Fire Emblem Engage è uno dei titoli più caldi del momento. Si tratta dell’ultimo capitolo (il 17esimo se contiamo i remake) della nota saga di jrpg strategici, uscito ovviamente per Nintendo Switch. Il gioco si caratterizza per un ritorno alle origini del gameplay e per un maggiore focus sulla strategia, a scapito però di alcuni difetti.
Le reazioni della community e del settore sono state fin da subito molto entusiaste, lo puoi vedere anche dalla nostra recensione, ma ammetto candidamente di non condividere questo entusiasmo. Senza che tu mi metta in croce, voglio provare a spiegarti il mio punto di vista in questo articolo d’opinione.
Fire Emblem Engage – Le parole di chi ama la saga
Prima di entrare nel vivo dell’articolo, devo fare una coppia di premesse. La prima di queste è che io amo la saga di Fire Emblem, la amo davvero tanto. Ti basti sapere che gli ho dedicato un articolo approfondito e che possiedo tutti i giochi usciti in occidente (a cui si aggiungono quelli tradotti dai fan).
Gioco persino attivamente a Fire Emblem Heroes, titolo mobile che più di tutti celebra la saga e che ormai è attivo da molti, molti anni (ho cambiato tre cellulari dalla prima volta che l’ho installato). Sono cresciuto con Fire Emblem. Non è stato il mio primo jrpg strategico ma è sicuramente la saga che mi ha fatto amare questo genere.
Insomma, se si mette in gioco il fattore nostalgia, mi ritengo perfettamente in target. Sono una di quelle persone che se oggi Nintendo annunciasse i remake di New Mystery of the Emblem, Genealogy of the Holy War, Thracia 776 e The Binding Blade, già inizierebbe a mettere da parte i soldi per acquistarli in blocco (pur avendoli già giocati).
Fire Emblem Engage – Il mio giudizio
L’altra premessa da fare riguarda il mio giudizio su Fire Emblem Engage. Leggendo quanto scriverò nel resto dell’articolo, sarebbe facile credere che io non abbia amato il gioco o che lo ritenga una ciofeca indegna di essere acquistata. Ci sono cose che mi hanno infastidito parecchio e, amando così tanto la saga, mi hanno forse colpito troppo a fondo.
Mi preme però sottolineare che io giudico Fire Emblem Engage come un buonissimo gioco. Il gameplay è quello di Fire Emblem e c’é un ritorno alle origini, mischiato con l’innovazione delle fusioni, che funziona in maniera splendida. Le battaglie di Fire Emblem Engage sono fantastiche, tattiche e divertenti, a mani basse la parte più riuscita del titolo.
Il mio senso di delusione non deriva dal fatto che Fire Emblem Engage non è valido, ma che mi aspettavo di più e, per certi versi, sono stato deluso. Per me questo è il peggior Fire Emblem della saga, ma questo non lo rende un brutto gioco e lo ripeto più volte perché sia chiaro. Semplicemente non lo vedo all’altezza di qualsiasi altro capitolo.
Fire Emblem Engage – Problema 1: la narrazione
Chiariti questi due punti fondamentali, è tempo ora che ti spieghi perché sono rimasto deluso. I motivi, come vedi dal titolo, sono cinque ed il primo è in realtà abbastanza evidente e condiviso. Anche i giocatori più entusiasti si sono accorti di questo problema e tutti concordano che la narrazione di Fire Emblem Engage è molto sacrificata.
Non parlo solo della storia principale, sia chiaro, ma proprio di tutto l’impianto narrativo. Alla fine i primi Fire Emblem avevano una storia abbastanza semplice: questi sono gli eroi, quelli sono i cattivi, fine. Gli ultimi capitoli avevano una storia più complessa dietro, vero, ma non la ritengo necessaria per avere un buon Fire Emblem.
