Eccoci pronti con un altro episodio della nostra rubrica “Games Showcase“, dove tentiamo di puntare i riflettori su alcuni titoli, soprattutto indie, che rischiano di passare del tutto inosservati anche se presentato uno o più spunti interessanti. In questo numero tratteremo il ritorno della serie Shiren con il nuovo Shiren the Wanderer: The Mystery Dungeon of Serpentcoil Island, passeremo alla nuova riedizione di un GDR classico, ovvero Breath of Death VII: The Beginning: Reanimated per poi concludere con Little Lighthouse of Horror, un’avventura dai toni dark in pixel art che ha qualcosa da raccontare.
Breath of Death VII: The Beginning: Reanimated (Steam)
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Questo Games Showcase si apre con il piacevole ritorno (dall’oltretomba) di un classico GDR. Parliamo di Breath of Death VII: The Beginning: Reanimated, un mondo post-apocalittico dove l’umanità è scomparsa e gli esseri non morti hanno preso il sopravvento. Breath of Death VII: The Beginning: Reanimated è un’esperienza RPG che mescola elementi classici con un tocco di umorismo e originalità, immergendoci in un’avventura che celebra e parodia i giochi di ruolo tradizionali.
La storia ci porta in un futuro lontano, dove un’arma di distruzione di massa ha annientato l’umanità, lasciando spazio a civiltà di non morti come vampiri, zombie e fantasmi. In questo contesto, incontriamo Dem, un cavaliere scheletro e protagonista silenzioso, le cui riflessioni interiori ci vengono svelate attraverso il “Thoughts-Subtitle-o-Matic“. Questo dispositivo ci permette di comprendere meglio la personalità di Dem e aggiunge profondità alla narrazione, rendendo il viaggio attraverso terre desolate e città in rovina ricco di incontri bizzarri e situazioni ironiche.
Il gameplay del primo titolo di questo Games Showcase richiama i classici RPG a turni, ma introduce meccaniche uniche che lo rendono fresco e avvincente. Durante i combattimenti, i nemici diventano più pericolosi man mano che la loro salute diminuisce, costringendoci a elaborare strategie efficaci per sconfiggerli rapidamente. Il sistema di combo premia l’uso consecutivo di attacchi, aumentando la potenza delle abilità speciali, ma bisogna fare attenzione alle mosse dei nemici che possono interrompere le nostre combo. Il gioco offre tre livelli di difficoltà sin dall’inizio (facile, normale, difficile), con un quarto livello “hard+” sbloccabile dopo il primo completamento. È possibile cambiare la difficoltà in qualsiasi momento, ma indipendentemente dalla scelta, una strategia attenta è essenziale per avanzare. Le battaglie casuali in ogni area hanno un numero limitato, indicato nel menu principale; una volta raggiunto quel numero, non si verificheranno più incontri casuali, rendendo il backtracking meno frustrante e offrendo un’indicazione chiara del livello ottimale per affrontare i boss.
Graficamente, il gioco abbraccia uno stile retrò che richiama l’era 8-bit, con sprite dettagliati e ambientazioni colorate che evocano nostalgia per i classici del passato. Nonostante la semplicità visiva, il design dei personaggi e dei nemici è vario e creativo, mantenendo l’interesse visivo durante l’avventura. Il comparto sonoro accompagna adeguatamente l’esperienza, con brani che si adattano alle diverse situazioni, dalle battaglie intense alle esplorazioni più tranquille. Gli effetti sonori sono essenziali ma efficaci, contribuendo a creare l’atmosfera desiderata senza sovrastare l’esperienza di gioco.
Il titolo di apertura del Games Showcase è, in definitiva, un omaggio affettuoso ai giochi di ruolo classici, arricchito da un umorismo intelligente e meccaniche di gioco innovative. Offre un’esperienza breve ma soddisfacente, ideale per chi cerca un’avventura RPG nostalgica con un tocco moderno. La combinazione di una narrazione coinvolgente, personaggi memorabili e un gameplay strategico rende questo titolo una gemma nascosta che merita di essere scoperta.
Games Showcase: le pagelle di Breath of Death VII: The Beginning: Reanimated
PRO
- Sistema di combattimento strategico con meccaniche di combo
- Umorismo intelligente che rende la storia più piacevole
- Possibilità di regolare la difficoltà in qualsiasi momento
- Numero limitato di incontri casuali, che riduce il grinding forzato
CONTRO
- Durata piuttosto breve
VOTI
Storia e Atmosfera – 6.5
Gameplay – 6.5
Grafica – 6
Sonoro – 6.5
Complessivo – 6.5
Shiren the Wanderer: The Mystery Dungeon of Serpentcoil Island (Steam)
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Il secondo titolo del Games Showcase non è proprio sconosciuto a tutti, in quanto facente parte di una serie apprezzata da chi ama i Dungeon Crawler. Questo genere ha una lunga tradizione nei giochi di ruolo giapponesi, e Shiren the Wanderer: The Mystery Dungeon of Serpentcoil Island ne è una perfetta espressione. Questa nuova avventura roguelike ci porta in un mondo pieno di pericoli, enigmi e combattimenti strategici. Il titolo, parte della longeva serie Mystery Dungeon, mantiene la formula classica ma introduce alcune novità che lo rendono accessibile sia ai veterani che ai nuovi giocatori.
