Se esiste una saga che sicuramente non ha bisogno di presentazioni, quella è Final Fantasy. Una situazione davvero bizzarra se si pensa che quando Final Fantasy I uscì sul mercato giapponese, Squaresoft era ad un passo dal dichiarare fallimento e chiudere i battenti. Difficile crederlo adesso che ogni nuovo Final Fantasy si rivela un successo economico clamoroso. Final Fantasy VII Remake è solo l’ultimo prodotto di una serie che esiste dal 1987.
33 anni non sono pochi ed in questo periodo la serie di Final Fantasy è andata costantemente crescendo. A renderla ancora più interessante è il fatto che spesso, all’interno dei vari giochi, sono inseriti riferimenti e citazioni ad altre opere o alla saga stessa. Potendo contare però su una storia così vasta, è normale che chi si avvicina oggi a Final Fantasy possa sentirsi un po’ disorientato. Questa serie di articoli nasce quindi con l’intento di fare da “compendio” per meglio comprendere tutto l’enorme universo di Final Fantasy. Per iniziare, in queste prime uscite, faremo il punto di tutti i giochi che fanno parte di questo franchise. Un mega-articolo che sarà pubblicato in ben quattro parti diverse!
La Prima Trilogia Solitaria
I primi tre Final Fantasy sono quelli che hanno definito molta della leggenda che caratterizza oggi la saga. Essi mancano di alcuni dettagli che possono magari alienare un fan moderno. Per esempio, hanno un setting molto più tendente al fantasy medievale classico piuttosto che allo steampunk che caratterizza la saga oggi. Restano però il punto di partenza.
Final Fantasy I (1987)
Il primo gioco della serie. Sviluppato e prodotto da Square Co per NES sotto la direzione di Hironobu Sakaguchi. Le musiche sono composte da Nobuo Uematsu. Il gioco vede il giocatore prendere il controllo di quattro personaggi conosciuti come Guerrieri della Luce incaricati dal Re di Cornelia di salvare la Principessa Sarah dal malvagio Garland. Nel corso degli anni è stato modificato e aggiornato più volte, aggiungendo anche dungeon e boss segreti.
Come giocarlo: la versione originale è compresa nel NES-Mini mentre la più completa è quella del 20esimo anniversario su PlayStation Portable (disponibile anche su PlayStation Network). Infatti le versioni per smartphone e 3DS mancano di un dungeon finale.
Final Fantasy II (1988)
Il secondo gioco della serie uscì un anno dopo il primo, ma in occidente è arrivato ufficialmente solo nel 2003. Venne nuovamente diretto da Hironobu Sakaguchi con la collaborazione di Yoshitaka Amano (design) e Nobuo Uematsu (musiche). E’ il Final Fantasy che più ha contribuito a definire la serie visto che introduce molti degli elementi famosi oggi giorno come, per esempio, i Chocobo ed un personaggio di nome Cid. Il fantasy classico del primo inizia inoltre a virare più verso la tecnologia anche se non siamo ancora nello steampunk. Il gioco ci vede prendere la guida di Firion e dei suoi alleati nella Wild Rose Rebellion per combattere il Palamecian Empire, guidato dal malvagio Imperatore Mateus, e salvare il mondo. Un’altra caratteristica è un sistema di progressione delle abilità dei personaggi davvero atipico e bizzarro che vede le loro caratteristiche aumentare in base alle abilità che usano di più.
Come giocarlo: anche in questo caso la versione per PlayStation Portable è probabilmente la migliore visto che include sia la back-story Soul of Rebirth che una serie di dungeon segreti completamente nuovi.
