Fin dalla loro origine, i videogiochi si sono occupati sia di raccontare storie fantastiche e ricchi di fascino sia di simulare e riproporre azioni della vita di tutti i giorni: di questa seconda categoria possono far parte i videogiochi sportivi, i simulatori e anche la categoria dei giochi di pesca. Fishing Break è quel tipo di gioco che vi può venire in mente se siete alla ricerca di un titolo che vi possa trasportare in un oasi di relax dove tutto quello che conta è quanto pesce si riesce a pescare.
Riuscire però a rinnovare la formula piuttosto statica dei giochi di pesca non è cosa facile: basti pensare che questi, con le loro poche e semplici regole, sono stati trasformati in minigiochi (come nel caso della serie di The Legend of Zelda) o in avventure psichedeliche (come nel caso della piccola gemma Mysteries Under Lake Ophelia). Creare qualcosa di nuovo sfruttando la canna, l’esca e il rumore della corrente acquatica non è più così semplice: Fishing Break ci sarà riuscito?
Sulle sponde dei placidi laghi di Fishing Break
Prima di addentrarci nella nostra recensione vogliamo sottolineare che quella che stiamo per recensire è la versione Nintendo Switch del gioco: si tratta di una precisazione che riteniamo importante in quanto sta diventando sempre più raro vedere prodotti per la console ibrida di Nintendo che sfruttano così intensamente le sue caratteristiche. Per capire meglio di cosa stiamo parlando, partiamo dal principio: in cosa consiste il gameplay di Fishing Break?
Il titolo prevede il completamento di una serie di semplici missioni all’interno di piccoli stage composti essenzialmente da uno specchio d’acqua ricolmo di fauna ittica al di sopra del quale troviamo la barchetta del nostro personaggio. Il personaggio non può essere definito un avatar in quanto non inizialmente personalizzabile, e per il resto, senza particolari preamboli, una volta avviato il gioco veniamo rapidamente introdotti nel primo livello di Fishing Break, strutturalmente assai simile a quelli che seguiranno.
Utilizzando il touch screen della nostra Nintendo Switch potremo compiere alcune semplici azioni: lanciare la nostra esca, attirarla a noi per destare l’attenzione dei pesci e tirarla con veemenza una volta che uno di questi avrà abboccato. Ogni stage di Fishing Break e alcune razze specifiche di pesci richiedono particolari esche: completando le missioni e pescando pesci di grandi dimensioni potremmo mettere da parte un gruzzoletto di monete che ci permetterà di acquistare diversi tipi di esca, permettendoci così di proseguire il livello per livello.
Un gameplay semplice, ma…
Seppur il gameplay e la struttura di gioco siano incredibilmente semplici, è proprio da questi che iniziano i problemi che vi dobbiamo segnalare: i comandi tramite touch screen non sono particolarmente comodi e, non raramente, questi ultimi non verranno recepiti punto questo, in poche parole, significa che ci saranno delle situazioni in cui noi lanceremo o tireremo la nostra esca e il personaggio non reagirà in modo alcuno. Il titolo, in generale, gode di una longevità bassa e di un gameplay, con i suoi pregi e i suoi difetti, piuttosto ripetitivo.
Si tratta di una problematica che risulta particolarmente importante dal momento che l’unica azione che potremmo compiere nel corso del gameplay è proprio quella che riguarda l’utilizzo della canna da pesca. Anche i menu di gioco, unica altra interazione presente nel semplice progetto, non sono proprio eccellentemente gestiti: schermate che si “deformano” in maniera innaturale e lunghi caricamenti sono piuttosto frequenti.
Uno stile artistico per tutte le età
Soffermandoci invece su quello che è lo stile artistico del gioco, segnaliamo come questo risulti estremamente semplice e adatto ad un pubblico particolarmente giovane: il livello di dettaglio non è alto, ma apprezziamo l’intenzione del team di sviluppo di realizzare un’esperienza minimalista ma che strizza l’occhio a chi cerca una struttura “rilassante” alla vista.
Certo, né gli sprite degli oggetti che possiamo utilizzare in gioco né le skin dei pesci raggiungono una varietà soddisfacente, ma apprezziamo l’intenzione degli autori di realizzare ambientazioni tutto sommato varie anche per quanto riguarda il tempo meteorologico. La colonna sonora, inoltre, ci è sembrata poco convincente e piuttosto ripetitiva.