Come ogni anno da diciannove anni, il gestionale di calcio per eccellenza torna sui nostri schermi, stavolta con il nome di Football Manager 2022.
Dopo il debutto della serie su Nintendo Switch con Football Manager 2018 (2017) e il ritorno su mobile e Xbox con Football Manager 2020 (2019), Sony ancora sembra non volerne sapere di riportarla sulle proprie console,per quanto la casa giapponese la abbia sempre relegata sulle sue due parentesi portatili, PlayStation Portable e PlayStation Vita (ultimo esemplare arrivato su quest’ultima fu Football Manager 2015).
Arrivato l’8 novembre scorso, quasi a un anno esatto di distanza dalla release dell’omologo della passata stagione e puntualmente rispetto al relativo episodio della nostra rubrica Uscite della settimana, Football Manager 2022 è, come ci si aspetta e come il suo pubblico evidentemente desidera, un chiaro ‘more of the same‘. Eppure, per l’occhio meno attento e meno scrupoloso, Sports Interactive si è premurata di preparare una lista esplicativa dei cambiamenti rispetto a Football Manager 2021.
Dato che per parlare del gioco in sé sarebbe sufficiente fare uno spudorato copia-incolla della nostra recensione del poc’anzi citato predecessore, andiamo per prima cosa a vedere quasi sono tali variazioni!
Football Manager 2022, cosa cambia?
Cominciamo dal Centro dati, una nuova sezione della barra laterale di Football Manager 2022 dedicata all’analisi dettagliata dei match portati a termine, attraverso i quali si possono individuare i vari margini di miglioramento e i punti critici sia dell’intera squadra sia dei singoli giocatori, con la possibilità di sottoporre tali rilevazioni agli appositi analisti onde ottenere consigli su come agire sul lungo termine onde coltivare i punti di forza e intervenire sulle debolezze.
Si prosegue con un (presunto) miglioramento per quanto riguarda il realismo dei movimenti dei giocatori durante le simulazioni, incluso un generale perfezionamento dell’intelligenza artificiale, che avrebbe reso i giocatori virtuali più consapevoli del proprio livello di stanchezza, portandoli a reagire di conseguenza in maniera più verosimile, intaccando giocoforza la performance di gioco.
Ora, per quanto il suddetto miglioramento grafico possa essere avvenuto (e sarà sicuramente così: da che mondo è mondo, il tempo e la tecnologia non arretrano) si presume sia minimo, considerando che assistendo alle simulazioni (e ovviamente impartendo le necessarie direttive da bordo campo) sembra di trovarsi davanti ad un gioco di media sesta generazione videoludica (i bollini colorati in visuale top-down dei primi titoli della serie erano più convincenti).
Un altro cambiamento riguarda i ruoli assegnabili ai giocatori. Nello specifico abbiamo un nuovo ruolo sulle retrovie: il difensore centrale largo, vale a dire un giocatore che, nelle difese a tre, si fa ibrido tra difensore e centrocampista nelle situazioni di possesso palla. Un’ottima aggiunta che mostra invero l’adattabilità del gioco all’evoluzione delle strategie calcistiche nella vita reale (del resto, se il calcio non fosse un gioco versatile e soggetto ad un’infinità di situazioni possibili probabilmente non avrebbe tutto il seguito che ha).
Spostandoci di nuovo dal campo alla gestione nuda e cruda, andiamo ora a vedere una variazione che coinvolge un altro aspetto della costruzione del team definitivo: il calciomercato.
Stiamo parlando nello specifico dell’implementazione in game della data di scadenza del calciomercato, un momento temuto e rispettato dalla totalità dei tifosi e dei tecnici, che determina giocoforza gli equilibri della stagione. Si tratta anche di una scadenza fino alla fine della quale tutto può cambiare, e l’accennata ansietà delle due categorie poc’anzi citate viene ottimamente scandita in game da un timer e dalla circolazione di voci sul possibile acquisto o cessione del campione di turno.
Abbiamo infine le riunioni dello staff, dedicate al miglioramento dello stesso organico gestionale della squadra attraverso l’assunzione o il licenziamento di alcuni tecnici e l’assegnazione a ciascuno di essi direttive coerenti con i propri ruoli.
Il futuro è oggi (?)
Ora che abbiamo visto i sicuramente tanti cambiamenti, è arrivato il momento di parlare un po’ delle criticità di Football Manager 2022. Ebbene, sull’anonimato e l’antitesi della vivacità delle interfacce non c’è bisogno di spendere troppe parole, visto che esse sono rimaste praticamente tali e quali a quelle di Football Manager 2021. Certo, è comprensibile che i dati da raggruppare in una sola schermata siano tanti, ma è anche comprensibile ritenere che anche l’occhio voglia la sua parte, trattandosi comunque di un videogioco.
E come l’occhio vorrebbe la sua parte, anche l’orecchio è nella stessa situazione: un silenzio à la soulslike o addirittura maggiore pervade il gioco, rotto soltanto dalle fischiettate dell’arbitro e dai rimbalzi del pallone durante le simulazioni.
Parlando tra amici appassionati di gaming e di calcio, è capitato il genio della sfera che ha esclamato: “Ma a che serve la musica in un gestionale di calcio? Distrae!“. Ora, comprendendo l’autorevolezza che i tali e tanti Football Manager hanno acquisito nel mondo (esistono precedenti di CT scelti per la loro abilità nei diversi titoli della saga), ci sarebbe da ribadire un concetto piuttosto basilare: Football Manager 2022 è, e rimane, un videogioco, e sinceramente la sintomatologia più comune indotta da un videogioco senza musica, secondo il modesto parere di chi scrive, si sdoppia in sonnolenza e magone.
Detto questo, ed è il caso di passare alla prima persona singolare onde caricarmi della totale responsabilità di ciò che sto per dire, la mia domanda a Sports Interactive è questa: non sarebbe il caso di iniziare a vivere nel 2022?
Konami sembra aver fatto sua questa consapevolezza seppur dando vita all’ancora fallimentare eFootball (che spero vivamente migliori perché è l’unico concettualmente al passo con i tempi). Fa dunque specie testimoniare che un prodotto come Football Manager non possa passare dal titolo a cadenza annuale all”aggiornamento a pagamento’ a cadenza annuale (ovviamente senza applicare il discorso dei crediti, che sarebbe quantomeno controverso), considerando anche che, da ciò che ho potuto testimoniare, Football Manager 2022 è in effetti un mastodontico aggiornamento di Football Manager 2021.