L’appuntamento con la rubrica Genesi torna anche questa settimana. In questo nuovo episodio ci dedicheremo agli Action Adventure, una categoria di videogames ricca di nomi eccellenti e di titoli che hanno fatto la storia dell’intera industria.
Il viaggio negli Action Adventure è un percorso ricco di tappe, alcune veramente rivoluzionarie
Come avviene spesso con questa rubrica, è doveroso precisare che si tratta di un’analisi dei giochi che in qualche modo hanno segnato la mia vita di videogiocatore. Per forza di cose ho dovuto lasciare fuori moltissimi giochi, forse anche più blasonati, ma che hanno avuto una rilevanza minore rispetto a quelli che ti propongo nella mia personale classifica. Gli Action Adventure sono una famiglia di videogames varia e poliedrica, spesso caratterizzata dalla presenza di intere saghe per le quali ho scelto l’esponente che reputo più significativo. Alcuni di questi titoli hanno caratteristiche che li annoverano anche in altre categorie, aspetto che rende ancora più difficile la scelta dei dieci titoli migliori di questo genere.
Il genere Action Adventure nasce nel 1979 grazie a Adventure un gioco per Atari 2600. L’obiettivo del gioco era quello di trovare un calice incantato e riportarlo al castello. Il personaggio principale è rappresentato da un quadrato e il mondo di gioco in cui muoversi prevedeva castelli, labirinti e stanze. Sparsi in giro potevamo trovare altri oggetti utili al raggiungimento del nostro obiettivo come spade e chiavi.
Con il tempo la definizione di Action Adventure è cambiata grazie sopratutto al contributo di alcuni titoli che ne hanno rivoluzionato le caratteristiche. Non è errato catalogare in questa categoria anche titoli come Resident Evil, Death Stranding, Hitman, Alone in the Dark, Metroid, The Legend of Zelda, Horizon Zero Dawn e molti altri.
Ma adesso bando alle ciance e passiamo alla classifica dei dieci migliori Action Adventure!
10. Prince of Persia – Le Sabbie del Tempo
Alzi la mano chi non ha sentito parlare, almeno una volta nella vita, di Prince of Persia. Probabilmente si tratta di uno dei giochi più famosi, grazie sopratutto al successo del primo capitolo della saga, distribuito nel 1989 su Apple II, MS-DOS e Amiga. Parliamo di una saga che ha attraversato diverse ere tecnologiche e che è cambiata al mutare della tecnologia e delle piattaforme di gioco. Il primo, già citato, capitolo ricade nel genere platform, motivo per cui non può far parte di questa speciale classifica. Esiste un altro capitolo della serie che ha fatto la storia dei videogiochi, sto parlando di Prince of Persia – Le Sabbie del Tempo distribuito nel 2003 su Microsoft Windows, PlayStation 2 e Xbox da Ubisoft. A dimostrazione dell’enorme successo riscosso, c’è un adattamento cinematografico prodotto dalla Walt Disney con un cast stellare, tra cui figurano Jake Gyllenhaal, Gemma Arterton, Alfred Molina e Ben Kingsley.
Il gioco è caratterizzato da lunghe sessioni di esplorazione intervallate da combattimenti ben bilanciati. Il concept alla base del titolo attinge a piene mani dal capostipite del franchise con ovvie modifiche in termini di gameplay e level design dovute all’evoluzione della piattaforma di gioco (son passati ben 14 anni!). Il platform si è evoluto in un Action Adventure in piena regola che ha il grande merito di catapultarci in un’avventura da tramandare ai posteri dal finale sorprendente.
Da incorniciare l’easter egg grazie al quale, dopo aver replicato una specifica combinazione di tasti nella schermata iniziale, era possibile giocare il primo livello dello storico Prince of Persia del 1989.
