Bentrovato ad un nuovo appuntamento con Showcase, la rubrica che ti porta nel mondo dei videogiochi indipendenti che quasi certamente non conosci, e che in certi casi non vorresti aver mai conosciuto!!
Oggi sono andato a pesca per te (è il caso di dirlo) e sono tornato con un discreto bottino costituito da Moonglow Bay, Pocket Fishing ed Hellstuck: Rage with Your Friends. Senza ulteriori indugi inizierei partendo proprio dall’ultimo titolo del lotto.
Hellstuck: Rage with Your Friends (Switch)
Hellstuck è un titolo che appartiene al sottogenere dei platform di precisione; ne consegue che la sua ambientazione agli inferi è semplicemente prodromica alle bestemmie che lanceremo nel corso della partita. Per poter completare il gioco, tutto quello che dovremo fare sarà fuggire, di salto in salto, attraverso 9 gironi infernali. Teoricamente più facile a dirsi che a farsi.
Il movimento che dovremo compiere sarà tendenzialmente in verticale (del resto dall’inferno si può solo ascendere) utilizzando il solo tasto A e l’analogico. Questo perché il salto, che dovrebbe essere la meccanica principale, è reso abbastanza statico per cui dovremo calcolarne intensità e traiettoria prima di effettuarlo realmente.
Ne consegue una strana sensazione, che il più delle volte ci vede intenti a lanciare il protagonista più che farlo saltare, sperando che atterri dove dovrebbe. Altrimenti un bel salto nel vuoto e si ricomincia, invocando tutti i demoni dell’Averno…. Se inizialmente le cose sembreranno “facili” è solo per l’ennesimo trucchetto cui sono soliti ricorrere li dove “si può far casino“: purtroppo le piattaforme di atterraggio non sono tutte uguali. Oltre ai classici blocchi di pietra, solidi appoggi su cui atterrare senza troppi problemi, esistono altre simpatiche piattaforme da dover superare.
Ad esempio, incontreremo dei blocchi di sabbia su cui rimanere il minimo indispensabile prima di attraversarli e cadere, oppure ancora piattaforme di ghiaccio pronte a farci scivolare senza ovviamente alcun controllo. Se normalmente soluzioni di questo tipo sono fastidiose in giochi come Super Mario in cui abbiamo il controllo del personaggio, con questo tipo di gameplay cozzano completamente, rendendo il tutto veramente frustrante. Purtroppo il tutto si risolve in una meccanica trial-and-error in cui provare e riprovare quasi alla cieca: non avremo mai davvero contezza dell’ampiezza che stiamo dando al salto e, come detto, ci saranno da calcolare traiettoria ed eventuali rimbalzi utili ad un atterraggio comodo.
Visto il tipo di gioco non abbiamo una storia: siamo semplicemente un demone, nemmeno troppo brutto a vedersi (per quanto composto da una manciata di sprite) che cerca di sfuggire dall’inferno. Nonostante la grafica tipicamente rètro che va tanto di moda, possiamo dire che il comparto visivo è abbastanza ben fatto. Sullo sfondo dei nostri salti infatti abbiamo un inferno reso in maniera convincente, con dannati sottoposti a torture e scene più o meno cruente… da quello che si può intuire.
Anche il sonoro è abbastanza decente e contribuisce a creare la giusta atmosfera “da incubo”, specialmente quando dopo l’ennesimo salto sbagliato il nostro protagonista urlerà. E l’urlo è direttamente proporzionale alla distanza che ci separa dall’atterraggio, per cui preparati ad urla molto, molto lunghe.
Insomma, in definitiva Hellstuck: Rage with Your Friends è un titolo frustrante, che sa quasi di contrappasso dantesco per i videogiocatori. Meglio uscir a riveder le stelle
Games Showcase: pagella di Hellstuck: Rage with Your Friends
PRO
- Setting ben riuscito
CONTRO
- Gameplay frustrante
VOTI
- Gameplay – 4
- Sonoro – 5,5
- Grafica – 6
- Complessivo – 5
Pocket Fishing (Switch)
Continuiamo il nostro viaggio nell’orrore, con Pocket Fishing; come suggerisce il nome, si tratta di un titolo a tema pesca. Quello che fa strano, subito dopo averlo avviato, è come nonostante il suffisso Pocket nel nome, si tratti di un titolo che non è stato minimamente pensato o ottimizzato per Switch.
Anche in questo caso non abbiamo nessuna storia: siamo un semplice pescatore che viaggia attraverso livelli ambientati negli Stati Uniti, in Nuova Zelanda e nel Nord Europa. Chiaramente si tratta di un mero pretesto per poterci far pescare diverse tipologie di pesci, impostando la partita al ritmo che preferiamo. E questo è l’unico elemento sensato e che rispecchia la realtà dell’intero titolo.
