È arrivato il momento che ogni appassionato di RPG e di Final Fantasy in generale, aspettava con trepidazione: è finalmente arrivato nelle nostre mani Final Fantasy XVI. L’ultima fatica di Square Enix, arriva dopo sette anni dal precedente capitolo (ovvero l’avventura di Noctis e dei suoi amici), la quale aveva lasciato l’amaro in bocca a più di un fan del franchise; le speranze e le aspettative poste nel sedicesimo capitolo erano davvero altissime.
Oltre a questo, il fatto che lo sviluppo sia stato affidato al dream team di Creative Business Unit III, i quali erano riusciti a trasformare un disastroso capitolo XIV in un titolo da giocare a tutti i costi, ha fatto, ovviamente, alzare l’hype su questo titolo e sulla nostra avventura nel mondo di Valisthea.
Saranno riusciti Yoshi-P e il suo team a darci un capitolo magnifico come tutti si pensavano? Sì, ma non nella maniera che tutti si aspettavano, visto che Final Fantasy XVI della saga porta solo il nome e alcuni punti chiave (come i Chocobo e la presenza costante in ogni capitolo di Cid), ma per il resto si tratta di un netto cambio di rotta, che lascerà probabilmente l’amaro in bocca ai fan storici, ma chi riuscirà ad andare oltre a questo aspetto, si ritroverà qualcosa di epico da assaporare e portare nel cuore. Ma ecco cosa ne pensiamo dell’ultima fatica di Square Enix e di Creative Business Unit III.
Clive nel mondo di Valisthea
In Final Fantasy XVI, come da tradizione nel brand, la storia è davvero tutto, anzi oserei dire che la trama ha un’importanza forse maggiore del gameplay. Quest’ultima fatica di Square Enix non fa davvero eccezione e, ovviamente, nel riassumerti la storia cercherò di essere spoiler free.
Final Fantasy XVI ci porta nel mondo di Valisthea e prenderai i panni Clive Rosfield, un soldato di nobili origini del casato di Rosaria, il quale si ritrova coinvolto in una sanguinosa strage, il cui scopo era prettamente politico. Durante questa notte il re e padre di Clive, ovvero l’Arciduca di Rosaria e il fratello Joshua, perderanno tragicamente la vita. Clive è uno dei pochi superstiti a questa strage, tuttavia catturato, gli viene marchiato il viso con un tatuaggio il quale identifica i Portatori (ovvero individui dotati di poteri magici) e viene trascinato via come carne da macello per l’Impero Santo di Sanbreque.
Dopo un salto temporale di 13 anni, Clive ha passato tutto questo arco di tempo combattendo come membro degli schiavi dell’Impero. Durante una missione, salva Jill, una sua amica d’infanzia e successivamente si unirà all’allegra brigata di Cidolfus Telamon, un visionario che vuole un mondo libero, dove non ci siano distinzioni tra umani e Portatori. Da qui in poi inizierà il viaggio di Clive, il quale lo porterà a voler vendicare la morte del fratello Joshua, ad incontrare altri Portatori, ma soprattutto i Dominanti, ovvero esseri in grado trasformarsi in creature gigantesche i quali sono altamente rispettati nel mondo di Valisthea.
Si tratta di una storia cupa dove l’influenza di Game of Thrones è evidente, sia per quanto riguarda gli elementi che compongono Valisthea, per i numerosi colpi di scena che contorneranno la storia principale (alcuni ovvi e un po’ telefonati c’è da ammettere).
Anche la caratterizzazione dei personaggi è contaminata (in senso buono) dall’opera di George R.R. Martin, con alcune personalità che ricordano tantissimo gli abitanti di Westeros. Il regno di Valisthea è perennemente immerso in una guerra e gli intrighi con le manovre dei potenti sono all’ordine del giorno. Non solo questo; una minaccia sovrannaturale chiamata Piaga, incombe minacciosa, proprio come potevano essere i non morti di Game of Thrones.