Final Fantasy III (1990)
Il terzo gioco della serie, sempre diretto da Hironobu Sakaguchi in collaborazione con Yoshitaka Amano e Nobuo Uematsu. E’ l’unico gioco originale che non ha mai ricevuto un aggiornamento della grafica 2D, ma nel 2006 Matrix Software ne ha realizzato un remake 3D. La storia torna ad occuparsi nuovamente di quattro guerrieri della luce (che nel gioco originale non hanno identità mentre questa è presente nel remake) che trovano il Cristallo del Vento. Questo garantisce loro dei poteri e li incarica di riportare l’equilibrio nel mondo. Final Fantasy III introduce per la prima volta il job system.
Come giocarlo: il remake è disponibile sia per PlayStation Portable (lo trovi sul PlayStation Network) che per Nintendo DS e Steam.
La Trilogia di Final Fantasy IV
Final Fantasy IV è stato il primo gioco della saga la cui storia è proseguita anche dopo la conclusione dello stesso. Per correttezza bisogna tuttavia affermare però che i seguiti di Final Fantasy IV sono arrivati negli anni 2000, quando ormai questa pratica era ben consolidata. Resta che l’esistenza di questa trilogia fa ben comprendere l’impatto della storia di questo gioco, ancora oggi considerato tra le migliori della serie.
Final Fantasy IV (1991)
Il quarto capitolo della serie esce per il Super Nintendo sempre sotto la direzione di Hironobu Sakaguchi e sempre in collaborazione con Yoshitaka Amano e Nobuo Uematsu. Fu il secondo Final Fantasy commercializzato anche in occidente con il titolo decisamente confusionario di Final Fantasy II. Anche di questo esiste un remake 3D sempre ad opera di Matrix Software. E’ il primo gioco della saga ad usare l’Active Time Battle system per la gestione degli scontri. La storia ci vede prendere i panni di Cecil Harvey, capitano dei Red Wings di Baron, che, durante un attacco su Mysidia per rubare il Cristallo dell’Acqua, inizia a dubitare della giustizia dietro gli ordini del suo re.
Come giocarlo: il remake è disponibile per Nintendo DS e Steam, ma manca di molti contenuti aggiuntivi che sono invece presenti su PlayStation Portable nella Final Fantasy IV: The Complete Collection.
Final Fantasy IV: The After Years (2008)
Dopo il successo di Before Crisis -Final Fantasy VII- (ne parleremo a breve), Square Enix decise di finanziare un altro gioco ad episodi per dispositivi mobile e, sorprendendo molti, decise di sfruttare questa occasione per dare un seguito a Final Fantasy IV. I 13 episodi si svolgono 17 anni dopo gli eventi del gioco originale e seguono le vicende causata dall’avvicinarsi di una misteriosa seconda luna. Anche di questo esiste un remake in 3D disponibile su Steam.
Come giocarlo: il servizio sia per dispositivi mobile che per Wii Shop non è più disponibile, ma fortunatamente esiste Final Fantasy IV: The Complete Collection per PlayStation Portable. Ovviamente puoi ripiegare anche sul remake 3D ancora presente su Steam.
Final Fantasy IV -Interlude- (2011)
Più che un gioco a sé stante, questa è proprio un’aggiunta bonus che venne creata in occasione dell’uscita di Final Fantasy IV: The Complete Collection. Riutilizza luoghi, mostri e opzioni di Final Fantasy IV per intavolare una serie di vicende lineari che collegano quest’ultimo a The After Years, facendo maggiore chiarezza su alcuni passaggi. Ha davvero poco senso giocarlo da solo. Non vi è neanche un vero e proprio open world.
Come giocarlo: è disponibile solo come parte della collection per PlayStation Portable
Final Fantasy V
Final Fantasy V è un capitolo particolare perché è l’unico gioco della saga su SNES a non essere commercializzato fuori dal Giappone fino al 1998, quando infine venne convertito per PlayStation come parte della collection Final Fantasy Anthology. E’ uno dei capitoli classici più amati per via di una storia davvero complessa e coinvolgente e rappresenta un cupo addio al setting medievale fantasy dei primi cinque giochi.
