Un altro attacco mediatico parte dall’Old Media più famoso e utilizzato da sempre nei confronti di un fenomeno mondiale, forse ancora più famoso della TV stessa: Fortnite. A sollevare la polemica questa volta è il noto “Late Show” all’italiana Striscia la Notizia, che in un suo recente servizio ha giudicato, anzi, criticato il modus operandi del gioco di Epic Games, affermando che esso induca l’individuo ad essere asociale, istigandolo addirittura ad assumere comportamenti antisociali e trasformandolo in forte preda e predatore del cyber bullismo. Le accuse ultime poste dal programma, oltre a quelle appena citate sono:
- Giocando a Fortinte, il giocatore, a detta loro potenzialmente “maschio ed adolescente”, possa persino andar contro la legge.
- Il titolo alimenta appunto il cyber bullismo e l’effetto da esso scaturito è la trasformazione dei ragazzi in esseri apatici e svogliati in modo generale alla vita.
- Fortnite è diventato luogo di adescamento per i pedofili.
Iniziamo col dire che l’inviato in questione che ha espresso questo aspro parere fatto da un mix di parole forti, è alquanto disinformato riguardo il mondo dei videogiochi, alle sue mille sfaccettature, comportamenti della community e quant’altro; e che l’unica cosa che è riuscito a creare è uno Tsunami di disinformazione collettiva. Vi spiego il perché: l’uso del materiale fornito per realizzare il servizio che dovrebbe concernere ciò di cui si sta parlando, non combacia assolutamente con quanto viene detto. Un esempio lampante è il video utilizzato per esprimere un atteggiamento da bullo, che mostra degli utenti all’interno della lobby d’attesa, uno tra questi gira attorno ad un altro utente un po per ingannare il tempo, necessario affinché la partita venga trovata. Bene, questo atteggiamento secondo loro è un voler prendersi gioco del giocatore, quindi bullizzarlo. Noi, gente esperta e affabile a questo mondo sapiamo benissimo che il termine bullismo non è accostabile a questo comportamento. I mezzi per “bullizzare” potrebbero essere la chat, chat vocali e messaggi privati. Ma per questi il problema è risolvibile.
Con le apposite precauzioni offerte dai moderni sistemi di console e PC, è possibile disattivare chat, bloccare utenti, segnalare gli stessi direttamente agli addetti di sistema e cambiare partita qualora in essa ci fosse qualche problema. Ed è bene informare genitori, parenti e gente meno esperta che tali conto misure esistono e funzionano egregiamente, piuttosto che alimentare la fiamma e trovare quel pelo di negatività che inevitabilmente troviamo in ogni cosa a questo Mondo. Evidentemente questo fenomeno è scomodo a chi appartiene agli Old Media quali TV e giornali, in quanto si vedono soffiare sotto il naso milioni di utenti che preferiscono invece i New Media: vedere una serie TV su Netflix, un video su YouTube o giocare a Fortnite piuttosto che seguire i loro programmi che, a mio avviso in alcuni casi mancano di spessore. Il bullismo signori miei è ben altro che un semplice balletto fatto su un gioco multiplayer.
Proseguiamo la nostra analisi con una riflessione: “Come faccio: io giocatore seduto alla mia sedia d’avanti al mio gioco, a rischiare di andare contro la legge? Quale crimine così azzardato potrei compiere se mi diletto nel mio titolo Battle Royale o qual si voglia altro genere?” La pirateria, il furto di identità e di denaro, questi sono atti reali che vanno contro la legge e che rientrano nel mondo dei videogiochi! Questi sono i fenomeni da tenere sott’occhio e da combattere, contrastare gli Hacker ed il furto dei dati online, non l’attività di un videogiocatore; non accanendosi contro Fortnite e contro il suo successo si risolveranno queste reali problematiche!
Un videogiocatore diventa asociale o violento a causa dei videogiochi e di Fortnite? Anche qui viene fatta di tutta l’erba un fascio, una sconcertante generalizzazione di alcuni fenomeni, frutto di eccessi, che affermano: “Se giochi, allora sistematicamente diventi asociale ed incurante di ciò che ti circonda”. Questo dove sta scritto? Ognuno di noi è responsabile delle proprie azioni, i più grandi ovviamente sono e dovrebbero esserne più consapevoli, i più giovani un po meno; ma ciò nonostante avvenimenti spiacevoli accadono ovunque e per merito di svariati fattori, in svariati ambiti. Proprio per questo, dobbiamo essere sempre maturi e rispettosi del prossimo. Specie nei più piccoli deve esserci un maggiore monitoraggio da parte di un adulto o di una figura inerente al settore. Ovvio che non bisogna lasciar giocare il piccolo a titoli non adatti alla sua età, fargli compiere transazioni con carta di credito o contanti e lasciar lui libero accesso a contenuti poco educativi. Non credete sia meglio sensibilizzarli affinché ciò avvenga, piuttosto che metterli in allerta su problematiche che purtroppo esistono, ma che non possono essere ricondotte alla massa e in fattispecie a Fortnite?
