Perché lambiccarsi il cervello con studi di neo-economia quando si può semplicemente usare la valuta digitale di un videogioco? Questo è probabilmente ciò che hanno pensato certi esponenti sordidi del deep web quando si sono mossi, per riciclare il denaro ricavato da azioni illecite, verso il più insospettabile degli alleati: Fortnite.
Come ormai praticamente tutti sanno, Fortnite è il più popolare battle royale gratuito presente sul mercato
Tuttavia, è possibile fare acquisti estetici in game grazie alla presenza dei V-Bucks, ossia la valuta di gioco che permette una maggiore personalizzazione del personaggio. Il costo poi non è neanche troppo elevato, se si considera che con dieci dollari è possibile comprare 1000 V-Bucks.
Tutto questo non dev’essere sfuggito alle eminenze grigie della criminalità digitale, che hanno colto al volo la ghiottissima occasione di poter trovare un modo di ‘risciacquare’ i loro guadagni illeciti sfruttando una dinamica di gioco decisamente poco controllata.
Ne è conseguito un largo mercato di vendita sotterranea sul deep web e, in misura minore, sui social
Questa scoperta è stata ottenuta dall’indagine congiunta dell’agenzia di sicurezza digitale Sixgill e dell’autorevole testata giornalistica britannica The Independent, che hanno avuto modo di constatare come la vendita illegale e scontata di V-Bucks sia un fenomeno che, attraverso l’ingrosso sul deep web e i giveaway truffaldini sui social, ha ramificazioni a livello mondiale. Il tutto ottenuto grazie ad acquisti fatti tramite dati trafugati dalle carte di credito di utenti ignari. L’indagine ha evidenziato come, in un periodo d’esame di soli sessanta giorni, nel 2018 siano stati venduti oltre 250000 dollari in item di gioco su Ebay.
Come è possibile fare questo senza essere rintracciati?
La differenza tra una valuta digitale in game e una criptovaluta come i Bitcoin sta nel fatto che, se la prima non ha un effettivo limite di emissione, la seconda ha un tetto massimo. In altre parole, il numero di Bitcoin di un certo tipo è sempre fisso e il loro valore varia a seconda di quanti sono disponibili sul mercato (esattamente come con le valute reali). La presenza praticamente illimitata di V-Bucks, invece, rende il tutto molto più semplice e virtualmente irrintracciabile.
Sfortunatamente, Epic Games sembra ignorare il problema della sicurezza del suo mercato digitale, nonché tutte le voci autorevoli che denunciano il potenziale pericolo dato dal fornire una simile arma di riciclaggio alle organizzazioni criminali. Secondo quanto riportato in un articolo sul sito Bitcoinist.com, l’analista di Sixgill Benjamin Preminger sostiene come il disinteresse di Epic Games favorisca direttamente un simile fenomeno, andando a influenzare l’impunità dei criminali durante le operazioni di riciclaggio.