La storia ruota attorno a Shiren e il suo compagno Koppa, un furetto parlante, che si imbarcano in un viaggio verso Serpentcoil Island alla ricerca di un antico tesoro. Tuttavia, l’isola è colma di pericoli, con creature ostili, trappole letali e misteri da svelare. Il gioco non punta tanto su una narrazione profonda quanto sulla progressione del giocatore attraverso le sfide dei dungeon, un aspetto che lo distingue da altri RPG più incentrati sulla trama.
Il cuore del secondo gioco del Games Showcase è il suo sistema di combattimento strategico a turni, che si sviluppa in ambienti generati proceduralmente. Ogni movimento che facciamo permette anche ai nemici di muoversi, creando una dinamica in cui ogni azione deve essere pianificata con attenzione. L’inventario è una risorsa cruciale: raccogliere armi, oggetti curativi e pergamene speciali può fare la differenza tra la sopravvivenza e una sconfitta prematura.
Come da tradizione per la serie, la morte in un dungeon comporta la perdita di tutto l’equipaggiamento e il ritorno al livello iniziale. Questo sistema permadeath può sembrare punitivo, ma incoraggia i giocatori a migliorare strategicamente, imparando a sfruttare al meglio ogni tentativo. Rispetto ai titoli precedenti, questa edizione introduce alcune funzionalità di accessibilità, come la possibilità di ricevere aiuto da altri giocatori online in caso di sconfitta.
Shiren the Wanderer: The Mystery Dungeon of Serpentcoil Island è un titolo impegnativo, sicuramente il più impegnativo di questo Games Showcase, che premia la pazienza e la strategia. Il sistema di progressione roguelike potrebbe scoraggiare i meno abituati al genere, ma per chi ama le sfide è un’esperienza soddisfacente e ricca di scoperte.
Games Showcase: le pagelle di Shiren the Wanderer: The Mystery Dungeon of Serpentcoil Island
PRO
- Gameplay strategico e gratificante
- Dungeon generati proceduralmente per un’esperienza sempre nuova
- Possibilità di ricevere aiuto dai giocatori online
CONTRO
- La permadeath potrebbe risultare frustrante per alcuni
- Storia poco sviluppata rispetto ad altri RPG
VOTI
Storia e Atmosfera – 7.5
Gameplay – 8.5
Grafica – 7.5
Sonoro – 7
Complessivo – 8
Little Lighthouse of Horror (Steam)
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Per avere un’idea del terzo e ultimo titolo del games Showcase, immagina di trovarti su un’isola remota negli anni ’20, con l’unica compagnia di un faro che scricchiola sotto il peso delle tempeste incessanti. Questo è il mondo che Little Lighthouse of Horror ci invita a esplorare. Un gioco che combina l’estetica pixel-art retrò con una narrazione horror psicologica, immergendoci in un’atmosfera densa di mistero e inquietudine.
Vestiamo i panni di Lawrence, un guardiano del faro incaricato di mantenere la luce accesa per guidare le navi attraverso acque pericolose. La solitudine e l’isolamento iniziano presto a intaccare la sanità mentale di Lawrence. Eventi strani e inspiegabili si manifestano sull’isola, mettendo in discussione la realtà stessa e trascinandoci in una spirale di paranoia e terrore.
Il gameplay di Little Lighthouse of Horror è un’esperienza coinvolgente che ci sfida a mantenere il faro operativo mentre affrontiamo le crescenti manifestazioni del soprannaturale. Dovremo gestire risorse limitate, risolvere enigmi ambientali e affrontare eventi paranormali che metteranno alla prova la nostra percezione della realtà. Il gioco implementa un sistema di sanità mentale: man mano che Lawrence si immerge nell’oscurità, le allucinazioni diventano più frequenti e pericolose, influenzando direttamente il gameplay e le nostre decisioni. La chiave del successo risiede nell’equilibrio tra mantenere la luce del faro accesa e preservare la sanità mentale del protagonista, il che richiede una gestione attenta del tempo e delle risorse.
Visivamente, il gioco abbraccia uno stile pixel-art che richiama i classici giochi d’avventura degli anni ’80 e ’90. Nonostante la semplicità apparente, ogni dettaglio è curato per creare un’atmosfera opprimente e inquietante. Le ombre si allungano in modo innaturale, e piccoli particolari, come una candela tremolante o una figura sfuggente al limite della nostra visione, contribuiscono a mantenere alta la tensione. Il comparto sonoro è altrettanto efficace: il costante ululato del vento, il fragore delle onde e sussurri lontani creano un ambiente sonoro immersivo che amplifica la sensazione di isolamento e paura.
Little Lighthouse of Horror è un titolo che riesce a combinare con maestria elementi classici e moderni, offrendo un’esperienza horror psicologica avvincente. La sua capacità di immergerci in una storia ricca di tensione, supportata da un gameplay coinvolgente e un comparto tecnico curato, lo rende un gioco imperdibile per gli appassionati del genere.
Games Showcase: le pagelle di Little Lighthouse of Horror
PRO
- Atmosfera intensa e coinvolgente
- Narrazione profonda e ben strutturata
- Gameplay che integra efficacemente meccaniche di sanità mentale
CONTRO
- Durata relativamente breve
- Alcuni enigmi possono risultare ripetitivi
VOTI
Storia e Atmosfera – 8.5
Gameplay – 6
Grafica – 6.5
Sonoro – 7
Complessivo – 7
Anche questo Games Showcase è giunto al termine. Prima di darti appuntamento al prossimo numero, come al solito ci auguriamo di averti fatto scoprire qualcosa di interessante.