre che da checkpoint e punto manuale di salvataggio. Oltre a lei, degni di nota sono anche i nemici e soprattutto i boss, ognuno raffigurante una determinata fobia o parte di essa.
Ma se la rappresentazione estetica e alcune intuizioni centrano quasi il bersaglio e catturano l’attenzione, a colpire meno è lo scopo del gioco. In quanto fobia, è nostro scopo minare l’equilibrio psicologico del ragazzo, andando contro le sue difese e schiacciando le altre fobie per diventare la fobia dominante. Ecco, questo stesso obiettivo unito al singolare modo, non molto delicato o cauto, di trattare tematiche comunque molto delicate, potrebbe far storcere il naso a più di un utente.
Come ti distruggo la psiche
Fearmonium è un metroidvania vecchio stile, decisamente classico nell’impostazione e che non innova praticamente niente. La sua unicità, risiede unicamente nell’atmosfera e nell’ambientazione, oltre che nell’essenza della protagonista. In quanto fobia, le abilità, i bonus passivi e le azioni richieste, sono tradotto in modo unico e funzionale. Dobbiamo diventare la fobia principale e quindi combattere usando la paura e distruggendo quanto di buono potrebbe trovarsi sul nostro cammino.
Non è un caso se possiamo frantumare ogni singola luce sul nostro percorso o raccogliere palloncini, facendoli scoppiare, che fungono da vera e propria valuta di gioco e che potremo investire in cambio di armi, upgrade o oggetti consumabili. In realtà, potremmo anche scambiarli per ottenere dei vantaggi fissi come segnare sulla mappa determinati punti di interesse o addirittura l’obiettivo da raggiungere.
Questo perché, la minimappa da sola, nonostante il suo essere pratica, non è interattiva ed è abbastanza spoglia di informazioni oltre che minimal ed esteticamente bruttina. Informazioni che, appunto, potremo acquistare man mano che andremo avanti. Una meccanica poco user friendly ma d’altronde, tutto Fearmonium lo è e anzi, si ritrova a essere inspiegabilmente frustrante e legnoso in più di una meccanica.
Prima di tutto: i checkpoint. Pochi e mal posizionati. I salvataggi manuali, già citati nei precedenti paragrafi, non sono ben distribuiti e spesso il game over ci costringe a ripetere lunghe sessioni di gioco. E il game over in sé avviene per motivi decisamente ingiusti. Prima di tutto l’eroina non può schivare o difendersi e ci sono quindi colpi che sono impossibili da schivare. Ma la cosa peggiore la si ottiene durante delle fasi “automatiche”.
Qui ci ritroveremo impegnati su un mezzo di trasporto che si muove su binari unilaterali pieni di ostacoli. I suddetti ostacoli possono essere eliminati con la mossa del nostro mezzo di trasporto o schivati saltando. In caso di utilizzo della mossa d’attacco, questa richiede del tempo per essere ricaricata. Usare male tale mossa può quindi portare inevitabilmente a infrangersi contro a ostacoli che non si possono schivare.
A questo si aggiungono delle abilità passive, come il dash, non sempre ben implementato. Ad esempio, lo stesso dash, utile per raggiungere zone precedentemente inaccessibili, per qualche inspiegabile motivo, non sempre si attiva nella direzione indicata facendoci andare in quella opposta con conseguente causa di danni. Una situazione spiacevole e che va a minare ulteriormente l’esperienza di gioco complessiva di base già non molto precisa.
Da segnalare che la struttura da metroidvania è riprodotta abbastanza fedelmente, con zone da sbloccare grazie all’apprendimento di nuove abilità, percorsi segreti e una mappa in costante espansione ma se l’esplorazione funziona in modo sufficiente, le battaglie, prestano il fianco a qualche imprecisione di troppo e a momenti, soprattutto con alcune boss fight, troppo caotici con attacchi e proiettili un po’ troppo difficili da schivare.
Grafica e sonoro
La grafica di Fearmonium colpisce in quanto rievoca con una certa efficacia lo stile di Cuphead. Le animazioni non sono male ma se nemici e protagonista sono accattivanti, lo stesso non si può dire dei fondali e del level design, spesso poco ispirato, anonimo o ripetitivo. Con le dovute eccezioni in positivo, ovviamente. Il punto più basso sono comunque le sezioni su mezzo e rotaie, brutte, malfatte e con animazioni discutibili.
Il sonoro raggiunge la sufficienza con tracce orecchiabili ma che non lasciano il segno. Buoni alcuni effetti sonori seppur abbastanza standard. Da segnalare l’assenza dei sottotitoli in lingua italiana anche se il titolo non presenta una mole elevate di testi. Infine, il gioco si difende abbastanza bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo con quella portatile consigliata per comodità e resa visiva complessiva.