Fire Emblem Engage è arrivato finalmente sulle nostre console, per la gioia di tutti gli appassionati della serie o dei GDR strategici in generale, e lo fa con un capitolo abbastanza potenziato e innovativo dal punto di vista del gameplay, mentre perde sotto altri aspetti, come la componente social e la profondità della trama. Le nuove meccaniche introdotte da Intelligent System, sono riuscite a donare alla serie nuova linfa vitale, e anche nuove basi per i prossimi capitoli. A tutto questo va aggiunto un notevole fattore nostalgia, che richiama tantissimi eroi dei precedenti capitoli e li ripropone in una nuova veste. Ma partiamo dall’inizio.
Fire Emblem Engage: l’inizio
La storia di Fire Emblem Engage, vede il Drago Divino Alear, protagonista principale della storia e del quale potremo scegliere il sesso a inizio gioco, risvegliarsi dopo un profondo sonno durato mille anni. Purtroppo questa non sarà solo una lieta notizia, in quanto il suo risveglio coinciderà con il ritorno del Drago Maligno Sombron, il quale era stato sconfitto e bandito proprio mille anni prima. Accolto da alcuni valletti che da anni vegliavano sul sonno del Drago Divino, Alear viene condotto al cospetto di sua madre, anch’essa un Drago Divino. L’incontro con alcune mostruosità chiamate aberrazioni però, scatenerà una serie di eventi che lo coinvolgeranno in prima persona, e ad Alear non rimarrà altra scelta se non quella di combattere.
C’è da dire che proprio sul fattore trama, Fire Emblem Engage non riesce a dare il meglio di sé, facendo alcuni passi indietro rispetto al suo predecessore diretto Three Houses o ad Awakening, uscito per Nintendo 3DS. La storia risulta molto lineare, e i vari colpi di scena che la caratterizzano saranno quasi tutti prevedibili. Rimane però una storia gradevole e leggera, che saprà accompagnare il giocatore durante una lunga campagna formata da quasi 30 capitoli principali e diverse missioni secondarie.
Parte del merito di questa godibilità in Fire Emblem Engage, va data a un cast di personaggi che, oltre a vedere il ritorno dei principali e più famosi protagonisti dei vecchi capitoli sotto forma di emblema, come Marth, Micaiah, Celica e tanti altri, è caratterizzato molto bene, ampio e molto diversificato, con un’impronta più in stile anime e meno cupa di altri capitoli. Non sarà facile trovare i nostri preferiti in mezzo a tanta abbondanza.
Peccato che un’altra piccola nota dolente è data dal depotenziamento del fattore relazioni/romance tra i vari personaggi. Mentre fra i diversi protagonisti risultano comunque storie interessanti, utili a conoscerli meglio, le interazioni con gli eroi degli emblemi di Fire Emblem Engage sono spesso molto anonime, quasi forzate e con poco mordente.
Fatto sta che a ogni modo, Fire Emblem Engage spinge il giocatore a completare le missioni e proseguire nella trama, per vedere la (prevedibile) piega degli eventi, ma soprattutto i nuovi personaggi che si incontreranno e si uniranno alla nostra causa.
Un gameplay potenziato e innovato
Lo scheletro di Fire Emblem Engage ricalca i suoi predecessori, che per chi non lo sapesse è quello dei GDR strategici con mappe a scacchiera, nel quale a turno muoveremo le nostre unità per affrontare quelle nemiche. Ogni unità avrà punti forti e debolezze, e sarà soggetta a un triangolo delle armi, dove le spade saranno più forti delle asce, le asce avranno la meglio sulle lance e quest’ultime batteranno le spade. Ma non è l’unico fattore da tenere in conto, in quanto unità ben addestrate potranno avere la meglio anche con un’arma in svantaggio.
Oltre al triangolo visto prima, ci sono altre unità neutre, come assassini, arcieri e maghi, le quali non avranno debolezze verso quelle tre armi, ma solo contro gli utilizzatori di arti o attacchi a mani nude. Le debolezze delle varie armi sono un fattore molto importante e da tenere sempre in considerazione prima dello scontro, perché introducono una nuova meccanica chiamata “Breccia” (break in inglese). Oltre a fare più danni, se si attacca con un’arma in vantaggio si infliggerà questo nuovo status, che durerà un turno e in pratica disarmerà l’unità che subisce l’attacco, negandole la possibilità di contrattaccare.
In più, in Fire Emblem Engage, ogni unità apparterrà a una categoria come corazzati, volanti, rinforzo e mistici, che ovviamente andranno a fornire altre caratteristiche. Se adiacenti a un nemico, le unità con rinforzo lo attaccheranno ogni volta che una nostra unità bersaglia quel nemico, infliggendo danni extra, mentre i mistici possono letteralmente devastare le difese dei corazzati, i quali difficilmente verranno scalfiti da attacchi fisici normali. Non mancherà inoltre il fattore terreno, che a seconda della tipologia, andrà a donare particolari modificatori o effetti alle unità che ci sono sopra, come un maggior valore di schivata o ripristino dei punti vita.
