Qualche giorno fa, dal 4 al 7 novembre, si è svolta a Roma la Game Jam “Game For Future 2020” di Rome Video Game Lab, un contest per sviluppatori di videogiochi dove l’obiettivo dei partecipanti era quello di creare da zero un’esperienza videoludica in meno di 48 ore.
Il termine jam session nasce dall’atto musicale di produrre musica con poca o nessuna preparazione preliminare semplicemente nel tentativo di esercitarsi. Allo stesso modo, le jam di gioco sono eventi in cui gli sviluppatori di giochi prototipano idee sperimentali e le tramutano in demo giocabili.
Non molti lo sanno in redazione ma, oltre a concludere i miei impegni universitari in Design, lavoro come Animatore 3D per videogames e, spero in futuro, anche per produzioni più grosse nel cinema o nel mondo degli effetti speciali.
La mia partecipazione all’evento è avvenuta in maniera casuale: vivendo da poco a Roma e nonostante il covid, sono riuscito ad intravedere in giro qualche pubblicità di questa jam “Game for Future” vicino al quartiere di Cinecittà. All’inizio ho dubitato se partecipare o meno, in quanto fino ad allora non avevo mai partecipato ad un contest… ma alla fine ho preso coraggio e mi sono iscritto, e ne è valsa davvero la pena!
Quest’anno la jam non si è potuta svolgere all’Istituto Luce di Cinecittà e, come qualsiasi altro evento, è stato spostato online su una piattaforma dedicata; per i partecipanti invece, l’unico modo per interagire tra di noi era su un canale super-organizzato Discord di Game for Future.
Quì, dopo aver elencato su un form le proprie skills, in base alle proprie abilità di disegno, programmazione, coding, modellazione, animazione e quant’altro, vieni diviso in un team di massimo sei persone e ti vengono date solo 48 ore, comprese le ore notturne, per conoscersi, sviluppare un concept il più presto possibile e partire in quinta.
Il tema di quest’anno non era semplice, il cambiamento climatico, e molte idee potevano essere sviluppate dal tema dell’ambiente e le conseguenze causate dalla variazione del clima globale.
La giuria di Game for Future era composta da rappresentanti di Rome Videogame Lab, Agenzia Nazionale per i Giovani e GreenMe, oltre che da Michele Lanzo, conduttore della Game Jam e Lara Oliveti dello studio di sviluppo Melazeta.
Il premio? 200 euro a testa per ogni componente del gruppo, mica male.
Spores for Change, il nostro piccolo platform 2D per l’ambiente arrivato finalista al Game for Future 2020
Fortuna o destino, ho trovato un team fantastico, dove siamo riusciti a dividerci i compiti (soprattutto di notte) e completare per primi la nostra piccola demo, dal nome “Spores for Change“, un platform 3D a scorrimento laterale dove impersoni un carinissimo fungo, pronto a purificare il pianeta con le sue spore.
Perchè un fungo? Beh, non molti sono a conoscenza del fatto che i funghi sono un elemento chiave delle foreste e dei boschi nell’immagazzinare le fonti di carbonio, bloccandolo sul terreno e non facendolo disperdere nell’atmosfera.
Non è stato facile, il back-and-forth di file nel team è stato estenuante: Giovanni a pensare al level design, Vittorio e Gilberto a creare le fondamenta del gioco su Unity, Ilaria ad immaginare le giuste melodie per ogni livello, Giulia a disegnare e modellare ogni oggetto di scena, ed infine io che, oltre al rig (lo scheletrino che muove il piccolo funghetto) ho dovuto animare e dare vita al protagonista.
Con grande gioia, già dopo qualche ora dopo aver rilasciato la demo, ci è stato annunciato di essere tra i primi tre finalisti di Game for Future! Le notti insonni e le lezioni saltate sono servite a qualcosa.
Sfortunatanente, non abbiamo vinto. Ma siamo comunque soddisfatti del risultato. Il primo premio è andato a “A Catcher in the Sky“, un gioco che spiega l’effetto serra e come interagisce con l’atmosfera e il sole.
Spores for Change, per quanto possa sembrare un giochino, è stato molto più complesso di come potrà essere percepito da un video di un minuto, dove diverse menti hanno aiutato e progettato i livelli in ogni minima parte: perciò, essendo stato un lavoro di squadra, non ho voluto descrivere l’esperienza da solo, ma ho pensato di raccogliere i pareri dei miei compagni di jam alla Game for Future, dal programmatore alla modellatrice 3D fino fino al sound designer del nostro piccolo prototipo, mostrando qualche concept art, immagine o gif del work-in-progress.
Giovanni Franceschelli, Game Designer:
“Quando premi invio prima di partecipare ad una nuova jam è sempre un momento magico, carico di aspettative raramente tradite. Infatti questa esperienza è stata molto piacevole e proficua, anche se non quanto avrei voluto a causa di inderogabili motivi lavorativi. (Hint: organizzate le prossime nel weekend!) Il mio ruolo, cioè quello del Game Designer, è allo stesso tempo quello con più libertà ma anche il più spinoso perché devi adattare costantemente la tua idea alla situazione complessiva che evolve di momento in momento.”