High Seas è la 2° espansione di Forts, gioco di strategia 2D in tempo reale appartenente al sottogenere degli Artillery uscito nel 2017, ma caratterizzato da una community online sempre molto attiva. Se con Moonshot già si ampliava il vasto assortimento di strutture e armi disponibili con delle tecnologie a dir poco futuristiche, con High Seas allarghiamo ulteriormente i nostri orizzonti gettandoci un vere e proprie battaglie navali.
La principale ispirazione di Forts è sempre stata evidente fin dall’inizio: Worms. I toni sopra le righe e caricaturali della narrazione così come l’aspetto cartoonesco e tanto assurdo quanto devastante, fa immediatamente comparare i due franchise tra loro. La differenza più grande è che Forts è un vero e proprio Artillery e, in quanto tale, non si possono muovere le nostre truppe, ma solo creare strutture e armi che siano connessi tra loro e abbiano l’obiettivo di devastare l’avversario.
Dietro la realizzazione e distribuzione di Forts, oltre che delle due espansioni, Moonshot e la nuova High Seas, c’é uno studio indie australiano chiamato EarthWork Games. Pur essendo relativamente di nuova fondazione, all’interno del suo organico EarthWork Games può contare degli sviluppatori che hanno lavorato a titoli di primo livello come Alien Isolation, Total War e Hand of Fate. Non a caso Forts, che è il loro primo progetto, ha venduto più di un milione di copie.
Nonostante ciò non si può negare che la versione base di Forts aveva grossissimi difetti che rendevano il prodotto finale divertente, ma tutt’altro che perfetto. Questi venivano già in parte appianati dalla 1° espansione, pur non venendo del tutto risolti. Con High Seas, che porta con sé una valanga di aggiornamenti a tutto tondo ed una nuova campagna per giocatore singolo, forse potrebbe essere la volta buona per trovarsi davanti ad un titolo che sfiora la qualità di produzioni più blasonate. Sarà davvero così? Scopriamolo insieme.
Hai superato i confini, ora sei nel mare dei mostri!
Già la storia è un notevole passo in avanti rispetto al gioco base e alla 1° espansione. Abbandonata la fastidiosa retorica/satira delle nazioni occidentali e della guerra al petriolo (che in realtà era già stata appianata in Moonshoot), High Seas si concentra su una storia di più ampio respiro e facile interpretazione. Un classicio buoni contro cattivi dove da una parte abbiamo l’organizzazione Marine Unite e dall’altro degli ignobili pirati.
Il famoso scienziato della Marine Unite, Fred Capacitor, è sparito da ormai 5 anni mentre stava svolgendo delle importanti ricerche per il futuro dell’umanità in un remoto arcipelago dell’oceano. Adesso suo figlio Max, un capitano sempre della Marine Unite, ha scoperto che dietro a quanto successo c’era la temibile orda pirata che controlla quella zona di mare in modo assoluto e con pugno di ferro.
Messosi alla guida della sua flotta, Max si prepara ad affrontare le navi da battaglia, le portaerei, i dreadnought e tutte le altre insidie che si nascondo nei temibili mari governati dai pirati, con lo scopo di ritrovare suo padre ed indagare sull’effettiva esistenza di una terribile e devastante mega-arma di distruzione di massa. Riuscirà Max a scoprire la verità su quanto successo 5 anni fa e a salvare il mondo dall’ennesima crisi?
Nonostante la storia abbia dei temi molto seri ed importanti, in realtà la narrazione ha dei toni molto cartooneschi e fumettosi. I dialoghi e le situazioni sono spesso sopra le righe e la violenza e la distruzione della guerra vengono appianate da una messa in scena volutamente esagerata. Completamente in linea con questa atmosfera e più che apprezzata, inoltre, la scelta di passare la narrazione da dei semplici dialoghi pre-battaglia a delle più efficaci e godibili sequenze raccontate come si stesse leggendo un webcomic.
Finirai nelle profondità degli abissi!
Il gameplay di base di High Seas (e dello stesso Forts) è quello standard dei giochi di strategia Artillery più classici. Non potremo infatti fisicamente muoverci dal nostro punto di partenza, ma potremo svolgere solo due funzioni: costruire e sparare. Con la prima si potranno ovviamente realizzare strutture, armi ed altri accessori mentre con la seconda, beh, andremo a cercare di distruggere i nostri avversari. Il tutto andrà fatto mentre i nostri avversari cercano di fare altrettanto in tempo reale.
