Sviluppato da PortaPlay e pubblicato dai papà di Life is Strange, DON’T NOD Entertainment, Liva’s Story è il primo DLC ufficiale di Gerda: A Flame in Winter. Si tratta di un’avventura grafica ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale, fortemente incentrata sulle scelte e sulle relazioni tra i personaggi. Noi siamo tornati sul campo di guerra con quello che è a conti fatti un piccolo prologo su Nintendo Switch e questa è la nostra analisi.
Gerda: A Flame in Winter – Liva’s Story, un prologo burrascoso
Come accennato, Liva’s Story è il primo DLC ufficiale di Gerda: A Flame in Winter (qui puoi recuperare la nostra recensione) ed è un vero e proprio prologo. Questo significa che è ambientato prima degli eventi del gioco “principale” ma può essere liberamente vissuto anche dopo. Il gioco, come da titolo, si concentra su Liva, un cambio di protagonista e di ruolo notevole. Se Gerda, infatti, è una persona empatica, un’infermiera, che si trova in una situazione familiare in bilico fra due fronti diversi… Liva è già apertamente schierata dal principio. Lei è una ribelle e lotta per proteggere la sua patria: la Danimarca.
Questa presa di posizione prestabilita non deve però ingannarti, nel corso del gioco, infatti, ti ritroverai ad affrontare un mucchio di decisioni differenti dal peso notevole e che non hanno quasi nulla da invidiare a quelle -decisamente più numerose – affrontate da Gerda. La cosa che affascina di Liva e che rende la sua esperienza sensibilmente diversa da quella proposta da Gerda, è il suo ruolo di leader. Nei primi momenti, infatti, il gruppo di ribelli si ritroverà ad affrontare con mano una serie di fallimenti che porteranno la nostra protagonista a indurire il suo cuore e a prendere le redini del gruppo.
Ecco quindi che il canovaccio narrativo di Liva’s Story funziona discretamente bene, offrendo colpi di scena – più o meno pilotati – ma concentrandosi bene sulle interazioni umane. Ancora una volta, come nel titolo principale, i rapporti umani sono fulcro principale di tutta l’esperienza. Il titolo stesso non lesina dettagli e momenti per metterci alla prova. Quanto possiamo realmente fidarci di chi ci è intorno? E ancora, in quanto leader, sapremo soddisfare tutti i membri del gruppo?
Gli equilibri interni ritornano ma qui al posto della famiglia, abbiamo gente unita da ideali. E gli ideali possono cambiare. La guerra cambia le persone. La guerra distrugge legami. E Liva’Story non ha paura di narrare tutto ciò, colpendo nel segno e rendendo il tutto delicatamente imprevedibile. Non sempre le conseguenze delle nostre scelte saranno immediate e non sempre potremo pianificare bene le nostre azioni. Ma qui c’è molto in ballo, non solo il destino di una cellula ribelle.
Decisioni e azione
Come Gerda: A Flame in Winter, anche Liva’s Story ha un gameplay abbastanza rudimentale ma efficace. Visuale dall’alto, ambienti ristretti, aree circoscritte e momenti da cogliere al volo. Ma soprattutto, tante, tante decisioni. Ma non solo, il gioco offre nuovamente una serie di dettagli estetici, visibili a schermo, utilissimi per ponderare come rispondere e prevenire eventuali problemi o anticipare reazioni avverse. Come? Semplice, le espressioni del volto.
Avrai sempre un’anteprima delle espressioni di Liva, una per ogni possibile risposta da dare. Così come tieni d’occhio le reazioni degli altri personaggi. Quanto conviene insistere su un argomento o una decisione che a qualcuno provoca una certa resistenza? Lo scoprirai a tuo rischio e pericolo. E di pericoli ne incontrerai molti nonostante la durata modesta – parliamo pur sempre di un prologo. Chi si aspettava una variazione di location significativa rispetto alle vicende di Gerda potrebbe tuttavia restarne deluso.
Gli ambienti restano quelli ed è innegabile un certo riciclo di asset dell’avventura principale: come gli immancabili scenari ammantati di neve. Discorso analogo per la struttura ludica che, seppur votata di più all’azione e con legami decisamente differenti rispetto a quelli proposti con Gerda, l’impegno ludico è pressoché analogo e in fondo va bene così. La struttura è uguale ma i contenuti sono diversi e non mancheranno sorprese inaspettate e momenti dal forte impatto emotivo.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Liva’s Story non compie alcuna miglioria rispetto a Gerda: A Flame in Winter. Ancora una volta, quindi, ci ritroviamo a uno stile grafico che rievoca alcuni artisti danesi con una buona resa visiva. Si conferma anche il problema dei volti quasi del tutto indecifrabili se non fosse per i baloon con tutti i dettagli citati nell’altro nostro paragrafo. E le animazioni, nuovamente legnose e poco credibili. Tra l’altro qui leggermente più visibili considerando che Liva vive un’esperienza ancora più votata all’azione.
Il sonoro è di buona qualità, sfruttando ai fini narrativi perfino il silenzio e senza risultare invadente o fastidioso – ma neanche memorabile. Da segnalare la presenza dei sottotitoli in lingua italiana con una traduzione efficace e che farà la gioia degli appassionati del genere. Infine, la modalità portatile dell’ibrida Nintendo si mostra perfetta per tornare a vivere l’ultima fatica targata DON’T NOD.
In conclusione, Liva’s Story è un DLC che può apparire come mero accessorio, considerando che le avventure di Gerda si aprivano e chiudevano in modo coerente e soddisfacente, tuttavia, in quanto prologo, va ad approfondire un aspetto intrigante, ponendoci in scelte inedite, avvincenti e soddisfacenti. Il cambio di personaggio muta leggermente l’esperienza ludica che riesce, nel suo piccolo, a lasciare il segno e a offrire anche una buona rigiocabilità – mutando le proprie scelte e cercando di ottenere conseguenze diverse. Lo consigliamo quindi calorosamente a tutti coloro che hanno apprezzato Gerda: A Flame in Winter oltre a tutti gli appassionati delle avventure a tema storico.