Se sei un giocatore al di sotto dei 30 anni, ci sono ottime possibilità che tu sia venuto a conoscenza della serie Final Fantasy grazie al bellissimo settimo capitolo uscito per la prima PlayStation. Ma come suggerisce il nome, prima delle scorribande di Cloud, Tifa e Barret alla salvezza del mondo dalla cattivissima Shinra, ci sono stati altri capitoli, ben diversi, ma soprattutto in 2D.
Capitoli usciti per le ammiraglie di Nintendo, titoli che difficilmente sarebbero stati digeriti dal grande pubblico senza una bella svecchiata, soprattutto dal lato tecnico. Ed è qui che entra in scena la Final Fantasy Pixel Remaster, ovvero una collection dei primi sei capitoli della più famosa saga di Square Enix, ma con una grafica più in linea con i nostri tempi e qualche aggiustamento al gameplay che non vada a snaturarlo del tutto.
Usciti come giochi singoli per gli store mobili di Apple, Android e successivamente su Steam, ecco che finalmente arrivanon anche per PlayStation 4 e Nintendo Switch in un unico gigantesco pacchetto, in grado di tenerti impegnato per mesi, visto che ogni avventura proposta è davvero gargantuesca. Vale la pena di spendere il proprio tempo su tutto questo “vecchiume”? La risposta è una sola, sì, e il motivo te lo spiego in questa recensione.
Final Fantasy Pixel Remaster le storie non sono invecchiate di un giorno
Le storie di tutti i Final Fantasy, dal primo al sesto capitolo, sono state la motivazione per cui molti fan si sono avvicinati alla serie fin dall’inizio. Con Final Fantasy Pixel Remaster Square Enix riesce a condividere queste trame con una nuova generazione, ma anche offrire ai veterani della serie la possibilità di rivivere quei pomeriggi passati con un controller del Super Nintendo in mano.
Final Fantasy I inizia con un racconto abbastanza semplice su una profezia in cui quattro sconosciuti si presenteranno al culmine del male nel mondo e dovranno salveranno il pianeta, un tipo di plot che veniva usato e abusato negli anni ’80. I giochi successivi vantano invece trame molto più complesse, che spesso trattano temi complessi come quello della redenzione di Final Fantasy IV, in cui la maggior parte dei personaggi aveva una storia burrascosa per cui cercavano di farsi perdonare.
Per fare altri esempi, trama generale di Final Fantasy VI coinvolgeva personaggi che erano soli nel loro mondo e, solo insieme, riuscivano a superare le loro paure. Le storie, soprattutto nei Final Fantasy dal III al VI, hanno ancora il loro fascino e riescono ad intrattenere i giocatori sia vecchi che nuovi.
Va detto, però, che stiamo parlando di una remastered uscita nel 2020 per dispositivi mobili e proposta su console nel 2023. In questi anni abbiamo visto una crescente attenzione verso il Politically Correct, quindi alcuni argomenti sono stati smussati o addirittura eliminati da questi titoli. Mi riferisco, ad esempio, al personaggio di Final Fantasy VI, Edgar, che nel titolo originale ci provava spudoratamente con una minorenne, ecco ai giorni nostri provare anche solo a scherzare su determinati argomenti, vuol dire per Square Enix andarsi ad infilare in un vero e proprio campo minato, quindi questa caratterizzazione è stata totalmente eliminata.
Un gameplay classico, che più classico non si può
Se non hai mai giocato a un Final Fantasy (anzi ad un JRPG vecchia scuola in generale), serve una breve spiegazione del gameplay del gioco. In ogni gioco proposto in questa collection avrai una mappa da esplorare, con all’interno dei punti di interesse che serviranno a proseguire nella storia. Questi sono spesso insediamenti di vario tipo, come castelli, città e via dicendo.
Nell’avanzamento tra un punto e l’altro ti imbatterai nei classici dungeon, dove dovrai combattere con i famigerati combattimenti a turni. In alcuni casi dovrai aspettare che si carichi una barra che rappresenta tempo, per poi scegliere se attaccare fisicamente o con una magia, curarti, difenderti oppure utilizzare un qualche tipo di oggetto. In altri casi si assiste invece a una turnazione vera e propria.
Questo tipo di combattimento neasconde una grande profondità e obbliga il giocatore ad adottare una strategia, visto che alcuni personaggi saranno migliori negli attacchi fisici, altri nelle magie e altri ancora nel curare. In più i nemici potrebbero a loro volta essere sensibili a determinati tipi di attacchi.
Come ti dicevo è necessaria una strategia e l’attaccare sempre a testa bassa non sempre porta a risultati accettabili. Una volta che avrai sconfitto il tuo nemico verrai ricompensato con dei punti esperienza, i quali faranno diventare gli eroi del gruppo più forti, e con dei soldi (in tutti i Final Fantasy la valuta è il Gil) che spenderai nei vari negozi disseminati nella mappa di gioco e, in alcuni casi oggetti.