Insomma, nulla di straordinario e tutto abbastanza già visto. E’ interessante però il metodo con cui le costruzioni vengono gestite perché se colleghiamo la nostra base ad una struttura neutrale, questa diventerà completamente parte del nostro territorio, insieme a tutte le strutture già presenti (armi e risorse comprese). Come un gioco di strategia che si rispetti, inoltre, l’intera partita si basa sulla produzione, raccolta e difesa di due risorse: energia e ferro. D’altronde non spari una cannonata senza queste due cose.
L’altro elemento esterno di cui bisogna tenere conto in Forts, oltre ovviamente ai nemici, sono le condizioni atmosferiche. La fisica di gioco di questo titolo è infatti molto importante e tenere di conto dove e come soffia il vento, come sono strutturate le mappe, che cosa può aiutarci/ostacolarci dell’ambiente, sono fattori fondamentali. Inoltre, quando si costruisce, bisogna fare attenzione che tutto sia ben bilanciato per evitare crolli molesti (a cui potremo anche sopperire con delle comode corte).
Cosa aggiunge High Seas a tutto questo? Principalmente sposta tutto sull’acqua, aggiungendo una nuova fisica legata al galleggiamento e al poter costruire le nostre navi, che altro non sono che fortezze galleggianti. Apre così ad un nuovo arsenale di strutture, armamenti e munizioni: da quelle più classiche (come spararampini e lanciamissili) a quelle più futuristiche (come laser orbitali o scudi di energia) passando per gli attacchi aerei! Ecco, quest’ultima aggiunta è fenomenale perché rende Forts ancora più dinamico, divertente e appagante.
Ovviamente High Seas aggiunge anche una nuova campagna per giocatore singolo composta da 18 missioni, ognuna contenente tre obiettivi da completare, sia per andare avanti che per il proprio desiderio di completismo (e per i trofei). Purtroppo ancora una volta si può constatare come la campagna, pur avendo una narrazione migliore, continua ad essere una specie di tutorial allungato che dura poco e difficilmente rappresenta una vera e propria sfida. Un problema di Forts che le espansioni non sono ancora riuscite a risolvere del tutto.
Il vero divertimento di questo gioco, d’altronde, non è mai stato nella campagna giocatore singolo, quanto nelle schermaglie e negli scontri online, questi si davvero competitivi e competitivi. High Seash aggiunge altre 16 mappe per le schermaglie, 8 dove si possiede già una flotta e 8 dove bisogna realizzarne una. Giocare online è probabilmente l’esperienza più divertente ed appagante del titolo, anche perché basta che chi ospita la partita abbia il DLC per permettere a tutti di godere delle novità. Davvero una saggia scelta degli sviluppatori.
La campagna e le 16 schermaglie non ti bastano? Poco male perché tutte le novità di High Seas vengono prontamente implementate anche nell’editor di livelli di Forts permettendo così di creare i propri scenari e/o mettersi alla prova su quelli creati dalla community, grazie alla consueta ottima integrazione dello Steam Workshop. Insomma, il forte supporto di chi sta apprezzando Forts si sta rivelando il più grande motore del suo successo, ma questo è uno sviluppo abbastanza tipico per un gioco di strategia moderno.
Il problema principale di High Seas è che, pur essendo un passo avanti rispetto a Forts e Moonshot, ancora non supera del tutto i difetti di quest’ultimi. La campagna per giocatore singolo resta il tallone d’Achille dell’insieme visto che risulta abbastanza ripetitiva e deludente, senza neanche riuscire a preparare a dovere il giocatore a quello che lo aspetta online. Inoltre l’HUD del gioco e le partite continuano ad essere molto frenetiche, caotiche e complesse, motivo per cui è facile rimanere disorientati, anche perché alcune scorciatoie da tastiera non funzionano sempre come dovrebbero e tocca premerle più volte perché siano lette dal gioco.
Fumo (e fiamme) sull’acqua (e sulle coste)
Passando alla realizzazione artistica di Forts e da quanto aggiunge High Seas, non si può certo non elogiare l’aspetto grafico del gioco, per quanto si debba avere una certa passione verso uno stile più cartoonesco ed irrealistico. Insomma, siamo onesti, se non ti è mai piaciuto Worms perché lo consideravi troppo caricaturale, sicuramente non ti piacerà Forts con i suoi uomini stilizzati dalla testa grossa e le sue strutture coloratissime.
