Il Messico è un paese fatto di colori brillanti, di tradizioni millenarie, di paesaggi naturali da cartolina, di cibi piccanti, contraddizioni antiche e moderne, spiagge immense e cristalline, metropoli, deserti, foreste e grandi montagne. Custode di radici storiche mai dimenticate, di leggende che Maya e Aztechi ci hanno tramandato fino al giorno d’oggi, è un meraviglioso anello di congiunzione tra il Nord America e l’America Latina, fiero della sua identità e ben attento a distinguersi dal suo ingombrante vicino.
La varietà dei suoi ambienti, una delle più vaste di tutto il pianeta, è stata probabilmente tra le motivazioni che hanno spinto Playground Games a scegliere il Messico come l’ambientazione di Forza Horizon 5 che, dopo le voci mai confermate sul Giappone, porta il Festival sulle assolate, ma anche spesso bagnate, strade latinoamericane, trovando forse proprio qui il compimento finale di un’opera iniziata nello stato del Colorado nel 2012.
Ereditare il successo di Forza Horizon 4, che sembrava a suo modo aver raggiunto il culmine dell’esperienza grazie anche all’inserimento delle stagioni, non era compito facile, ma lo sviluppatore britannico ha dimostrato con ogni episodio della serie di essere capace di superarsi e raggiungere nuove vette ogni volta che viene chiamato in causa. E anche in questo caso, spostando il focus dell’avventura su un altro aspetto, ci è riuscito. Perché la vera protagonista vincente di Forza Horizon 5 è proprio l’ambientazione messicana.
Forza Horizon 5 – Recensione: uno splendido Messico virtuale
E parte proprio da qui questa lunga analisi su uno dei giochi più attesi delle prossime festività natalizie. I primi minuti passati in Forza Horizon 5 ci forniscono subito una misura di tutto quello che ci aspetta nel nuovo Festival: come è stato dimostrato dallo sviluppatore nel corso di questi mesi, veniamo catapultati direttamente da un aeroplano in differenti punti della mappa con macchine diverse per avere un assaggio dell’esperienza definitiva del gioco.
Partiamo da un vulcano per passare a una foresta pluviale, senza dimenticare uno scenario urbano, un deserto sconfinato, spiagge tropicali e strade extraurbane che sembrano essere fatte per correre a tutta velocità. Ancora, campi coltivati, zone rocciose, fiumi, canyon immensi e antiche rovine, il tutto abbellito dai colori e dalle tradizioni della meravigliosa cultura messicana. Tra musica, arte, gente e storia che esplodono in una carica virtuale da applausi a scena aperta.
Nel giro di pochi istanti, Forza Horizon 5 ti schiaffa in faccia tutta una serie di situazioni diverse che vogliono porre l’ambientazione come la vera protagonista di tutta la produzione, al di là di quelle che sono e rimangono le indubbie caratteristiche dell’offerta ludica. Abbandonata la campagna inglese, sembra di ritornare sullo stile della natura selvaggia che aveva fatto la fortuna di Forza Horizon 3, con l’aggiunta però delle cose migliori che hanno fatto parte del quarto capitolo. E non solo.
Playground Games ha infatti dedicato un’attenzione particolare al Messico, evidentemente più che convinto della scelta fatta. Gli 11 biomi che fanno parte del mondo di gioco, per una mappa che è più grande una volta e mezzo rispetto quella vista ed esplorata in Forza Horizon 4, restituiscono un open world così vario come mai si era visto in un titolo della serie e, oserei dire, in un racing game di questo tipo.
Volendo esagerare, sembra quasi che tutta l’esperienza accumulata dal team britannico nel corso degli anni e di quattro capitoli del franchise abbia partorito infine il mondo virtuale definitivo, come se all’interno di questo Messico videoludico ci fossero diversi Forza Horizon messi assieme, connessi tra loro intelligentemente e in modo coerente alla flora realmente esistente a cui sono ispirati. Se decidessimo di attraversare lo stato costa a costa con il nostro bolide preferito probabilmente potremmo avere la stessa sensazione.
E se ho deciso di iniziare questa recensione dedicando tanto spazio all’ambientazione è proprio perché ritengo che sia il vero game changer rispetto gli episodi precedenti. La presenza di una varietà così marcata e a tratti addirittura spaziante è stata la base perfetta da cui partire per sviluppare il resto del gioco dato che sì, è vero, Forza Horizon 5 non fa altro che riproporre in meglio una formula già ultra-collaudata, ma facendolo in simbiosi con questa pluralità di ambienti restituisce a sua volta un’esperienza di gioco potenzialmente infinita e maledettamente assuefacente.
