Dopo tante operazioni nostalgia, remake, remastered e reboot di certo non poteva mancare Flashback 2, un titolo che farà scorrere i brividi sulla schiena dei vecchi videogiocatori anni ’90. Sono passati tantissimi anni da quel famosissimo Flashback: The Quest for Identity uscito nel lontano 1992 per PC e sviluppato da Delphine Software, e ora gli sviluppatori ci riprovano decisi a farci emozionare. Ci saranno riusciti?
Flashback 2 e un po’ di retrospettiva
Facciamo qualche passo indietro, anche perché parlare di Flashback 2 di punto in bianco potrebbe confondere quella fetta di videogiocatori che non hanno vissuto l’uscita del primo capitolo nel 1992. Noi c’eravamo, ma che dico c’eravamo, noi eravamo in prima fila pronti a mettere mano su Flashback: The Quest for Identity più di ogni altra cosa al mondo.
Il gioco si presentava come un platform con elementi shooting, e il gameplay si rifaceva a quel grande titolo che tutti i videogiocatori avevano ancora impresso nella mente, Prince of Persia uscito nel 1990 per PC. Tuttavia Flashback: The Quest for Identity era molto più bello, colorato, le animazioni più fluide, insomma era tutto ciò che in quel momento qualsiasi videogiocatore avrebbe voluto.
Non dobbiamo dimenticare che pressappoco nello stesso periodo, sempre ad opera della stessa Delphine Software, era stato presentato un altro titolo che era destinato a restare impresso nel cuore dei videogiocatori che portava il nome di Another World, del quale Flashback: The Quest for Identity, erroneamente, ne venne visto come seguito spirituale.
Mettendo da parte il discorso Another World, che ebbe persino un seguito dal poco successo, torniamo in ambito di Flashback 2, dissipando subito uno dei quesiti che si saranno posti i videogiocatori di una certa età, Flashback 2 non è il vero e proprio secondo capitolo della saga, il secondo capitolo c’è e si chiama Fade to Black, uscito nel 1995 e sviluppato sempre dalla stessa casa di sviluppo del primo capitolo.
Se nel 1992 Flashback: The Quest for Identity riprendeva le meccaniche di Prince of Persia e ne migliorava il gameplay e soprattutto l’aspetto grafico (per l’epoca qualcosa di veramente mai visto prima), Fade to Black invece fu il precursore dei videogiochi sparatutto in terza persona, ricordiamo infatti che titoli come Resident Evil e Tomb Raider videro la luce rispettivamente nel 1996.
Purtroppo Fade to Black non ebbe il successo sperato, o meglio, nonostante ricevette voti perlopiù positivi da parte della critica specializzata (non così tanta numerosa all’epoca) e fu abbastanza gradito da parte del pubblico, il doversi confrontare con i titoli poc’anzi citati e alcuni difetti grafici non ne agevolarono le vendite, portando così al fallimento del produttore.
Torniamo ai giorni nostri
Era doveroso per noi, in quanto testata videoludica, darti il maggior numero di informazioni riguardo quello che è il mondo che ruota intorno a Flashback 2, e al fatto che c’era già stato un tentativo di proseguire il franchise. Qualcuno si potrebbe domandare perché allora “seppellire” Fade to Black “cancellandolo” dalla mente come se non fosse mai esistito, in realtà non è così.
Per ovvie ragioni di trama di Flashback 2 non possiamo parlarne, tuttavia Microids (la nuova software house dietro al franchise, con all’attivo anche Goldrake: Il banchetto dei Lupi) ha tenuto conto anche dei risvolti di Fate to Black, riuscendo ad inserirlo in questo Flashback 2 senza andarne a snaturare o a “decanonizzare” la storia.
Flashback 2 riprende la storia da dove l’avevamo lasciata nel primo capitolo, in un XXII secolo e con Conrad B. Hart che si risveglia dopo essersi indotto spontaneamente in un sonno criogenico alla fine del primo capitolo. E non soltanto ritroveremo il nostro buon agente della GBI (Galaxia Bureau of Investigation), ma anche “l’antica” minaccia degli alieni Morph, decisi come sempre ad avventarsi contro il genere umano.
Si lo sappiamo, abbiamo dapprima detto che Flashback 2 tiene in considerazione anche gli eventi narrati in Fade to Black (il cui titolo riportava persino il suffisso Flashback 2), e poi abbiamo accennato che Flashback 2 prosegue dal finale del primo capitolo. No non è stata una nostra svista, tutto verrà spiegato a tempo debito seguendo la trama del gioco.
Tecnicamente datato
Vorremmo toglierci subito i denti che più ci fanno male, ma come ogni buon dentista che si rispetti dobbiamo prima anestetizzare la parte a dovere. Flashback 2 è un videogioco d’azione sparatutto con elementi platform e puzzle che sfrutta un’impostazione grafica in 2.5D, e si detta così è molto difficile da spiegare.
