Le fatality di Mortal Kombat, le combo a mezz’aria di Tekken, le armi di Soul Calibur…i picchiaduro, nel corso degli anni ci hanno fatto entusiasmare, divertire e bestemmiare in tutti i modi possibili. Ora, in questa nuova rubrica di iCrewPlay, vedremo la classifica dei migliori videogiochi picchiaduro di sempre, basandoci su meccaniche innovative, gameplay, varietà, storia, personaggi e grafica.
10. WWE SmackDown vs. Raw 2008
Ok, molti si staranno chiedendo qualcosa del tipo: “come hai potuto inserire una roba così trash in una classifica del genere?”. Andiamo con ordine. Il wrestling è stato estremamente popolare tra i ragazzini italiani nei primi anni del 2000, finché, per una serie di morti violente e vicende poco piacevoli legate ai personaggi più famosi della WWE, le trasmissioni furono tristemente interrotte. Ma tutti noi cresciuti a cavallo fra la fine degli anni ’90 e gli inizi del 2000 ci ricordiamo i sabati sera passati davanti alla televisione su canale 6 in attesa di vedere i nostri nerboruti beniamini massacrarsi sul ring con mosse spettacolari. Ora, ovviamente ad un simile successo non potevano che seguire media alternativi a quello originale televisivo, tra cui in primis i videogiochi.
Tra colonne sonore hard rock memorabili a distanza di anni, un character creator che farebbe invidia ai migliori RPG, meccaniche innovative legate al contesto della “arena” in cui si combatteva (uso di tavoli, sedie, scale, oggetti passati dal pubblico, pali del ring e molto altro ancora) e una miriade di diverse modalità di gioco, SmackDown VS Raw 2008 raggiunse un picco nella serie videoludica a cui apparteneva e si dimostrò un prodotto sicuramente caciarone ma divertentissimo da giocare da soli oppure sul divano, con gli amici, davanti ad una pizza. Un merito, questo, che non è sempre scontato in un ambito in cui il divertimento dovrebbe essere uno dei requisiti fondamentali nei prodotti videoludici.
9. EA Sports UFC 3
Restando ancora per un istante nel mondo dello sport-spettacolo, anche UFC 3 merita un posto in classifica. L’approccio di UFC 3 al combattimento è più vicino ad un tradizionale picchiaduro 3D ma mantiene quelle meccaniche più “realistiche” tipiche di un videogioco ispirato allo sport. Essendo il migliore, finora, della sua saga, UFC3 offre combattimenti realistici e divertenti, oltre a diverse modalità tra cui la carriera, che è stata ampliata e resa più dinamica rispetto ai predecessori.
Vogliamo poi mettere la possibilità di far scontrare il leggendario Bruce Lee, padre del Jeet Kune Do e precursore delle arti marziali miste con il campione Conor McGregor? Onestamente, a me basterebbe come unico e solo motivo per comprarlo.
8. Dragonball Z Budokai Tenkaichi 2
Questo picchiaduro realizzò i sogni di molti bambini cresciuti a pane, wrestling(come detto sopra, non ci rimangiamo nulla) e Dragonball, il cartone animato (“Si dice anime!”. OK.) più famoso di sempre. Ebbene poter giocare nei panni di eroi, villain e persino personaggi secondari di quell’universo fu un’esperienza unica all’epoca. Questo picchiaduro, che tra l’altro non è invecchiato affatto male, ci dava la possibilità di vedere in azione qualsiasi personaggio e relative trasformazioni viste o non viste in televisione. Già perché se non abbiamo mai potuto ammirare sayan come Nappa o Radish trasformati in scimmioni, questo gioco ci dava la possibilità di trasformare ogni singolo sayan dotato di coda in una grande scimmia. Tanta roba.
Era inoltre possibile distruggere rocce, alberi ed altri elementi nello scenario con tanto di possibilità di trovare, durante un qualsiasi combattimento, le sfere del drago, che, se raccolte tutte, ci avrebbero permesso di sbloccare diversi bonus. C’era anche una modalità semi-libera che ci permetteva di sfrecciare attraverso un mappa alla ricerca di località in cui combattere in eventi della storia prinicipale oppure assistere a piccoli extra. Persino i pianeti su cui si combatteva, se si usavano degli attacchi particolarmente potenti come la Genkidama, potevano essere disintegrati. Insomma, con tante altre caratteristiche che ampliavano l’esperienza del picchiaduro, questo videogioco sembrava realizzato non da anonimi programmatori interessati solo alla paga, ma da veri e propri fan di Dragonball, che non vedevano l’ora di restituire al mondo un videogioco degno del nome che portava.
