Final Fantasy VII Rebirth è tra noi. Pubblicato ufficialmente nel 29 febbraio 2024 per PlayStation 5, il secondo capitolo della trilogia del remake e in parte reboot del capitolo più famoso della saga di Final Fantasy è destinato a far parlare a lungo di sé per molteplici motivi.
Oggi affrontiamo insieme una delle domande più comuni: cosa bisogna giocare per affrontare al meglio Final Fantasy VII Rebirth? Di seguito troverai una serie di consigli che ti permetteranno di vivere al meglio quello che promette di essere uno dei migliori giochi di ruolo degli ultimi anni.
Final Fantasy VII Rebirth parla a chiunque, vecchi e nuovi utenti
Neanche a dirlo, Final Fantasy VII Rebirth è il sequel diretto di Final Fantasy VII Remake a sua volta remake dell’omonimo e famosissimo capitolo del 1997. Potrebbe quindi risultare scontato dire che, per godere appieno di Rebirth è necessario aver giocato il Remake ed è inutile mentirti: è così. Ma c’è un “ma”.
Come d’altronde è stato già comunicato dagli sviluppatori con tanto di dicitura sulle pagine ufficiali PlayStation, Final Fantasy VII Rebirth è un titolo studiato, promosso e presentato come capitolo a sé. Una storia che, seppur legata strettamente al prequel diretto, può essere vissuta anche da sola:
Final Fantasy VII Rebirth è il nuovo capitolo di questo progetto, il che potrebbe farti pensare che devi prima giocare a Final Fantasy VII Remake. Tuttavia, Final Fantasy VII Rebirth è stato sviluppato come un’esperienza distinta che si può apprezzare anche come primo approccio all’iconica serie di Final Fantasy VII.
Questo è vero in parte. Sia chiaro, siamo lontani dalla complessità narrativa di eventi, cast e scenari proposti dalla saga The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel (di cui puoi leggere anche la nostra recensione del quarto capitolo) che, nonostante un enorme glossario, è pressoché obbligatorio seguire almeno l’ordine cronologico dei capitoli della serie Trails of Cold Steel per poterne godere la trama come si deve.
Ma il fatto stesso che in Final Fantasy VII Rebirth sia disponibile un mini riassunto cinematografico degli eventi svolti in Final Fantasy VII Remake fa capire quanto quest’ultimo sia, ovviamente e logicamente, essenziale per poter apprezzare le vicende che ci vedranno protagonisti. Inoltre, anticipiamo che tale riassunto, per quanto lodevole nei suoi intenti, non è per niente esaustivo.
Final Fantasy VII Remake, infatti, oltre a essere un titolo sorprendentemente longevo, ha il pregio di aver approfondito e sviluppato le relazioni tra i personaggi del cast, sviluppando l’esperienza ambientata a Midgar con la relativa crescita di Cloud stesso. Senza contare che ha saputo sorprendere, in negativo o positivo che sia, chi è cresciuto col capitolo originale del 1997.
Final Fantasy VII Rebirth, quindi, è una diretta conseguenza di quanto avviene in Final Fantasy VII Remake ed è calorosamente consigliato giocarci come “minimo essenziale”. Sia chiaro, come detto dagli sviluppatori, non è impossibile giocare a Final Fantasy VII Rebirth e iniziare da questi.
Volendo si può recuperare il Remake anche successivamente ma, molti detti e non detti, molte citazione, i legami stessi dei personaggi, il loro vissuto, le loro reazioni, potrebbero risultare fumose in quanto date per scontate in quanto naturale evoluzione del titolo.
A Final Fantasy VII Remake, sommiamo subito dopo, come caloroso consiglio anche il suo DLC dedicato a Yuffie: l’Episode INTERmission. Per chi non lo sapesse, si tratta di due capitoli con protagonista Yuffie e ambientato a Midgar. Non è essenziali ai fini narrativi ma offre uno spaccato curioso su uno dei personaggi del cast.
A questi due consigli, noi ne aggiungiamo un terzo, opzionale e non necessario ma comunque intrigante e utile: Crisis Core Final Fantasy VII Reunion. A differenza di Remake e Rebirth, Reunion non apporta alcun tipo di cambiamento alla narrazione del titolo originale in quanto, lo ricordiamo, si tratta del remake dell’omonimo capitolo uscito su PSP nel 2007.
Nonostante sia un prequel della saga originale uscito diversi anni dopo, questo capitolo ha il pregio di approfondire la lore della nascita di Cloud stesso, oltre che di Sephiroth. Neanche a dirlo, Zack è il protagonista assoluto delle vicende e beh, basta guardare la copertina di Final Fantasy VII Rebirth per capire che Crisis Core ha un ruolo in tutto ciò.
Tra l’altro, la scelta stessa di riproporlo come remake prima dell’uscita di Final Fantasy VII Rebirth fa capire quanto Square Enix lo ritenga utile (oltre a essere un’abile mossa commerciale) all’interno del progetto nuovo che è l’attuale Final Fantasy VII. Noi lo consigliamo in quanto avere un background su Zack, Cloud e Sephiroth (e non solo) aiuterà a farsi domande, aspettative, a cogliere spunti e sì, anche a restare sorpresi dinanzi a ciò che Rebirth ha in serbo per noi già dai suoi primi minuti di gioco.
Concludiamo con due piccoli cenni per due titoli mobile appartenenti al nuovo universo di Final Fantasy VII: The First Soldier e il più recente Ever Crisis. Entrambi condividono il nuovo mondo riproposto da Square Enix ma il loro ruolo è marginale. Conoscerli ricopre quindi un ruolo di perfezionamento, un eccessivo completismo di quello che è un mondo in costante espansione e dalla lore sempre più ramificata (per fortuna non ancora ai livelli confusionari di Kingdom Hearts).
Piccolo extra: conoscere e aver giocato Final Fantasy VII del 1997 con tutti i suoi prequel e sequel, siano essi cinematografici o anche ludici, offre un bonus esperienziale di rara bellezza che per alcuni può diventare anche agonia se non odio. Vedere come gli sviluppatori hanno recuperato la trama originaria riplasmandola, modificandola, ampliandola, è un qualcosa che noi stiamo sinceramente apprezzando e non vediamo l’ora di scoprire il nuovo epilogo.