Playstation 5 ed X Box Serie X sono state annunciate, sono le console su cui è previsto anche l’arrivo di Fifa 21.
Un brand, quello del simulatore calcistico, oramai vissuto con una certa disaffezione da parte dei suoi fan (che pure, a giudicar dai numeri, gli son rimasti grosso modo fedeli) che lamentano la necessità di una vera e propria rispolverata.
In un certo senso, se ci si basasse solo su analisi superficiali, la serie di videogiochi intitolati Fifa potrebbe essere una materia di studio, specie quando si parla di come questa si sia evoluta nel corso degli anni: l’entusiasmo tra una versione e l’altra è andato sempre più scemando. In molti sono portati a pensare che ormai gli sviluppatori di Electronic Arts si limitino, presentando una versione successiva, ad aggiornare le rose ed a variare leggermente il gameplay, sfruttando la fidelizzazione di buona parte dei giocatori.
La sensazione di ritrovarsi dunque con lo stesso gioco suscita quanto meno una critica, che però non si trasforma in una mancanza di risultati economici (forse perchè il target di Fifa è basato sugli sportivi ed appassionati di calcio). Oltre ciò, non aiuta quel rapporto di amore-odio con quel Fifa ultimate team, modalità dotata di micro transazioni, che sembra accentrare su di sé ogni attenzione.
Electronic Arts, dunque, pur essendo in salute dal punto di vista delle vendite è da qualche anno (in realtà, vedremo, molto più di qualche anno) sotto l’accusa di non prendersi cura dei suoi clienti, che poi son quelli che pagano.
Ma, c’è un ma. Con l’arrivo di Playstation 5 ed X Box Serie X, i fan giocatori della serie possono sognare una nuova versione, completamente rivoluzionata grazie al nuovo hardware e dalle prospettive fantastiche, ricca di quelle novità che nemmeno sapevano di volere.
In questo articolo ricostruiremo alcuni periodi storici della saga sportiva: quando, cioè, il videogioco ha mostrato grandi passi avanti in tema di profondità, per ipotizzare dunque su cosa verteranno le nuove implementazioni dell’imminente Fifa 21 e degli ulteriori seguiti su next gen.
Analizziamo dunque le possibilità ma facciamo ordine e partiamo dall’inizio. Per comprendere cosa aspettarci in ambito futuro, per trovare qualche risposta meno superficiale, dobbiamo partire dalla storia del brand. Ti prometto che sarà un passaggio veloce, come un dribbling di Messi. No, non è vero: sarà un lungo, lento viaggio, come un’azione della Juve di Sarri, anzi, di Allegri.
C’era una volta, Fifa…94!
Non si chiamava davvero così, il suo vero nome era “Fifa International Soccer Championship Edition” (pensa quanto ci si sentisse ganzi solo a pronunciarlo tutto), uscito nel Luglio 1993 e quindi associato da tutti alla stagione 93/94, sebbene basato sulle nazionali: insomma, Fifa 94 ma senza club. Attuando la prospettiva isometrica, cioè una visuale a scorrimento dal lato basso-sinistro a quello alto-destro, risultava essere un titolo vivace, in cui si trotterellava sul campo avversario spammando tiri in modo più o meno casuale. Era soprattutto la pratica a farti capire da quali zone segnare e da quali invece non usare il tiro.
Nonostante all’epoca pullulassero i videogiochi a tema calcistico (vi era anche il famigerato cabinato di Virtua Striker!) era inizialmente Sensible Soccer il principale rivale di Fifa, anche se è più giusto dire che i due coesistettero senza ferirsi: troppo diversi. Solo un anno più tardi, col quasi gemello International Superstar Soccer, Konami inaugurerà gli albori di un certo dualismo. Ci torneremo, perchè è impossibile parlare di Fifa senza parlare della sua nemesi.
Concentriamoci sulla prima edizione uscita nel 93. Aveva un gameplay molto divertente ma per i tempi di allora si strabuzzavano gli occhi per ben altre cose, che erano nuovissime: la presenza del pubblico (ognuno con un’animazione dedicata), le esultanze sui gol (sonoro ed animazione anche qui), il sound che seguendo l’onda del periodo non era più formato dai classici “beep” ma da veri e propri suoni realistici ed immersivi, che ricreavano l’atmosfera da stadio. Ciò che però interessa a noi è come Fifa 94 evolse alla sua successiva versione, che per la cronaca si chiamava “Fifa Soccer 95”.