Gli Emblemi
Il cuore e la maggiore innovazione di questo Fire Emblem Engage, risiede proprio negli emblemi e nella loro meccanica. Si tratta di particolari equipaggiamenti, i quali avranno la caratteristica di poter evocare gli eroi dei passati capitoli della serie che, oltre a offrire aumenti di statistiche a chi li indossa, avranno la spettacolare capacità di fondersi assieme all’utilizzatore, e creare una nuova unità molto più potente. Una volta “unito”, l’eroe dell’emblema donerà alcune abilità particolari e delle mosse finali al suo utilizzatore, andando davvero a stravolgere gli schemi di gioco. Questa fusione durerà tre turni, terminati i quali bisognerà attendere che la barra fusione si carichi nuovamente per poterla riutilizzare. Anche dal punto visivo le unioni fanno il loro effetto, con l’eroe dell’emblema visibile al fianco dell’unità che lo evoca durante i combattimenti, e formando un’unica unità durante l’unione.
Continuando a utilizzare l’emblema, l’unità guadagnerà esperienza con lo stesso, andando a sbloccarne diverse caratteristiche, come altri aumenti alle statistiche, e abilità attive e passive. Ovviamente una volta rimosso l’emblema, l’unità perderà questi benefici, ma qui entra in gioco la meccanica dell’eredità. Infatti ogni emblema fornirà delle abilità che potranno essere ereditate, a costo di pagarne il prezzo in punti legame, ottenibili in diversi modi. Ogni unità potrà ereditare diverse abilità, ma equipaggiarne solamente due alla volta. Questo, assieme alle caratteristiche individuali di ogni unità, mescolate a quelle della classe attuale, andranno a fornire un sistema di personalizzazione mai visto nella serie.
Per ogni anello degli emblemi in nostro possesso, potremmo crearne di minori nella nostra base, pagando sempre un costo in punti legame. Questi anelli minori si dividono in quattro rarità e offriranno bonus alle statistiche e i più rari anche delle abilità. La particolarità è che ogni anello minore sarà rappresentato da un eroe appartenente al mondo dell’eroe che lo crea, ma purtroppo non si potranno evocare e non saranno visibili in combattimento.
Classi e armi
In Fire Emblem Engage, il fattore personalizzazione non si ferma qui. Saranno presenti davvero molte classi, divise in base, avanzate e speciali, nella quali potremo tramutare le nostre unità a costo di soddisfarne i prerequisiti e avere il giusto oggetto. In più, anche se i vari protagonisti saranno più performanti in classi stabilite, potremo stravolgere completamente il loro ruolo cambiandone la classe base.
Una novità di rilievo delle armi è quella che, eccezione fatta per i bastoni, in Fire Emblem Engage non avranno più un numero prestabilito di utilizzi prima di rompersi, ma le potremo utilizzare a volontà. Inoltre, avranno diverse personalizzazioni e potenziamenti disponibili presso il Somniel, la nostra base operativa, che ci permetteranno di potenziarne le statistiche, trasformarle e incidere degli emblemi su di esse. Tanta profondità strategica e di personalizzazione non si era mai vista in nessun capitolo della serie.
Il Somniel e le attività secondarie
Oltre le missioni principali, in Fire Emblem Engage potremo prendere parte a battaglie casuali nella mappa del mondo, a missioni secondarie chiamate appendici, nelle quali spesso potremo arruolare personaggi secondari, e i capitoli Divini. Dopo ogni battaglia ci sarà data la possibilità di esplorare parte del campo di battaglia in cerca di preziosi oggetti e animali da poter adottare e portare nel Somniel.
Fatto ciò, Fire Emblem Engage ci darà la possibilità di scegliere se rimanere sulla mappa o tornare nel Somniel, la base che prende il posto dell’accademia ufficiali vista in Three Houses, dove saranno presenti diverse attività secondarie e i negozi dove comprare il nostro equipaggiamento. Dall’arena dove potremo far allenare le nostre unità fra di loro, al laghetto per la pesca, passando per la mensa dove consumare pasti per ricevere bonus in battaglia e stringere legami con i commensali, alla fattoria per raccogliere risorse, c’è sempre qualcosa da fare nel Somniel. Il peccato è che dopo un paio d’ore, tutte queste attività iniziano a diventare monotone, ma il giocatore sarà comunque “invogliato” a completarle per riceverne i benefici.
L’impressione generale delle attività nel Somniel in Fire Emblem Engage, è quella di potenziale sprecato. Quasi tutte potevano essere gestite meglio, approfondendole, mentre andando avanti con le ore risultano essere solo un compitino da svolgere per avere determinati bonus e oggetti. Sempre in questa base sarà possibile interagire con i membri del nostro team, in una parte social molto più scialba e con meno mordente di altri capitoli.
Tecnicamente tattico
Fire Emblem Engage è visivamente una gioia per gli occhi, soprattutto per quanto concerne i protagonisti e le loro animazioni in battaglia, con un pattern di colori molto vivace e caratteristico. Un po’ meno invece le diverse ambientazioni delle mappe, che comunque non negano alcuni colpi d’occhio davvero notevoli, come battaglie nella corte di un castello al tramonto.
Ottimo lavoro anche con la colonna sonora, che non tradisce la tradizione della serie nel presentare brani adatti a ogni momento e con un tocco di epicità. Sono presenti inoltre tre livelli di difficoltà, modificabili durante la partita ma solo al ribasso. Infatti risulta molto strana questa scelta, anche se la curva di difficoltà del titolo è generalmente ben bilanciata.
Come longevità, Fire Emblem Engage non raggiunge quella del suo predecessore Three Houses, anche perché al contrario di quest’ultimo, presenta solo una trama principale e anche abbastanza lineare, comunque rimane alta come il fattore rigiocabilità, soprattutto se si è amanti del genere e si ha voglia di sperimentare tutte le possibilità di personalizzazione offerte dal titolo.
Fire Emblem Engage è localizzato in italiano con testi e sottotitoli.