Final Fantasy V (1992)
Il quinto capitolo della saga è il secondo a uscire per Super Nintendo ed è sempre gestito dall’esplosivo trio composto da Hironobu Sakaguchi, Yoshitaka Amano e Nobuo Uematsu. Final Fantasy V riprende sia il job system che l’Active Time Battle system dei titoli precedenti ed introduce molte caratteristiche che diventeranno famose nella saga, tipo i Blue Mage o i mini-boss ricorrenti (in questo caso è Gilgamesh). La storia è molto più cupa dei predecessori e si concentra su quattro estranei che vengono uniti dalle circostanze e si ritroveranno a diventare i nuovi guerrieri della luce per salvare i cristalli elementali che stanno misteriosamente esplodendo in pezzi.
Come giocarlo: la versione PlayStation è ancora disponibile per l’acquisto sia su PlayStation Network che su Steam.
Final Fantasy: Legend of the Crystals (1994)
Due anni dopo, Final Fantasy V riceve un seguito, ma non è un videogioco. Legend of the Crystals è infatti un anime OVA che si struttura su quattro episodi. La storia avviene 200 anni dopo gli eventi del videogioco ed il protagonista, Linaly, è un discendente di Bartz Klauser, il protagonista di Final Fantasy V. Nel 1998 l’anime è stato anche tradotto e commercializzato in america.
Come guardarlo: devi cercare la versione inglese che però è davvero difficile da recuperare
Final Fantasy VI
Final Fantasy VI è una piccola perla isolata. E’ incastrato tra alcuni dei Final Fantasy più amati e, nonostante questo, è l’unico che non ha mai ottenuto molta attenzione a prescindere dell’amore e delle recensioni più che positive di chi ci ha giocato. In Final Fantasy VI si inizia a notare quanto il motore grafico SNES stesse stretto a Squaresoft e questo fu anche il primo gioco ad avvicinare la serie verso quello Steampunk fantasy che l’ha resa famosa oggi. Da segnalare che Final Fantasy VI contribuì al caos della numerazione di questa saga visto che venne commercializzato in occidente come Final Fantasy III fino al 1999.
Il sesto capitolo della saga è il primo a non essere diretto da Hironobu Sakaguchi che viene sostituito da Yoshinori Kitase e Hiroyuki Itou. Restano comunque a bordo sia Yoshitaka Amano che Nobuo Uematsu. E’ l’ultimo Final Fantasy principale ad essere realizzato con una grafica bidimensionale ed è la prima volta che la storia non ruota intorno ai cristalli elementali. Queste segue infatti le vicende di un gruppo di ribelli che, grazie all’aiuto di una ragazza colpita da amnesia di nome Terra, intendono impedire al Gestahlian Empire di conquistare il mondo. Final Fantasy VI ripropone l’active time battle system, ma al job system sostituisce un enorme cast di 14 personaggi giocabili (il numero più elevato di tutta la saga principale), ognuno dotato di abilità specifiche. Per la prima volta compaiono, inoltre, quelle che diventeranno le Limit Breaks (qui chiamate Desperation Attack).
Come giocarlo: lo si può ancora trovare sul PlayStation Network.
La Saga di Final Fantasy VII
In questi giorni non credo ci sia bisogno di introdurre troppo Final Fantasy VII. Questo fu il primo titolo della serie ad abbandonare la Nintendo in favore della Sony ed è anche uno dei giochi simbolo della prima PlayStation (non a caso è stato compreso nella versione mini della console). E’ il Final Fantasy che ha avuto più successo in assoluto, entrato fermamente nella cultura popolare dell’epoca, e viene spesso citato come uno dei migliori giochi di sempre. Nel corso del tempo ha generato una marea di spin-off che espandono il mondo di gioco e la storia. Vediamoli tutti.
P.S.: non ho compreso nell’elenco due giochi per cellulare che non sono altro che una versione estesa del mini-game dello snowboard e della moto del gioco originale.
