Il titolo ebbe un discreto seguito, pur non emergendo particolarmente rispetto ai competitor, tanto da guadagnarsi un seguito, ed è proprio di Formula Retro Racing: World Tour che ti parlerò oggi!
Gameplay di Formula Retro Racing: World Tour
Avviando il gioco veniamo subito introdotti al menu principale che senza troppi fronzoli ci introduce alle modalità disponibili, ovvero: Arcade, Gran Premio, Eliminazione e Prova libera. Il funzionamento di queste modalità è abbastanza intuitivo, con Arcade e Gran Premio quasi sovrapponibili in quanto in entrambi i casi dovremo semplicemente correre e arrivare con il nostro bolide prima degli avversari. Ovviamente, nella modalità Arcade dovremo anche arrivare prima che scada il tempo così da guadagnare secondi preziosi fino al successivo checkpoint.
Leggermente più interessante, per quanto non innovativa, l’Eliminazione, ovvero una tipologia di gara in cui dovremo mettere a frutto tutta la nostra abilità per non terminare sotto il decimo posto e finire anzitempo la nostra corsa. Infine, in Prova Libera potremo affrontare uno dei tracciati presenti nel gioco per allenarci ad affrontarlo nelle modalità principali.
Indipendentemente dalla scelta che faremo avremo a disposizione 18 tracciati, ciascuno ispirato a una città (tra cui Roma, Londra, Parigi), non tutti disponibili da subito ma da sbloccare man mano che procederemo nel gioco. Si tratta dell’unico elemento non disponibile dall’inizio e che ci potrebbe spingere a giocare con Formula Retro Racing: World Tour fino alla fine.
Per gareggiare possiamo scegliere il nostro mezzo tra due tipologie: vettura monoposto a ruote scoperte, ispirata alla Formula Uno, e automobile da Gran Turismo\Nascar. La prima tipologia emerge nettamente in quanto presenta 5 veicoli appartenenti alle varie epoche della F1, dagli esordi agli anni ’70 (una monoposto è palesemente ispirata all’amatissima Lotus 79 John Player Special), passando per i mezzi anni ’80, terreno delle sfide tra Senna e Prost, per finire a modelli più recenti. Per tutte le vetture potremo scegliere i colori tra combinazioni già proposte, che in alcuni casi richiamano livree realmente esistenti.
Per quanto non venga indicato in sede di scelta tra le due categorie, se non tra i modelli stessi, c’è qualche differenza: più veloci, stabili e incollate alla strada le F1, più dinamiche e inclini alle derapate le auto a ruote coperte. Oltre alla scelta di categoria e tracciato, l’ultima scelta da fare è quella del livello della gara tra i consueti principiante, intermedio ed esperto.
Pur trattandosi di un titolo spiccatamente arcade e da approcciare senza troppe tattiche, World Tour ha una propria curva di apprendimento da tenere in considerazione. Se ci limiteremo ad andare a tutto gas, potremmo forse farcela al livello più basso, ma sarà largamente insufficiente alle difficoltà avanzate nelle quali dovremo dare tutto per tagliare il traguardo davanti agli avversari.
Avversari che, dal canto loro, hanno un atteggiamento ambivalente: da un lato possono costituire un osso duro, dall’altro guidano come se fossero gli unici in pista. Motivo per cui ci tagliano la strada, ci vengono addosso e spesso e volentieri si scontrano esplodendo in una scia di detriti. In effetti per lo più è il tracciato stesso il nostro vero e proprio sfidante, che dovremo approcciare a dovere per domarlo e avere la meglio.
Segnali di Stile: grafica e comparto sonoro
Dal punto di vista grafico, Formula Retro Racing: World Tour mantiene quanto visto nel predecessore: pixel larghi e colorati a comporre sia le macchine che le piste, per un impatto globale piacevole specialmente per gli appassionati di retrogaming.
I circuiti riescono a differenziarsi tra loro, con alcuni elementi architettonici che richiamano le città di appartenenza (il Colosseo e una pseudo Basilica di San Pietro per Roma, ad esempio) e offrire quindi quel pizzico di varietà senza il quale il gioco verrebbe abbandonato dopo i primi giri di pista.
Diverso il discorso per quanto riguarda il comparto sonoro, con la soundtrack troppo generica e “piatta”, non coinvolgente e dimenticabile, come in effetti certe musiche dei videogame anni ’90.