7. Bloody Roar 2
Passiamo adesso ad un titolo più sconosciuto, risalente al 1998 ed uscito per PlayStation. Questa piccola perla del genere picchiaduro sembrava abbastanza standard nel suo gameplay, diciamo simile a tekken. Avevamo un roster di diversi personaggi, protagonisti e secondari, buoni, cattivi e neutrali, ognuno con stili di combattimento diversi, ognuno con un proprio background, ognuno con un proprio motivo per combattere. Chi per soldi, chi per potere, chi per salvare qualcuno et cetera. Fin qui, allora, nulla di nuovo.
Ma Bloody Roar, migliorato moltissimo sotto ogni aspetto in Bloody Roar 2, introdusse una caratteristica molto interessante nel gameplay e che poteva anche cambiare le sorti delle partite, rendendole molto più interessanti e dinamiche: tutti i personaggi avevano la capacità, ad un certo punto della partita, di trasformarsi in ibridi uomo-bestia, più veloci e potenti delle loro versioni originali. Ogni personaggio si univa ad un animale diverso, tigre, leone, talpa, camaleonte, ecc.. La barra necessaria alla trasformazione si riempiva subendo molti danni oppure continuando a colpire l’avversario. Anche se, per varie ragioni riguardanti anche una storia forse poco coinvolgente e la semplice sfortuna, Bloody Roar non ha raggiunto la fama e la longevità di tekken o mortal kombat, merita comunque un posto in classifica, specialmente considerando la data in cui fu rilasciato.
6. Injustice: Gods Among Us
In questo picchiaduro, sviluppato da NetherRealm Studios, seguiremo le vicendo dei supereroi e villain della DC Comics, impegnati a contrastare un Superman divenuto malvagio. C’è da dire che lo studio che troviamo dietro gli ultimi capitoli di Mortal Kombat ha fatto davvero un ottimo lavoro nel riproporre fedelmente quelle che sarebbero le mosse tipiche di ciascun personaggio DC in un ipotetico fist-fight.
Inoltre, le location del gioco prevedono luoghi conosciuti ai fan della DC comics, come la batcaverna, la watchtower o arkham asylum, con un ambiente interattivo. Davvero un picchiaduro divertente e con una storia inaspettatamente profonda ed abbastanza mind-blowing.
5. Soul Calibur III
Il picchiaduro “armato” per eccellenza, con la sua leggendaria lotta fra bene e male, simboleggiati dalle due spade, Soul Calibur e Soul Edge, ci ha regalato molti prodotti emozionanti ma ha raggiunto una particolare vetta di qualità in Soul Calibur III. In questo eccellente videogioco ci ritroveremo ad affrontare una miriade di personaggi profondamente diversi tra loro sia per design che per le differenti armi bianche, vedendoli brandire spade, asce, martelli, lance e persino attrezzi non convenzionali ma altrettanto letali, come la lama rotonda di Tira.
Soul Calibur III presenta la possibilità di seguire le vicende di ciascun personaggio in una coinvolgente ed originale modalità storia, che sblocca scenari e dialoghi unici. C’è anche una modalità strategica in cui seguiremo un personaggio creato da noi in una sorta di campagna di conquista che giocheremo muovendo diverse pedine in una piccola battaglia che culmina nello scontro con un boss. Infine, i finali dei personaggi di Soul Calibur III sono completamente interattivi: tramite diversi quick-time events potremo infatti sbloccare differenti destini per ciascun personaggio.
4. Street Fighter 2
Il più clonato, il primo ad aver introdotto le combo, il videogioco più venduto di Capcom. Street Fighter 2 è un picchiaduro leggendario ed è considerato uno dei migliori videogiochi di sempre. Oltre ad essere un precursore del genere, uscito nel 1991, Street Fighter 2 è infatti un prodotto eccellente anche in quanto a storia, caratterizzazione e design dei personaggi e colonna sonora.
Per far comprendere al lettore l’impatto che questo gioco ha avuto sulla cultura popolare, qualora la miriade di cloni o comunque di giochi ispirati ad esso non bastassero, basta menzionare la memorabile ed immortale colonna sonora nota come “Guile’s Theme” che è addirittura stata oggetto di una petizione che la proponeva come nuovo inno degli Stati Uniti. Alla faccia dell’impatto.
3. Tekken 3
Ed eccoci, finalmente, sul podio. Tekken 3 è da molti considerato uno dei migliori picchiaduro di sempre, un gioco che sfruttò al massimo la PlayStation, portando al limite le sue capacità. I personaggi erano molto meno poligonali rispetto ai predecessori, le mosse e le prese aumentarono moltissimo e furono inserite diverse modalità di gioco, dalla classica storia, alla modalità beat ’em up a scorrimento orizzontale fino ad un minigioco in cui i lottatori combattevano servendosi di una palla da beach-volley. Tekken 3 fu uno dei giochi più venduti in assoluto per la prima PlayStation.