Final Fantasy VII (1997)
Il settimo capitolo della saga è sempre diretto da Yoshinori Kitase mentre Hironobu Sakaguchi torna in veste di produttore. Yoshitaka Amano non cura il design e viene sostituito da Tetsuya Nomura mentre resta a bordo Nobuo Uematsu alle musiche. Final Fantasy VII è il primo ad avere una grafica 3D su fondali pre-renderizzati alternati a numerose FMV. E’ inoltre il primo Final Fantasy ad essere commercializzato anche in Europa. Viene rivisto anche il gameplay e l’active time battle system in modo da aumentare le possibilità di personalizzazione grazie all’utilizzo delle Materia. La storia credo la conosci di già, ma se non lo sai (davvero?), questa segue le vicende di un mercenario, Cloud Strife, che viene ingaggiato dal gruppo eco-terrorista AVALANCHE per opporsi alla mega-corporation Shinra.
Come giocarlo: il gioco originale è tranquillamente acquistabile per PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch. Poi, metti caso fossi tra le due persone al mondo che lo ignora, è uscito il primo capitolo di un remake ultramoderno a capitoli (che dovrebbe anche approfondire l’intera storia). Ti consiglio comunque di giocare anche l’originale.
Before Crisis -Final Fantasy VII- (2004)
Before Crisis fu il primo spin-off di Final Fantasy VII e lo abbiamo già citato in precedenza, visto che è il primo gioco che Square Enix ha realizzato per apparecchi mobile. Purtroppo è anche l’unico della saga a non aver mai raggiunto il mercato occidentale e a non ricevere un remake successivamente, nonostante nel 2010 Hajime Tabata avesse espresso la volontà di volerlo trasporre su Nintendo 3DS. I 25 capitoli del gioco permettono di scoprire le vicende dei Turks sei anni prima degli eventi che porteranno all’avvento di Cloud Strife.
Come giocarlo: purtroppo non si può più giocare. Un vero peccato, ma sto sperando che alcuni elementi della storia siano integrati nel remake di Final Fantasy VII.
Final Fantasy VII: Advent Children (2005)
Come per Final Fantasy V, anche il primo seguito di Final Fantasy VII non è un videogioco, ma un prodotto diverso, per la precisione un film completo in CGI che ricevette non poche critiche all’uscita per via della durata risicata. Problema che venne risolto nel 2009 quando uscì la versione estesa, decisamente più soddisfacente. La storia prosegue due anni dopo le vicende del gioco e vede Cloud Strife allontanarsi dai suoi amici a causa dei suoi demoni personali mentre una malattia di origini ignote chiamata Geostigma sta infettano tutto il mondo. Il film era anche anticipato da Last Order -Final Fantasy VII-, un OVA di 25 minuti che riassume gli eventi principali legati al passato di Cloud Strife e Zack Fair che sono, effettivamente, vitali per la comprensione della storia.
Come vederlo: lo puoi ancora trovare in vendita senza problemi, ma assicurati di acquistare la versione estesa del 2009.
Dirge of Cerberus -Final Fantasy VII- (2006)
Dirge of Cerberus è quel capitolo della saga di Final Fantasy VII che tutti cercano di dimenticare. Esso è infatti uno dei peggiori prodotti di Square Enix, non tanto per la storia, quanto per il gameplay, figlio del periodo in cui è uscito. Su PlayStation 2 infatti andavano tantissimo gli FPS o i TPS quindi perché non farne uno legato a Final Fantasy con protagonista Vincent Valentine? Buona idea, ma la realizzazione, affidata in parte a Monolith Soft, fu pessima. A dir poco pessima. In ogni caso se riesci a superare questo ostacolo, la storia, che si svolge tre anni dopo il gioco originale e uno dopo Advent Children, è interessante. Piccola curiosità: esiste anche un midquel ad episodi per sistema mobile (il Lost Episode) uscito lo stesso anno che però non raggiunse mai il mercato europeo e venne infine spento nel 2018 senza aver ottenuto molto successo.
