Four Echos è un titolo che sembra richiamare i classici Metal Slug fin dalla sua icona e, in generale, anche per la sua struttura di gioco. Parliamo quindi di un confronto non di poco conto, con un grande classicone del passato. Vediamo come ne esce in questa recensione.
Niente storia, solo gameplay
Four Echos non ha una storia vera e propria, ma getta direttamente il giocatore nel puro e semplice gameplay da run ‘n gun. Questo non sarebbe un difetto, considerando il genere di riferimento, ma l’estetica davvero troppo generica rende tutto ben presto dimenticabile e privo di stile: comparto artistico, colonna sonora, armi, situazioni…tutto è generico.
La campagna di Four Echos
Il gameplay di Four Echos richiama fin da subito quello classico del genere run ‘n gun. In altre parole ci troviamo davanti a livelli lineari a scorrimento orizzontale, dove si avanza tra ondate di nemici di vario tipo, schivando proiettili ben visibili mentre si risponde al fuoco con armi diverse e granate. In poche parole, il tipico loop di gameplay alla Metal Slug, dove livelli progressivamente più complessi mettono alla prova il giocatore.
Ciò che manca in Four Echoes, però, è proprio la complessità. Il gioco ricalca, si, la stessa struttura di Metal Slug, ma con un risultato decisamente meno esaltante, per diversi motivi. Tanto per cominciare, il giocatore è obbligato a selezionare il livello di difficoltà facile, per poi sbloccare quello medio e poi quello difficile. Una scelta assolutamente immotivata, che distrugge ogni forma di bilanciamento, rendendo il giocatore una vera e propria spugna di colpi, che si limita semplicemente a correre e sparare, senza nemmeno la necessità di schivare.
E non è finita qui: questa “strategia” è resa ancora più semplice dal level design stesso: i livelli sono decisamente poco complessi, dato che sono sviluppati interamente in orizzontale, senza troppi ostacoli, rampe, salti o qualsivoglia forma di varietà. Four Echos prende il nome del genere e lo applica in modo fin troppo letterale, rendendo “corri e spara” il fulcro fin troppo presente del gameplay. I massimi del genere, però, non presentano livelli così banali: basti pensare ai classici Metal Slug, ma anche al recente Mighty Goose.
Il risultato è quindi un videogioco fin troppo banale, dove i livelli si assomigliano un po’ tutti, i nemici non offrono mai una sfida e la varietà di situazioni lascia sempre a desiderare. Vale però la pena spendere qualche parola sul sistema di progressione del titolo…che si dimostra un ulteriore buco nell’acqua.
Oltre a queste meccaniche base, Four Echos permette al giocatore di potenziare il proprio personaggio in vari modi. Tanto per cominciare è possibile selezionare vari eroi, ognuno con un albero di abilità da potenziare, che poi dona un’abilità attiva alla fine. Questa, di fatto, diventerà una vera e propria ultimate, da sfruttare nei momenti di crisi. Una meccanica resa però irrilevante dall’eccessiva semplicità del titolo…ma anche dal ritardo con cui si ottiene.
Il vero tallone d’Achille della produzione si dimostra però l’assurdo sistema di progressione delle armi. Queste non vanno infatti reperite durante i livelli, ma si ottengono soprattutto tramite l’acquisto da un menù apposito, dove si trovano tutte le bocche da fuoco disponibili. Una volta acquisita un’arma, la si può utilizzare come base. Si nota, però, una fin troppo marcata spinta verso l’utilizzo delle microtransazioni: ogni arma costa infatti molte monete (ottenute alla fine dei livelli) e, proseguendo nella lista, si trovano strumenti di morte acquistabili esclusivamente con le gemme.
Questo mette un freno fin troppo evidente alla progressione del giocatore, rendendo quindi l’esperienza ancora più ripetitiva. Si aggiungono poi le armi speciali, più potenti, a loro volta da acquistare nello stesso modo.
In altre parole, Four Echos non riesce a creare un ecosistema che possa funzionare, limitandosi a essere un titolo fin troppo derivativo dalle classiche meccaniche del genere, qui trasposte però in modo fin troppo elementare e banale. Le microtransazioni troppo marcate, poi, peggiorano tutto ancora di più.
Tecnicamente migliorabile
Il comparto tecnico di Four Echos non è troppo esaltante. Nonostante ambienti e sprite siano sufficientemente dettagliati, le animazioni e gli effetti rendono tutto poco bello da vedere e macchinoso. Il comparto estetico generico, poi, non riesce a migliorare la situazione.
Infine, lo stesso si può dire del comparto sonoro, che tristemente non riesce a eccellere.