Ritengo invece fondamentali i dialoghi, soprattutto quelli legati ai supporti ed ai legami. I rapporti sociali tra i personaggi sono da sempre parte fondamentale della saga e hanno contribuito a rendere tridimensionali e memorabili molti dei personaggi più amati. E’ proprio su questo punto che secondo me Fire Emblem Engage manca il bersaglio.
Anche perché avevi un potenziale enorme. Non solo un cast di personaggi nuovi, ma tutti quelli che provengono dal passato, 11 personaggi per capitolo (destinati ad aumentare). Invece ogni dialogo sociale sfocia spesso nel ridicolo, nell’imbarazzante, nel banale o nell’estremamente piatto e poco interessante.
Avevano l’occasione di approfondire vecchie storie e vecchi rapporti e di creare nuove linee narrative, cosa che, per esempio, fa molto bene Fire Emblem Heroes. Il risultato finale è invece un’occasione sprecata dove i vecchi eroi hanno spesso due linee di dialogo generiche in croce e con i personaggi degli anelli secondari neanche ci puoi parlare. Peccato.
Fire Emblem Engage – Problema 2: il Somniel
Anche la seconda cosa che non mi è piaciuta di Fire Emblem Engage, è una critica che ho visto abbastanza condivisa, anche se meno rispetto a quella della narrazione. Il punto è che a me il Somniel non è proprio andato giù per come è strutturato. In teoria dovrebbe essere il consueto quartier generale dove svolgere attività secondarie e rendere più forti i rapporti sociali.
Nella pratica tutte le fasi di gioco che ho passato nel Somniel mi hanno annoiato terribilmente. Ci sono tantissime attività possibili, ma sono tutte piatte e di base poco interessanti. Molti giocatori hanno criticato soprattutto i minigiochi degli esercizi fisici, ma quella è a mio parere solo la punta di un grosso iceberg.
Un altro grosso problema del Somniel è che non puoi ignorarlo. Tutte le attività sono utili, anche le più noiose e fastidiose, quindi ti ritroverai a farle continuamente dopo ogni battaglia, spesso perdendoci ore di gioco che potresti usare in attività più divertenti. Prendiamo per esempio la lucidatura degli anelli, qualcuno l’ha trovata entusiasmante?
E’ poi soprattutto nel Somniel che si accusa la piattezza e banalità dei dialoghi, visto che la maggior parte hanno luogo qui. Mancando di una profondità sociale marcata, l’idea stessa di andare a giro per la mappa per parlare con i personaggi perde di interesse. Invece di essere un valore aggiunto, il Somniel per me è stato ed è una trappola temporale.
Fire Emblem Engage – Problema 3: ripetitività
Parliamo invece ora di una cosa che ho visto criticare ben poco e questo mi ha sorpreso: la ripetitività di Fire Emblem Engage. Ancora una volta specifico che non mi riferisco alle battaglie. Queste sono sempre divertenti. Preso come singolo gioco tattico, Fire Emblem Engage è perfetto. Il problema è che a corollario delle battaglie c’é tutto il resto.
Del Somniel e del dover ripetere continuamente tutte le attività in esso presenti, abbiamo già parlato. Gli stessi difetti sono però presenti nella fase di esplorazione post-battaglia dove dovremo vagare per la mappa raccogliendo gli oggetti, raccattando animali e parlando con i personaggi. Questo perché ogni risorsa è utile in Fire Emblem Engage.
Il punto è che è un’attività che stanca velocemente. Le mappe sono grandi e abbastanza spoglie, anche correndo ci si impiega spesso del tempo a fare tutto. I dialoghi poi sono la cosa peggiore. Essendo piatti, non è entusiasmante affrontarli, ma è fondamentale farlo per ottenere frammenti di legame, una risorsa importantissima nel gioco.
Così, dopo ogni battaglia, perderai almeno un paio di ore a ripetere le stesse lunghe azioni noiose nella mappa da esplorare e nel Somniel. L’interesse cala velocemente. Ti basti pensare che su circa 40 ore di gioco, avrò passato in battaglia solo il 25% di queste, impiegando tutto il resto del tempo a svolgere attività poco entusiasmanti.