Per tutti gli altri, però, Forts e High Seas sono una gioia per gli occhi, soprattutto grazie al level design molto curato ed al modo in cui è gestita la fisica degli effetti delle armi e delle conseguenti “distruzioni.” Una grande soddisfazione dei giochi del sottogenere Artillery è infatti vedere le conseguenze delle proprie armi devastare completamente la base avversaria e non si può negare che Forts sia indubbiamente appagante da questo punto di vista.
Certo, non arriviamo ai livelli di Worms con le loro armi assurde, ma anche qui la distruzione va spesso sopra le righe con laser che attraversano tutto ciò che incontrano, portali che teletrasportano i proiettili ed esplosioni che possono causare spettacolari effetti a catena. Il tutto può forse confondere, ma fa sicuramente parte della natura del gioco che, grazie a High Seas, può ora contare anche sul beccheggiare ed affondare delle navi. Se solo la guerra fosse davvero così innocua e divertente.
Poco da dire invece sulla colonna sonora che, sarò onesto, passa abbastanza inosservata. Gli effetti sonori sono indubbiamente piacevoli, soprattutto quelli più esplosivi, ed aiutano ad orientarsi meglio nelle mappe di gioco, ma, allo stesso tempo, dubito annovererei il comparto sonoro tra i punti di forza di Forts. Non è né brutto, né bello, ma è una presenza tutto sommato piacevole che però presto passa in secondo piano davanti all’orgia di colori ed effetti che invadono gli occhi del videogiocatore.
Un arcipelago di buone idee che diventa sempre più bello
Concludendo la nostra recensione, High Seas rappresenta un ulteriore passo avanti per questo particolare gioco di strategia Artillery in tempo reale che, però, non riesce ancora a raggiungere la perfezione. Certo, se pensiamo che all’uscita nel 2017 Forts venne criticato per il poco contenuto “originale” presente, non si può negare che con Moonshot e High Seas il titolo finale sia ora più che ampio e soddisfacente. Giocare a Forts è sempre divertente, soprattutto se lo si fa online contro degli amici (che magari possiamo anche insultare).
Detto questo, alcuni dei difetti che inficiavano su Forts continuano ad essere presenti e non si capisce davvero perché non si faccia nulla per risolverli. La campagna per giocatore singolo ha adesso almeno una storia decente, ma continua a risultare patetica rispetto a quanto potrebbe offrirci. Inoltre, per quanto sia comprensibile che il caos e la frenesia degli scontri siano elementi ricercati, una migliore funzionabilità delle scorciatoie aiuterebbe di brutto i nuovi giocatori ad avvicinarsi a questo titolo. Ciliegina sulla torta di melma: una traduzione italiana che, alla 2° espansione, continua ad essere a dir poco pessima.
Insomma, vale la pena acquistare High Seas? Questa sarà disponibile a partire dal 25 marzo su Steam per la modica cifra di 9.99 euro e, se devo essere onesto, la risposta è: si, ne vale decisamente la pena se già possiedi Forts. High Seas rende il titolo ancora più completo e divertente con alcuni aggiornamenti che sono davvero apprezzabili e stemperano alcuni dei problemi del prodotto originale. Viceversa, beh… dipende. Forts attualmente costa quasi 15 Euro su Steam. Il totale che ne risulta non è certo basso, soprattutto se vuoi prendere anche Moonshot (cosa che consiglio).
Se sei un fan dei giochi di strategia di questo tipo e hai, per esempio, adorato Worms, ti consiglio di dare almeno una possibilità a Forts e alle sue espansioni perché è dannatamente divertente e caciarone. In qualsiasi altro caso, difficilmente questo sarà il gioco che ti farà cambiare idea su questo genere. Viene poi da chiesersi se lo studio di sviluppo ha ancora intenzione di investire risorse su un gioco che, di fatto, è del 2017. Non che me ne lamenti, visto che come detto di lavoro da fare sembra essercene ancora parecchio, ma il rischio che il titolo resti ad un certo punto senza supporto può magari terrorizzare alcuni nuovi giocatori. Tuttavia per ora la community è molto attiva.