Bentornato sul Final Fantasy Compendium per la quarta parte del nostro mega-articolo che andrà ad elencare tutti (ma proprio tutti) i prodotti che fanno parte della saga di Final Fantasy. Nella terza parte abbiamo viaggiato attraverso quello che è stato il periodo più buio della saga, ma come saranno andate le cose dopo? Sarà riuscita Square Enix a rialzarsi? Iniziamo ad avvicinarci alla conclusione del nostro viaggio con questa quarta parte del nostro mega-elenco!
Il Regno Rinato di Final Fantasy XIV
La Fabula Nova Crystallis fu un vero e proprio bagno di sangue. Non solo non riuscì a portare la saga agli antichi fasti, ma la affossò persino di più, contribuendo ad allontanare maggiormente i fan che potevano trovare prodotti più fedeli nei molti spin-off adesso disponibili. Volendo riportare la serie principale al successo, Square Enix guardò allora a quello che era stato il Final Fantasy commercialmente più efficace di tutti, ovvero Final Fantasy XI e decise di ritentare con il genere dei MMORPG, tenendo però conto dei cambiamenti che questo aveva vissuto nel corso del tempo. Se Final Fantasy XI era un MMORPG con un setting che strizzava l’occhio ai vecchi giochi, il nuovo Final Fantasy XIV avrebbe invece unito queste meccaniche con il mondo e lo stile steampunk e scintillante che aveva caratterizzato gli ultimi capitoli.
Final Fantasy XIV Online (2010)
Le cose per Final Fantasy XIV non iniziarono minimamente bene. Annunciato all’E3 2009 per pc (con la promessa di un futuro port su PlayStation 3), il primo Final Fantas XIV ricevette subito pesantissime critiche per la bassa qualità del prodotto finale. Queste furono così massicce che la Square Enix si affrettò a scusarsi con una serie di comunicati ufficiali e a sostituire il team di sviluppo. Venne cancellata la versione per PlayStation 3 ed i server di gioco vennero chiusi dopo solo due anni. Tale prima versione del gioco è ora conosciuta come Final Fantasy XIV 1.0 o Final Fantasy XIV Legacy.
Come giocarlo: questo è l’unico gioco della serie principale che, a conti fatti, non può essere giocato adesso in nessun modo legale.
Final Fantasy XIV A Realm Reborn (2013)
Final Fantasy XIV venne quindi letteralmente ricostruito da zero. Il nuovo team di sviluppo decise di mantenere il setting, la storia e l’impostazione del gioco, ma di cambiare completamente sia come questo funzionava che, soprattutto, la resa grafica. In questa nuova versione, Final Fantasy XIV ottenne finalmente il successo desiderato, venendo infine adattato sia per PlayStation 3 (2013) che per PlayStation 4 (2014), tanto viene giocato ancora oggi. Dalla sua data d’uscita ha ricevuto numerosi aggiornamenti e ben tre espansioni: Heavensward (2015), Stormblood (2017) e Shadowbringers (2019).
Come giocarlo: il gioco completo e le espansioni possono essere acquistate sia tramite Steam che per PlayStation 4. La versione per PlayStation 3 invece non viene più supportata dal 2017.
La Serie di Bravely Default
Per quanto all’apparenza la serie di Bravely Default sembri non avere alcun legame con Final Fantasy, in realtà essa nasce come seguito spirituale di uno spin-off di Final Fantasy del 2010 e per i suoi creatori è sempre stata intesa come parte integrante della saga. D’altronde, nonostante il nome diverso, il gameplay (con un grosso focus sui job) e i tratti tipici della storia (eroi della luce che viaggiano alla ricerca di cristalli elementali) ricordano molto i Final Fantasy più classici. Vediamo quali giochi fanno parte di questa serie.
Final Fantasy: the 4 Heroes of Light (2010)
Nonostante non faccia parte effettiva della serie di Bravely Default, quest’ultimo non sarebbe mai esistito senza questo primo spin-off per Nintendo DS. Esso è inteso fin dal titolo originale giapponese come un gioco gaiden, ovvero parallelo rispetto alla saga originale. In esso andremo ad interpretare quattro guerrieri della luce che cercano di salvare un mondo governato da cristalli magici… ricorda nulla? Anche lo stile grafico utilizzato è preso dalla saga principale visto che è quel 3D superdeformed usato per i remake di Final Fantasy III e IV (non a caso, dietro, c’é lo stesso team di sviluppo).