Forza Horizon 5 – Recensione: il parco giochi definitivo per chi ama le auto
Una mappa di gioco così vasta e varia ha spinto sul piede dell’acceleratore delle idee di Playground Games, in termini di eventi e di novità inserite. Quella più evidente, e che ci tiene impegnati per le prime ore di gioco, riguarda le Spedizioni. Si tratta del modo scelto da Forza Horizon 5 per introdurre i vari sotto-festival che compongono le varie discipline presenti nell’evento principale. Una sorta di modalità Storia, a cui si collegano poi diverse altre “sotto-trame”, che avevamo già visto in modo abbozzato nel precedente capitolo.
Le Spedizioni rappresentano di fatto l’inizio dell’avventura in Horizon: macro-eventi in cui noi rivestiamo il ruolo della star, la quale, dopo aver trionfato nel Regno Unito, è pronta a portare il suo talento anche in Messico. Grazie a questo particolare ruolo, in cui corriamo letteralmente per fare e dare spettacolo, diamo una mano agli organizzatori ad allestire le varie zone in cui si posizioneranno le differenti organizzazioni del Festival, ognuna dedicata a una disciplina differente.
Gare su strada, gare clandestine, gare acrobatiche, gare cross-road, gare di accelerazione, gare di derapata e la lista della spesa potrebbe anche continuare. Completando le Spedizioni, apriamo di fatto tutto l’elenco degli eventi collegati ad ogni disciplina, scoprendo ogni singolo sottobosco dell’Horizon Festival. Si tratta di un espediente divertente e ben studiato, perché da una parte sfrutta la scusa per dare un ruolo ben definito al giocatore, dall’altra ci mette a disposizione delle situazioni fuori dall’ordinario, che in taluni casi ci spingono persino a completare o meno delle “sub-quest”, chiamiamole così, collegate a certi eventi.
Una volta che ogni avamposto è stato stabilito, per ognuno di essi c’è la possibilità di migliorarlo ulteriormente, con l’obiettivo di arrivare a folli sfide finali per ogni tipo di competizione: ci troveremo a correre e a dover vincere una gara su percorsi da oltre 60 KM, gareggiare da costa a costa, gettarci, quasi letteralmente, da altezze spericolate e così via. Prima di arrivarci bisogna però completare piccole storie raccontate da cut-scene brevi ma a loro modo divertenti, anche queste direttamente collegate all’ambientazione, per darci un contesto e una motivazione più o meno solida per le nostre azioni.
L’obiettivo delle Spedizioni e degli eventi ad esse collegati è evidente: prima di tutto, appunto, cercare di voler contestualizzare la presenza del Festival in Messico, con riferimenti espliciti alla cultura e alla storia del posto che denotano la cura riposta dallo sviluppatore verso l’ambientazione. Dall’altra, la voglia evidente di spezzare il ritmo, di dare in ogni caso una sorta di “campagna principale” a tutto quello che è invece l’offerta base dell’open world racing game.
Una soluzione che era già stata tentata nel capitolo precedente, ma che in Forza Horizon 5 viene ampliata, migliorata e ha anche una discreta durata in termini di ore di gioco. Ovviamente quando ci si inerpica su terreni del genere si rischia anche di farsi del male: non è questo il caso, ma basandosi comunque su piccole storie che si cerca di raccontare, alcuni eventi non hanno lo stesso peso e valore di altri. Ci sono situazioni che si risolvono nel giro di pochi minuti senza che si faccia granché di interessante e altre in cui invece non solo si è impegnati per un po’ di tempo, ma la scarica di adrenalina e divertimento è sicuramente su un altro pianeta.
Parlando comunque di una produzione che offre una varietà di contenuti semplicemente spaventosa è un difetto che si è disposti a perdonare e a non farci caso più di tanto. Anche perché, si ripete, l’obiettivo di questa parte di Forza Horizon 5 non è certo quello di offrirci una storia degna dei titoli narrativi: ma è un modo per spezzare il ritmo e portare l’asticella dell’eterogeneità dell’offerta a livelli ancora più alti.