9. Tomb Raider III
La saga dedicata a Lara Croft ci ha regalato alcuni capitoli significativi e altri davvero deludenti e ripetitivi. E’ indubbio però che alcune meccaniche di esplorazione e di gameplay introdotte con Tomb Raider sono alla base di molti altri giochi. La mia scelta è ricaduta su terzo capitolo della serie, Adventures of Lara Croft, sviluppato da Core Design e Eidos Interactive lanciato sul mercato nel 1998 per PlayStation, Microsoft Windows e Mac OS. Pur non essendo un titolo nuovo nel panorama dei videogames dell’epoca, Tomb Raider III presenta alcune importanti novità per il genere degli Action Adventures. Partendo dalla solida base del predecessore, in questo terzo capitolo vengono introdotte numerose novità tra cui la possibilità di accovacciarsi e procedere a gattoni, scattare e arrampicarsi lungo percorsi di piante e rampicanti.
Il level design è studiato per valorizzare questi elementi e non a caso è possibile ricorrere a dei percorsi alternativi per giungere alla fine. Per esempio, all’inizio del gioco è presente una particolare scorciatoia che conduce direttamente alla fine del livello, permettendo di ultimarlo in meno di 3 minuti totali. Lungo il viaggio, articolato in 19 livelli, abbiamo la possibilità di visitare molteplici ambientazioni. Si parte dall’India per finire in Antartide passando per Oceania, Londra e Nevada. Tomb Raider III è uno tra i primi Action Adventure a prevedere la raccolta di collezionabili che sbloccheranno un livello bonus ambientato a Londra nella chiesta di All Hallows by the Tower.
Alcuni elementi di gameplay e di level desing oltre che lo stile tipico di Tomb Raider sono stati di ispirazione per molte altre software house e sono ancora oggi alla base di un genere in costante evoluzione.
8. Assassin’s Creed
Assassin’s Creed è una delle saghe più longeve e di maggiore successo dell’intera industria dei videogames. La sua commistione con eventi e personaggi storici ha regalato al franchise un successo planetario, il cui apice, secondo il mio punto di vista, resta il primo capitolo della serie. Indubbiamente per molti anni il successo del gioco distribuito nel 2007 per PlayStation 3, XBox360 e Microsoft Windows ha garantito a Ubisoft vendite e profitti considerevoli. Molti dei capitoli successivi sono stati una riproposizione delle medesime meccaniche di gioco, leggermente ritoccate, che pur non riuscendo a rivoluzionare un genere sono riuscite a mantenere vivo l’interesse dei fan. Ne è dimostrazione l’hype generato dall’annuncio del prossimo Assassin’s Creed Valhalla a cui abbiamo dedicato approfondimenti e articoli sul nostro sito.
Uno dei principali meriti di Assassin’s Creed è il coinvolgimento che regala al giocatore. Il susseguirsi degli eventi che riguardano Altair in Terra Santa durante l’anno 1191, che parallelamente si affiancano alle vicende ambientate ai giorni nostri di Desmond Miles, mi hanno mantenuto sulle spine fino all’ultimo. Il finale stesso del gioco l’ho trovato azzeccato e molto contestualizzato con quanto fatto durante l’avventura. Il gameplay pur risultando a tratti ripetitivo (vai in un certo posto – cerca l’obiettivo – assassinalo – scappa) riesce a farsi largamente apprezzare tanto da essere di ispirazione per moltissimi altri titoli prodotti successivamente. La qualità grafica è davvero sorprendente per l’epoca e il doppiaggio in italiano è funzionale alla causa.
Una saga del genere non poteva che essere menzionata in questo excursus e il primo capitolo è, secondo me, la pietra angolare dell’intero franchise legato alla setta degli Assassini.
7. GTA San Andreas
Grand Theft Auto è una saga troppo importante per non essere citata in questa speciale classifica. Rockstar è riuscita sempre a migliorare la propria offerta e la dimostrazione sta nel fatto che GTA V sarà il primo gioco disponibile per 3 diverse generazioni di console. Il livello raggiunto dall’ultimo capitolo della saga è talmente alto e talmente apprezzato dai giocatori, da spingere il team di sviluppo ad una riproposizione anche su PlayStation 5 e Xbox Series X. Al settimo posto però ho scelto di posizionare San Andreas sopratutto per l’impatto che questo gioco ha avuto nell’epoca in cui fu distribuito. Sviluppato per PlayStation 2, XBox, Microsoft Windows nel 2004/2005 , fu rilasciato anche per PlayStation 3, Xbox 360 e per molte altre piattaforme durante gli anni successivi.