Stesso discorso per la tematica “asocialità”: non credete che essa sia frutto dell’educazione ricevuta dai genitori e di una mancata autorità degli stessi nei confronti del figlio? Continuiamo a ribadire che, accusare un videogioco come causa di problemi sociali è profondamente sbagliato, in quanto magri esso può essere il rifugio dai suoi problemi e non il problema stesso! In questo caso l’utente ha un evidente bisogno di aiuto, ma è premura di chi ha vicino aiutarlo. Così come chi evade dagli studi o dai propri doveri, concedendosi partite prolungate… Il problema di fondo resta sempre lo stesso: “Dov’è l’autorità dei genitori nei confronti di un figlio che deve studiare?”
La questione pedofilia è un argomento delicato purtroppo, che affligge gran parte dell’Internet e piattaforme di video chat o videogiochi, che ovviamente abbondano di utenti giovani e spesso anche ignari del problema. Ma anche in questo caso Striscia la Notizia ha fatto un buco nell’acqua per il seguente motivo: la problematica da curare a cui porre rimedio è la pedofilia o il bimbo che gioca tranquillo e che viene, per mezzo di tattiche subdole attirato a questi loschi individui? La risposta è palese, il “virus” è il pedofilo: clinicamente affetto da una malattia che cerca di adescarlo. Impariamo a dare la priorità alle faccende purtroppo attuali che infettano la società da molti punti di vista. Parlando di sicurezza, non ne abbiamo mai abbastanza: sia nella vita reale, al parco, al ristorante, sui social o su un videogioco, è sempre meglio prestare attenzione a tutto, perché tutto può accadere ovunque.
Oltre a queste accuse, che sono le più pesanti, ne sono altre di minore rilevanza, proprio perché all’apice dell’ignoranza videoludica, utili soltanto ad aggiungere ulteriore carne al fuoco ed alimentare l’indignazione degli ascoltatori, che guarda caso essere d’età medio-alta e potenzialmente ignoranti in materia. La mancata conoscenza di alcune semplici meccaniche del multigiocatore, di come funzionino le alleanze in squadra, o di come esse vengano create, è la prova che di videogiochi il giornalista che si è occupato del caso non ne capisce un ceppo; ed è grave, perché la libertà con cui un individuo può fare disinformazione nel 2019 è allarmante.
Tale disinformazione è alimentata da psicologi che testimoniano quanto affermato da Striscia, ancora una volta ignorando completamente tutte le misure di sicurezza fornite delle piattaforme e dagli sviluppatori e favorendo invece la coltivazione di odio nei confronti della community e della paura in milioni di genitori in tutta Italia. Come già abbiamo ampiamente detto, purtroppo tutto è possibile: che ci insultino, critichino, o sparlino di noi alle spalle…
Può accadere ovunque, anche in famiglia tra parenti, così come in un gioco online! Fa parte del Mondo purtroppo questo briciolo di cattiveria, così come la bontà d’animo di tanti altri e non vedo perché prendere di mira proprio la nostra passione.
Dulcis in Fundo, come per pararsi il proprio fondo schiena, il programma di attualità raccoglie un’altra prova da un’altra psicologa, che afferma (per fortuna) che i videogiochi non rendono violente le persone, anzi, gli sparattutto migliorano alcune doti cognitive quali l’attenzione. Questa può sembrare anche una contraddizione per eccellenza che fa discutere sull’utilità del loro stesso articolo! Perché signori miei, Fortnite oltre ad essere un Battle Royale, può anche essere considerato uno sparatutto. E non ci voleva lei a dirlo onestamente: nell’era della tecnologia dovremmo aver sorpassato questo pregiudizio, cioè che i videogiochi istighino alla violenza… Ma a quanto pare no.
Il giornalista in questione cita anche un emendamento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che inserisce la dipendenza da videogiochi tra le malattie… Questo però è posto in una bozza che verrà messa in discussione a maggio di quest’anno. Bene, oltre al danno anche la beffa. “E se per assurdo questa bozza non venisse presa in atto in quanto appunto bozza?” Prendiamo un documento non ufficiale dunque per infangare ancora una volta la questione.
Il servizio trova la sua fine in 5 consigli che vengono dati alle famiglie su come agire in caso di dipendenze, unica parte informativa di tutto il loro operato che però ha della banalità incredibile. Però come loro stessi ci insegnano, a volte anche le cose che sembrano essere banali, non vengono per nulla recepite. Concludo questo articolo definendo il tutto come l’ennesimo, inutile attacco da parte della TV al mondo dei videogiochi, in cui si fa una disinformazione apocalittica, in cui l’attenzione è posta là dove il problema non c’è invece di spostare la lente su questioni ben più serie e in cui si fa incondizionatamente di tutta l’erba un fascio. Come fine ultimo, alimentare la paura e l’ignoranza del popolo, aizzandolo inutilmente contro un qualcosa di scomodo evidentemente a chi detiene i controlli e i guadagni dei Media. Non ci permettiamo di aggredire o accusare nessuno, perché in quanto redazione che tratta come tematica principale anche i videogiochi, ci sentiamo in dovere di difenderci e di reagire con classe e a testa altra all’accusa posta alla nostra comunità.
Ricordate inoltre di videogiocare con consapevolezza, di non favorire pirateria e di mantenere un’educazione e un decoro costanti con tutti gli utenti, in modo da rendere la comunità un posto migliore dove godere in pace del nostro hobby e passatempo preferito.