Per fare un breve riassunto, chi passava dal precedente al successivo, nonostante la medesima prospettiva isometrica, notava anzitutto una riscrittura totale degli elementi grafici: i giocatori, il campo, i vari NPC vennero praticamente ridisegnati da zero (precisiamo, siamo ancora su concetti di grafica in 2d), dando dunque un colpo d’occhio di totale novità. Anche il sound venne ristrutturato e reso sensibilmente più profondo. Vennero aggiunte una serie di modalità giocabili ed aumentata la disponibilità di rose.
Con un gameplay relativamente uguale, tutte le altre modifiche ebbero comunque l’effetto di suscitare entusiasmo per questa nuova versione. In quel periodo, infatti, la novità era vissuta soprattutto in chiave grafica e sonora. Ciò fu ancor più evidente con l’uscita di Fifa 96 e l’abbandono della prospettiva isometrica in favore di un campo da calcio completamente in 3d (ma con giocatori ancora realizzati in 2d) ed una prima bozza di telecronaca interattiva.
Il passaggio al tridimensionale in effetti è una rivoluzione di quegli anni, una cosa fortemente domandata dal mercato. Se nell’edizione del 96 la novità riguardava il campo 3D, nel 97 questo concetto fu ulteriormente implementato con l’aggiunta di ulteriori 22 oggetti poligonali, i calciatori. Ancora una volta fu la grafica il concetto principale da potenziare, mentre il gameplay sembrava non subìre particolari miglioramenti dalla versione precedente.
La vera rivoluzione fu l’arrivo di Fifa 98.
Il gioco ebbe uno straripante successo anche perchè legato per la prima volta alla coppa del mondo (il titolo intero era infatti Fifa: Road To World Cup 98). Le differenze con la versione precedente del 97 erano tali da far pensare, com’è effettivamente vero, che fossero due giochi completamente distanti anche a livello concettuale, non solo grafico. Con Fifa 98 venne scavato un enorme solco con qualsiasi altra opera calcistica dei tempi, i modelli dei giocatori vennero ridefiniti da zero ed il livello di dettaglio fece un enorme balzo avanti anche grazie alla presenza di stadi reali riprodotti in virtuale, dettagli sui calciatori prima non ipotizzabili, nonchè una serie di modalità di gioco come appunto la coppa del mondo. La cosa più importante fu però l’implementazione di un nuovo tipo di gameplay, fluido ed innovativo per i tempi di allora, che rendeva possibile alcune azioni prima nemmeno ipotizzabili. Parliamo di una base che si protrasse per circa dieci anni, talmente solida da rendere molto più fruibile e spettacolare la partita.
Fu a questo punto che Electronic Arts iniziò a presentare delle versioni simili a quella precedente, in particolare per ciò che concerne Fifa 99, 2000, 2001, 2002: anno dopo anno, si videro alcuni miglioramenti grafici comunque non molto di impatto, mentre il gameplay risultò familiare.
Il gioco non era privo di difetti ma la complessità di quest’ultimo lo rendeva comunque soddisfacente, abbastanza da implementare poco o nulla da un anno all’altro. La mancanza di un feedback continuo (non c’erano ancora i social) e di una vera e propria community omogenea con cui confrontarsi, fece sì che Ea considerasse soddisfacente l’andazzo delle cose, anche perchè nel mercato dei videogame sembrava non affacciarsi nulla che potesse ledere la leadership di Fifa, nonostante la domanda per i giochi di calcio restò sostanzialmente molto alta.
Fin quando un titolo Konami non fece capolino in modo preponderante sulla scena…
Poi arrivo Iss Pro Evolution, e qui bisogna sfatare qualche mito.
In effetti, vi è un certo pensiero comune, che descrive l’arrivo di Iss Pro (il giapponese Winning Eleven 4) come un rivale sofferto.
Fino al Marzo del 2000 Fifa infatti poteva dire di non avere dei veri e propri contendenti dotati di un gameplay divertente e con una grafica d’impatto (alcune cose eccellenti comparvero, come Ronaldo V-Football, o This is Football, sparute iniziative non durature), e questo forse non stimolò la Electronic Arts a rinnovare sé stessa: le vendite erano buone.