Come giocarlo: l’unica possibilità è recuperare il gioco originale per DS che comunque è stato localizzato in tutto il mondo
Bravely Default (2012)
Non sono ben chiari i motivi per cui il seguito di The 4 Heroes of Light cambiò completamente titolo diventando Bravely Default. Eppure nel gioco in sé non ci sono molte differenze. Il gameplay ricorda ancora un jrpg tradizionale e la grafica è sempre quel 3D superdeformed del predecessore spirituale. Forse gli sviluppatori volevano evitare di sfruttare la fama del nome o forse erano preoccupati dal far uscire un seguito di un gioco appartenente ad un’altra console (Bravely Default uscì per Nintendo 3DS). Sicuramente fu un comportamento atipico. Da notare per altro che in Giappone il gioco ha il sottotitolo Flying Fairy e quindi tutto suona come Bravely Default FF.
Come giocarlo: anche qui l’unico modo è recuperare l’originale per 3DS che è stato comunque localizzato in tutto il mondo.
Bravely Default: Praying Brage (2012)
Il primo seguito della serie Bravely Default arrivò direttamente pochi mesi dopo l’uscita del gioco, ma era sicuramente un titolo particolare. Praying Brage era infatti un free-to-play web browser game che univa le caratteristiche tipiche di questo genere al job system e al mondo di Bravely Default. La storia è ambientata 200 anni dopo gli eventi del gioco principale e… no, non ha mai superato i confini del Giappone. L’intera struttura di sostegno a Praying Brage è stata chiusa nel 2019.
Come giocarlo: già era difficile prima visto che era disponibile solo in giapponese, ma adesso hanno anche spento i server quindi è praticamente ingiocabile
Bravely Archive (2015)
Un altro bizzarro seguito di Bravely Default sempre in formato free-to-play. Stavolta però il gioco era destinato al fiorente mercato dei giochi app per sistemi Android/iOS. La storia del titolo non è effettivamente un seguito, ma più che altro una narrazione alternativa degli eventi avvenuti nel gioco originale. Confuso? Beh, non sei l’unico. Andremo comunque a vestire i panni di un bibliotecario che deve raccogliere ricordi da dei cristalli sigillati per riportarli nella sua biblioteca. La cosa curiosa è che il gioco ha chiuso in Giappone nel 2017, ma l’anno dopo è uscito in Australia e altre nazioni. Il servizio è stato poi definitivamente sospeso nel corso del 2019.
Come giocarlo: attualmente non può essere giocato in nessun modo legale
Bravely Second: End Layer (2015)
Pochi mesi dopo Bravely Archive esce finalmente l’atteso seguito effettivo di Bravely Default, ovvero Bravely Second: End Layer, sempre per Nintendo 3DS. La storia stavolta prosegue solo due anni e mezzo dopo gli eventi del gioco principale e presenta quattro protagonisti, due già conosciuti e due completamente nuovi. Anche questo capitolo della serie è stato localizzato in tutto il mondo.
Come giocarlo: è un gioco abbastanza recente e si trova facilmente la versione originale in vendita
Bravely Default: Fairy’s Effect (2017)
Sulla falsa riga di Praying Brage e Default Archive, Fairy’s Effect è un gdr free-to-play per sistemi Android/iOS. Il gioco ha un gameplay che ricorda alla lontana la serie di Bravely Default, ma è ambientato “solo” 8000 anni nel futuro. Esso basa tutta la sua storia sul concetto di “effetto farfalla” e descrive un’epoca dove gli eventi dei giochi precedenti hanno portato il potere dei cristalli a indebolirsi fino a condurre il mondo sull’orlo del collasso. Non è mai stato localizzato fuori dal Giappone.
Come giocarlo: come appena detto, purtroppo l’unico modo è vivere in Giappone o avere un cellulare settato in quella nazione
Bravely Default II (2020)
L’effettivo ultimo titolo della serie Bravely Default è stato annunciato nel 2019 ed è atteso proprio quest’anno per niente meno che Nintendo Switch. L’unica cosa che si sa è che riutilizzerà il job system dei predecessori e che probabilmente proseguirà la storia originale dopo Bravely Second.