Tolta questa parte, la più guidata e “lineare” della produzione, il gioco non fa altro che confermare la filosofia della serie di appartenenza: lasciare la piena libertà d’azione al giocatore. Non siamo obbligati a completare subito tutte le Spedizioni, ma si tratta comunque di una progressione che viene gestita nel tempo. Il completamento di eventi, gare, punti abilità, attività e qualunque cosa ci proponga questo sconfinato open world ci permette di sbloccare delle stelle che, accumulandosi, danno la possibilità di proseguire nell’avventura Horizon per la costruzione degli avamposti.
Possiamo scegliere se dedicarci inizialmente a un solo tipo di avamposto oppure farli progredire nel modo che preferiamo. Tieni a mente che ad ogni palco è collegata una tipologia di discipline che vanno poi di fatto a riempire il mondo di gioco. L’ideale, per un’esperienza completa, è quindi quello di sbloccare la base per ognuno di essi, così da avere a disposizione tutte le tipologie di gare disseminate per la mappa.
La progressione all’interno di Forza Horizon 5 prosegue quindi questa linea: come si diceva prima, non siamo più la nuova promessa destinata a vincere il Festival, ma il grande campione proveniente dal Regno Unito che dovrà dimostrare il suo valore anche tra i messicani. L’obiettivo primario resta, ovviamente, quello di vincere le gare, come ogni buon racing game che si rispetti, ma con l’intento di entrare nella Hall of Fame di Horizon, la quale darà poi accesso a una serie di eventi finali e veramente ben realizzati collegati ad ognuna delle storie che abbiamo intrapreso.
Mi piace dire però che la parte migliore di Forza Horizon 5, come del resto lo era dei suoi predecessori, è quella legata all’esplorazione libera della mappa. E in questo caso, la straordinaria varietà del Messico di Playground Games è un ulteriore valore aggiunto che rende queste fasi probabilmente le migliori dell’intera produzione. Perdersi tra foreste pluviali, strade immerse nel deserto, spiagge tropicali, altezze vertiginose, gran canyon e molto altro ancora è un’esperienza letteralmente da vivere e che diventa anche difficile da raccontare: le immagini scattate con il Photo Mode rischiano di doverti far comprare una memoria esterna soltanto per la loro conservazione.
Per non parlare poi del fatto che si tratta di una mappa costruita incredibilmente bene, un level design che può soltanto fare da scuola ad altri congeneri che proveranno ad affacciarsi per dire la loro in una tipologia di giochi in cui Forza Horizon è, ad oggi, l’assoluto punto di riferimento. Ogni porzione dell’open world è disegnata e costruita intelligentemente in modo coerente al bioma che scoveremo nella nostra esplorazione: e non mancano nemmeno le zone dedicate a chi vuole lanciarsi a folli velocità, come una lunga autostrada che attraversa quasi letteralmente tutta la mappa. Il mio record, al momento, supera i 490 km/h, opportunamente registrato da uno dei tanti “autovelox” che compongono le attività secondarie del gioco. Ce n’è insomma per tutti i gusti.
Forza Horizon 5 – Recensione: la forza di un gameplay dinamico
La sua propensione ad aprirsi alla piena libertà di scelta del giocatore, nonché delle sue preferenze di gioco, si sposta anche sul versante del gameplay, altro tratto distintivo della serie che in Forza Horizon 5 non è ovviamente assente. Parlo della scalabilità del suo sistema di gioco, che grazie alle varie opzioni presenti permette di modellare il sistema di guida a seconda delle proprie capacità o preferenze.
Intendiamoci, il modello è un mix tra arcade e simulazione pensato proprio per accontentare tutti e anche ai livelli più simulativi, quindi con tutti gli aiuti disattivati e le opzioni di danni impostate al massimo, non si avvicina, e non vuole farlo, al fratello maggiore Forza Motorsport. Tuttavia, ricordiamoci che parliamo di un gioco e di una serie con uno scopo ben preciso, per cui eventuali velleità eccessivamente simulative avrebbero cozzato con la filosofia di una produzione che punta essenzialmente alla spensieratezza e al divertimento nudo e crudo, che fa delle situazioni al limite il suo mantra.
Per questa ragione è una formula che continua a rimanere immutata da cinque episodi e che Forza Horizon 5 non vuole assolutamente smentire. Si tratta comunque di un sistema di guida che lascia tanto spazio alla creatività, per così dire, senza dimenticare le caratteristiche di ognuna delle discipline offerte. Ecco perché per le gare in sterrato, ad esempio, è opportuno affidarsi a un’auto che sia adatta a quelle condizioni e non a una berlina o ad una supercar progettata per funzionare sull’asfalto tradizionale.