Nei panni di Carl Johnson, detto “CJ”, ci ritroviamo a dover affrontare il lutto della madre uccisa dalla gang rivale. In un susseguirsi di rapine, inseguimenti e sparatorie esploreremo il vasto mondo di gioco (per l’epoca era enorme!). San Andreas è costituita principalmente da tre grandi città: Los Santos (Los Angeles); San Fierro, (San Francisco) e Las Venturas, (Las Vegas). La grande libertà di azione era una novità per un gioco dell’epoca e ci sentivamo realmente i padroni della città. Fu sviluppata anche una versione embrionale dell’attuale GTA Online che utilizzava il motore grafico e il mondo di gioco di San Andreas mischiato a delle dinamiche del tutto nuove. Si trattava pur sempre di una mod non ufficiale ma è indubbio che abbia aperto gli occhi a Rockstar su quello che volevano i giocatori.
Un mondo virtuale, in cui poter svolgere attività criminali per arricchirsi sempre di più. Concetto sviluppato successivamente con GTA V e con GTA V Online.
6. Max Payne
Come non citare il buon, vendicativo e tormentato Max Payne? Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una saga composta da 3 capitoli. La mia scelta è ricaduta sul primo gioco della serie in quanto veramente rivoluzionario per il genere degli Action Adventure. Pubblicato nel 2001 per PlayStation 2, Xbox, Microsoft Windows e Mac OS da Ramedy Entertainment e da Rockstar, Max Payne è identificato da un gameplay tanto semplice quanto magnetico. La novità risiede principalmente nel bullet time, effetto speciale attraverso il quale è possibile rallentare il tempo durante un conflitto a fuoco. Tale meccanica è alla base dell’esperienza legata a questo fantastico gioco che risulta caratterizzato anche da un discreto storytelling dai contorni artistici e fumettosi.
La struttura dei livelli è abbastanza lineare e gli scontri a fuoco sono disseminati copiosamente lungo tutta l’avventura. L’uso, o meglio, l’abuso del bullet time dona spettacolarità all’azione riuscendo a coprire, se mai fosse necessario, qualche piccola mancanza a livello di profondità del gameplay.
Il dramma in cui ci ritroviamo, raccontato dall’opera, ci striscia dentro come pochi altri titoli prima di questo erano riusciti a fare. Gli altri due capitoli della serie, pur essendo di pregevole qualità, non trasmettono quella sensazione di capolavoro che invece si avverte sui titoli di coda del primo episodio.
5. Red Dead Redemption II
Parliamo adesso di un altro titolo Rockstar, ovvero Red Dead Redemption II, approdato su PlayStation 4, XBox One, Microsoft Windows e Stadia nel 2018. Si tratta di un prequel di Red Dead Redemption uscito nel 2010, ed è il terzo capitolo della saga iniziata nel 2004 con Red Dead Revolver. In questa avventura, ambientata nel selvaggio West, vestiamo i panni di Arthur Morgan. Si tratta di un gioco open world dalle spiccate caratteristiche action curato nel profondo di ogni meccanica. Il mondo di gioco costruito dal team di sviluppo è incredibile e grazie ad un’intelligenza artificiale innovativa, abbiamo la possibilità di interagire praticamente con ogni NPC presente in game. Attraverso dei semplici comandi, viene introdotta la possibilità di decidere che atteggiamento assumere nelle conversazioni e di valutare lo stato d’animo dell’interlocutore per reagire di conseguenza.
Ciascuna azione che svolgeremo, sia durante le sessioni free roaming che durante le missioni, avrà alla base le nostre scelte. Grazie a questo profondo meccanismo di azione-reazione, applicato all’interno mondo di gioco, ci troveremo di fronte a situazioni totalmente differenti. Rockstar riesce nell’arduo compito di regalare ai suoi giocatori un’esperienza unica, diversa per ciascuno di noi.
L’IA evoluta, unita ad un gameplay brillante, ad un comparto grafico dettagliato e ai tipici aspetti di personalizzazione che caratterizzato gli open world di Rockstar, permettono a Red Dead Redemption di elevarsi ulteriormente rispetto al predecessore e a superare, dal punto di vista artistico, lo stesso GTA V.