Il primo, insormontabile problema di Pocket Fishing è il gameplay, grazie a dei controlli che definire deliranti è poco. Innanzitutto sono controintuitivi: normalmente in titoli di questo genere, quasi tutto si gestisce con gli analogici ma qui no. Il movimento del personaggio si controlla con d-pad e analogico sinistro, mentre quello destro viene usato come se fosse un mouse, per muovere un cursore.
Una volta preso il pesce all’amo, dobbiamo muovere la canna con i dorsali facendo attenzione a non tirare troppo per non perdere la preda e talvolta dovremo mettere più forza con uno dei pulsanti del joy-con destro.
Insomma, tutto si reduce ad un minigioco tutt’altro che divertente. Teoricamente, allo stesso modo potremmo controllare anche la barca, ma il gioco non ci fa capire come funzioni. Il titolo, più in generale, si sostanzia nel pescare e spendere soldi guadagnati per migliorare abilità ed equipaggiamento.
Un lavoro leggermente migliore è stato fatto per la grafica, che sia pur senza eccellere è quella pseudo realistica tipica dei simulatori; l’elemento acquatico è probabilmente la cosa meglio riuscita dell’intero gioco, con una buona resa delle onde e dell’intero movimento dello specchio d’acqua. Anche se ovviamente non è stato fatto chissà quale sforzo, dal momento che l’ambiente circostante è comunque abbastanza desolato.
In definitiva, tra bug e gameplay pessimo, Pocket Fishing è un titolo da saltare a piè pari. Non esiste e non è mai esistito.
Games Showcase: pagella di Pocket Fishing
PRO
- Elemento acquatico ben riprodotto
CONTRO
- Gameplay assurdo
- Non ottimizzato per Switch
- Noioso e pieno di glitch
VOTI
- Gameplay – 3
- Sonoro – 5
- Grafica – 6
- Complessivo – 4
Moonglow Bay (Switch)
Dulcis in fundo, come si suol dire, Moonglow Bay ovvero il titolo migliore del lotto. La Moonglow Bay che dà il titolo al gioco era una ridente cittadina la cui economia era basata sulla pesca nel mare che la bagnava. Purtroppo questa località ha visto sicuramente tempi migliori, ed è quasi in rovina.
Moonglow Bay ha una sua storia da raccontare, nonostante possa sembrare un titolo in cui il free roaming la fa da padrone: infatti potremo scegliere solo tra 4 personaggi, con pochissima personalizzazione (solo il nome e il pronome da utilizzare). Infatti il protagonista sarà una persona matura, con una relazione duratura alle spalle in cui il partner scompare all’improvviso, lasciandolo solo con il cane Muffin, tanti ricordi e una figlia rimasta in città.
Sarà proprio la figlia a scuotere il nostro personaggio dall’apatia in cui è piombato, rinvigorendo il sogno condiviso con il partner di creare un angolo per lo street food a base di pesce. Dovremo quindi dedicare gran parte del tempo a procurarci le materie prime, tramite la pesca; in questo caso la meccanica è piacevole in quanto si tratta di fare attenzione e muovere la canna nella direzione corretta. Man mano che andremo avanti sbloccheremo nuove tipologie di esche e ami, tuttavia non dovremo ricordarci chissà quante combinazioni per pescare cn efficacia.
Tutto quello che impariamo, insieme agli obiettivi, alla mappa e tutto quello che ci serve per proseguire nel gioco finisce in un inseparabile diario da consultare alla bisogna. Ovviamente, dopo la pesca viene la cottura: avendo un banco di street food potremo preparare numerosi piatti, da sbloccare tramite sfide e cucinare attraverso dei mini giochi.
Il processo in sé è anche divertente, però tutto sommato viene presto a noia dal momento che trovare ricette nuove non è semplicissimo. Se pesca e cucina ci occuperanno per gran parte del tempo e ci daranno un gruzzoletto da spendere, il terzo elemento del gameplay è quello relativo alla socializzazione. Dovremo infatti interagire con gli abitanti, talvolta aiutarli e fare tutto il possibile affinchè Moonglow Bay torni la cittadina ridente di una volta.
Pur senza strabiliare, si tratta di una classica grafica rètro e pixellata, il comparto grafico è piacevole e funzionale alla storia raccontata. Ci restituisce l’idea di una comunità che si ricostituisce, ricostruisce e torna a splendere. Proprio dal punto visivo, vedere Moonglow Bay tornare alla vita è qualcosa di estremamente piacevole.
Anche il sonoro ci accompagna, con musiche leggere e adatte ad un viaggio che oltre a momenti di malinconia e tristezza, riesce a strappare più di un sorriso.
Games Showcase: pagella di Moonglow Bay
PRO
- Storia interessante
- Ambientazione ben riuscita
CONTRO
- La preparazione dei piatti poteva essere sviluppata meglio
VOTI
- Gameplay – 7
- Sonoro – 7
- Grafica – 7
- Complessivo – 7
E anche per stavolta con lo Showcase è tutto, alla prossima raccolta!!