Prima di iniziare questa recensione, è cosa buona e giusta fare una piccola lezione di storia videoludica, questo perché ti potrebbe far capire un po’ meglio che tipo di prodotto è Fuser. C’è stato un periodo, a cavallo tra il 2005 e il 2010, in cui le nostre stanzette erano state letteralmente invase da chitarrine di plastica, che simulavano, in un certo modo, non propriamente fedele, lo strumento musicale. Pioniere di questo trend fu Harmonix, con la sua serie Guitar Hero prima e Rock Band poi.
La missione di Harmonix era abbastanza semplice ovvero: prendere il genere bemani (un tipo di giochi che consiste nel premere dei tasti con un certo tempismo e a ritmo di musica), tanto popolare in Giappone, rendendolo digeribile e mainstream anche al popolo dei Gaijin occidentali.
Senza andare troppo nel dettaglio, visto che sicuramente ci farò una serie di articoli sulla questione, questo tipo di titoli raggiunse la più totale saturazione visto che non era raro vedere, nell’arco di un anno, più di un gioco della stessa serie, ma dedicata ad un gruppo musicale diverso (ce n’erano per tutti i gusti: degli Aerosmith, AC/DC, Green Day, Beatles, Metallica e molti altri). Questa esagerazione portò allo sfinimento del genere e al più totale disinteresse da parte del pubblico.
Nello stesso periodo Activision faceva uscire DJ Hero, ovvero la stessa identica cosa di Guitar Hero, ma nei panni di un DJ. Poco divertente, poco ispirato, ma soprattutto non creato dal team, menzionato poco prima, che ha fatto partire il tutto, ovvero Harmonix. Dopo ben 10 anni di lontananza dalle scene, eccoti la compagnia americana riaffacciarsi nel mondo videludico, ma con un approccio profondamente diverso, più infantile in superficie, ma nettamente più maturo nella sostanza.
https://www.youtube.com/watch?v=OmIOlZDUblw&t=25s
Partendo da un trailer super tamarro, osteggiato da David “Michael Knight” Hasselhoff, passando per una grafica che fa l’occhiolino ai cartoon, per arrivare ad un gameplay complesso, che sarà facile da imparare, ma difficile da padroneggiare. Quasi un corso per diventare DJ, visto che alla base scopriremo le nozioni principali per questo mestiere che condisce discoteche e rave party clandestini. Questo è Fuser e se ho stuzzicato un minimo la tua curiosità, prosegui pure nella lettura.
Un deux trois, Tarari comme ci comme ça
Dopo aver fatto partire Fuser e aver fatto le calibrazioni del caso, ci ritroveremo a ricreare il nostro Gigi D’Agostino wannabe (nel personaggio da me creato ho messo un outfit che ricorda prepotentemente il capitano, in onore dei vecchi tempi e delle mie serate in discoteca). Dopo questo ci ritroveremo con una serie di modalità da cui scegliere: Campagna, Freestyle, Freestyle Co-op, Battaglie, Social, Personalizzazione e Negozio.
Potresti pensare che la modalità di gioco principale sia la Campagna, tuttavia non è così, infatti questa è semplicemente un lunghissimo tutorial, dove apprenderemo le basi del gioco e sbloccheremo tutto quello che ci servirà più avanti nelle modalità Freestyle, Freestyle Co-op e Battaglie, ma di queste parleremo più avanti.
La modalità Campagna ci presenterà i vari PR che ci presenteranno come DJ Resident all’interno di locali, oppure di eventi sulla falsariga del Tomorrow Land. Ogni locale o evento, avrà al suo interno 6 DJ-Set che noi dovremo presenziare e con essi acquisiremo sempre nuove tecniche, ma soprattutto capiremo come funziona il gioco in sé.
Andare a tempo, mettere i generi più congeniali alla folla, combinare vari stili musicali proprio per non far annoiare il pubblico o anche andare in maniera freestyle con strumenti musicali che verranno proposti, saranno la base del titolo. Alla fine di ogni DJ-Set verremo ricompensati con un punteggio che ci darà dall’1 alle 5 stelle; più stelle avremo, meglio sarà stata la nostra performance. Oltre a questo, durante la nostra esibizione, avremo una barra del gradimento del pubblico, se questa scenderà a zero sarà game over.
Ok, now put your hands in the air, And wave them like you just don’t care…
Come dicevo prima la carriera è semplicemente un preambolo per capire cosa ci aspetta dopo. È la modalità freestyle il vero cuore di Fuser. Prendere canzoni e mixarle al tempo giusto, fare un DJ- Set senza errori, accontentare il pubblico e le loro richieste, le quali ci daranno dei punti aggiuntivi sono tutte cose essenziali per avere successo in Fuser.