Come giocarlo: l’unico modo è effettivamente acquistare l’originale per PlayStation 2 mentre il Lost Episode non è più giocabile.
Crisis Core -Final Fantasy VII- (2007)
Insieme all’Advent Childre, Crisis Core è probabilmente lo spin-off più conosciuto di Final Fantasy VII. Esso ha infatti contribuito a garantire un abnorme successo alla PlayStation Portable ed ha introdotto un gameplay da action-RPG che, guarda caso, è molto simile a quello che viene utilizzato in Final Fantasy XV e Final Fantasy VII Remake (di cui si può vedere come una specie di precursore). La storia è ancora una volta un prequel e si svolge sette anni prima del gioco principale. Seguiremo le vicende del SOLDIER Zack Fair, l’originale proprietario della Buster Sword, mentre agisce come agente d’elité per conto della Shinra.
Come giocarlo: si trova facilmente l’originale per PlayStation Portable
On the Way to a Smile (2009)
Questo strano titolo corrisponde ad una raccolta di racconti brevi che si piazzano tra Final Fantasy VII e l’Advent Children. Questi ci svelano cosa succede e fanno gli altri personaggi principali nei due anni che dividono il gioco dal film ed è un ottimo complemento alla versione estesa dell’ultimo (i due prodotti sono usciti in contemporanea).
Come leggerlo: la raccolta è uscita in inglese nel 2018 edita da Yen Press.
Alte opere letterarie (2011)
Esistono altre due novelle legate al mondo di Final fantasy VII. La prima è Hoshi o Meguru Otome (La Ragazza che Viaggia per il Pianeta) e racconta le vicende finali del gioco originale dal punto di vista di Aerith che è bloccata nel Lifestream. L’altra novella è The Kids Are Alright che è un prequel di Advent Children ambientato in Edge. Questa segue le vicende di un detective privato, Evan Townshend, che viene coinvolto nei complotti della Shinra.
Come leggerle: Purtroppo Hosi o Meguru Otome non non è mai arrivata in occidente mentre in Giappone si trova come parte dell’enciclopedia Final Fantasy VII Ultimania Omega. Per quanto riguarda The Kids Are Alright questa è stata tradotta in inglese nel 2019 sempre da Yen Press.
Il Mondo dei Chocobo
L’enorme successo di Final Fantasy VII spinse ancora di più la Squaresoft a credere in questa saga e proprio in quegli anni nasceranno una marea di franchise connessi che hanno poi proseguito il loro percorso in modo parallelo alla serie originale. Il filone più ampio, ma anche meno conosciuto è sicuramente quello che vede protagonista la gialla mascotte di Final Fantasy, il Chocobo! Andiamo quindi a vedere tutti i videogiochi che hanno visto questo pulcino molto cresciuto come protagonista.
Chocobo’s Mysterious Dungeon (1997)
Il primo gioco dedicato ai Chocobo purtroppo non è mai arrivato in occidente, rimanendo esclusiva del Giappone. In questo titolo per PlayStation, ci troveremo alla guida di un Chocobo di nome Poulet (dalla combinazione di Pureiya, ovvero player, e poulet, ovvero pollo in francese) che insieme ad Atla, il suo compagno moogle, esplorerà una serie di dungeon pieni di pericoli e mostri generati casualmente.
Come giocarlo: purtroppo è molto difficile, non esiste una versione che non sia quella originale, la quale è praticamente introvabile
Chocobo’s Dungeon 2 (1998)
Il seguito del gioco precedente fu il primo a raggiungere il Nord America (anche se uscì dopo Chocobo Racing, vedi sotto). Di base non c’é molto da dire visto che era praticamente una versione aggiornata del predecessore con ben poche differenze. Era stata tuttavia inserita un’interessante meccanica di fusione degli oggetti nell’inventario.