Parte del divertimento del gioco è in effetti anche costruirsi il proprio parco auto per allinearlo ad ogni esigenza in termini di competizioni che ci troveremo ad affrontare. Le oltre 500 vetture proposte dal titolo mettono sul piatto, anche qui, una varietà invidiabile e una cura nel dettaglio veramente stupefacente. Questo aspetto offre la possibilità di vagliare diverse ipotesi, di avere i propri mezzi preferiti e affidabili per il completamento di ogni disciplina proposta e quindi trovarsi nel garage una serie di vetture titolari da trattare con cura, nel minimo dettaglio.
E qui entriamo in quello che sarebbe un discorso lunghissimo sulla personalizzazione, di cui farò solo un rapido accenno esponendo i pilastri fondamentali. Playground Games ha voluto estendere un concetto che era già evidente nei precedenti episodi, ma che in Forza Horizon 5 trova la sua forma finale. La miriade di opzioni di customizzazione delle vetture è stata ulteriormente ampliata e permette di mettere mano su ogni aspetto delle proprie automobili: da semplici modifiche estetiche a interventi molto più incisivi sulla configurazione meccanica del mezzo fino a modifiche effettive sull’assetto.
Il risultato è quello di avere delle auto che siano costruite su misura per il proprio stile di guida, consapevoli che ogni gara potrebbe dare un responso diverso oppure confermare sensazioni circa la bontà del mezzo utilizzato a confronto con gli avversari. Non è un esercizio semplice, che richiede passione, tempo e dedizione, ma che se ben eseguito restituisce ottime soddisfazioni.
Non si spaventi però chi non è in cerca di tutto questo e preferisce affidarsi al caso e ad un’esperienza più rilassata. Tornando al discorso della totale scalabilità del gameplay, Forza Horizon 5 è perfetto infatti anche per chi non vuole pensare troppo ai tecnicismi e magari preferisce esplorare la mappa, fare le gare senza particolare impegno e vivere il tutto come se fosse una splendida vacanza su quattro ruote nel Messico virtuale.
Il bello è che la personalizzazione riguarda anche i singoli eventi: un discorso, pure questo, introdotto con Forza Horizon 4 e qui ulteriormente raffinato e migliorato. Tutte le gare che fanno parte della proposta di Forza Horizon 5 presentano ovviamente le soluzioni pensate dagli sviluppatori, a cui si affianca tuttavia la possibilità di giocare delle versioni alternative create dai giocatori.
Si tratta di una possibilità straordinaria perché permette di mettere mano ad ogni caratteristica dell’evento: dal disegno del tracciato fino a passare ad eventuali limiti da pre-impostare ed altre opzioni. Un elemento che dona al gioco un ulteriore livello di rigiocabilità, fattore già semplicemente elevatissimo, perché pone potenzialmente nelle condizioni di scoprire per sempre nuove gare, affiancate a quelle predefinite del team di sviluppo, e che mettono in mostra la creatività degli utenti.
Una sinergia e una commistione tra offerta standard del gioco e condivisione tra i giocatori che trova la sua forma definitiva nel multiplayer condiviso, nel senso che le strade non solo sono popolate da normale vetture guidate dall’intelligenza artificiale (sempre eccellente in gara grazie al sistema Drivatar), ma anche e soprattutto da utenti di tutto il mondo, che in quello stesso momento stanno esplorando o completando attività mentre stai giocando.
Un’opzione che era già presente nei precedenti capitoli e che rende Forza Horizon 5 alla stregua di un MMO, anche perché l’interazione con gli altri giocatori è continuamente attiva e, in qualsiasi momento, riusciamo a comunicare, organizzare delle gare al volo o persino condividere delle attività che coinvolgono indistintamente più utenti che si ritrovano a collaborare a volte per caso, a volte volutamente.
Il multiplayer di Forza Horizon 5 è particolarmente ricco per modalità e opzioni, molte riprese dai vecchi episodi, anche se nel corso della nostra prova, anticipata di molto rispetto la release del gioco, non abbiamo avuto l’opportunità di giocarci quanto voluto. Del resto, la sua forza si basa proprio sulla presenza di giocatori e, come ci ha anche sottolineato lo sviluppatore nel corso del test, è comprensibile attendere il lancio del gioco per un ulteriore approfondimento di come il tutto funzioni non appena i server saranno densamente popolati.