4. Metal Gear Solid
Ai piedi del podio troviamo Metal Gear Solid uscito nel 1998 per PlayStation. Si tratta di un gioco che non ha bisogno di alcuna presentazione. E’ l’opera magna di Hideo Kojima, riconosciuta in tutto il mondo e che ancora oggi viene utilizzata come paragone per un’intero genere di videogames. Si tratta di un titolo che ha segnato la nascita di una sotto-categoria degli Action Adventure, ovvero gli stealth. Metal Gear Solid è in realtà il terzo capitolo del franchise, che ha visto la sua nascita nel lontano 1987 con Metal Gear pubblicato all’epoca inizialmente per MSX2 e approdato in seguito anche su Nintendo, MS-DOS e Commodore 64.
La svolta rappresentata dall’intera saga, e brillantemente riprodotta da Metal Gear Solid, risiede nel gameplay e nella possibilità data al giocare di non essere rilevato dai nemici. Per la prima volta nella storia degli Action, lo scontro non è inevitabile e grazie alle nostre abilità era possibile interpretare l’esperienza di gioco in maniera arbitraria. Solid Snake è il protagonista di questa avventura che ci porta sull’isola di Shadow Moses. Gli eventi ci permetteranno di incontrare molti personaggi e ci condurranno ad affrontare, la FOX HOUND un’unità speciale dell’esercito americano in possesso dell’arsenale atomico presente sull’isola.
Il duello con Psycho Mantis, per esempio, è uno dei più belli mai visti in un videogioco. Non tanto per la difficoltà quanto per la vastità di sensazioni che riesce a trasmettere al giocatore. Lo stile, il gameplay, il level design, la regia e lo storytelling sono rivoluzionari per l’intera industria dei videogiochi. Si tratta di uno di quei giochi che sanciscono un prima e un dopo. Esistono gli Action Adventure prima di Metal Gear Solid e poi esistono gli Action Adventure dopo Metal Gear Solid.
3. Uncharted II – Il Covo dei Ladri
Sul gradino più basso del podio troviamo il mio amato Nathan Drake. La scelta è ricaduta sul secondo episodio della serie Uncharted perchè lo reputo artisticamente più rilevante rispetto agli altri 4. Uscito nel 2009 su PlayStation 3 e successivamente nel 2015 per PlayStation 4, Il Covo dei Ladri è ambientato pochi anni dopo la fine di Drake’s Fortune. Il gioco racconta le vicende di un tombarolo e del suo fidato amico Victor “Sully” Sullivan che in questo episodio si mettono sulle tracce della pietra Cintamani ripercorrendo il viaggio di Marco Polo avvenuto nel 1292. Un’avventura ricca di colpi di scena con cui Naughty Dog sancisce definitivamente la sua ascesa nell’olimpo delle migliori software house del settore.
Il gameplay è semplice e si riesce a padroneggiare con disinvoltura fin dai primi minuti di gioco. La resa grafica e la qualità artistica sono un’ottima cornice all’opera, ma quello che realmente cattura il giocatore è la regia. Il Cinema entra in maniera prepotente nel mondo dei videogames e Naughty Dog mescola sapientemente le cutscene alle sequenze di gioco, trasformando il risultato finale in un film interattivo. Non tutti i gamer apprezzano questa commistione di elementi, sostenendo che tale approccio snatura l’essenza stessa dei videogames che come tali dovrebbero essere maggiormente arcade. Si può essere d’accordo o meno, si può amare questo approccio cinematografico o si può odiare, è principalmente una questione soggettiva. Quello che oggettivamente possiamo affermare è che siamo di fronte all’evoluzione dei videogames.
Con Uncharted II si è intrapreso un percorso artisticamente superiore al passato. Si tratta di un viaggio appena iniziato, che come vedremo raggiungerà la sua maturazione in un altro titolo sviluppato dalla stessa Naughty Dog.