Tra colonne sonore indimenticabili e un character design davvero azzeccato, fu con Tekken 3 che il focus della storia della famiglia Mishima si ampliò, passando dallo scontro tra Kazuya ed Heiachi, a Jin Kazama ed al suo demone interiore. La storia divenne di colpo molto più che una semplice lotta per la vendetta di Kazuya verso il malvagio genitore, portando alla trama trasformazioni e complicazioni morali che ancora sono presenti nella saga.
2. Mortal Kombat: Deception
Mortal Kombat, assieme a Tekken e Street Fighter è una delle saghe picchiaduro più famose e longeve. La sua caratteristica principale, che contraddistingue da sempre i videogiochi MK, è la violenza esplicita e brutale che rappresenta. Questa seconda posizione non può infatti non iniziare ricordando le Fatalities, peculiarità che ha reso Mortal Kombat riconoscibile istantaneamente. Inoltre, un grande roster di personaggi, umani e non, variegato e stratificato, ci ha fatto affezionare a tutti i combattenti che ormai da circa vent’anni continuano a macellarsi a vicenda sotto i nostri sguardi divertiti ed estasiati.
Mortal Kombat: Deception, in particolare, fu uno dei primi, insieme a Deadly Alliance, ad essere in 3D. Questo fu uno dei giochi che incluse alcune fra le combo più lunghe e devastanti mai viste nella serie, inclusi i capitoli più recenti. Le fatalities erano più di una per personaggio e spettacolari. L’ambiente era totalmente interattivo, presentando pareti distruttibili, armi da afferrare al volo durante il combattimento e trappole mortali spettacolari. Era persino possibile, una volta sconfitti in un combattimento, “sfuggire” all’eventuale fatality del nostro avversario eseguendo un Hara Kiri, un suicidio volto a preservare l’onore del combattente sconfitto. Era inoltre presente la modalità Konquista, una sorta di free roaming in cui seguivamo le vicende di Shujinko, il protagonista di Deception, in un’avventura che lo avrebbe accompagnato dalla gioventù alla vecchiaia, con un colpo di scena finale davvero inaspettato. E come dimenticare la modalità Tetris o Scacchi? Davvero un gioiellino del genere picchiaduro, completo e ricchissimo. Oltre che violentissimo.
1. Tekken 5
Ebbene sì. Due titoli della stessa saga nella stessa classifica ed entrambi sul podio. Questa decisione vuole mostrare non soltanto come Tekken sia una delle saghe più riuscite in ambito videoludico, ma anche come sia possibile superare un piccolo capolavoro (Tekken 3) con un capolavoro persino migliore. Tekken 5 è il miglior capitolo della saga e, dal nostro punto di vista, probabilmente il miglior picchiaduro di sempre. Spesso succede che questo genere videoludico, essendo una categoria “tutta gameplay”, trascuri l’aspetto narrativo, la storia. Tekken 5 ci porta una delle storie migliori, introducendo un nuovo, interessantissimo personaggio, con tutta una serie di dialoghi sottili e ben scritti a cui si assiste fra un combattimento e l’altro.
La presunta morte di Heiachi, tradimenti ed inganni di ogni tipo, un misterioso essere sorto dalle rovine del tempio dove, in Tekken 4, Jin si è scontrato con Kazuya ed Heiachi. Tekken 5 lascia con il fiato sospeso il giocatore fan della saga ed appaga sotto ogni punto di vista anche i neofiti. Oltre alla classica modalità torneo/storia, avremo la modalità Devil Within, in cui muoveremo liberamente Jin attraverso diversi livelli in una nuova avventura, con la possibilità di trasformarci in Devil Jin, e persino un minigioco di Bowling, in cui i birilli sono i trofei a forma di testa di Heiachi. Inoltre, l’intro del gioco e i finali di molti personaggi sono mozzafiato, senza lasciare da parte alcuni ending più divertenti e leggeri, come quelli di Kuma o Panda. In fatto di combo, infine, Tekken resta un maestro, portando questo capitolo ad un nuovo livello in cui il giocatore può davvero ingegnarsi nella creazione di combo aeree interminabili. Tekken 5, signori, o Tekken: Dark Resurrection, se lo avete giocato su psp, versione che include anche 2 nuovi personaggi. Chissà, ci chiediamo, quando andremo a scoprire Tekken 8, chi sarà il prossimo King of the Iron Fist Tournament.