Oggi, per la nostra rubrica settimanale, parlo di walking simulators, una categoria di videogiochi relativamente recente alla quale solo negli ultimi tempi è stato riconosciuto il giusto valore. I titoli che vengono fatti rientrare tra i walking simulators si caratterizzano per una forte componente narrativa o d’atmosfera e per l’esclusione di qualsiasi forma di gameplay che non sia il movimento e la mera interazione con l’ambiente. Per alcuni gamers, addirittura, i giochi appartenenti a questa categoria non andrebbero nemmeno considerati videogiochi. Riguardo a questo non posso sottrarmi dal fare alcune premesse ed esprimere la mia opinione.
Il peccato originale alla base di tanti fraintendimenti che hanno riguardato, riguardano e – ahimè – riguarderanno il nostro amato media, è proprio nel nome videogiochi. La componente gioco, che ovviamente era l’unica presente agli albori e che è a tutt’oggi spesso predominante, non esaurisce il media, che semmai andrebbe ridefinito riguardo ad alcuni elementi caratterizzanti: il codice, il tipo di fruizione e linguaggio.
Videogiochi, quanto pesa un nome
Per spiegare quello che intendo userò un paragone magari un po’ forzato, ma che credo spieghi cosa voglio dire: noi tutti nasciamo bambini, ma tale termine non viene utilizzato per definire interamente la nostra specie, per far ciò utilizziamo essere umano, o la definizione tassonomica homo sapiens.
Aver definito un media come videogiochi prendendo empiricamente ispirazione dai primi passi che ha mosso da “bambino” non rende e non può rendere giustizia alla complessità raggiunta in età adulta.
Pensate se, a causa della prima proiezione a pagamento, il cinema si fosse chiamato “filmati-spassosi”, o se a causa delle prime trasmissioni la televisione si fosse chiamata scatola-telegiornale, o scatola-quiz, la critica più restia alle novità quanto ci avrebbe messo per prendere sul serio tale media? I creatori di contenuti e il pubblico stesso non ne sarebbero stati condizionati?
È ormai pacifico che l’uso ripetuto di una definizione crea un immagine e la rinforza sia nell’oggetto/soggetto cui tale definizione, sia negli individui che la usano. Un’immagine quindi è capace di condizionare tutte le persone coinvolte: se nel contesto sociale si continua ad usare un’etichetta ormai obsoleta che si lega all’immagine-gioco, cose da bambini, quest’immagine tende a imporsi anche tra gli addetti ai lavori e tra gli utenti, e ci vogliono notevoli sforzi per affrancarsene. Forse le cose sarebbero diverse se parlassimo usando etichette differenti, tipo, chessò, entertaintment-software, o e-software, o enware. Con un nome molto più adatto a descrivere sia i primi esempi di questo media che, potenzialmente, tutta la produzione moderna, davvero ci chiederemmo se i walking simulators ne fanno parte? Ok, tempo di chiudere il pippone e dare risposte secche a queste domande retoriche: no, forse non ce lo chiederemmo, e sì, i walking simulators fanno sicuramente parte del media che amiamo e ne costituiscono un genere peculiare.
Walking Simulators, una lista da camminare
Bene, dopo questa lunga premessa, nella speranza che tu non mi già mandato a fare in “oluc”, passo a quello che stavi aspettando, una carrellata dei 10 titoli che, nella mia umile opinione, spiccano tra i walking simulators. Come tutte le liste dei 10, anche questa scontenterà qualcuno, ma, per rimanere nello spirito del genere, non si tratterà di una vera e propria classifica e le descrizioni dei titoli si limiteranno a quanto basta per incuriosirti e farti capire fanno per te e quali no. Perché anche questa lista sarà una sorta di walking simulator: un cammino durante il quale, guardando bene, potresti trovare qualcosa che ti incuriosisca, magari toccandoti nel profondo più di quanto uno sparatutto fin troppo ricco di azione potrebbe mai fare.
10 Soma
2015 – Frictional Games, PC, PlayStation 4, Xbox One
Simon Jarret partecipa a un esperimento di scansione cerebrale dopo essere stato coinvolto un incidente stradale, incidente che gli ha causato danni al cervello. Al risveglio capisce di essere dentro PATHOS-II, un laboratorio sottomarino in mezzo all’oceano. Esplorando sia le strutture che i fondali circostanti sarò possibile recuperare informazioni sia sulle persone coinvolte che sulle mostruosità che in alcuni frangenti insidiano il protagonista. Come in alcuni prodotti precedenti dello sviluppatore (la serie Amnesia) non avremo a disposizione armi per difenderci, e questo aumenterò la tensione. Queste le premesse di Soma, titolo ti farà muovere in ambienti dall’atmosfera unica, mischiando situazioni horror, narrativa sci-fi e interrogativi esistenziali.