Ovviamente i giochi di Final Fantasy Pixel Remaster hanno un bel po’ di anni sulle spalle e necessitano di una svecchiata, ma questo non significa che debbano essere snaturati. Square Enix ha infatti portato diversi miglioramenti generali per rendere l’esperienza più accessibile al giorno d’oggi, per esempio dotando ogni titolo di questa collana dell’Auto Battle, del Boost Mode,aggiungendo le mappe e implementando la possibilità di correre per velocizzare il tutto.
L’Auto Battle è una funzionalità che fa esattamente ciò di cui dice il nome. Puoi avviare uno scontro con la funzione attivata e il tuo gruppo attaccherà automaticamente con attacchi fisici, almeno fino a quando tutti i nemici non saranno stati sconfitti, oppure quando il tuo gruppo non morirà.
In alternativa, puoi impostare le azioni che ogni personaggio dovrà eseguire e, dopo che ogni membro del tuo gruppo avrà fatto la sua mossa, attivando l’Auto Battle, i personaggi ricorderanno la loro ultima azione e la ripeteranno. Questo ti consentirà di avere i maghi che lanciano incantesimi mentre i monaci e i guerrieri infliggono danni fisici o qualsiasi tipo di strategia tu abbia in mente per sconfiggere i tuoi avversari. Inoltre, se le cose stanno per mettersi male, puoi disattivare l’Auto Battle in qualsiasi momento durante la battaglia e continuare manualmente.
Final Fantasy Pixel Remaster ha un’altra novità, ovvero il Boost Mode. In pratica, ti permetterà di attivare e disattivare gli incontri casuali, vera croce e delizia di ogni JRPG vecchia scuola che si rispetti. Questo sistema aiuta a evitare la frustrazione causata dai combattimenti casuali troppo frequenti mentre si esplorano le mappe del mondo e i vari dungeon. Per mantenere comunque un l’equilibrio, i giochi offrono fino a quattro volte la quantità di punti esperienza, Guil e altri elementi di crescita del personaggio.
Ciò non significa che i titoli proposti possano essere completati solamente con i combattimenti obbligatori e le battaglie contro i boss: saranno necessari alcuni incontri casuali per fare un po’ di farming (altrimenti verrai letteralmente asfaltato al primo incontro un po’ più impegnativo), ma nonostante questo, è una bellissima aggiunta poter potenziare i propri personaggi fino al livello desiderato e poi disattivare gli incontri casuali per il resto del dungeon. Questo farà si che l’azione venga spezzata solo ed esclusivamente quando vorrai tu. Fatti il tuo farming, arriva al livello desiderato e poi disattiva tutto. Semplice e funzionale.
Oltre al Boost Mode, sono state aggiunte altre funzionalità come le mappe. Le mappe non solo aggiungono una guida a come muoversi nei mondi dei titoli, ma comprendono anche quelle delle città e dei dungeon, evidenziando punti di interesse come locande e negozi nei villaggi. Questo dà una grandissima mano al giocatore di primo pelo che si avvicina per la prima volta a titoli del genere e diminuisce fortemente il senso di frustrazione che potrebbe nascere dal girovagare a vuoto senza sapere dove andare.
Graficamente vecchio, ma totalmente nuovo
Il punto forte di Final Fantasy Pixel Remaster sono i miglioramenti grafici e sonori. L’aspetto grafico è stato aggiornato con maggiori dettagli rispetto alle versioni originali per Nintendo NES e Super Nintendo, ma questo, proprio come il gameplay, non ha stravolto il suo classico stile in pixel art. Il risultato è che i giochi sembrano essere gli stessi per chi ha giocato ai titoli originali, ma con dei dettagli nettamente più definiti. Questo non solo conferma il fascino senza tempo dei personaggi dei Final Fantasy in 2D, ma anche l’efficacia delle ambientazioni e dei paesaggi che compongono ogni mondo.
Tra i vari capitoli della serie, Final Fantasy VI è quello che ha la resa grafica migliore e quello che ha goduto maggiormente di questo restyling, in un mondo videoludico dove opere come Octopath Traveller hanno comunque un loro posto, il sesto capitolo della saga potrebbe essere tranquillamente spacciato per un titolo odierno.
La musica che accompagna molte delle scene più memorabili dei giochi è stata composta da Nobuo Uematsu un nome particolarmente caro a tutti i fan di Final Fantasy, il quale ha supervisionato anche la creazione delle tracce rimasterizzate per questo nuovo titolo. La maggior parte delle canzoni presenti nel gioco mantiene lo stesso stile e l’atmosfera della colonna sonora originale di ogni titolo, senza mai stonare con la nuova veste gafica. Per i puristi, tuttavia, è stato inclusa anche la possibilità di tenere l’audio originale di ogni gioco.