Fire Emblem Engage – Problema 4: Heroes?
Tra le cinque cose che non mi sono piaciute, forse questa è quella più personale, anche perché non so in quanti in Italia giochino effettivamente a Fire Emblem Heroes. Questo è un titolo per sistemi mobile in cui è possibile evocare tantissimi eroi dei vari capitoli di Fire Emblem per svolgere battaglie di varia natura, affiancandosi ad un cast originale.
Ricorda nulla? Esatto, è lo stesso principio su cui si basa il sistema degli anelli di Fire Emblem Engage. In realtà la cosa di per sé non mi crea molti problemi per le fusioni e gli eroi principali perché questi hanno tutta una caratterizzazione ed un gameplay che in Fire Emblem Heroes proprio non esiste. E’ pur sempre un gioco mobile, no?
Il problema si pone invece con gli altri anelli, quelli legati ai 10 personaggi del mondo dell’anello dell’emblema. Questi riprendono la grafica originale nella loro interfaccia e danno qualche bonus quando equipaggiati. Fine. Per il resto funzionano proprio come un normale gioco mobile dove devi “comprare” pacchetti da aprire nella speranza di trovare gli eroi giusti o crearli fondendo quelli che già hai.
Seriamente è tutto qui? Non solo questo sistema sembra un metodo cheap di far consumare frammenti di legame al giocatore, ma anche in tal senso funziona peggio del sistema di Fire Emblem Heroes, un gioco che si basa sulla sua natura da “collezionali tutti.” Ciliegina sulla torta marcia, i mondi dei personaggi sono approfonditi zero, spesso spiegati giusto da due frasi in croce. Ma io giocatore nuovo alla saga, cosa dovrei capire?
Fire Emblem Engage – Problema 5: manca di cura
L’ultimo paragrafo del 4° problema è l’aggancio perfetto per parlare della quinta cosa che non mi è piaciuta di Fire Emblem Engage. Anche perché forse questa è figlia di tutti i punti precedenti. Riassumendo il concetto, ho percepito una generale mancanza di cura nel prodotto, come se fosse stato sviluppato senza l’anima ed il cuore degli altri capitoli.
Avevi l’occasione di creare una celebrazione unica, un prodotto così speciale da essere ricordato per molto tempo. Riprendere tutte le linee narrative dei Fire Emblem passati ti permette di attingere ad un potenziale enorme e, sommando questo a quanto di buono in Fire Emblem Engage è presente, potevi davvero dar vita al capitolo perfetto.
Invece ci sono così tanti piccoli dettagli che sembrano messi lì perché si e poi tirati via, senza il minimo amore che abbiamo invece visto riporre nel resto di questa saga. Gli ambienti spogli, la grafica delle ambientazioni decisamente lacunosa (soprattutto in confronto ai personaggi), l’impossibilità di alzare la difficoltà (puoi solo abbassarla).
Sono tutte cavolate minime, è vero, ma più ci penso e più me ne vengono in mente. Per esempio, potevi presentare 12 mondi di gioco e fare retromarketing per spingere all’acquisto dei capitoli passati (quelli che ci sono in occidente almeno), narrare un pizzico di quelle storie e di quei personaggi per far venire la voglia di recuperare l’intero titolo. Invece no, niente, solo qualche nome, qualche immagine e qualche riferimento messo lì a caso.
Fire Emblem Engage è un bellissimo titolo, un gioco divertente e valido, ma non so quanto possa far presa su un giocatore nuovo che non ha già una conoscenza pregressa della saga e, soprattutto, ha così tanto potenziale sprecato da farmi rabbia. E’ come un tema scritto bene e senza errori, ma in cui manca la cosa più importante: l’amore per quello che si scrive.