Prendete un ambientazione cyberpunk, unitela a un comparto grafico in cel shading e una struttura narrativa in stile graphic novel, aggiungete gli elementi classici del genere action e date tutto in mano a un piccolo team indie italiano. Fatto? Bene! Il risultato sarà proprio quello di cui ti parlerò oggi, ovvero Foreclosed. Ma avrà centrato il segno? Scopriamolo!
Il pericolo è dietro l’angolo
Foreclosed inizia senza troppi preamboli gettandoci subito nell’azione all’interno dello spietato mondo creato dai ragazzi di Antab Studio. Il protagonista si chiama Evan Kapnos ed è dipendente di un’azienda corporativa chiamata Securtech che, inspiegabilmente è caduta in bancarotta.
In un mondo in cui gli impianti cibernetici la fanno da padrone tanto da arrivare a sostituire la volontà e l’umanità di chi li porta, Evan si ritrova a dover fuggire da un pignoramento totale di tutto ciò che riguarda l’azienda, compresi i suoi impianti, la sua identità e la sua vita.
Evan intraprende quindi un viaggio per scoprire chi ha complottato contro l’azienda e salvare la sua vita grazie a un misterioso impianto cibernetico che si è ritrovato nel corpo a sua insaputa, tutto questo in costante fuga da chi vuole braccarlo.
La semplicità della trama di Foreclosed non è assolutamente un difetto data la natura del titolo, soprattutto perché viene raccontata a ritmi serrati e nei tempi giusti anche se sicuramente, la longevità troppo bassa del titolo (completabile in circa 3/4 ore) non dà approfondimento e non conclude appieno tutto quello che la storia avrebbe potuto raccontare, dando una sensazione d’incompletezza al videogiocatore una volta raggiunti i titoli di coda.
L’impatto estetico come punto cardine
Foreclosed ci getta subito all’interno di un mondo cyberpunk piuttosto classico, con la negatività generale di un mondo ormai rassegnato che è prerogativa di questo genere. Ciò che però fa in modo particolare rispetto a un Cyberpunk 2077 o a The Ascent è che il titolo fa leva su un comparto estetico più minimale con meno luci e “sporco” rispetto a ciò che ci si aspetterebbe da un ambientazione di questo tipo.
Questa scelta, unita alla grafica in cel shading e alla regia delle cutscene che trasforma il tutto un una graphic novel con tanto di schermo che viene splittato in più parti durante alcune fasi di gameplay o cutscene, conferiscono a Foreclosed quel taglio unico che i recenti titoli cyberpunk non hanno.
Inutile dire che il comparto grafico ed estetico risulta azzeccatissimo, andando ad aggiungere anche menù e icone d’interazione che fisicamente sono visibili nell’ambientazione, alla Dead Space per intenderci, che di questa soluzione è stato l’inventore.
Tra hacking e sparatorie
Foreclosed fonda il gameplay sostanzialmente in 3 core principali: stealth, hacking e shooting. Purtroppo va detto che ci sono delle criticità in tutte e 3 le fasi di gioco, che soprattutto nella prima ora un po’ faticano a ingranare e a mescolarsi per bene, ma che comunque restano piuttosto godibili.
In primo luogo l’intelligenza artificiale dei nemici nelle fasi stealth non è molto reattiva, e in generale la meccanica risulta piuttosto stucchevole visto che basta soltanto nascondersi dai nemici ed evitare il loro cono visivo per passare quando questi si spostano durante la loro routine.
Secondariamente, lo shooting risulta, seppure godibile, a tratti legnoso, e si sente di molto la mancanza di un vero e proprio sistema di copertura che avrebbe giovato all’intero gameplay, e i nemici risultano un po’ troppo resistenti, soprattutto nelle fasi iniziali di gioco, dove il tutto si ridurrà a un spara e riparati ripetuto fino a che i nemici non cadranno.
La componente di hacking riguarda principalmente l’aprire porte ed eliminare furtivamente i nemici sovraccaricando i loro impianti, ma anche qui i minigiochi proposti sono piuttosto banali e non rappresentano una sfida di nessun tipo, anche quando sbloccheremo un apposito radar che ci servirà per accedere a determinate zone con dei puzzle molto semplici.
Intendiamoci, il gioco risulta comunque divertente e godibile, ma sicuramente queste aggiunte avrebbero davvero migliorato in modo significativo l’esperienza di gioco pad alla mano. Va fatta una postilla riguardo il level design, non sempre azzeccatissimo, con alcuni punti ciechi in cui non era troppo semplice capire come muoversi e altri dove si è costretti a fare del backtracking (seppur minimo) che non risulta troppo intuitivo.
Un’arma come amica
L’arma principale con cui Evan potrà difendersi è una pistola connessa al suo sistema nervoso e che gli permette di avere sia munizioni infinite, che essere utilizzata in svariati modi grazie alla natura modulare dell’arma.
Come succedeva in Control, potremo trasformare la nostra arma in una mitraglietta o in un revolver, attraverso delle abilità che andranno sbloccate. Questa soluzione rende semplicemente più comodo il gameplay potendo scegliere la bocca da fuoco che più preferiamo.
Le abilità non si fermano solo all’arma, ma Evan potrà sbloccare dei perk che gli permetteranno di utilizzare munizioni in grado di superare le protezioni nemiche e varie abilità psichiche, come la possibilità di lanciare oggetti o sollevare nemici per esporli ai nostri proiettili.
Per sbloccare i punti utili all’acquisto dei perk, basterà sconfiggere man mano i nemici che ci troveremo davanti e trovare i collezionabili.
In generale Foreclosed è un buon titolo, una proposta videoludica sicuramente interessante ma che, a causa di un budget sicuramente piccolo e alla mancanza di alcune soluzioni di gameplay, non riesce a brillare come merita. In ogni caso è un gioco godibile che merita attenzione, cosi come gli stessi ragazzi di Antab da cui, ci aspettiamo grandi cose da qui in avanti.