2. God of War
Forse ti stavi domandando se mi fossi dimenticato di Kratos. A lui e alla saga di God of War ho riservato il secondo gradino del podio e dovendo scegliere un titolo tra tutti ho scelto di premiare quello distribuito nel 2018 per PlayStation 4 e sviluppato dallo studio Santa Monica. In questo quarto capitolo ambientato molti anni dopo la distruzione dell’Olimpo da parte di Kratos, ci ritroviamo in Scandinavia per iniziare una nuova vita. Qui, il nostro protagonista conosce una donna dalla quale ha un figlio di nome Atreus. Dopo qualche anno la donna muore lasciando padre e figlio da soli. L’avventura inizia quando, per un motivo sconosciuto, i due vengono presi di mira dagli Dei Norreni che scoprono la vera identità di Kratos.
La più grande differenza in questo capitolo, e che rappresenta una rivoluzione per la saga del dio della guerra, è l’inquadratura. Si passa ad una telecamera posta dietro le spalle di Kratos a differenza dei titoli del passato caratterizzati da una visuale isometrica. Questo ha comportato una rivoluzione anche nel gameplay arricchendolo ulteriormente, grazie sopratutto alla possibilità di parare i colpi in arrivo. Il tempismo con cui effettueremo la parata può addirittura aprire una breccia nelle difese del nemico permettendoci di sferrare un attacco ancora più efficace. Si tratta, come detto, di una vera e propria rivoluzione per il franchise. Il lavoro svolto da Santa Monica Studio è pregevole e riesce nell’intento di svecchiare un formula di gioco che iniziava ad accusare qualche problema.
Con questa coraggiosa ventata di freschezza la software house pone nuove e solide basi per il proseguo della saga. La svolta narrativa è curata e apre la porta ad una mitologia ricca di possibilità che siamo sicuri verranno sfruttate magnificamente.
1. The Last of Us Part II
Siamo giunti alla fine di questo viaggio e finalmente puoi scoprire chi occupa la prima posizione. Non ho avuto il minimo dubbio su chi meritasse il titolo di migliore Action Adventure, non tanto per una questione di gusti quanto per l’oggettiva differenza rispetto a tutti gli altri videogames. Uscito poco più di un mese fa, il 19 giugno 2020 in esclusiva PlayStation 4, il titolo di Naughty Dog è la quintessenza dei videogiochi. Si può giustamente discutere su molti aspetti legati a questo titolo, come il finale o gli argomenti sociali trattati a margine dell’esperienza. Possiamo essere soddisfatti dall’epilogo dell’avventura o tremendamente delusi, ma siamo tutti d’accordo nell’affermare che l’industria dei videogames ha definitivamente cambiato volto. Il percorso intrapreso apertamente con Uncharted II è adesso finalmente concluso. Ci sono voluti diversi anni e molti titoli in mezzo, principalmente sviluppati da Naughty Dog, ma finalmente oggi possiamo assistere ad una nuova era di intrattenimento.
La qualità grafica del titolo specialmente quella delle animazioni, la cura maniacale per ogni aspetto legato al level design, la perfetta integrazione del gameplay con l’ambiente circostante e un comparto sonoro a dir poco perfetto ci hanno permesso di vivere un’avventura emozionante, lunga circa 30 ore. E’ ancora troppo presto per parlare apertamente della trama, potrei rischiare di farti qualche spoiler, quindi mi concentrerò sull’aspetto tecnico.
Il sequel del gioco uscito nel 2013 per PlayStation 3 è migliorato sotto ogni aspetto. Pur mantenendo alcuni punti di contatto con il predecessore tanto da meritarsi l’appellativo “Part II”, ci offre delle meccaniche più profonde. Lo stesso gameplay si è evoluto aggiungendo solo alcuni elementi alla formula come la possibilità di saltare, di strisciare e di schivare i colpi. La struttura dei livelli è stata studiata per permetterci di utilizzare tutte queste possibilità e i combattimenti sono più imprevedibili grazie anche ad un’intelligenza artificiale rivista e migliorata.
Naughty Dog ci ha abituato a giochi spettacolari ma con questo l’asticella si alza ulteriormente, fissando nuovi standard con cui l’intera industria dovrà fare i conti. Il gioco è destinato all’Olimpo dei titoli che segnano una generazione e probabilmente ne sarà il massimo rappresentate per molto tempo.