Inizialmente tutto sembra semplice ed intuitivo. Hai quattro piatti vuoti davanti e sopra una collezione di canzoni. Dovrai riempire questi quattro deck con le tracce e far partire un mix. I generi sono tra i più disparati, potrai far partire la voce di Lady Gaga con Born This Way, ma in sottofondo avere le schitarrate di Symphony of Destruction dei Megadeth, ma tutto sotto la base di Dragostea Din Tei degli Ozone.
Sembra particolarmente assurdo, ma ti posso assicurare che buona parte del divertimento sta anche nel testare queste sonorità così differenti tra di loro e trovare il sound che funziona alla perfezione. C’è una curva di apprendimento, nel quale dovrai capire quali sono i brani che si mixano meglio tra di loro, tuttavia è una di quelle cose che renderà dipendenti dalla formula di Fuser.
Una volta presa confidenza con le basi del gameplay di Fuser, verrai introdotto a concetti più complessi come: battere, levare, riff, BPM e tante, tantissime altre tecniche le quali ci serviranno per creare il nostro DJ set sempre più complesso, ma soprattutto sempre più soddisfacente e che di conseguenza ci farà guadagnare molti più punti. Oltre a questo avremo le richieste della folla. Ogni tanto ti capiterà di vedere un fumetto dal pubblico, il quale ti chiederà di mettere una determinata canzone o un determinato sound, fallo e aumenterai i punti, ignoralo e gli spezzerai il cuore.
Se quello descritto sopra non ti sembra abbastanza, sappi che Fuser si spinge ancora più la mettendo sul piatto anche una serie di strumenti musicali, con i quali creare dei loop unici da utilizzare durante le nostre esibizioni. Dopo un certo tempo speso tra i DJ-Set di Fuser, ti potresti sentire davvero un emulo di Gabry Ponte, visto che avrai appreso buona parte delle tecniche che un artista vero deve mettere in campo (naturalmente tutto in linea teorica, nella pratica non sarai pronto per esibirti ad Ibiza).
Ed è questa la differenza sostanziale, ma soprattutto la maturità, che un titolo simile esprime. Se con un Guitar Hero noi scimmiottavamo Brian May o Angus Young, Fuser è un’esperienza nettamente più tecnica e difficile da padroneggiare.
In the place to be, we got GigiDAG in the house…
Graficamente Fuser è buono, certo nulla di super realistico, tra l’altro come da tradizione per i giochi di questo genere, ma i colori sono estremamente accesi e si sposano benissimo con l’atmosfera generale del titolo. I personaggi sono rappresentati in maniera molto cartonesca e ricordano, vagamente, gli sticker personalizzati che tanto vanno di moda su iPhone (non sto scherzando, prova a vedere sono precisi).
Ma in un gioco del genere la grafica va per forza di cose in secondo piano, visto che la frenesia portata, non ci lascia godere dei giochi di luce del palco o della folla che ci acclama, quello che conta in una simulazione simile è la colonna sonora e qui c’è solo da dire una cosa: S E N S A Z I O N A L E !
Il comparto audio e la tracklist è quanto di più sopraffino si possa desiderare, ce n’è davvero per tutti i gusti. Ti piace la musica pop? Eccoti Lady Gaga con “Born This Way” oppure Billie Eilish e la sua “Bad Guy”. Ma forse sei un rockettaro convinto, niente paura Harmonix ha accontentato anche te piazzando roba tipo i Megadeth con “Symphony of Destruction”. Non ti basta ancora? C’è: Blinding Lights, Dragostea Din Tei, Blah Blah Blah, Rockafeller Skank e tanti, tantissimi altri.
C’è da capire se in futuro verranno implementati dei DLC con dei brani specifici, ma soprattutto c’è da sperare che questi siano inseriti con criterio e non sacrificare la qualità per il vil denaro, ma se la base e questa, si può sperare per il meglio.
If you are ready to party, with Tarari and Tarara
Concludendo, Fuser è un simulatore mascherato da videogame. Sotto la sua patina giocosa e scanzonata, si nasconde un’esperienza estremamente profonda, ma soprattutto difficile da padroneggiare. Sicuramente non siamo di fronte al Guitar Hero che scimmiottava un chitarrista vero, qui dovremo davvero imparare i concetti base sul cosa deve fare un DJ e applicarlo. Nonostante questo Fuser dà assuefazione, ma soprattutto dà estrema soddisfazione. Il riuscire a padroneggiare i vari brani e metterli a tempo, ci farà sentire per davvero come dei novelli Molella e questo ci riempirà di orgoglio fin dal primo tutorial di gioco.
La grafica è estremamente piacevole, anche se faremo fatica a seguirla, visti i ritmi estremamente serrati di gioco, ma quello in cui Fuser eccelle è sicuramente la tracklist. La sua vastità e il fatto di essere estremamente variegata farà davvero felice ogni tipo di utente. Che dire, te lo consiglio vivamente perché Fuser è stata una bella, anzi, bellissima sorpresa e spero che questo approccio più tecnico, possa far rinascere un genere, come quello dei simulatori musicali, che manca, ma che nella sua formula originale aveva purtroppo stufato.