Questo cambio di registro di Square Enix ben più cupo ed esplicito, soprattutto dopo Final Fantasy XV il quale poneva al centro della propria narrativa l’amicizia che intercorre tra i suoi personaggi e aveva un tono ben più gioviale ed ironico, è stata realizzata in maniera eccellente, visto che questo stile più maturo offre l’opportunità di affrontare temi come la persecuzione, la discriminazione, ma anche i traumi che si possono avere in giovane età.
Square Enix e il Creative Business Unit III non hanno paura di affrontare queste tematiche e di sbattertele in faccia come fosse un pugno ben assestato. Non fa differenza che il protagonista dell’ingiustizia sia un bambino, oppure un semplice contadino, questo è il mondo di Valisthea, chi sei tu per cambiarlo?
Poco RPG, molto Action
Togliamoci subito il dente, Final Fantasy XVI è un RPG oppure no? Ni. Se sulla carta, ma soprattutto la storia di questo franchise, sia stato da sempre sinonimo di JRPG, con questo sedicesimo capitolo la musica cambia e di molto anche. La componente RPG è davvero ridotta all’osso, visto che gli unici elementi che ricorderanno questo genere di giochi, saranno i punti esperienza accumulati alla fine di ogni battaglia, poi per il resto ci troviamo di fronte ad un’esperienza molto più simile ad un Devil May Cry.
Non giudichiamo se questo cambiamento di rotta sia un bene o un male, visto che nonostante basti impiegare davvero solo due tasti per portare a casa una vittoria in uno scontro, ogni combattimento vinto sarà molto soddisfacente. Questo tipo di sistema di combattimento ti darà una sensazione di deja-vù, che ti riporterà alla mente il combat system di Devil May Cry; può essere data dal fatto che colui che ha curato questo aspetto è Ryota Suzuki ovvero uno dei creatori della fortunata saga di Capcom.
La sfida data dai combattimenti è buona in alcuni frangenti, ma in altri rasenta lo zero assoluto e questa sensazione aumenta se deciderai di equipaggiare i vari anelli che schiveranno e faranno combo in modo totalmente automatico. Ottimi per chi si vuole godere solo la bellissima trama di Final Fantsy XVI, ma assolutamente da evitare se vuoi una sfida più impegnativa.
Tra l’altro la difficoltà generale non è nemmeno così estrema visto che i nemici normali potranno essere fatti fuori con una serie di colpi di spada rapidi. Tuttavia per gli avversari più forti e i boss, sarà richiesta un pelo di strategia in più, poiché questi presentano una barra di stordimento che li renderà vulnerabili a danni massicci una volta che questa viene portata allo zero. Questo significa che dovrai effettuare schivate all’ultimo secondo, parate perfette e combinare gli attacchi con molta precisione.
Questo sistema di combattimento incoraggia tali abilità e il fatto che tu comandi solo Clive, ti darà l’opportunità di concentrarti sul combattimento. Infatti gli altri membri del party agiranno in maniera totalmente autonoma eccezion fatta per il cane Torgal, il quale avrà un menu per le mosse a parte. Questo cambio di rotta si rivela assolutamente necessario, poiché la trasformazione del gioco in uno stile più hack ‘n slash, offre un combattimento più intenso e rapido rispetto a quelli ragionati e a turni dei vecchi capitoli.
Oltre alla spada, Clive ha anche accesso alle abilità Eikon ovvero potenti incantesimi concessi dagli onnipotenti Eikon di Valisthea. Gli Eikon sono le invocazioni da sempre presenti nella saga di Final Fantasy, ma in ogni capitolo sono chiamate in maniera diversa. Queste sono rappresentate da Ifrit, Shiva, Fenice e molti altri. Man mano che avanzerai nella trama principale, guadagnerai sempre più abilità e queste ti daranno modo di personalizzare il tuo stile di combattimento. Ogni abilità Eikon è differente, quindi nonostante la semplicità degli scontri, questi ti daranno l’opportunità di avere un approccio sempre diverso ad ogni sfida, aumentando anche la varietà nel combattimento.