9 Firewatch
2016 – Campo Santo Productions, PC, PlayStation 4, Xbox One
Henry, dopo aver affrontato la separazione dalla moglie, che soffrendo di alzheimer ha deciso di tornare dai suoi genitori, accetta un’offerta di lavoro come guardaboschi nella Foresta nazionale di Shoshone. Presto un si troverà a dover svelare un mistero inatteso. In Firewatch l’immersività è garantita grazie a scenari e colonna sonora eccezionali. Lo storytelling del gioco è ottimo, e si alternano momenti in cui ci si rilassa semplicemente camminando nella natura o osservandola dalla torre di guardi, ad altri nei quali la tensione sale e gli eventi si susseguono con rapidità. Avanzando nel gioco, svelando il mistero che si cela in quei boschi dall’apparenza tranquilla, ripensando al proprio passato e conversando con Delilah – la sua superiore che lo segue in contatto radio – Henry affronterà un viaggio che insegna il valore dei sentimenti, e le aspettative che spesso caratterizzano i rapporti interpersonali.
8 Abzû
2016 – Giant Squid Studios, PC, PlayStation4, Xbox One, Nintendo Switch
In questo titolo avremo modo di nuotare in un oceano sconfinato, nel quale potremo metterci in sintonia con gli esseri che lo popolano tramite la meditazione. Vestiremo i panni di una sorta di sub, ed esplorando l’ambiente di gioco troveremo delle rovine dalle quali potremo ricostruire le origini del nostro personaggio e la causa del disastro che ha colpito i mari. Giocare in mezzo a un branco di delfini, seguire le balene oppure afferrare un’orca assassina e nuotare con lei, perso in scenari dai colori vivi, ma anche decifrare lo strano rapporto tra il sub e il gigantesco squalo bianco: questi e altri ancora sono i momenti caratterizzanti di Abzû. Man mano che proseguiremo nella nostra esplorazione restituiremo vitalità alle acque, ripopolandole con la fauna che era scomparsa e potendo ammirare lo spettacolo del loro ritorno alla vita. La vicenda suggerisce una riflessione sul rispetto dell’ambiente, sulla facilità con cui la specie più evoluta tende a considerarlo una sua proprietà.
7 Tacoma
2017 – Fullbright, PC, PlayStation 4, Xbox One
Anno 2088, Amitjyoti “Amy” Ferrier è stata assegnata dalla Venturis Corporation a investigare su una stazione deserta, la Tacoma, così da poter recuperare le informazioni presenti su alcuni supporti fisici in possesso di ODIN, l’ai della stazione. Grazie alle registrazioni sarà possibile ricostruire le dinamiche interne dell’equipaggio, capire quali sono gli effetti di una coabitazione continua e forzata. Tacoma è un gioco dalla narrativa stratificata e molto solida: sentiremo vicini personaggi lontani sia nel tempo che nello spazio, avvicinandoci a loro e alle loro storie, riusciremo a carpire un’immagine, uno sguardo sul futuro in mano alle corporazioni con particolare attenzione alla vita quotidiana.
6 Ether One
2014 – White Paper Games, PC, Playstation 4
In questo titolo il giocatore assume il ruolo di Restorer, ovvero un individuo capace di proiettarsi nelle menti degli altri, nel nostro caso soggetti afflitti da malattie mentali che compromettono la memoria. E il compito del protagonista è proprio quello di riparare i ricordi, risolvendo puzzle man mano più difficili a seconda della progressione della malattia. Il paziente di cui ci prenderemo cura è Jean Thompson, una donna anziana le cui memorie d’infanzia ci catapulteranno nei dintorni di una piccola città inglese, Pinewheel. Il giocatore può anche saltare gli enigmi, così facendo però si preclude la possibilità di esplorare alcune aree di gioco. Riparare la memoria, ricostruire il passato per vivere a pieno il presente, Ether One apre un mondo fuori e dentro di noi.
5 Flower
2009 – Thatgamecompany, PC, Playstation 3, 4 e Vita
Un petalo si stacca da un fiore e si abbandona a una brezza leggera, volando via. Siamo il petalo oppure il vento? Probabilmente il secondo, ma non importa. Potremo volare e passare vicino ad altri fiori, che a loro volta, sbocciando, ci doneranno altri petali. Esplorando i livelli di gioco faremo riprendere vita ad ambienti di vario tipo, da semplici prati a colline ventose, fino a contesti urbani in cui, insieme alla natura, sono andati persi anche la luce e i colori. Quella di Flower è un’esperienza sensoriale: essere un turbine di petali e volare senza limiti di tempo, immersi in una colonna sonora che si adatta alle fasi di gioco, da un senso di libertà che va oltre la semplicità del gameplay.