La Trilogia di Theatrhythm Final Fantasy
Sapevi che esiste una serie di rhythm game che usano i mondi di Final Fantasy con personaggi, musiche e grafiche? No? Ora lo sai. La trilogia di Theatrhythm è proprio questo, un gioco musicale che porta i giocatori a tenere traccia delle note con il dito, una parte del corpo o lo stilo del Nintendo DS mentre combattono orde di nemici. Tutto per rimettere in atto una specie di recitazione teatrale degli eventi più famosi dei vari Final Fantasy.
Theatrhythm Final Fantasy (2012)
Il primo gioco della trilogia uscì per Nintendo DS e venne successivamente adattato per i sistemi iOS anche se, questa versione, ricevette non poche critiche per l’assenza di un effettivo supporto e venne cancellata/chiusa nel 2017. Il gioco presenta un vasto assortimento di personaggi, eventi, mostri e musiche di tutta la saga di Final Fantasy ed utilizza una resa grafica fanciullesca, simile a quella utilizzata per giochi come Final Fantasy Airborne Brigade, Kingdom Hearts Mobile e Kingdom Hearts Re:coded.
Come giocarlo: non è più disponibile per iOS, ma la versione per Nintendo DS si trova ancora, per quanto convenga acquistare quella per 3DS di cui si parla qui sotto
Theatrhythm Final Fantasy Curtain Call (2014)
Il secondo gioco della trilogia uscì per Nintendo 3DS e più che un seguito era una vera e propria espansione del gioco originale (un po’ come avvenne per la serie di Dissidia). Ben pochi cambiamenti a livello di gameplay, ma vengono aggiunti in grande quantità personaggi e canzoni per un totale di 60 e 200, rispettivamente. Viene inoltre inserita anche una modalità Versus con supporto online per favorire anche chi preferisce il multiplayer.
Come giocarlo: è un titolo decisamente recente e si trova senza troppi problemi per Nintendo 3DS
Theatrhythm Final Fantasy All-Star Carnival (2016)
Il terzo e ultimo gioco della serie è una conversione/espansione arcade di Curtain Call con nuovi personaggi e canzoni. Praticamente un Dance Dance Revolution in salsa Final Fantasy (che figata). L’intero sistema di controlli, così come la grafica e le modalità di gioco cooperativo sono stati completamente rivisti per il mercato delle sale giochi. Inoltre, come tipico dei giochi arcade di ultima generazione, questo è connesso online con un network specifico che fa sì che venga costantemente aggiornato con del nuovo materiale. Il Rhythm Game definitivo di Final Fantasy.
Come giocarlo: ecco la brutta notizia, visto che le sale giochi sembrano ormai funzionare solo in Giappone, il gioco è presente solo sul territorio nipponico (sigh).
Final Fantasy Artniks
Chiudiamo il nostro articolo di oggi con una coppia di giochi bizzarri che compongono la “serie” di Final Fantasy Artniks. Questa è infatti nata su GREE. Cosa è GREE? E’ un social network molto particolare e tutto nipponico che deve il suo nome al concetto dei sei gradi di separazione che dividono tutte le persone del mondo (Six DeGREE of Separation). Ovviamente non ha mai ottenuto molta popolarità al di fuori del territorio nipponico e lo stesso si può dire di Artniks.
Final Fantasy Artniks (2012)
Artniks è un gioco di carte collezionabili free-to-play che debuttò su GREE nel 2012. Nonostante le scarse possibilità di successo commerciale, essendo GREE usato solo in Giappone, Artniks rivela dietro un lavoro notevole e presenta una storia originale che ci porterà ad affrontare numerose quest individuali e battaglie contro altri giocatori, tutto usando le carte d’evocazione che il giocatore può ottenere in vari modi. Il gioco si è concluso nel 2017 quando il supporto è stato definitivamente chiuso.
Come giocarlo: attualmente non è proprio possibile in alcun modo
Final Fantasy Artniks Dive (2014)
Anche qui più che di un seguito, si parla di una conversione/espansione. Artniks ebbe un tale successo da spingere molti fan a chiedere una versione che non obbligasse a iscriversi a GREE. La Square Enix creò quindi Artniks Dive per sistemi Android/iOS mantenendo comunque il gameplay e la storia del gioco originale, limitandosi ad espandere il tutto con ancora più personaggi ed elementi tipici presi dagli altri giochi della saga. Al contrario del primo gioco, però, Artniks Dive non ebbe molto successo e viene chiuso nel 2016, un anno prima del predecessore.
Come giocarlo: purtroppo anche questo non è più accessibile a meno che non si possieda un cellulare giapponese non aggiornato