Come giocarlo: come per il predecessore, l’unica versione esistente è quella originale, ma almeno potete sperare di trovarlo in inglese
Chocobo Racing (1999)
Questo è stato il primo spin-off dei Chocobo ad arrivare in Europa anche se era rarissimo. Ricordo che lo trovai per pura fortuna e lo acquistai subito senza pensarci due volte. Come suggerisce il nome è un gioco di corse su Kart e possiamo considerarlo il Mario Kart di Final Fantasy. Il gameplay era comunque affascinante ed originale visto che si ispirava alla meccanica degli incantesimi di Final Fantasy di potenziarsi aumentando di livello. Da citare anche una fantastica modalità storia piene di divertenti scene “animate” e i cameo di molti personaggi della saga.
Come giocarlo: purtroppo è disponibile solo sul PlayStation Network giapponese, peccato.
Chocobo Collection (1999)
Sulla fine dell’anno, cavalcando il sorprendente successo di Chocobo Racing, in Giappone il gioco venne rimpacchettato con altri due titoli: Dice de Chocobo e Chocobo Stallion. Il primo era una specie di monopoli con i Chocobo mentre il secondo è praticamente una versione estesa del minigioco della corsa dei Chocobo in Final Fantasy VII. Ovviamente la collection fu un’esclusiva giapponese. Il titolo ricevette una buona risposta e fu trasposto anche su Game Boy Advance, rimanendo tuttavia esclusiva nipponica.
Come giocarlo: come accennato, esiste solo la versione originale giapponese che è pure molto rara.
Final Fantasy Fables: Chocobo Tales (2006)
Nonostante il titolo diverso ed gli otto anni di differenza, questo videogioco uscito per Nintendo DS è considerato a tutti gli effetti il terzo capitolo della serie dei dungeon. In effetti i personaggi e la meccanica di esplorazione dei dungeon è sempre la stessa, ma cambia il sistema di combattimento che ora si basa sull’utilizzo di determinate carte. E’ uscito anche in Europa ed è uno dei giochi più facili da trovare di questa sezione dell’articolo insieme al successivo.
Come giocarlo: essendo un gioco abbastanza recente, si può trovare facilmente la versione originale.
Finfal Fantasy Fables: Chocobo’s Dungeon (2007)
Quarto dei giochi dedicati ai Chocobo ed ai dungeon e si torna al gameplay dei primi due. Il titolo era disponibile per Wii anche in Europa e, cosa assurda, è stato poi rimasterizzato per PlayStation 4 e Nintendo Switch sotto il titolo di Chocobo’s Mstery Dungeon Every Buddy. Cioé, fatemi capire, non avete rimasterizzato gli originali e lo fate con questo? Non capisco. Io boh.
Come giocarlo: insieme al precedente è il più facile da acquistare, sia in versione originale che rimasterizzato.
Chocobo to Mahou no Ehon: Majo to Shoujo to Go-nin no Yuusha (2008)
Il titolo lunghissimo significa “Chocobo e il Libro Magico: la Strega, la Ragazza e i Cinque Eroi” (riprendo fiato). Questo è il seguito di Chocobo Tales, ma visto lo scarso successo di quest’ultimo, non venne tradotto e commercializzato al di fuori del Giappone. L’intero gameplay è a dir poco bizzarro visto che consiste in una serie di minigiochi che si mischiano con il sistema di carte visto nel predecessore. Giocarlo senza sapere la lingua originale è praticamente un’impresa impossibile.
Come giocarlo: esiste solo la versione originale che, certo, si trova facilmente, ma è in giapponese e basta.
Chocobo Panic (2010)
Fa ridere che questo sia l’ultimo gioco della serie, si vede non c’é molto più spazio per i dungeon. Cosa strana visto che ora come ora i roguelike vanno di moda. In ogni caso Chocobo Panic è un giochino per iPad molto semplice in cui dobbiamo catturare e liberare vari Chocobo di colori diversi. Fine, tutto qui.