Quando il titolo giapponese fece la sua comparsa, di sicuro Electronic Arts perse parte dei suoi fedeli. Si creò uno spaccato che ebbe il suo lento effetto per circa dieci anni, in cui una parte dei fan si dedicò al titolo giapponese.
Al di là del decennio “difficile”, in cui Iss Pro mostrò i muscoli contro Fifa, quest’ultimo in realtà continuò a vivere della sua personalità, in particolare nel 2006 quando il gameplay venne aggiornato profondamente. In termini di vendite non ci fu mai un vero e proprio tracollo, sebbene il trend non fosse dei migliori. Ragion per cui il procedere delle versioni non sembrò cercare di stravolgere l’equilibrio delle cose. Fifa continuò a vendere molto, ma dovette prendere nota di non essere l’unico attore sulla scena.
Iss Pro evolution del 2000, si appropriò col suo successo di una vasta fetta di player. Non solo perchè surclassava Fifa dal punto di vista del gameplay, ma aveva anche alcune caratteristiche che fino ad allora si faceva fatica anche ad ipotizzare: pensa per esempio alla differenza di altezza tra i calciatori (che si traduceva anche in uno svantaggio o vantaggio sulle situazioni di gioco, come i colpi di testa), alla possibilità di editare il personaggio di gioco in modo realistico (oltre alle capigliature, anche il colore degli scarpini ecc.). Tutti elementi su cui Fifa arrivò con un po’ di ritardo rispetto al concorrente giapponese. Di più, Iss Pro Evolution, con la sua Master League, proponeva ai giocatori una modalità decisamente più divertente e stimolante di qualsiasi cosa Fifa avesse proposto in precedenza.
Bisognerà aspettare la fine del decennio perchè il gioco riesca a districarsi dalla marcatura dell’avversario (che ebbe il suo periodo di maggior splendore con il memorabile PES 6, iniziando anch’esso dai successivi titoli a perdere un po’ di smalto).
Con lo sfruttamento al 100% delle potenzialità hardware dei tempi, Electronic Arts decise di porsi come obiettivo quello di tornare pienamente in vetta. Accadde con Fifa 10 (ma va ricordato che il processo iniziò dall’ottimo Fifa 2007), attraverso un gameplay coraggiosamente innovativo, destinato a rimarcare la sua leadership: l’implementazione del dribbling a 360 gradi, l’abbandono dei cosiddetti binari, ed il sempre rampante comparto di licenze, oltre ad una vasta gamma di modalità che verranno perfezionate nel corso del tempo (l’11 vs 11, Fifa Ultimate Team che già era comparso qualche anno prima, ecc.), inaugurarono un decennio di orgoglio ruggente.
A dimostrazione della volontà di rimarcare decisamente la propria superiorità, questa volta su PlayStation 3 si decise di uccidere sportivamente l’avversario continuando a proporre pesanti novità sul gameplay: due anni dopo, con Fifa 12, un’ulteriore sferzata nei confronti di Pes venne data implementando un concetto ancor’oggi importantissimo, cioè la difesa tattica: con essa infatti conquistare la sfera da un avversario richiederà una certa dose di psicologia, in quanto sarà necessario spostare il proprio giocatore manualmente sulla zolla corretta al momento giusto, prevedendo con precisione il dribbling avversario (in precedenza, invece, bastava tener premuto il tasto x per far sì che il proprio avatar intervenisse direttamente sulla sfera). Un sistema che rende più esaltante non solo difendere ma anche dribblare: non è un caso che esso sia ancora oggi parte imprescindibile del gameplay.
https://www.youtube.com/watch?v=_89i5H1zAeU
Da qui arriviamo al presente, passando attraverso l’ultima scia di titoli più o meno soddisfacenti, cui giudizio è molto più pressante grazie ai continui feedback dei tempi moderni, coi social, i critici e gli influencer in prima linea.
Nella seconda parte, verrà analizzata la storia più recente dell’evoluzione di Fifa, fino ai giorni più vicini: scopriamo insieme dunque, quali potrebbero essere le migliorie su Next Gen con l’imminente arrivo di Playstation 5 ed X Box serie X. Ovviamente trovi l’articolo su iCrewPlay.com!