È un mecha, anzi no, è un gatto. Anzi, è tutti e due! Gato Roboto d’altronde, in quanto a stranezze, non si fa scrupoli. Si tratta dell’ultimo videogioco pubblicato da Devolver Digital, publisher che nel campo dei titoli indipendenti non riesce proprio a sfornare brutti giochi. Con l’opera di Doinksoft anche questa volta l’editore statunitense è andato praticamente a botta sicura, portando su PC e Nintendo Switch quello che si può definire quasi sicuramente uno dei giochi più simpatici del filone metroidvania, con un livello di sfida adeguato e alla portata di tutti e uno stile grafico decisamente accattivante, in grado di far luccicare gli occhi anche dei più puntigliosi.
Metti una giornata a zonzo nello spazio…
Gato Roboto mette il giocatore nei panni di Kitty, una tenera gattina che ha come obiettivo salvare il suo padrone, precipitato mentre era alla guida di una astronave. Il felino deve muoversi tra un labirinto composto da diverse stanze, dove ogni capsula di salvataggio rappresenta il punto di congiunzione tra un corridoio e l’altro. Inizialmente il tutto potrà sembrare macchinoso: Kitty può saltare, addirittura nuotare, ma è completamente vulernabile. In suo aiuto arrivano però i mecha: vere e proprie tute d’assalto con a disposizione armi di diverso tipo in grado di sconfiggere i nemici che sbarrano il percorso alla gatta, permettendo al giocatore di esplorare liberamente quel territorio sconosciuto quanto ostile ricco di inside e anche qualche piccolo segreto.
Non solo mecha di terra: Kitty può anche sfruttare degli speciali veicoli sottomarini, che permettono di raggiungere aree altrimenti inaccessibili, consentendo un’esplorazione maggiore. Sotto questo aspetto, Doinksoft è riuscita a creare un vero e proprio gioco vario e accessibile: Gato Roboto infatti riesce fin da subito a fare della varietà un suo punto di forza. Alcune zone sono infatti disponibili solamente quando il felino esce dai suoi mech, altre invece sfrutteranno le peculiarità di distruzione dell’ambiente per poter continuare l’avventura e completare l’obiettivo, ovvero salvare il suo padrone. Tutte queste caratteristiche si traducono in un gameplay decisamente semplice, dove il backtracking diventa essenziale per riuscire a completare la missione di Kitty. Differente anche la gestione delle vite: nuda come mamma l’ha fatta, la gattina morirà al primo colpo subito, mentre all’interno dei suoi robot ha a disposizione un set di vite che può essere incrementato nel corso del playthrough. Varietà appunto e strategia, considerando i continui cambi di armature e movimenti.
Verso la ricerca della verità (e del percorso giusto)
Gato Roboto offre un sistema di gioco tanto semplice quanto immediato, senza però accantonare una sfida alla portata di tutti. Fin dal primo incontro con i nemici infatti appare chiaro che se l’esplorazione sia facilitata (è praticamente impossibile bloccarsi o perdersi nei corridoi) altrettanto non si può dire dei combattimenti. Molto spesso Kitty si trova ad affrontare una sequela di nemici su schermo che la mettono in difficoltà, con il rischio di morire anche in momenti in cui sembra davvero impossibile.
Non mancano le boss fight, con nemici ancora più tosti e per i quali sarà necessario anche studiare la strategia più adeguata per mandarli KO. Tutto funziona perfettamente dunque? Purtroppo no: Gato Roboto sicuramente ha un buon bilanciamento della difficoltà, considerando il genere a cui appartiene, ma purtroppo sono presenti dei difetti non da poco. Primo su tutti le hitbox, che sembrano programmate con superficialità. Vediamo poi l’impossibilità di usare una tastiera: l’utilizzo di mouse e keyboard infatti non solo è scomodo, ma la mappatura dei tasti sembra essere lasciata a se stessa. Con un gamepad la situazione migliora drasticamente ma è un vero peccato non lasciare al giocatore la possibilità di scegliere con quale sistema di controllo agire.
Adorabile come un gatto
Se il gameplay colpisce decisamente in maniera positiva, c’è una parte che è sicuramente priva di difetti: lo stile grafico e il sonoro. Il richiamo degli anni ’80 e ’90 è davvero forte, complice una palette cromatica in bianco e nero, una pixel art di prima fattura e delle animazioni decisamente soddisfacenti.
Anche il sonoro è ovviamente una componente molto forte, con musiche psichedeliche e suoni di sintetizzatore dissonanti in grado di immergere i giocatori ancora di più nel mood fantascientifico del gioco. Un lavoro certosino, che confeziona un prodotto decisamente sopra le righe e lo classifica di diritto come uno dei giochi più belli a livello artistico presenti nel catalogo degli sviluppatori.
Devolver Digital non sbaglia e con Gato Roboto aggiunge un metroidvania fresco, divertente e molto godibile, anche se dalla longevità non eccelsa (in quaranta minuti si esplora buona parte della mappa, in tre ore circa si arriva al completamento) e con qualche piccolo problema a livello di gameplay e di controlli. Resta comunque un videogioco ottimo con cui passare il proprio tempo libero e complice la sua disponibilità anche su Switch perché no, un compagno di viaggio per il tragitto che separa il giocatore dalla sua meta estiva. Occhio però: Gato Roboto non è un semplice giochino ma una scelta quasi obbligata per tutti quelli che cercano una vera e propria alternativa al classico titolo indipendente.