Come giocarlo: è tranquillamente disponibile su sistemi iOS
La Saga di Ivalice (1997)
La Saga di Ivalice è nota anche come Ivalice Alliance e, nonostante il primo gioco vide la sua nascita prima degli anni 2000, fu solo molto dopo che venne decretata la sua appartenenza a questo gruppo. In pratica si tratta di un progetto ideato inizialmente da Akioshi Kawazu come una versione più ordinata e organizzata di quanto era stato fatto per Final Fantasy VII (i cui spin-off soffrivano spesso di discontinuità e di dover fare recon forzati sul gioco originale) e meno lineare di quanto venne pensato per Fabula Nova Crystallis (di cui parleremo settimana prossima). Il filo conduttore di tutti i giochi di questa saga è che essi sono ambientati nello stesso mondo: Ivalice.
P.S.: Non ho incluso nell’elenco Dive II Hunt che è un semplice gioco per cellulare in cui guideremo il moogle Sorbet a caccia di tesori marini. Doveva esserci anche una specie di gioco action per PlayStation 3 e Xbox 360 (il titolo in codice era Fortress) che però è stato cancellato.
Final Fantasy Tactics (1997)
Questo fu, insieme a Chocobo Mystery’s Dungeon, uno dei primi spin-off realizzata per la saga di Final Fantasy, nato dal desiderio di voler tentare un gioco diverso, più orientato allo strategico piuttosto che al jrpg. Ebbe un successo enorme nonostante fosse stato distribuito veramente male. Successivamente, come parte del progetto Ivalice, venne ridistribuito con contenuti aggiuntivi su PlayStation Portable, iOS e Android sotto il nome di Final Fantasy Tactics: The War of the Lions. La storia è molto meno eroica e più politica rispetto al solito con i giocatori che verranno gettati nel mezzo di una feroce guerra tra due fazioni opposte.
Come giocarlo: ad oggi è ancora acquistabile sia il gioco per PlayStation Portable che la versione digitale su PlayStation Network.
Vagrant Story (2000)
Conosciuto anche come The Phantom Pain, questo è un gioco dello stesso creatore di Final Fantasy Tactics, ma è molto diverso da quest’ultimo. Vagrant Story è infatti un action rpg molto reminescente di Dark Soul che ruota intorno al dungeon crawling e al poter modificare e creare le armi del proprio protagonista. Inizialmente non faceva parte di Ivalice, ma l’uscita di Final Fantasy XII (che conteneva molti riferimenti a Vagrant Story) lo piazzò solidamente nel passato remoto del mondo in questione.
Come giocarlo: fisicamente era un gioco molto raro, ma ad oggi è possibile acquistarlo attraverso il PlayStation Network.
Final Fantasy Tactics Advance (2003)
Nonostante il nome possa far pensare ad un remake, questo gioco è effettivamente un “seguito” di Final Fantasy Tactics. Non è comunque un sequel diretto, visto che ha una premessa completamente diversa, ma condivide il gameplay e, ovviamente, il mondo di gioco. La cosa bizzarra è che tutto inizia nel mondo reale per poi trasferirsi su Ivalice con un antefatto che mi ha ricordato non poco la serie di Persona. E’ considerato uno dei migliori giochi esistenti su Game Boy Advance.
Come giocarlo: stranamente, nonostante il successo, il gioco non venne mai nuovamente ridistribuito se non sullo shop della WiiU americana (mah). E’ anche vero che si può ancora trovare facilmente.
