Negli ultimi anni, il mondo dei videogiochi e delle console sta subendo un continuo mutamento. Sempre più titoli infatti vengono rilasciati soltanto in versione digitale e spesso il loro prezzo è decisamente inferiore alla controparte fisica. Il risparmio resta dunque un vantaggio abbastanza importante, che nella maggior parte dei casi spinge i giocatori a favorirla. A risparmiare sono anche gli sviluppatori, soprattutto quelli indipendenti, che invece di investire in digital copy preferiscono lanciare le loro opere su Steam o nei vari store online.
Purtroppo a subire i colpi di questa digitalizzazione è GameStop, che fino a poco tempo fa puntavano tutto sul mercato e il riciclo dei giochi usati. Questa infatti è la manovra di marketing con la quale la nota catena statunitense ha fatturato per anni svariati milioni di dollari. Questa strategia si basa sia sulla permuta dell’usato, che ti permette di acquistare merce a un prezzo ridotto. Il servizio qualche anno fa poteva far molto comodo, perché ti permetteva in un modo o nell’altro di risparmiare. Ora invece la situazione nella stessa GameStop è cambiata: in gran parte dei casi la valutazione dell’usato è minima, così come la differenza di prezzo che c’è trai titoli nuovi e quelli usati. La clientela in questo modo diventa diffidente e preferisce non optare più per questa formula d’acquisto, favorendo così la vendita privata o qualche altro punto vendita.
Cosa sta facendo GameStop per far fronte a questo problema? Qualche mese fa, i dirigenti annunciarono diversi cambiamenti che avrebbero permesso all’azienda di risollevarsi dalla crisi. Questi provvedimenti si son tradotti in licenziamenti, riduzione dello staff. Nelle scorse ore infatti, gli alti vertici di GameStop hanno annunciato che circa 200 punti vendita rischiano di chiudere definitivamente. La soluzione scelta è palese: limitare il personale e i negozi per cercare di racimolare quanto più denaro possibile da investire nel nuovo piano. Mossa astuta, ma non saggia.
L’attenzione che GameStop pone al cliente è alquanto subdola. Invece che trattarli con un occhio di riguardo, cercando di far nascere in loro il desiderio o il bisogno di scegliere uno dei loro negozi, sembrerebbe che per l’azienda l’utenza sia una macchina spilla soldi da cui ricevere quanto più denaro possibile. Quante volte hai ricevuto valutazioni ingiuste e troppo basse da GameStop? Quante volte lo staff ti ha proposto in modo quasi forzato l’acquisto della garanzia e della carta fedeltà? Quante volte invece cercavi di risparmiare acquistando un gioco usato, ma ti sei reso conto della poca differenza di prezzo con il nuovo? Ci scommetto: almeno una volta nella vita anche tu sei stato trattato male dai suoi dipendenti.
Cosa dovrebbe spingerti a continuare a scegliere GameStop? Perché dovremmo preferire il loro usato se abbiamo a disposizione una infinità di titoli digitali tra cui scegliere a un prezzo ragionevole? Soprattutto con l’avvento di Xbox Game Pass e PlayStation Now, l’intero sistema aziendale potrebbe saltare una volta per tutte. Spero che GameStop questo lo capisca e che cambi le sue manovre di mercato a favore del pubblico e non di se stessa. Sta di fatto che i riflettori sono puntati su tutti questi cambiamenti annunciati, cambiamenti che puntano a risollevare l’azienda.
Per concludere: i classici dischi sembrano ormai appartenere al passato, nonostante siano ancora tanto apprezzati dal pubblico. L’emozione di riempire uno scaffale e collezionarli è davvero molto bella. Per questo credo saranno molto più longevi di quel che si crede, considerando che le vendite delle versioni limited, seelbook e collector tirano ancora molto. Ma come abbiamo detto dall’inizio, il mondo del gaming è in continuo cambiamento, per cui le cose potrebbero variare da un momento all’altro.
Il vero problema di game stop è amazon.. Compri il nuovo a meno e riguardo l usato stendiamo un velo pietoso.. Molto meglio vendere direttamente su e bay o altro.. Dovrebbero diventare più competitivi sui titoli nuovi e invece sono quelli coi prezzi più alti di ogni store.. Pure Carrefour e mediaworld riescono a dare lo stesso titolo con oltre 10 euro di differenza.. Se porti un gioco usato? Te lo valutano 5 euro quando sai bene che ne vale almeno 30.. A questo punto l esistenza di game stop è diventata inutile.. Perché il nuovo lo prendi su ma on o anche al mediaworld e l usato lo trovi su subito su e Bay su market place.. O si mettono in testa di voler ricavare il giusto o il loro tempo è finito.. Anche le garanzie di 3 mesi suonano come una presa in giro.. Dovrebbero garantire almeno un anno per i prezzi che chiedono per l usato.. Troppe incongruenze che al cliente saltano subito all occhio.. Loro si prendono tutto.. Si che compri sia che rivendi.. Normale che prima o poi la concorrenza ti affossa..
Esatto, molte più piattaforme e negozi si sono adattati a questo tipo di servizi. Per cui un acquirente tende a provare e optare per la soluzione più vantaggiosa. Ed è ovvio che GameStop rispetto alla concorrenza stia perdendo un mare di punti. Inoltre, non solo sta messa male da questo punto di vista, ma anche riguardo la scarsa educazione e preparazione del suo personale. Insomma, l’utenza oggi evita GameStop come nel medioevo si evitava la peste.
Vorrei poi sottolineare una brutta abitudine che ho riscontrato spesso:avete notato che i prezzi sono sempre a 99 centesimi(tipo 9,99€) ma nel 90% dei casi i dipendenti non hanno il centesimo di resto da dare? Eppure sullo scontrino quel centesimo sparisce;moltiplicate 1 centesimo per ogni cliente per tutti i negozi e ditemi voi quanto nero fanno.
Questo spiacevole “inconveniente” è capitato anche a me. Più di una volta i commessi ritenevano di non avere resto. Tant’è che ho iniziato a pensare che lo facessero apposta, dato che tutti i prezzi a GameStop terminano con quei bellissimi 98 centesimi… Ipotizziamo: per 100 clienti che acquistano un prodotto, il commesso non da loro i 2 centesimi di resto. In questo modo il negozio incassa in modo illecito circa 2.00€. Ovviamente ciò non è per nulla corretto nei confronti della clientela, perché negar loro il resto, seppur minimo, è una mancanza di rispetto, soprattutto se la cosa è ricorrente.