Forza Horizon 5 – Recensione: un assaggio di next-gen
Il comparto tecnico di Forza Horizon 5 è uno degli aspetti su cui Microsoft e Playground Games hanno puntato parecchio nella campagna marketing del gioco. Il primo trailer di presentazione mostrato all’E3 2021, insieme a un video gameplay, verteva proprio sull’incredibile livello di dettaglio del motore grafico, tale da fare facilmente confusione con immagini tratte dal mondo reale.
Senza alcun dubbio è fantastico poter confermare quelle sensazioni. Il Forza Engine risplende in tutta la sua energia e ci offre una misura decisa sulle potenzialità tecniche di Xbox Series X, nonostante si tratti di un progetto cross-gen destinato anche sulla vecchia Xbox One. In considerazione di ciò, quello realizzato dallo sviluppatore britannico è un capolavoro senza precedenti per il genere di appartenenza.
Il mondo di gioco di Forza Horizon 5 è vivo e incredibilmente dettagliato, ai limiti del fotorealismo, con una solidità tecnica da far spavento e che conferma le ottime doti di Playground Games. L’illuminazione è probabilmente uno dei punti più alti mai toccati da un racing game e in generale da un videogioco e contribuisce a donare a tutto un aspetto verosimile, che lascia a bocca aperta in continuazione, per merito anche di una draw distance letteralmente senza fiato.
Un lavoro tecnico di prestigio che viene affiancato da una ottimizzazione da applausi. Il titolo permette di scegliere tra la modalità Prestazioni, che favorisce i 60 FPS, e la Qualità, che blocca il frame rate a 30 FPS in favore della fedeltà grafica. Le differenze tra le due opzioni riguardano l’uso di un dettaglio grafico maggiore per la modalità Qualità, che gli occhi più esperti noteranno molto facilmente. C’è un uso massiccio del motion blur per smorzare i “limiti” del frame rate dimezzato e in generale un’immagine certamente più dettagliata e definita.
Nulla però che crei un solco deciso per chi opterà per la modalità Prestazioni che, è vero, perde qualcosina per il dettaglio grafico, ma mantiene la risoluzione nativa in 4K e probabilmente si tratta anche della soluzione migliore per questo genere di produzione. Un titolo così improntato sulla velocità estrema, sulle situazioni al limite e su gare fortemente adrenaliniche ottiene il meglio di sé da immagini fisse a 60 FPS. Gratiniche. Senza incertezze. Un lavoro incredibile.
Purtroppo non ho avuto modo di provare il gioco sulle “vecchie” Xbox One, dove Forza Horizon 5 è sempre “lockato” a 30 FPS, ma propone il 4K su Xbox One X e il Full HD su S e One base. Stando allo sviluppatore, altre differenze riguardano il dettaglio grafico e la lunghezza dei caricamenti, praticamente istantanei su Series X e S. Per quanto riguarda il PC, invece, è tutto demandato alla propria configurazione, senza alcun limite teorico.
E le stagioni? Trovandosi in una regione come quella messicana è stato evidentemente abbandonato il modello visto nel Regno Unito di Forza Horizon 4: del resto, il clima del paese spinge a soluzioni differenti che ritroviamo qui in tempeste di sabbia e piogge intense di stampo tropicale. Forza Horizon 5 è dunque essenzialmente diviso in Primavera ed Estate, con la stagione delle piogge rilegata alle prima e uragani e tempeste sulla costa nella seconda.
Il risultato, anche qui, è una straordinaria realizzazione che ha impatti diretti non solo sull’aspetto visivo, ma pure sul gameplay. E il tutto continua a reggere sui 60 FPS senza alcun problema, con un dettaglio e un gioco di luci mescolate all’effetto del bagnato che regala scorci da cartolina.
Il comparto sonoro, infine, si pregia innanzitutto di un miglioramento sensibile per quanto riguarda le singole vetture, che propongono adesso un suono più vivo, acceso, forte e senza dubbio coinvolgente rispetto quello apparso a volte un po’ troppo spento in Forza Horizon 4. Al suo fianco troviamo la solita, incredibile varietà e quantità di canzoni suddivise in stazioni radio dai generi differenti: vista l’ambientazione, per molte tracce si va sul latinoamericano, perfettamente adatte al contesto, ma si spazia anche sul rock più tradizionale o sulla musica classica. Anche qui: il focus è tutto sulla varietà e sulla piena libertà di scelta del giocatore.
Forza Horizon 5 sarà disponibile dal 9 novembre 2021 per PC, Xbox One, Xbox Series X/S e Xbox Cloud incluso nel catalogo di Xbox Game Pass.