4 Everybody’s Gone to the Rapture
2016 – The Chinese Room e SCE Santa Monica Studio, PC, PlayStation 4
Siamo nel 1984, in una cittadina inglese dello Shropshire chiamata Yaughton (non cercarla, non esiste). La città è deserta, sono tutti spariti, e a noi non resta che capire cosa è successo. Delle strane sfere luminose ci condurranno a luci dalla forma umana, che riesumeranno eventi precedenti alla sparizione di massa. Nello svelare il mistero circa l’evento principale, avremo modo anche di ricostruire le vite complesse e le connessioni esistenti tra gli abitanti della cittadina. L’esplorazione è davvero la chiave per ricostruire cosa è successo e perché, ma anche per conoscere le persone a cui è successo, e per perdersi sempre di più in un panorama incantevole e ben definito mentre una verità sconcertante affiora inesorabile.
3 Journey
2012 – Thatgamecompany, PC, PlayStatio 3 e 4
Una figura incappucciata, persa in un arido deserto, si risveglia e si mette in cammino. In lontananza si intravedono i resti di qualche costruzione, alcune rovine che custodiscono immagini del passato. Non resta che proseguire, con l’unica guida di una luce vista in lontananza. Durante il nostro viaggio interagiremo con creature di stoffa, capaci a aiutarci a proseguire, e occasionalmente incontreremo un altro viaggiatore – un altro giocatore reale – col quale condividere parte del viaggio, aiutandosi a vicenda. Gli scenari sono caratterizzati da una grafica minimalista e dotata di uno stile efficace, e la musica partecipa egregiamente alla costruzioni di un’atmosfera molto immersiva. Trovare un nostro simile, perso nello stesso deserto, comunicare con lui esclusivamente tramite suoni, trovando insieme l’intesa per andare avanti può essere il momento emotivamente più toccante della giornata, e fa riflettere sull’aridità e l’egoismo della vita contemporanea che spesso ci vengono venduti come libertà. Viaggiare, se si ha fortuna aiutandosi con qualcun altro, verso una meta sconosciuta, eppure l’unica meta. Sembra poca cosa? Se ci pensi un attimo, non è altro che la vita.
2 What Remains of Edith Finch
2017 – Giant Sparrow, PC, Playstation 4, Xbox One
Quali storie nasconde la casa dei Finch? Starà al giocatore scoprirlo, esplorando sia la bizzarra costruzione che i suoi dintorni. Entrando nelle stanze appartenenti ai diversi componenti della famiglia saremo catapultati in dei flashback – ognuno con una sua ambientazione e un gameplay peculiare – che ci racconteranno le loro vicende. La voce di Edith, anche lei una Finch, curiosa di riscoprire il retaggio di famiglia dal quale sua madre ha sempre cercato di tenerla lontana, ci accompagnerà narrandoci non solo gli eventi, ma aprendo il cuore sui propri sentimenti, le paure e le speranze. Tutte le scoperte che faremo, verranno annotate sul suo diario. What Remains of Edith Finch è un gioco su quello che alcuni psicologi chiamano la “maledizione di famiglia”, sul riuscire ad affrancarsi da essa, sul rapporto con le proprie origini, sul fare pace con il proprio passato.
1 The Stanley Parable
2011 – Galactic Cafe, PC
“Stanley lavorava per una compagnia in un grande palazzo, in cui era l’impiegato numero 427. Il lavoro dell’impiegato 427 era semplice, seduto alla scrivania della stanza 427 premeva pulsanti sulla tastiera, gli ordini arrivavano tramite il monitor, dicendogli quali pulsanti premere, per quanto premerli e in quale ordine.” Queste sono le prime cose che la voce narrante ci dice su Stanley (il narratore è disponibile in inglese, e offre un’interpretazione magnifica, ma tranquillo, i sottotitoli in italiano sono disponibili). A ben guardare, già questa è una metafora sui meccanismi di potere, controllo e libero arbitrio, valida in ambito lavorativo ma non solo. E infatti “Stanley era felice”. Ma cosa potrebbe succedere se gli ordini smettessero di arrivare? Esatto, sta al giocatore scoprirlo. Cosa dici? Quella voce narrante insisteva perché tu andassi a desta, e adesso si lamenta perché sei andato a sinistra? Facci l’abitudine. The Stanley Parable è un walking simulator in cui davvero è possibile quasi solo camminare, ma che, a seconda di come si muove il giocatore, offre finali diversi, dal sapore nettamente differente. E quindi, Stanley, ti vuoi decidere ad andare a destra o dobbiamo continuare a discutere? Poi non dire che non ti avevo avvertito!
Ok, siamo arrivati alla fine della lista. Qualcuno noterà che non ci sono walking simulators meritevoli, tipo Gone Home, Dear Esther, Eastshade, The Unfinished Swan e altri ancora… Ma d’altronde 10 titoli dovevano essere, e 10 sono stati. Spero davvero che questa carrellata ti sia piaciuta, e se stai leggendo ti ringrazio per essere arrivato alla fine. Ora però, sarebbe il caso di fare due passi. Seduto davanti allo schermo, ovviamente!
Beh.. io avrei inserito anche The Long Dark… Non conoscevo questo genere, e quando l’ho provato sono stato letteralmente preso.