Final Fantasy XII (2006)
Il principale promotore del progetto Ivalice, come accennato, fu il dodicesimo gioco della serie principale. Questo infatti riprendeva molti elementi storici sia dei due Final Fantasy Tactics che di Vagrant Story, usandoli come base per una nuova storia che vede la piccola nazione di Dalmasca infilata nel mezzo della guerra tra due enormi e belligeranti imperi. All’epoca Final Fantasy XII fu il titolo più criticato della saga a causa del suo gameplay e del suo open world che strizzavano l’occhio ai MMORPG. Riguardandolo oggi, non si può negare che in effetti il gioco, pur con i suoi pregi, ha moltissimi difetti, tra cui il suo sistema di gestione degli scontri che, pur essendo la base di quello moderno, era davvero troppo complesso e appiattiva enormemente tutti i personaggi. Non a caso è di recente uscita una versione aggiornata, The Zodiac Age, che risolve molti di questi problemi. Nonostante riceva ancora un sacco di odio dai fan, questo è dovuto più che altro al fatto che fu il primo a separarsi dal classico stile di gestione dei combattimenti a turni ed è in realtà un titolo che merita di essere recuperato oggi.
Come giocarlo: consiglio vivamente di acquistare Final Fantasy XII: The Zodiac Age. Lo si trova sia per PlayStation 4 che per Steam.
Final Fantasy XII: Revenant Wings (2007)
Questo bizzarro gioco per Nintendo DS non è un seguito di Final Fantasy XII, anche se il nome potrebbe farlo pensare, quanto una specie di espansione che ci fa seguire le avventure di Vaan e Penelo come pirati del cielo. I riferimenti al gioco precedente sono in effetti davvero pochi e tutti lasciati in background. Il gioco è particolare anche a livello di gameplay visto che ripropone il sistema di gioco di Final Fantasy XII, ma con una grafica ultra-colorata bidimensionale. Una piccola postilla, fu il primo gioco ad essere ufficialmente pubblicizzato come parte dell’Ivalice Alliance.
Come giocarlo: l’unico modo è quello di recuperare il gioco originale, ma fortunatamente questo è abbastanza recente.
Final Fantasy Tactics A2: Grimoire of the Rift (2007)
Parlando di Nintendo DS, lo stesso anno di Revenant Wings uscì anche il seguito ufficiale di Final Fantasy Tactics Advance. Nonostante la premessa sia la stessa, un gruppo di ragazzi del mondo moderno che vengono trasportati in Ivalice da un libro magico, in realtà la storia in sé ha pochissimi punti in comune con i precedenti Final Fantasy Tactics. L’ambientazione è però chiaramente la stessa e, a livello di setting, non mancano i riferimenti. Resta un signor gioco, sicuramente l’apice della serie su Nintendo DS.
Come giocarlo: come per il precedente, anche questo è disponibile solo nella versione originale.
Crystal Defenders (2008-2009)
Crystal Defenders è il nome di due specifici giochi per sistemi mobile che sfruttano i personaggi/mostri di Final Fantasy Tactics per mettere in campo un adattamento dei tipici tower defense. Il primo ottenne un discreto successo al punto che venne aggiornato in Crystal Defenders +Plus e reso disponibile per PlayStation 3, PlayStation Portable, Wii e Xbox 360. Il secondo aveva il sottotitolo Vanguard Storm e fondeva il gameplay tower defense con un sistema di gioco più simile ai classici Final Fantasy Tactics. L’idea era carina, ma non ricevette molta risposta di pubblico e venne chiuso nel 2017.
Come giocarlo: Il gioco è ancora disponibile sia sul PlayStation Network che sullo shop della Xbox. Per giocare Vanguard Storm invece ti servirà un iPhone 3 non aggiornato.
Final Fantasy Tactics S (2013)
Visto il successo della serie di Final Fantasy Tactics ed il ritorno degli rpg strategici come titoli free-to-play per sistemi mobile, la Square Enix decise di provare a cavalcare l’onda con questo titolo. Il problema di Final Fantasy Tactics S è che si concentra troppo sul gameplay e sul gioco competitivo senza dare una vera storia di background alle varie partite. Se togli da Final Fantasy Tactics la storia, praticamente gli togli il 75% della bellezza ed il risultato non può che essere un gioco anonimo. Non a caso è stato un mega-flop che è stato chiuso solo dopo un anno di vita e non è mai uscito dai confini giapponesi.
Come giocarlo: attualmente non può essere giocato… e forse è un bene.