Sviluppato e pubblicato da Misc Games in sinergia con Forever Entertainment, Fishing: North Atlantic è un simulatore di pesca che prova a discostarsi dalla massa di titoli simili focalizzandosi non solo sull’aspetto tecnico della pesca ma anche e soprattutto sulla navigazione e su diverse attività collaterali. Dopo aver analizzato la versione per PlayStation 4 (qui la nostra recensione) siamo tornati a pescare sull’ibrida Nintendo e questa è la nostra recensione!
Fishing: North Atlantic – Pesca che ti passa
Per chi frequenta il genere, sa già che non c’è da aspettarsi una trama profonda e articolata e, infatti, in Fishing: North Atlantic non c’è alcun tipo di canovaccio narrativo. In compenso, chi ama la pesca, potrà trovare diversi approfondimenti (anche notevolmente tecnici) su prede, attrezzature (tra cui le immancabili esche) e anche imbarcazioni.
Per chi non lo sapesse, Fishing: North Atlantic è il sequel di Fishing: Barents Sea di cui prova ad approfondire e perfezionare gran parte delle attività nonché dell’offerta ludica. Dunque, se non c’è trama, qual è lo scopo del titolo? Prevedibilmente, si tratta di diventare il miglior pescatore del Nord Atlantico e per farlo, sarai chiamato a risolvere una serie di missioni, perfezionando la propria attrezzatura ed eseguendo anche mansioni secondarie pur di racimolare soldi.
Tradotto in termini ludici, significa che dovrai padroneggiare non solo le varie attrezzature e strumentazioni, oltre che imparare a navigare nell’immensità del mare (di cui a breve approfondiremo diversi aspetti, anche allarmanti), ma anche conoscere le tue prede e imparare a interagire con i diversi elementi collaterali che il gioco propone tra cui il bar (dove poter acquisire diverse informazioni dai propri colleghi su zone di pesca particolarmente fruttuose o esemplari decisamente rari e preziosi), la banca (in cui poter avere cura dei propri guadagni o chiedere un prestito) e il porto (dove potrai occuparti della tua imbarcazione, che dovrai imparare ad amare, o sarà la fine!).
Altro luogo da citare è il mercato, qui potrai vendere e acquistare l’attrezzatura, ma anche e soprattutto tenerti aggiornato sull’andamento del mercato della merce a te più cara: il pesce, appunto. Non mancano altre zone di approfondimento come anche quella dedicata a particolari incarichi dove sarai chiamato a eseguire compiti banali, ripetitivi ed estremamente noiosi già dal principio. Suddetti eventi vengono affidati in modo randomico e quindi è probabile che tra questi potresti ricevere missioni proibitive (per distanza difficoltà di pesca) nonostante tu sia all’inizio della carriera da pescatore.
Naviga, naviga… e naviga ancora!
All’inizio del titolo, ti viene chiesto con che tipologia d’imbarcazione iniziare. Noi abbiamo scelta quella più semplice e ci è stato chiesto di andare a caccia di astici (con un tutorial abbastanza esaustivo). Compito semplice e in effetti il primo impatto coi comandi non è molto complesso. Il sistema di guida è decisamente più pratico di quello di altri simulatori navali come Ships Simulator(qui la nostra recensione). Interessante anche la possibilità di poter interagire col titolo in prima persona, per quanto lo sconsigliamo.
Nonostante il numero di dettagli in più, la visuale in prima persona non riesce a offrire il realismo di cui dovrebbe essere promotore, anzi risulta stranamente scomoda ai fini ludici del titolo (almeno per quanto riguarda la guida dei mezzi navali), apprese le tecniche di navigazione, passiamo alla vera croce del titolo: le distanze. La cosa che farai di più in Fishing: North Atlantic sarà navigare. La mappa è immensa, ma sorprendentemente vuota; inoltre, coi mezzi iniziali, la tua velocità sarà decisamente scarsa, tradotto: ore ludiche reali di nulla… un nulla spiazzante…
Ti troverai letteralmente a percorrere una distesa marina monocromatica e riprodotta anche abbastanza male i cui confini sembrano angosciosamente infiniti. Il tutto spiando in un micro radar con la speranza di avvicinarti quanto prima alla tua destinazione. Perché, per pescare la tua preda, dovrai raggiungere le zone di pesca ideali e alcune di queste sono decisamente distanti.
Se riuscirai a sopravvivere alla noia, Fishing: North Atlantic schiude un altro mini mondo quando ti toccherà passare all’atto pratico della pesca. Il metodo di pesca è decisamente meno realistico e curato rispetto a titoli focalizzati unicamente nell’atto pratico della pesca anche perché, qui il tutto si risolve con mini giochi di precisione. Ebbene sì, seppur divertente e vario, anche l’atto pratico della pesca soffre di una certa ciclicità dell’azione.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Fishing: North Atlantic è vecchio, anonimo, spoglio e poco accattivante. La distesa blu che siamo chiamati a percorrere più e più volte è poco realistica e terribilmente noiosa e priva di vita. L’aspetto grafico che brilla di più per dettaglio sono i mezzi e la fauna marina. Da segnalare, inoltre, fastidiosi bug legati alle zone di pesca non sempre precise. Letteralmente, ti può capitare di essere sulla zona designata ma non riuscire a ottenere nulla. Tutto ciò fortifica la frustrazione e alimenta un senso di noia che potrebbe portare ad abbandonare il titolo già dopo le prime battute di pesca.
Il sonoro stesso non fa molto. Alcuni effetti sono sì gradevoli e realistici ma presto cedono alla ripetizione e non ci si fa più neanche troppo caso. Da segnalare che il titolo presenta i sottotitoli in italiano (ottima aggiunta considerando i vari menù e le innumerevoli descrizioni, gioia per gli esperti) ma in modalità portatile dell’ibrida Nintendo possono risultare troppo piccoli e poco accessibili. In effetti, la modalità portatile della console Nintendo non riesce a fare la differenza e anzi, cede e alimenta diversi problemi evidenziando la povertà grafica generale e rendendo l’esperienza abbastanza scomoda.