Se il primo capitolo sfruttava un semplice scorrimento in 2D, alla Prince of Persia per l’appunto, in questo caso si è scelto di dare a Flashback 2 un minimo di innovazione puntando all’introduzione di una profondità di movimento seppur limitata. A muovere il tutto troviamo il motore grafico Unity, ammettendo che in questo caso oltrepassa (e di tanto) i suoi limiti.
Purtroppo le problematiche si vedono sin dai primi secondi di gioco, ci si troverà infatti davanti a vistosi cali di framerate e texture con problemi di caricamento, i quali si accentueranno persino nelle fasi di spostamento utilizzando la moto (orribili), aggiungendo in quel caso anche un fastidiosissimo effetto pop-up e di “sgranamento” delle texture.
Ora non ci è dato sapere se il problema risiede nell’utilizzo di un motore grafico “limitato” come Unity, oppure se il problema deriva da una scarsa ottimizzazione su console (la versione da noi provata è quella PlayStation 5), tuttavia è bene ricordare che il gioco ha avuto anche un rinvio di un anno per una “corretta ottimizzazione”, che a quanto pare non c’è stata del tutto.
Il comparto audio invece sembra curato meglio, seppur sprovvisto di doppiaggio in italiano (ma con i sottotitoli), sia le colonne sonore (poche) che i dialoghi ci hanno restituito un buon feeling. Peccato per i troppi problemi tecnici, sembra di essere tornati indietro di 20 anni, e non nel modo in cui speravamo.
Confidiamo nel gameplay
Qui le cose si fanno leggermente più piacevoli, anche se siamo incorsi in dei problemi non propriamente gradevoli. Il saltare o superare ostacoli è qualcosa di scriptato, il che va persino a fare un passo indietro rispetto al primo capitolo del 1992, ma non è neanche quello il problema principale. Il problema principale è l’anima del gioco, le fasi di shooting.
Immaginatevi a dovervi spostare utilizzando la levetta analogica sinistra, a dover muovere la levetta analogica destra per mirare (in un’ambiente 2.5D e quindi a 360 gradi) e ad utilizzare il tasto R2 per sparare, nulla di male fin qui se non fosse che il nostro buon Conrad B. Hart decida di sua spontanea volontà se sparare o utilizzare il corpo a corpo, con lo stesso medesimo tasto ovviamente.
Il tutto colpendo dei nemici che a volte vi compariranno davanti “teletrasportandosi” senza un minimo accenno che ve ne riveli l’arrivo, il più delle volte dritti in tasca neanche cercassero degli spicci per il caffè. E il nostro eroe in Flashback 2 deciderà, di sua spontanea volontà, se tirare un colpo corpo a corpo o utilizzare la pistola, con la velocità di nostra nonna quando decideva che marca di prosciutto acquistare al supermercato.
Tirare un colpo in modo talmente lento che il nemico fa in tempo ad allontanarsi ed iniziare a spararti, e qui siamo incappati in altre due problematiche, alcuni nemici che “precipitavano” compenetrandosi con delle scale, oppure il nostro Conrad B. Hart che preso dall’indecisione non spara nonostante potrebbe e dovrebbe.
In parte una soluzione per il “non sparare” di Conrad B. Hart l’abbiamo in quanto ci saranno delle aree (soprattutto nelle metropoli) in cui il nostro eroe non potrà far uso della pistola e sparare, ma i nemici si, come nella fase in cui dovremo tornare nella nostra stanza alla ricerca di un artefatto che avevamo nascosto.
Anche l’intelligenza artificiale che è possibile vedere in Flashback 2 non sarà eccelsa, se per quanto riguarda i nemici bene o male non siamo proprio al fondo del barile lo stesso non si può dire dei nostri alleati, che a volte decideranno di rimanere fermi in pianta stabile senza muovere un passo, il che è fastidioso considerando che avremo proprio necessità che ci aiutino a superare dei punti.
Altro problema non di poco conto sono i checkpoint, come nel peggior titolo punitivo degli anni ’90 bisogna essere attenti anche a dove si muore, poiché se dovessimo morire nel mezzo di un gruppo di nemici il gioco ci riporterà in vita proprio li, nella stessa posizione e con gli stessi nemici intorno pronti a spararci.
La durata del titolo si assesta intorno alle 6 ore, non ha una rigiocabilità o un comparto multiplayer, e si limita a presentarvi un’avventura vecchio stile anni ’90. Un’avventura si curata, si divertente, e che visivamente ci riporta anche in luoghi familiari (anche alcune missioni del gioco sono simili a quelle già vissute nel primo capitolo) tuttavia mostrando il fianco con i troppi problemi tecnici.