Sebbene queste abilità Eikon rendano gli scontri normali molto più interessanti, ci sono anche battaglie speciali in cui Clive stesso si trasformerà in Ifrit, il suo Eikon personale. Ifrit è un gigante infuocato capace di spostare intere catene montuose, incenerire foreste ed è una vecchia conoscenza di ogni appassionato della saga. Mentre lo stile di combattimento di Clive richiede destrezza, con Ifrit si tratterà di sfruttare la potenza brutale. Questi scontri saranno estremamente divertenti e ne abbiamo avuto un piccolo assaggio proprio per la demo che è stata distribuita prima dell’uscita del titolo.
Oltre alla trama principale, come ci si poteva ben aspettare, saranno presenti delle quest secondarie che ti verranno affidate dai numerosi NPC sparsi nel mondo di Valisthea. Queste purtroppo, aggiungono molto poco alla trama e non sviluppano nemmeno sottotrame interessanti da seguire. Questo è davvero un peccato e alcune di queste ti faranno chiedere “ma perché la devo fare?”.
Mi riferisco soprattutto alle fasi iniziali dove, ad esempio, dovremo fare il cameriere per la locanda presente nel rifugio di Cid. Prendi i pasti e portali ai clienti. L’unico motivo reale per dover fare le quest secondarie è il voler completare il gioco al 100 % per poi raccogliere l’agognato trofeo di Platino oppure il prendere la ricompensa che ti verrà assegnata la quale consisterà in: pochissimi punti esperienza, guil, oggetti e punti da spendere nell’albero delle abilità.
Ogni scontro e quest secondaria portata a buon fine, ti darà dei punti, oltre a quelli esperienza, da poter spendere nell’albero delle abilità. Qui, proprio come dice il nome, potrai insegnare a Clive nuove mosse sempre più spettacolari e potenziare quelle già hai. Non sto parlando un sistema profondo e ragionato come potrebbe essere la sferografia del decimo capitolo, ma di un sistema particolarmente semplice per migliorare il tuo personaggio e questo sarà più simile ad un gioco action, piuttosto che ad un RPG.
Rifatti gli occhi con gli scorci di Final Fantasy XVI
Tecnicamente il lavoro fatto da Creative Business Unit III è qualcosa che lascia davvero a bocca aperta. Partiamo con gli aspetti meno scontati. I tanto decantati pregi e migliorie di PlayStation 5 vengono sfruttati in maniera davvero certosina, con tempi di caricamento praticamente ridotti all’osso, visto che basteranno meno di dieci secondi per andare dalla schermata del titolo a quello che è il gioco vero e proprio.
Poi per il resto la grafica è quella che ti aspetteresti da un titolo di questo calibro, spettacolare, super definita e con dei panorami davvero mozzafiato. Nonostante questo, ci sono degli aspetti che potevano essere curati un po’ di più come ad esempio i visi degli NPC, i quali risultano leggermente anonimi, al contrario di quelli dei protagonisti. Ma il difetto tecnico più grande risiede sicuramente nel frame rate il quale tende a scendere abbastanza frequentemente quando si utilizza la modalità prestazioni, soprattutto in alcune scene di intermezzo, quindi il piccolo aggiornamento del day one non è riuscito a sistemare questo aspetto.
Queste piccole sviste (perché di quello si tratta e sono sicuro che con un aggiornamento futuro verranno sistemate) non sono così gravi al punto di consigliare di passare all’opzione grafica, visto che questa limita il frame rate a 30 FPS, ma in cambio avrai una leggera miglior qualità visiva, ma è davvero un peccato che un gioco d’azione così veloce, non riesca a mantenere una fluidità costante di 60 FPS.
Uno dei capisaldi della saga di Final Fantasy è da sempre la musica. Il franchise di Square Enix in ogni suo capitolo è stato in grado di creare brani epici, che riuscivano ad entrare nella testa del giocatore senza mai più uscirne. Sotto questo aspetto, il sedicesimo capitolo non fa eccezione, visto che la colonna sonora è semplicemente meravigliosa. Ogni situazione è stata orchestrata in maniera assolutamente perfetta e le musiche riescono ad arricchire ogni cutscene, luogo e battaglia. In una parola, immensa.